Robert Fripp

Personalità d'educazione libresca musicista per scelta, Fripp ha manifestato fin dagli esordi l'ambizioso proposito di rifondare il rock su basi puramente razionali: "La deliberata dichiarazione da parte mia, nel 1969, che era possibile al rock richiamarsi alla testa oltre che ai piedi causò una sorta d'esplosione passionale e fu considerata eretica".
Nasce di qui un'immagine di Fripp intellettuale della chitarra, the thinking man's rock star, nulla da spartire con i fondatori del rock tradizionale, da Berry a Hendrix. Un rock astratto e formalizzato, ma pur sempre rock.
Lo sviluppo del vocabolario rock parte dalla base: dalla pura manualità di strumentista. In ammirevole coerenza con i propri presupposti, Fripp è inventore d'una serie di tecniche e metodiche chitarristiche. Ma Fripp è soprattutto un ricercatore strutturale. I suoi ritmi, le sue scale, i suoi passaggi di nota acquistano caratteristiche inusitate proprio in quanto prodotti non sulla base d'un talento naturale ma di una lunga educazione e di una tecnica assolutamente personale. Fripp non è un esecutore di tecniche altrui: gli è estraneo il blues, referente fondamentale di quasi tutta la chitarra rock, e a tratti persino il ricorso alla scala temperata pare limitarlo. Di qui uno spaziare nei tempi composti, nei modi e nelle scale pentatoniche ed extracolte. Fino ad arrivare alla creazione di una tecnica (Frippertronics) e una accordatura del tutto innovativa per la chitarra (accordatura Crafty).
Fripp è sorretto da tecnica superiore, talento compositivo indiscusso, buone letture in gran copia e sano umorismo caserereccio britannico. Gli articoli e le interviste sono stesi in lingua colta ed elegante, ricca di citazioni: serissimi eppure in sospetto, inevitabile d'ironia. E' difficile da catturare, l'uomo Fripp, nei colloqui o negli scritti. Perché sempre consapevole, misurato, a tratti sornione, capace di entrare e uscire dal personaggio a suo piacere, senza mai renderlo però noto agli interlocutori.
Un uomo di genio, carico d'ambizioni anche eccessive ma con il buon gusto di non nasconderle. Spiritoso, sentenzioso, agrodolce, deciso, paradossale. Non è facile, ad un primo ascolto, il senso profondo della mucica frippiana. Che può essere volta per volta sconfortante e angosciosa, statica e impassibile, laboriosa, devastante e pure cominica sempre un messaggio positivo. E' la positività della costruzione, del fare la musica piuttosto che subirla, del piegare le note alla volonta.
Un piacere tutto intellettuale, una libido costruendi che esce nitidamente dai ritmi intricati, dalla varietà delle scale, dalla logica razionalità delle strutture.
Dice Fripp: "Ho cominciato a suonare la chitarra a undici anni, nel 1957, pochi giorni prima di Natale. Non avevo per niente orecchio musicale, non avevo neanche il minimo senso del ritmo. Non sarebbe stato possibile immaginare qualcuno musicalmente meno dotato di me. Quando sei così a secco di doti naturali, devi per forza cominciare a riflettere e a farti delle domande sulla natura del suono. Che cos'è che non ti permette di avvertire la differenza tra una nota e l'altra? Quali sono le parti dell'organismo che reagiscono alle diversi componenti della musica? Dove sono le barriere e i blocchi? Che cosa puoi fare per eliminarli?".
Già al primo impatto con lo strumento della sua vita, Robert Fripp, si rivela musicista scarso d'istinti e ricco di razionalità. Sarà probabilmente questo approcio tutto cerebrale alla tecnica chitarristica a generare i marchingegni sonori con cui sconvolgerà in seguito il piccolo mondo del rock.
Fripp è nato nel 1946 a Winborne (Dorset), un tranquillo villaggio dell'inghilterra meridionale, da famiglia dell'upper middle class e aveva ricevuto l'educazione liberale e tollerante caratteristica dell'ambiente. E l'influenza familiare non smetterà di farsi sentire: "È strano, magari anche irrazionale ma dopo due o tre mesi soltanto che mi avevano regalato per Natale la prima chitarra io già sapevo che sarei diventato un chitarrista di professione. E insieme pensavo che avrei lavorato con mio padre, nella sua agenzia immobiliare, insomma che avrei fatto la carriera cui mi destinavano i miei. A diciasette anni ho detto alla mamma che desideravo diventare un musicista di professione. Lei non ha cercato di farmi cambiare idea. È solo scoppiata a piangere. Ho dovuto rimandare ogni decisione di qualche anno".


In un'intervista del 1973, Fripp, ha fornito un resoconto estremamente particolareggiato del proprio itinerario di apprendista.
"Imparai la musica basandomi sul periodo classico della chiatarra a plettro, ovvero i tardi anni '20 e primi anni '30. Una situazione musicale particolarmente sterile. Così passai gli anni dagli 11 ai 15 suonando l'acustica. Ebbi a disposizione un amplificatore a 14 anni (ma non era adatto a una chitarra) e mi unii a un gruppo, a 17/18. Non riuscii a ottenere una buona sonorità elettrica fino all'età di 22/23 anni. Non riuscivo a inserirmi nel gruppo, per cui lo abbandonai - abbandonai anche la chitarra per passare gli "O" Level1 , poi la ripresi in mano in un gruppo semiprefessionale, The League Of Gentlemen2. Non m'inserii nemmeno in quello - lo lasciai dopo un anno. Poi decisi di gettare via il mio plettro e concentrarmi sulla chitarra classica. Un mese più tardi mi offrirono di suonare con un gruppo da ballo di Bournemouth, musicisti assolutamente superbi, più anziani di me di 15 anni. Io avevo meno di 20 anni e loro più di trenta ma pensai che fossero un'esperienza e un'opportunità troppo belle per lsciarmela sfuggire: andai a quei concerti e poi ancora e ancora. Intorno ai 21 anni mi resi conto che potevo usare la musica come veicolo espressivo".
Entro il 1966, Robert Fripp ancora non s'è dato al professionismo ma appare trasformato in un giovane virtuoso. Greg Lake, nativo di un villaggio vicino e suo futuro comprimario, dichiarerà più tardi: "Facevo parte di un gruppo locale; all'epoca Fripp era il chitarrista più importante e io una specie di secondo arrivato. Sentì parlare di me e venne anche a un concerto, come per assicurarsi che io non potessi competere con lui. Quello che incide su disco è limitato rispetto alle sue possibilità. C'è un pezzo di Paganini, per esempio, troppo veloce da eseguire per chiunque; bene, Bob è in grado di suonarlo ".
Secondo una nota leggenda, nel 1967 Fripp legge sul giornale che un gruppo cerca un tastierista in grado di cantare. Essendo un chitarrista che non canta trova più che logico rispondere all'inserzione. Ha inizio così un sodalizio con i fratelli Giles: il batterista Micheal e il bassista Pete. Il gruppo che nasce si chiama semplicemente Giles, Giles and Fripp, " come uno studio notarile ", secondo le parole del periodico Disc. Il trio si trasferisce quasi subito a Londra, in cerca d'improbabile fama e fortuna. Non trova ovviamente né l'una né l'altra e si esaurisce in serate rimediate alla bell'e meglio, in ristoranti e night club.
Giles, Giles and Fripp riescono comunque a registrare un 45 giri e addirittura un album (in quattro giorni, tra marzo e aprile 1968): The Cheerful Insanity Of Giles, Giles and Fripp. È questa un'opera eccentrica anche per il periodo, basata su umorismo agrodolce, accordi di chitarra che ricordono Django Rheinhardt e un suono d'assieme sottile e manierato. Il sorriso e surrealismo lieve di Giles, Giles and Fripp usciranno ben presto dal patrimonio frippiano, per rientrarvi soltanto dieci anni dopo.
The Cheerful Insanity non è un disco tale da commuovere i compratori potenziali e si rivela un totale fiasco commerciale. Ma nel frattempo, con l'inserimento del tastierista Ian McDonald Giles, Giles and Fripp sono diventati un quartetto. Attraverso McDonald entra nell'entourage anche l'eccentrico Pete Sinfield, che crea per il gruppo un rudimentale light-show, un certo numero di liriche visionarie e un nuovo nome: King Crimson. Il giorno seguente il battesimo, Pete Giles abbandona il gruppo e viene sostituito da Greg Lake. È il 16 novembre 1968. "Invitati degli spettatori alle prove. Successo. Questo gruppo sarà più grande di quanto ci fossimo immaginati" (Diario di Fripp, 27 gennaio 1969). Fripp è buon profeta: i neonati King Krimson ricevono trionfali accoglienze da parte della Londra psichedelica e sono promossi a occupare il posto lasciato vacante dai Pink Floyd, troppo presto arricchiti: "Avevamo dentro di noi un'energia impressionante, quella di chi ci si aspetta di morire il giorno dopo e in ogni concerto suona come se fosse l'ultima volta" (Fripp). La musica dei King Crimson, con la sua miscela di lirismo e d'improvvisazione, spinta dall'urgenza creativa dei quattro musicisti, ottiene tra gli altri l'incondizionato imprimatur dell'autorevole International Times, voce dell'underground britannico.
Ma Fripp non si limita ad aver fondato un gruppo e a tenerlo saldamente in mano. Ha anche una propria filosofia, musicale e metamusicale, da perfezionare e diffondere. E in questo periodo che crea la sua celebre definizione: "King Crimson è un'idea e un modo di fare le cose. È un modo di mettere assieme persone per suonare musica e un modo di pensare riguardo a ogni cosa". Non basta: Fripp si dà da fare, scrive lettere su lettere ai giornali, spiegando in un suo stile dotto e vagamente didattico modi e scopi del gruppo. Ecco, per esempio, un suo comunicato stampa: "Scopo fondamentale dei King Crimson è organizzare l'anarchia, utilizzare il potere latente del caos e permettere a svariate influenza d'interagire e trovare il proprio equilibrio. Di qui la musica si evolve naturalmente, piuttosto che svilupparsi per linee predeterminate. Il repertorio, ampiamente variabile, ha come tema comune il rappresentare gli umori mutevoli delle stesse cinque persone".


Negli anni successivi Fripp ha preso lunghe pause meditative alla ricerca sempre di nuovi stimoli e idee per la riunione della band, la quale ha avuto il suo assetto stabile dopo gli anni ottanta (Adrian Belew: voce e chitarra, Bill Bruford: batteria e Tony Levin: basso e stick) e integrato negli anni novanta, in modo da formare il doppio trio, da altri musicisti (Trey Gunn: War guitar e Pat Mastellotto: batteria). Per la band 2000 sono confermate le assenze di Levin e Bruford impegnati insieme in un loro progetto.
Il 16 maggio del 1997. Robert Fripp, ha celebrato 30 anni come musicista professionista e, il 24 dicembre, 40 come chitarrista.
La tecnica sviluppata negli anni settanta, le frippertronics, vengono sviluppate negli anni novanta con il nome di 'Soundscapes' definite da Fripp il suo miglior modo per fare del rumore con una chitarra.
Fripp lasciò l'industria musicale dall'84 al '91 per dedicarsi all'insegnamento della sua nuova tecnica chitarristica (diversa accordatura) creando una vera e propria scuola, Guitar Grafty, con seminari in tutto il mondo.
Ha collaborato con altri artisti quali Eno, Gabriel, Bowie, Hall e altri.
Nel 1994 ha collaborato con David Sylvian, realizzando anche uno straordinario tour mondiale: Damage tour.



1 'O' level: Esame di scuola superiore.
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2 The League Of Gentlemen: Questo gruppo non aveva niente a che vedere con quello che Fripp fondò, per un breve periodo, negli anni ottanta.
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