Sportello alunni nomadi e stranieri

NOTE SULLO SVANTAGGIO

Appunti per l’insegnante

Alcune idee per identificare una difficoltà

Le definizioni che seguono intendono dare una sintetica delineazione del problema.

ella prassi del lavoro scolastico gli insegnanti si trovano quotidianamente a confrontarsi con alunni che presentano difficoltà nell’apprendimento e nella relazione.

Si tratta di una gamma eterogenea di problematiche che coinvolgono alcuni alunni, in misura e in tempi differenti e che per razionalità di discorso si è cercato di suddividere secondo la fisionomia e le cause di difficoltà.

Svantaggio situazione di disagio o di sfavore in cui il soggetto si trova in posizione di sfasatura e di dissonanza rispetto alle norme condivise di un gruppo o di una procedura.

Da questa definizione si desume che il termine è stato considerato con un’ampia valenza e spiega perché, tra le categorie dello svantaggio, figura anche l'iperdotazione mentale. Come affermare che, in riferimento ad una norma comunemente accettata, il soggetto è "fuori dai binari" se ne è al di sotto per difetto o al di sopra per eccesso.

Categorie dello svantaggio

Disadattamento da ipo/iperdotazione mentale

Soggetti che non rispondono alle richieste standard della scuola in quanto, o sono eccessive rispetto ai mezzi loro disponibili, oppure non sono appaganti rispetto alle loro potenzialità.

Learning disabilities

Soggetti di normale sviluppo intellettivo, senza compromissioni sensoriali, ma con prestazioni nettamente inferiori alle premesse (età, sviluppo...) e con difficoltà specifiche (deprivazione culturale e/o sociale...).

Stranieri

Soggetti di normale sviluppo intellettivo, con difficoltà sul piano della comunicazione verbale e delle relazioni socio - culturali.

Concomitanze

Alcuni soggetti rientrano in più categorie contemporaneamente ed alcuni di loro, pur senza ragioni apparenti ad un'analisi superficiale, non manifestano interesse per le attività scolastiche ed i risultati in questo campo sono scarsi ed insoddisfacenti.

Le cause di tali atteggiamenti possono essere ritrovate nella storia personale del soggetto, nella qualità delle relazioni che si sono instaurate tra lui e gli altri soggetti dell’ambiente scolastico e/o nelle relazioni che vive al di fuori della scuola.

Nei primi due casi l’intervento della scuola ha discrete possibilità di successo perché tutto si gioca in un sistema di relazioni/ situazioni e di cause / effetti inscrivibili all'interno dell’ambiente scolastico. Nel terzo caso invece nella scuola si avvertono gli effetti di situazioni che si determinano nell'ambiente esterno e sulle quali spesso la scuola riesce ad intervenire solo parzialmente.

Gli insegnanti devono mettere in atto strategie consone ad affrontare il disagio.

Percorsi relazionali all’interno della classe

In rapporto al sé

  • percezione di autoefficienza

  • autostima
  • motivazione al compito
  • attenzione
  • autovalutazione
  • "locus of control"
  • pensiero positivo
  • In rapporto al gruppo

    • accettazione

  • empatia
  • adattività
  • relazioni equilibrate
  • espressività
  • prosocialità positiva
  • In rapporto all’insegnante

    • accettazione

  • empatia
  • fiducia
  • autonomia
  • espressività
  • rapporto positivo
  • In quale di queste abilità strumentalità si mostra inadeguato?

    1. utilizzo di strategie cognitive

  • attenzione
  • memoria
  • strumentalità di base
  • padronanza della lingua
  • Schema di intervento

    Lo schema riassume in sintesi la traccia per l’osservazione e le modalità dell'intervento

    Modifica di atteggiamenti

    Alunno

    • accettazione/ adattamento

  • coinvolgimento emotivo/ fisico
  • Famiglia

    • collaborazione

  • coinvolgimento
  • coerenza
  • Scuola

    • valutazione iniziale

  • strutturazione di percorsi adeguati
  • valutazione in itinere
  • ristrutturazione dei percorsi
  • valutazione finale
  • Suggerimenti

    Vi sono diversi atteggiamenti che possono facilitare la rimozione di situazioni di svantaggio. Vediamone alcuni:

    1. Accettazione/adattamento Il soggetto in difficoltà deve ricevere messaggi verbali d'incoraggiamento, messaggi non verbali coerenti e di valorizzazione ( i bambini "leggono" con molta perspicacia i messaggi non verbali e vi si conformano più che alle parole). In classe deve esserci un clima non conflittuale caratterizzato da abbinamenti di gruppo dinamici e da richieste adeguate.

  • Coinvolgimento emotivo / fisico La partecipazione attiva alle attività deve essere commisurata alle reali capacità del soggetto che deve in ogni modo essere messo in condizione di sentirsi parte integrante del gruppo classe. L'attenta scelta della strutturazione dell’orario deve essere funzionale ed efficace rispetto alle strategie compensative messe in atto.
  • Collaborazione Per meglio affrontare le problematiche del soggetto è indispensabile il supporto attivo e positivo della famiglia anche dal punto di vista della relazione.
  • Coinvolgimento Per superare la tendenza al naturale allontanamento della famiglia del soggetto deprivato può essere utile inviare segnali espliciti di gradimento delle forme partecipative, evitare commenti negativi generalizzati in contesti inappropriati, mostrare un atteggiamento di fiducia e di rassicurazione (rafforzamento del processo evolutivo degli apprendimenti).
  • Coerenza È un segnale cardine per la buona riuscita delle strategie per migliorare le prestazioni del soggetto. I messaggi e gli atteggiamenti che ne derivano devono essere quanto più possibile concordati e uniformi per permettere al soggetto di ricevere indicazioni chiare e lineari circa le richieste nei suoi confronti.
  • Valutazione e strutturazione di percorsi Il lavoro didattico presuppone attenzione alla gradualità per facilitare il processo di apprendimento. Particolare attenzione va posta nel momento di progettazione del percorso in modo da tener conto delle indicazioni che la valutazione dei prerequisiti ha messo in evidenza
  • Problemi comportamentali

    I problemi comportamentali corrispondono ad uno stato di disagio psicologico che nasce da un rapporto inadeguato tra stimolo e risposta per motivazioni e pulsioni del tutto specifiche.

    Modi inappropriati di gestire il problema

    • attenzione negativa

  • proibizione
  • minaccia
  • attacco alla persona (ironia, sarcasmo, critica non bloccano il comportamento inadeguato, ma sminuendo ed indebolendo il valore della persona scatenano la reazione di difesa attraverso la riproposta del comportamento inadeguato)
  • incoerenza
  • Modalità appropriate di intervento

    È necessario intervenire avendo presenti due modi di comportarsi:

      1. disattivare i comportamenti inadeguati

  • attivare comportamenti accettabili
  • Le modalità di intervento devono prevedere due momenti distinti:

      1. antecedenti clima favorevole e adeguamento della didattica

  • conseguenti gratificazioni e riadeguamento della didattica
  • Risposte in caso di ineludibilità

    • compartecipare le sanzioni

  • applicare sanzioni in modo appropriato
  • fare riferimento al "costo naturale" della sanzione
  • assegnare sanzioni eque e proporzionate alla gravità del comportamento
  • scegliere sanzioni "applicabili" e praticabili
  • Non dimenticare che spesso i problemi comportamentali trovano origine nelle difficoltà di apprendimento in quanto la scuola è il luogo dove successi e fallimenti sono più facilmente individualizzati e ritualizzati.

    Il soggetto in difficoltà si trova ad avere ridotte possibilità di conseguire successi e quindi di incrementare il senso di sicurezza personale e il proprio grado di autostima. La reazione a questo stato di cose è il comportamento inappropriato.

    Per facilitare l’osservazione di questi soggetti può essere utile rilevare:

    • serie di effetti comportamentali

  • fattori scatenanti
  • aree di difficoltà
  • dinamiche relazionali
  • Per facilitare la comunicazione positiva può essere utile proporre:

    • richieste adeguate al livello di apprendimento

  • proposte consone agli interessi manifestati dal soggetto
  • relativizzazione dei rilievi e delle note che devono essere circoscritti al lavoro in osservazione e mai generalizzati rispetto alle capacità del soggetto stesso
  • gennaio 1997

    a cura di G. Savini, G. Villa

    ad. Archivio Lavori Commissione Continuità

    Spazio riservato all’insegnante