«Ad un certo punto, pochi istanti prima di morire, il Papa ha alzato la mano destra muovendola in un evidente, benché soltanto accennato, gesto di benedizione, come se si rendesse conto della folla dei fedeli presenti sul sagrato petrino in quei momenti che seguivano la recita del rosario». [...]

«Non appena terminata la preghiera, il Papa ha fatto un grandissimo sforzo e ha pronunciato la parola 'Amen'. Un istante dopo è morto». (Dal quotidiano Avvenire).

«Alle 21,37 il nostro Santo Padre è tornato alla casa del Padre». Così Mons. Sandri ci ha annunciato la Pasqua del Papa.

Un silenzio irreale ha avvolto la Piazza San Pietro e tutti, guardando attoniti l’amata finestra, ci siamo inginocchiati in un profondo e rigoroso silenzio.

Un silenzio colmo di “velocità”, capace di ripercorrere - insieme alle lacrime- le numerose e intense vicende di un Pontificato letteralmente teso e proteso verso L’Uomo, tra gesti solenni e profetici, lieti e quotidiani, dolorosi e di abbandono.

  

Per 27 anni la Chiesa –il Mondo!- ha avuto un Papa straordinario, ma come molte autorevoli voci ci hanno ricordato la grandezza di Giovanni Paolo II è letteralmente radicata nella PREGHIERA,

nel suo fedele e costante rapporto col Signore attraverso anche la mediazione di Maria alla quale sempre e con fiducia si è consacrato.

L’antico motto dell’Azione Cattolica, Preghiera, Azione, Sacrificio sembra uscire da questo Testimone di Dio e sembra riacquistare ancora freschezza, ancora novità…

Visto alla luce di Giovanni Paolo II, sembra un motto giovane e attuale, al di là di parole che sanno di datato o di poco rinnovato.

La folla di pellegrini che da subito ha colmato di vicinanza e di affetto l’Uomo di Dio passato “alla finestra del Cielo”,

la colgo come una testimonianza Viva del Messaggio della Pasqua, Passaggio di Morte e di Vita, Glorificazione di un consumo fino alla fine.

Guardando e leggendo i numerosi biglietti lasciati in tutte le lingue sulla Piazza scorgo la certezza di un Popolo che sebbene sente il vuoto, l’assenza, professa anche la certezza che il Papa è Vivo e lo invoca, parla con Lui, come se, ancora meglio e di persona, possa vedere, ascoltare, esaudire.

Non pregano per il Papa, pregano il Papa.

Nella semplicità della Fede è colto il cuore del Mistero del Papa: egli è stato un Mistico, un Uomo di Dio, l’espressione concreta di un Vangelo vissuto.

Non dimenticherò mai il Vento impetuoso sceso all’inizio del Rito Esequiale capace di scompigliare gli Abiti Sacri del Collegio Cardinalizio e il Libro dei Vangeli adagiato sul feretro;

mi ha tanto richiamato l’immagine dello Spirito Santo che ci sprona ad abbandonare “una fede stanca” nel solco di un Padre che “dalla Finestra del Cielo” benedice ciascuno di noi confermando ancora la freschezza e il Coraggio di vivere nella Fede.

Il suo Maestro il Card. Wyszynski gli aveva ripetuto più volte: “La più grande mancanza dell'apostolo è la paura”.

E la paura è sempre presente quando è assente l’Amore.

“…Non abbiate paura…
Spalancate le porte a Cristo”.

Don Giuseppe Redemagni
(Assistente diocesano Settore Giovani)

 

Azione Cattolica S. Ireneo - diritti riservati © 2004 - 2005