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RAMSES

Una vita a metà tra realtà e leggenda. Il più conosciuto tra i faraoni dell'antico Egitto fu un sovrano potente, un guerriero indomito, un padre affettuoso e un costruttore instancabile. Con queste credenziali Ramses II, (che da ora in poi chiameremo soltanto Ramses) che governò per 67 anni, non poteva non meritarsi la fama di cui gode ancora oggi. Temuto dai nemici, amato dal popolo (che sotto il suo regno visse in prosperità e benessere), protetto dagli dei, Ramses ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'umanità.

Il Egitto - Emozioni Unichemistero di Ramses comincia con la sua data di nascita. Sappiamo solo che fu intorno al 1290 a.C, a Menfi . Suo padre, il faraone Sethi I aveva preso come«Grande Sposa Reale» Tuya, figlia di uno dei più valorosi generali del suo esercito. Tuya e Sethi I ebbero 4 figli, due maschi e due femmine. Il primogenito morì però in tenera età, spianando la strada all'ascesa al trono di Ramses. Una scuola, quella «da Faraone», che cominciò in tenera età: a dieci anni già ricopriva una carica di comando dell'esercito, a quattordici il padre lo conduceva con sè in battaglia, per assicurarsi che il giovane diventasse un sovrano capace e coraggioso. Ramses non impiegò molto a imparare, specialmente nei due principali obbiettivi che si diede: la conquista militare e l'edificazione. Riuscì bene sia come conquistatore sia come costruttore, tanto che non c'è luogo dell'Egitto che non rechi traccia della sua opera.

Quando suo padre morì, Ramses aveva circa 25 anni: giovane, ma già ambizioso ed egocentrico abbastanza per essere capace di glorificare le sue imprese più di chiunque altro lo avesse preceduto. "La propaganda fu la sua arma migliore ed ebbe un ruolo importante nell'esaltazione del regno e della sua origine divina" racconta Edda Bresciani, docente di Egittologia all'Università di Pisa. "Il gran numero di statue e iscrizioni che raccontano le gesta del sovrano e la sua potenza, hanno tramandato quell'immagine. Per questo probabilmente la sua fama ancora esiste.

Anche la sua vita familiare fu sopra le righe: due Grandi Spose Reali, un numero imprecisato di spose minori e concubine e almeno cento figli. Ma Ramses dovette scegliere più volte il candidato alla successione. Non per «Inghippi di corte» ma perchè arrivò oltre 80 anni (quando la vita media era di circa la metà) e molti suoi figli non gli sopravissero. Il suo successore fu Merenphtah, il tredicesimo della lista, che salì al tronosolo a 60 anni. Quando Ramses morì aveva raggiunto il suo scopo: per il popolo era una leggenda. Quello che il grande faraone non seppe mai è che non solo l'epopea della sua vita resta immortalata nella storia, ma anche quella della sua morte.

Un Sogno Scolpito nella Roccia.

Ha resisitiro a sismi, tempeste di sabbia e innondazioni: è Abu Simbel, un capolavoro a prova di tutto.

Considerato la più grande opera di Ramses, il tempio rupestre di Abu simbel è una vera e propria meraviglia dell'antichità. Le quattro colossali statue, alte venti metri e interamente scolpite nella roccia, che raffigurano il faraone seduto all'ingresso, sono ormai diventate un'icona della civiltà egizia. "Fu un opera davvero incredibile", spiega Sergio Donadoni, uno dei maggiori egittologi egiziani, "che porta all'interno della montagna gli elementi archittetonici classici del tempio egizio". Scavato per oltre sessanta metri dentro il ventre di un'altura di arenaria, il santuario era dedicato a tre grandi dei, Amon, Ra e Ptah, ma in realtà era un'altra la divinità da venerarvi: Ramses stesso.

Il tempio di Abu Simbel fu però sfortunato. Pochi anni dopo la sua costruzione fu gravemente danneggiato da un terremoto. che lesionò e sgretolò pilastri e statue, compresa tutta la parte superiore di uno dei colossi della facciata. La maggior parte dei danni fu riparata, ma nulla gli architetti potevano fare per l'enorme statua, i cui pezzi furono lasciati al suo posto, dove il sisma li aveva fatti cadere.

L'edificio fu compleEgitto - Emozioni Unichetamente nabbandonato diversi secoli dopo la morte di Ramses e la sabbia iniziò a seppellirlo, fino a lasciare scoperte solo la testa e le spalle delle grandi statue d'ingresso. Fu così che nel 1813 lo trovò lo studioso Johann Ludwig Burckhardt, Restò inviolato ancora per quattro anni, fin quando l'italiano Giovan Battista Belzoni, dopo mesi e mesi di lavoro riuscì finalmente a farsi strada tra la sabbia e a rimettere piede, primo uomo dopo migliaia di anni, all'interno del santuario.

Il vero pericolo per la sorte del tempio al quale Ramses aveva delegato la testimonianza della sua potenza e della sua origine divina, arriverà molto più tardi, quando il complesso rischiò di sparire per sempre sepolto da una valanga d'acqua. Nel 1960 infatti, il presidente egizianoNasser aveva iniziato i lavori per la costruzione della grande diga di Assuan. Questa prevedeva la creazione di un enorme lago artificiale lungo circa 2500 chilometri, in gradodi irrigare e rendere fertile una zona fino a quel momento improduttiva. Un progetto importante per il paese, ma che rischiava di cancellare per sempre alcune delle più straordinarie testimonianze dell'antica civiltà dei faraoni. Fra queste anche Abu Simbel, che nel frattempo era diventato famoso in tutto il mondo.

Fu l'Unesco a lanciare il grido d'allarme, che si trasformò in una vera e propria campagna di salvataggio che coinvolse ben 113 paesi, pronti ad aiutare l'Egitto con uomini, denaro e tecnologia. Il progetto richiedeva che il tempio di Abu Simbel venisse smontato pezzo per pezzo e rimontato 180 metri più nell'entroterra, dopo aver innalzato il terreno di 65 metri rispetto al livello precedente. i lavori richiesero cinque anni, oltre 2000 uomini, tonnellate di materiali e uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell'archeologia. I blocchi, numerati per ridar loro l'esatta posizione, furono riassemblati, e l'intero tempio fu ricostruito mantenendo persino l'originario orientamento rispetto agli astri e al nuovo corso del Nilo determinato dallo sbarramento di Assuan. (Una precisazione, il tempio, a causa di un errore è spostato di pochissimi gradi rispetto all'orientamento originale e i raggi del sole, per questo motivo, non riescono più ad entrare da una piccola fessura e illuminare la statua di Ramses all'interno del tempio n.d.D). Fu restaurato anche il paesaggio e quando anche la montagna soprastante fu ricostruita, il puzzle fu finalmente completo. Ramses stesso non vi avrebbe trovato alcuna differenza.

(Il tempio di Abu Simbel che si trova a Gardaland è una copia fedele dell'originale, tranne per la grandezza, infatti è in scala 2:1)

Il suo nome scolpito su ogni pietra

Costruiva opere colossali come segni concreti del suo potere utilizzando persino antichi monumenti come "magazzino". Ma questa spregiudicatezza alla fine gli si ritorse contro.

Ramses costruì più di ogni altro faraone dell'antico Egitto. Durante il suo regno realizzò un numero incrgitto - Emozioni Unicheedibile di templi, edifici,statue e obelischi. perchè lo fece? Principalemnte per dimostrare la sua potenza attraverso enormi opere archittetoniche e per glorificare il suo status di dio vivente. Per raggiungere il suo scopo non esitò neanche a impossessarsi di monumenti più antichi. Alcuni li fece restaurare e vi appose il cartiglio con il suo nome, oppure li fece inglobare all'interno di costruzioni più grandiose da lui stesso edificate. Altri ancora, poi, furono addirittura smantellati per servire come "magazzino" di materie prime da riutilizzare in nuove opere archittetoniche. A farne le spese fu persino la piramide di Chefren (a Giza), dalla quale vennero prelevati interi blocchi di granito per edificare il basamento del Grande Tempio di Ptah, a Menfi. Anche lo stile scelto da Ramses serviva a magnificarne la grandezza. Nei templi, per esempio, si moltiplicarono a dismisura le statue di dimensioni colossali e le colonne, fittamente decorate da geroglifici e disegni stilizzati. Le pareti dei templi e degli edifici, piene di raffigurazioni sia sacre che guerresche, dovevano celebrare le divinità e le imprese del sovrano. Ramses in persona si recava nei cantieri per controllare da vicino le varie fasi dei lavori e spesso addirittura andava nelle cave per scegliere le pietre più belle.

Alcune iscrizioni, come quelle sulla Stele dell'anno VIII (oggi al museo del Cairo), riportano le parole di incitamento e di elogio che il faraone rivolgeva agli operai. Si curava molto di loro, facendo in modo che non mancasse mai cibo, abiti, sandali e acqua fresca in abbondanza, così che tutti potessero dedicarsi al lavoro senza disagi.

Fra i grandi progetti che Ramses realizzò ci fu quello di una nuova capitale, che eguagliasse i fasti degli altri due grandi centri nevralgici dell'Egitto: Menfi e Tebe. Pi-Ramses (la casa di Ramses), così la chiamò, era già una realtà nel quinto anno del suo regno e li il faraone trasferì la sua residenza. La città sorse sull'antica Avaris, nel delta orientale del Nilo, località a lui cara poichè già vi si trovava la residenza estiva del padre, Sethi I. Ma quasi sicuramente la scelta del luogo aveva anche altre finalità. "Era la culla della sua famiglia e questo è certamente il motivo principale", spiega l'egittologa Edda Bresciani. "C'erano però anche ragioni militari e strategiche alla base della costruzione di Pi-Ramses. Sorse infatti a ridosso della frontiera orientale, una zona che andava controllata perchè esposta al pericolo di continue invasioni; era inoltre un importante snodo commerciale che collegava il mondo egizio ed asiatico". La nuova capitale era molto ricca. i campi erano rigogliosi e produttivi, i fiumi pieni di pesci e i magazzini colmi di cibo. La popolazione era composta da gente proveniente da varie zone del regno come la Libia, la Nubia, Canaan e Amurru. molti erano prigionieri di guerra ma il rapporto con gli Egizi era pacifico e tutti godevano della prosperità di quei luoghi. La gloria di Pi-Ramses si oscurò solo quando i sovrani della XXI dinastia, a più di un secoloo dalla morte di Ramses, decisero di spostare la capitale a Tanis e per darle lustro saccheggiarono molti degli edifici della città.

Anche a Karnak (oggi considerato uno dei siti archeologici più importanti dell'Egitto e un tempo fiorente centro religioso in cui i faraoni si facevano incoronare), Ramses lasciò un profondo segno del suo passaggio. Nell'immenso tempio di Amon-Ra, egli, egli terminò la Grande Sala Ipostila, iniziata sotto il regno di Amenhotep II e portata avanti a più riprese durante i regni di Horemheb e del padre Sethi I. Questa è un vero e proprioLuxor - Emozioni Uniche gioiello dell'antichità: occupa una superficie di oltre 5000 metri quadrati e conta più di 134 gigantesche colonne a sostegno del soffitto. Ramses fece decorare con rilievi celebrativi le mura e volle anche la creazione di un lago sacro, conservatosi fino ai giorni nostri. Le sue acque rappresentavano simbolicamente il luogo da cui erano nate tutte le forme di vita. Qui si celebravano i culti del Sole e di Osiride e i sacerdoti vi si purificavano prima di ogni rito. Il vicino tempio di Luxor era già stato in gran parte edificato dal faraone Amenhotep III. Qui Ramses fece aggiungere, davanti alla struttura già esistente, un cortile porticato, sorretto da 72 colonne fittamente decorate disposte su due file, e un enorme pilone (il torrione in pietra che inquadra il portale d'ingresso del tempio), sulle cui pareti sono rappresentate scene della battaglia di Qadesh. Il tutto preceduto da 6 statue colossali con le sue sembianze e da due obelischi. A Luxor ne è rimasto uno solo, poichè l'altro si trova sin dal 1836 in Place de la Concorde, a Parigi.

Questi sono solo alcuni esempi del fervore creativo di Ramses, ma per comprendere la sua smania creativa bisogna visitare le rovine del Ramesseo. Sebbene solo una parte ne sia rimasta in piedi oggi, il complesso situato sulla riva sinistra del Nilo, nella regione tebana, è certamente l'opera più grandiosa che il faraone concepì. Si trattava del suo tempio funerario ma non era destinato ad ospitare il suo corpo, bensì a celebrarvi cerimonie legate al suo culto una volta che egli fosse scomparso. Chiusa questa massiccia cerchia di mura, questa specie di cittadella religiosa comprendeva, oltre al tempio principale, una serie serie di edifici, alcuni dei quali destinati a residenze. C'erano anche botteghe, magazzini e persino una scuola di scribi dove gli archeologi hanno trovato diversi papiri. Un'ultima curiosità. Come aveva già fatto, per realizzare il suo tempio funerario Ramses diede ordine di utilizzare parti di antichi monumenti, ma questo fu lo stesso destino che il Ramesseo dovette anche subire. Il complesso che doveva rappresentare la grandezza del faraone e del suo regno per i secoli a venire, fu invece parzialmente smantellato, per lo stesso motivo, da altri sovrani.

Il Triste Destino della Sposa Prediletta

Nefertari, la bellissima regina che Ramses volle immortalare accanto a sè anche nell'eternità, pare sia morta proprio sulla soglia del tempio scavato nella roccia.

Poco più a nord del Tempio Grande di Abu Simbel, si trova un tempio rupestre più piccolo che il faraone dedicò a Nefertari. nonEmozioni Uniche si conoscono le origini di questa donna, ma sembra che fossero piuttosto modeste. E' certo, però, che fu la più amata tra le spose del faraone, sia da parte del sovrano sia dal popolo. "La Più Bella", questo è il significato del nome della regina, ed effetivamente i numerosi ritratti ne testimoniano il fascino e la delicatezza dei lineamenti. Ramses la sposò prima di succedere al padre e la volle con sè ovunque. Appariva accanto al faraone durante le cerimonie religiose e in occasioni ufficiali. Anche nei dipinti e nelle incisioni sui monumenti si ritrova spesso a fianco del marito in pose molto affettuose. Come nel particolare del tempio di Luxor per esempio, dove la regina sembra accarezzare affetuosamente la gamba di un colosso di Ramses. Anche nella vita politica Nefertari ebbe un ruolo importante. I suoi contatti epistolari e gli scambi di doni con la regina degli Ittiti ebbero sicuramente influenza positiva sul processo di pace fra i rispettivi popoli. Al faraone diede 6 figli, due femmine e quattro maschi. Di questi ultimi però, nessuno divenne re perchè tutti morirono piuttosto giovani. Fu infatti Merenptah, uno dei figli di Istnofret, l'altra sposa reale, a salire al trono dopo il padre.

Nefertari avrebbe dovuto essere a fianco del marito per l'inaugurazione di Abu Simbel. Ma probabilmente non vi partecipò. Un ipotesi a metà tra il romanzo e la storia vuole che la regina sia spirata ad Abu Simbel, proprio sulla soglia del tempio che avrebbe condiviso con il suo sposo per l'eternità. Avrebbe affidato alla figlia maggiore il compito di inaugurare il santuario, con Ramses. Nefertari fu sepolta con tutti gli onori nella Valle delle Regine. Nella sua tomba, scoperta nel 1904 da Ernesto Schiapparelli con la Missione Archeologica Italiana, non si trovò molto: la mummia e il corredo funerario erano stati trafugati. Ciò nonostante le splendide pitture sulle pareti, recentemente restaurate, fanno di questo luogo uno dei gioielli dell'antico Egitto.

(Tratto da Newton, n° 8 agosto 2001. Articoli di Giuseppe Brillanti con collaborazione di Francesca Sereni)

APPUNTI DI VIAGGIO:

Documenti: in base ad una recente normativa, ai cittadini italiani è consentito l'ingresso in Egitto presentando la carta d'identità (valida per l'espatrio) unitamente a una foto tessera. In alternativa è sempre accettato il passaporto. I bambini devono essere iscritti sul passaporto di un genitore.

Clima: Temperato e molto secco. In estate si raggiungono temperature molto elevate, ma ben sopportabili grazie alla scarsissima umidità dell'aria. Il Cairo è più fresco rispetto all'Alto Egitto. Sul Mar Rosso il clima molto secco e ventilato rende ben sopportabili le alte temperature estive. In inverno le giornate sono miti, ma la temperatura notturna scende bruscamente.

La storia continua...

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