INIZIO IL SILE BOTTENIGA I MULINI L'OASI DI S.CRISTINA

LA POLITICA VENEZIANA DEI MULINI


L'intervento normativo più importante è quello del 1533 ad opera di Pietro Zorzi, podestà di Mestre, che istituisce l'uso obbligatorio della pietra di S. Marco, ossia di una lapide fissata all'esterno dell'edificio, dove vengono scolpite le misure veneziane della distanza dai mulini contermini, del fondale della gora, dell'ampiezza dell'argine.
Diverse sono le magistrature veneziane che si occupano di mulini.
I Savi alle Acque hanno giurisdizione su quelli situati sui fiumi che si gettano in laguna e fanno osservare le misure scolpite nella pietra di S. Marco;
I Provveditori alle Biave si occupano soprattutto della qualità delle farine provenienti dai mulini.
I Provveditori ai Beni Inculti, istituiti per sovrintendere ai lavori di bonifica delle paludi, nel Seicento assumono competenza anche in materia di mulini: concedono le autorizzazioni per intraprendere le attività economiche che utilizzano la forza idrica.
A loro si deve il tentativo di formare un catasto di tutte le licenze concesse.
Nel Settecento a questi magistrati si affiancano anche i Provveditori all'Arsenale che concedono la licenza per utilizzare i tronchi di rovere, monopolio della "Casa d'Arsenal", per sostituire gli assi delle ruote rovinati dall'usura.


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