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CURIOSANDO

POLEMICA PER L'INCIDENTE ALLA TELEFERICA DI GARDALAND

La giostra si blocca avvocato si infuria
«I soccorsi non arrivavano e mia figlia voleva gettarsi nel vuoto» Il direttore del parco: «Reazione esagerata, tutto si è risolto bene»


Un piccolo incidente a un’attrazione di Gardaland ha suscitato un’ira funesta in un avvocato di Padova, rimasto «prigioniero» in un bidone a qualche metro da terra per tempo giudicato eccessivamente lungo, e che ora minaccia di citare in giudizio chi non l’ha tempestivamente soccorso. Gian Mario Balduin, penalista in uno degli studi legali più in vista della città patavina, sabato pomeriggio era giunto nel parco divertimenti con la moglie e i due figli undicenni. Nel tardo pomeriggio, mentre la consorte e il ragazzino andavano a seguire lo spettacolo delle mummie, saliva con la figlioletta sulla teleferica.
«A un certo momento», racconta Balduin, «la giostra si è fermata. Eravamo a molti metri da terra, sospesi nel vuoto, e in basso nessun operatore in vista. Dopo un po’ mia figlia ha cominciato ad agitarsi. Un’agitazione che è diventata ben presto una crisi panico. Piangeva, urlava, si dimenava. Addirittura voleva gettarsi fuori pur di scendere a terra. Per ben due volte, visto che il tempo passava, nessuno si faceva vivo e la bidonvia era sempre bloccata, ho chiamato il 115, ma i vigili del fuoco mi hanno solo detto di stare tranquillo. Come se fosse stato facile in quelle condizioni». L’avvocato è un fiume in piena. «Ho 30 anni di esperienza di soccorso, sono istruttore di primo soccorso per la Croce Verde, e so quando è il caso di dare un allarme e cosa si deve fare in casi come il mio. Il tempo massimo di intervento consentito è di cinque minuti, non di quasi un’ora. Per di più, sentirmi sbeffeggiato da un dipendente in costume che transitava sotto mi ha ferito ulteriormente». «Credo che l’incidente sia stato vissuto in maniera forse un po’ troppo esagerata», replica il direttore commerciale di Gardaland Aldo Vigevani. «Ogni tanto succede che qualche attrazione si fermi, ma il nostro personale è addestrato a intervenire tempestivamente. Le esercitazioni per le procedure di emergenza sono costanti. Nel caso in questione, credo che il blocco non abbia superato la mezz’ora. Il giro completo dura una decina di minuti, se ne consideriamo altrettanti per individuare il problema e risolverlo e un’ulteriore decina per far scendere tutti, credo che siamo più vicini alla realtà. Due nostri addetti, come da disposizione, erano al punto di salita e di discesa, e quando si sono accorti del blocco sono intervenuti immediatamente seguendo le procedure testate più volte. Lungo il percorso non avevamo nessuno, ma di solito i blocchi sono molto brevi e l’altezza massima della teleferica è di cinque-sei metri. Non un abisso, quindi».



Martedì 22 Ottobre 2002

© Copyright 2002, Athesis Editrice S.p.A.


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