Sportello alunni nomadi e stranieri

L'apprendimento linguistico

( ad. rid. da L’apprendimento linguistico nella scuola riformata. Proposta dell’associazione Lend)
 

Quadro di riferimento educativo

Le finalità della nuova scuola possono essere individuate in quattro aree:

 formazione della persona in tutte le sue espressioni (saper essere)

  acquisizione di conoscenze (sapere)

  acquisizione di abilità (saper fare)

  acquisizione di autonomia nell’apprendimento (saper apprendere)

Formazione della persona

Nella complessa società moderna essa implica:

 consapevolezza della propria identità e dei valori fondanti della propria cultura;

  atteggiamento positivo alla coesistenza democratica e alla coesistenza di culture diverse;

  capacità di reagire positivamente alle novità e ai processi di cambiamento;

  senso di responsabilità individuale e atteggiamento rigoroso nei confronti dello studio e del lavoro;

  capacità di collaborare alla realizzazione di progetti comuni;

  propensione all’autoapprendimento e all’autonomia nella prospettiva dell’educazione lungo l’arco di tutta la vita (educazione permanente);

  capacità di prendere iniziative e di correre rischi.

Acquisizione di conoscenze

Il sapere non deve essere fine a se stesso ma deve tradursi nell'acquisizione di strumenti operativi, sia sotto il profilo concettuale/intellettuale che pratico, e favorire quindi

 capacità di comunicare;

  capacità di leggere in modo critico la realtà anche a fronte della crescente massa di informazioni e dei mezzi di diffusione che ne rendono sempre più difficile la selezione;

  capacità di impostare e risolvere problemi:

  capacità di fare progetti che abbiano anche momenti di realizzazione e confronto esterni;

  capacità di usare le nuove tecnologie di informazione e di lavoro.

Acquisizione di autonomia nell'apprendimento

La consapevolezza e il possesso di strategie generali di apprendimento diventano prioritari nella scuola a fronte dei grandi e continui cambiamenti determinati dall'impatto della cosiddetta "società dell'informazione", dell'internazionalizzazione e dello sviluppo tecnico-scientifico.

L’elaborazione dei curricoli linguistici: principi e raccomandazioni

Se l’insegnamento linguistico si avvale di contenuti e metodi appropriati alla complessità del problema educativo, può costituire un valido contributo per il raggiungimento delle finalità formative summenzionate.

Occorrerà quindi elaborare dei curricoli linguistici che si basino sui seguenti principi:

L’importanza di capire e usare la lingua come strumento potente per conoscere il mondo, come riconoscimento di un diritto, ancorché non esplicitamente rivendicato, a essere soggetti attivi in una società democratica.

Il ruolo irrinunciabile dell’educazione linguistica come asse portante nella formazione della persona insieme all educazione scientifica e a quella socio-civica.

Il valore pedagogico delle lingue (lingua materna e lingue straniere) per l’arricchimento cognitivo e culturale e per il superamento dell’etnocentrismo.

Da ciò risulta che l’obiettivo di grande rilevanza nella scuola riformata dovrà essere l’acquisizione di una competenza multilinguistica e multiculturale. Essa può essere definita come l’abilità a comunicare in più lingue e ad interagire con culture altre. Sul piano formativo lo studio di più lingue è significativo in quanto promuove il rispetto per la diversità delle lingue e delle culture.

Se queste osservazioni sono valide per lo studio di una seconda o terza lingua straniera a maggior ragione lo sono per chi già parla una lingua diversa da quella che si usa a scuola.

Prospettive per l’insegnamento delle lingue straniere

Prima di avanzare qualsiasi indicazione di tipo operativo, sembra opportuno sottolineare l’esistenza di una contraddizione tra la proclamata importanza delle lingue straniere e la negazione di lingue materne come l’arabo, il somalo o l’albanese, per citarne solo alcune, da una parte e dall’altra il poco o pochissimo tempo destinato ai progetti di alfabetizzazione di italiano come L2 per i bambini stranieri.

Le osservazioni che seguono sono ispirate a ragioni di opportunità e dettate dalla consapevolezza che è opportuno strutturare curricoli graduali e mirati.

L’acquisizione di una solida competenza comunicativa in una lingua implica la pratica continuata e intensiva della lingua stessa. Ciò significa che grande attenzione va posta al rapporto tra monte-ore e obiettivi da raggiungere.

Non pare produttivo diluire il monte-ore in un curricolo distribuito su poche ore settimanali distribuite in più anni, in quanto si corre il rischio di non avere risultati apprezzabili con conseguenti difficoltà degli alunni coinvolti.

Nel caso si abbia comunque a disposizione un limitato monte ore annuale, può essere conveniente distribuirlo in un tempo più breve (per esempio un quadrimestre) all’interno dell’anno scolastico.

Una possibile soluzione è costituita dall’utilizzazione di una struttura modulare.

Si può prevedere una maggiore flessibilità in relazione al curricolo che possa permettere, in un sistema di classi aperte, di accedere, in corso d’anno alla classe successiva.

Ciascun modulo dovrà portare ad una valutazione del livello di competenza raggiunto fino a quel momento.

Occorre valorizzare la L2 come veicolo di cultura nelle sue diverse accezioni, ma questo obiettivo non è raggiungibile se manca o è frammentaria la padronanza comunicativa.

Per concludere, si ritiene che l’introduzione di concetti quali multilinguismo e multiculturalità, competenza parziale, flessibilità, autonomia, modularità, ecc. renda assolutamente necessaria la definizione di obiettivi e contenuti precisi e verificabili, onde evitare il rischio de una frammentarietà delle esperienze e di una loro non confrontabilità.

L’elaborazione di curricoli diversificati e integrati, la pianificazione dell’insegnamento/apprendimento delle lingue e di italiano L2 per moduli richiede l’individuazione di modalità di lavoro che vedano coinvolti i team nelle attività di progettazione.

Indicazione per l’insegnamento di lingua italiana L2

Ciclo primario

Lingua: riflessione e usi

Nel ciclo primario l’insegnamento linguistico dovrebbe soprattutto tentare di intervenire sui processi di comprensione e di produzione linguistica. Pare essere questa, infatti, la strada più efficace a superare lo svantaggio di non capire, che dovrebbe essere sentito come problema prioritario per avviare strategie di comprensione.

Prima ancora che insegnare il linguaggio come strumento per ricevere e trasmettere conoscenze, lo si deve insegnare privilegiandone la funzione concettuale, consistente nell’aiutare a elaborare e a strutturare il pensiero.

Riflettere sulla lingua, in questa fase può essere prematuro. Regole grammaticali e norme d’uso si colgono con maggiore evidenza in una dimensione testuale, usando testi reali, non fittizi, sia orali che scritti.

La tradizionale analisi logica può diventare un’analisi di tipo funzionale che evidenzi "che cosa si dice e come si dice" nella frase semplice.

La riflessione sulle strutture grammaticali e sul funzionamento della lingua serve all’alunno innanzitutto per i suoi bisogni comunicativi: dunque, non è fine a se stessa, ma funzionale alla comprensione e alla produzione.

Quanto alla produzione, si deve insegnare una lingua naturale e diretta, chiara e leggibile, che possa essere capita e letta senza fatica.

E’ molto importante avviare alla comprensione e alla produzione di testi diversi e delle varietà della lingua (scritto/parlato, linguaggi settoriali, registri di diversa formalità, ecc.).

Si devono sviluppare le abilità linguistiche: ascoltare, parlare, leggere, scrivere testi diversi con scopi diversi vedendo ciascuna di esse come un insieme integrato di sottoabilità.

Per potenziare l’apprendimento occorre fornire strategie e tecniche diversificate; è però altrettanto importante prendere atto delle diverse modalità di apprendimento dentro la scuola e fuori di essa e creare rapporti di continuità fra schemi di apprendimento scolastici ed extrascolastici.

Lingua e cultura: il filtro e i significati

Il lessico rappresenta il filtro attraverso il quale si rivelano a livello formale e di superficie i significati presenti nel linguaggio orale e nella struttura testuale.

Conoscere la ricchezza di sfumature del lessico è una condizione indispensabile per riconoscere ed esprimere ricchezza di significati.

Riflettere sulla lingua come filtro di una particolare cultura serve a conoscere meglio la propria identità culturale e quella dell’altro (insegnante, compagni, comunità sociale, stranieri) e ad accettare il relativismo culturale.

Lingua e letteratura: competenze e piacere del testo

La ricchezza e l’originalità del testo letterario possono essere colte e gustate anche da chi non possieda ancora competenze specialistiche. Si può comunicare il piacere di leggere con libertà testi di tutti i generi, di tutti i tempi, di tutte le culture, contagiando gli studenti con le emozioni che la lettura suscita in noi.

La letteratura costituisce un ricco patrimonio che agli alunni può essere utile a diversi livelli: in primo luogo può soddisfare, con le sue trame, i suoi personaggi, i suoi temi, i bisogni conoscitivi e di immaginario; può inoltre mettere a disposizione forme linguistiche e stilistiche insolite e preziose; e infine far sperimentare il piacere di cogliere la ricchezza di un testo complesso.

A titolo esemplificativo si allega in appendice un modulo per il curricolo di italiano L2 che dovrebbe essere validato con una sperimentazione.

Occorrerà infatti verificarne la coerenza con un impianto scolastico composto in modo diverso da quello necessario all’introduzione di percorsi di questo tipo.

Il modulo è espresso in termini di padronanza linguistica dell’allievo, analizzata nei seguenti parametri:

 attività linguistica (ricezione, produzione, interazione e mediazione per l’orale e per lo scritto);

  contesti d’uso (gli interlocutori – numero e tipo – i ruoli dei parlanti, gli scopi della comunicazione, gli argomenti);

  generi testuali;

  fluenza (la presenza di esitazioni, errori linguistici, infrazioni alle convenzioni nel parlato e nello scritto, l’attenzione all’interlocutore o destinatario della comunicazione).

L’approccio modulare al curricolo: un’esemplificazione per le lingue straniere

Uno degli strumenti per la realizzazione di un a scuola flessibile è la modularità. Per ‘modularità’ si intende la strutturazione del curricolo disciplinare in componenti definite nei tempi, negli obiettivi, nei contenuti. Le competenze, nelle quali si fondano obiettivi e contenuti, devono essere verificabili.

I moduli presuppongono che si strutturino percorsi brevi, componibili, verificabili.

L’architettura modulare del sistema in obiettivi intermedi offre una serie di vantaggi:

 rende più puntuale la verifica degli standard raggiunti;

  rende potenzialmente più tempestivi e mirati gli interventi di recupero formativo;

  costituisce un elemento di flessibilità del sistema, consentendo uscite e rientri senza dispersione di saperi e competenze;

  può favorire la responsabilizzazione dello studente nella costruzione del proprio percorso formativo.

I moduli vengono definiti, oltre che in termini di contenuti, anche in termini di ore complessive, che possono essere ripartite o raggruppate nel curricolo in funzione delle esigenze di ciascuna unità scolastica.

In molti casi infatti pare più produttivo compattare le ore in un periodo breve che diluirle in poche ore settimanali.

Per ogni modulo linguistico vengono indicati:

 il ciclo scolastico o la fascia d’età cui è destinato

  le ore complessive

  i prerequisiti, ove necessario

  il livello di competenza previsto

  le tematiche portanti, o l’ambito entro il quale selezionare le tematiche

  le condizioni minime indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi

  gli eventuali rapporti con moduli precedenti e successivi

  le modalità di verifica delle competenze acquisite

I tempi di ciascun modulo devono essere adeguati al raggiungimento di obiettivi significativi dal punto di vista quantitativo e qualitativo.

Pertanto, a scopo indicativo, per i moduli linguistici si può ipotizzare una durata non inferiore a 45/50 ore.

Condizione essenziale per il funzionamento del sistema modulare è – si ritiene opportuno ribadirlo – la definizione precisa dei livelli da raggiungere con ciascun modulo affinché si possa giungere ad una valutazione dei livelli raggiunti.

Lingua italiana L2

Modulo per il curricolo di base per il ciclo primario

Destinatari

Alunni del ciclo primario

Il modulo rappresenta un segmento di un curricolo che si sviluppa su ore complessive.

Si dovrebbero programmare non meno di sei ore settimanali di intervento.

Padronanza prevista

L’attività linguistica si esplica in situazioni di vita con cui l’allievo abbia consuetudine e che siano rappresentative della cultura locale; riguarda eventi presenti, passati e futuri della sua vita che si avvalgano di lessico d’uso corrente.

Comprensione orale

Comprende brevi frasi di uso corrente, espresse a viva voce in lingua standard.

Identifica il contenuto essenziale di enunciati, istruzioni e indicazioni brevi e semplici, formulati in modo chiaro, e le informazioni principali di testi registrati, integrati da immagini, pronunciati chiaramente.

Produzione orale

Si esprime con pronuncia sufficientemente chiara anche se influenzata dalla L1 : Si limita ad elencare informazioni, usando enunciati brevi, frasi semplici e un numero limitato di parole e rallentando la comunicazione con pause, esitazioni e riformulazioni.

Interagisce con un interlocutore in conversazioni brevi e in situazioni strutturate, usando espressioni di routine con una certa disinvoltura.

Riesce a segnalare al suo interlocutore se sta comprendendo e, se ha difficoltà, è capace di chiedere che ripeta o riformuli in modo più lento o semplice ciò che è stato detto.

E’ richiesto che produca messaggi comprensibili, ma è tollerato che incorra sistematicamente in alcuni errori morfosintattici e lessicali.

Comprensione scritta

Riconosce nomi propri, parole, espressioni a frasi concise (ad es. su cartelli e avvisi).

Comprende il significato di testi brevi e semplici di carattere personale (messaggi, cartoline, lettere) e di testi funzionali di uso corrente(pieghevoli, orari, menù, elenchi, istruzioni, indicazioni).

Può anche comprendere il contenuto essenziale di testi informativi (brevi descrizioni, cronache, ecc.), purché integrati da illustrazioni.

 Produzione scritta

Scrive frasi isolate e brevi testi(messaggi, cartoline, lettere ed anche qualche filastrocca) e completa moduli per fornire informazioni personali o per rispondere a un bisogno immediato.

Usa un repertorio essenziale di vocaboli, dimostra di aver un controllo limitato di alcune semplici strutture grammaticali.

E’ richiesto che produca testi comprensibili e coesi grazie all’uso di semplici connettivi come e, ma, perché, ma è tollerato che incorra sistematicamente in alcuni errori ortografici, morfosintattici e lessicali.

Mediazione:

in una conversazione oppure di fronte a testi scritti aiuta altri che non capiscono la lingua a decifrare alcuni termini o a identificare il contenuto del messaggio.

 Modalità di verifica

L’abilità di comprensione orale e scritta verrà verificata con testi sconosciuti, analoghi quelli elaborati nel corso dell’attività didattica. Per verificare la produzione orale e scritta si utilizzerà un comunicazione realistica; la comunicazione orale potrà realizzarsi, oltre che in iterazione con l’insegnante, anche con attività di coppia o di piccolo gruppo.

Documenti di riferimento

Il presente contributo fa riferimento ai seguenti documenti:

 Insegnare ad apprendere - verso la società conoscitiva, libro bianco della Commissione dell’Unione Europea (novembre 1995)

  Il documento di lavoro del MPI sul riordino dei cicli scolastici (gennaio 1997)

  Le conclusioni dei Saggi sulla scuola del duemila (maggio 1997)

  La circolare MPI sulla continuità (1993)

  Il DM 765/1997 sulla sperimentazione dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche

  La circolare MPI 766/1997 "Sperimentazione dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche"