EUROCITTADINI
Educare a una nuova cittadinanza

A cura di Giuliano Vettorato

 

Dal 1° Gennaio 1999 l’Euro ha iniziato il suo corso nei mercati finanziari: dal 1° Gennaio 2002 circoleranno banconote e monete, dal 1° Luglio 2002 cesseranno definitivamente le monete nazionali dei Paesi aderenti. Ma bastano le monete, l'economia per fare l'Europa? L'intuizione dei padri fondatori dell'Europa, al termine delle distruzioni della seconda guerra mondiale, era stata quella che solo un forte interesse comune avrebbe impedito a paesi, storicamente antagonisti, di continuare a distruggersi a vicenda. Tale interesse è stato individuato nell'economia. Così si è dato il via a varie organizzazioni che hanno rappresentato una comunità di interessi. Prima il carbone e l'acciaio, poi l'energia elettrica, poi il mercato. Un mercato che impone la libera circolazione delle merci, ma anche la regolazione comunitaria delle politiche economiche. Alla luce di queste intese, mezzo secolo di pace e di benessere viene assicurato all'Europa occidentale. L'idea fa breccia, e nuovi paesi chiedono di aderire a questa comunità che si allarga, dai primi 6 ai 10, ai 15… Intanto si intensificano i rapporti tra i vari partner europei. Le politiche, non solo economiche, dipendono sempre più da principi comunitari.

Ma l'Europa non è solo capitali, mercato, politiche comuni. E' qualcosa di più. Il Papa ha ricordato a più riprese che l'Europa va dall'Atlantico agli Urali, che l'Europa è una unità socioculturale, prima che economica. L'economia ha aiutato a trovare degli interessi comuni, ma non deve passare sopra le teste dei cittadini. La corsa al benessere non deve far dimenticare i valori che hanno fatto dell'Europa un faro di civiltà per secoli e, soprattutto, non deve mettere in soffitta la sua fede cristiana.

 

Il sussidio, frutto di un'esperienza tra giovani provenienti da tutt'Europa che si sono incontrati quest'estate a riflettere sul significato della cittadinanza Europea, cerca di introdurre alla comprensione della cittadinanza europea attraverso 6 tappe:

- Cos'è Europa: L'EUROPA DEI POPOLI

- Cos'è l'Europa Unita,  le sue istituzioni: L'EUROPA DEGLI STATI

- Il ruolo dell'economia: L'EUROPA DEI MERCANTI

- I diritti umani e le persone: L'EUROPA DEL DIRITTO

- la ricerca della pace e l'organizzazione militare: L'EUROPA DEI CONFLITTI

- Le religioni e la spiritualità in Europa: L'EUROPA DELLE FEDI

In ognuna di queste tappe, dopo una breve presentazione del tema, si procede attraverso esercizi e attività cercando di coinvolgere i ragazzi in gruppo perché scoprano essi stessi cosa vuol dire essere europei e capiscano alcune dinamiche che presiedono ai complessi fenomeni che toccano l'Europa.

L'educatore deve utilizzare gli strumenti offerti con molta duttilità e intelligenza, adattando le attività proposte alla situazione dei suoi ragazzi, avendo di mira più l'obiettivo che l'applicazione delle tecniche. Così pure suggeriamo una più completa documentazione che si può reperire abbondantemente sia dalla bibliografia che dai siti internet proposti.

 

 

1. L'EUROPA DEI POPOLI

 

Il nome: EUROPA

C’era una volta una bellissima principessa di nome Europa, figlia del re fenicio Agenore. Una notte fece un sogno. Due terre, dall’aspetto di donna, litigavano fra loro per averla. Una, la “terra d’Asia”, voleva tenerla con sé. L’altra, la “terra della sponda opposta”, voleva portarla via, verso il mare, per ordine di Zeus, il re degli dèi. La mattina dopo, la principessa Europa andò a cogliere fiori sulla riva del mare. All’improvviso, un toro, enorme ma buono, emerse tra le onde e convinse la principessa a salirgli in groppa. Si innalzò in volo e le svelò il suo segreto. Era Zeus che aveva assunto le sembianze di un toro. La portò su un’isola, Creta, al centro di un grande mare. Proprio come nel sogno. Quel mare è il Mediterraneo.

Dalle sue origini, l’Europa ha conservato due caratteristiche. E’ una principessa, una donna, bella e degna d’amore. Ma è anche un mito, una bella storia inventata nel passato per spiegare un’origine avvolta nel mistero, che attende ancora di trasformarsi in realtà.

 

L'Europa è più un'idea che un dato di fatto. Geograficamente è una penisola dell'Asia. Il limite degli Urali appare più convenzionale che reale. Infatti risale al 1700, all'Illuminismo questa determinazione dei confini fisici dell'Europa.  L'individuare in questa realtà una unità civile e morale dipese da un'idea: che qui più che altrove, s'era realizzato un gran corpo civile, culturalmente  uno (la repubblica delle lettere), politicamente diviso sì in tanti stati, ma tutti legati da un intreccio di rapporti, che s'esprimevano in un "diritto pubblico" europeo e in una dottrina dell'equilibrio; un corpo che aveva usi, costumi e particolarità di vita tutti propri; un corpo infine che la scienza conduceva innanzi sulla via del progresso. Quest'idea non era altro che il proseguimento dell'intuizione originaria dei Greci, che avevano colto l'originalità europea nel carattere libero delle istituzioni politiche contrapposto alle tirannidi asiatiche e alla supposta totale inciviltà delle genti del nord. Di  questa caratteristica s'impadronì l'impero romano, cui aggiunse l'organizzazione politico-amministrativa e il concetto di diritto. La diffusione del cristianesimo, le invasioni barbariche e la loro conversione al cristianesimo, l'accettazione dei principi del diritto romano fusosi con quello germanico, furono gli elementi che contribuirono di più alla formazione dell'Europa.

Questo progressivo sovrapporsi di avvenimenti storici che inglobano e fondono culture e tradizioni locali fa sì che non sia facile individuare lo specifico dell'Europa, sia dal punto di vista fisico che culturale. Eppure quest'idea ha avuto successo e si  conferma più forte che mai.

Sarà allora importante far capire che Europa non è solo quell'Europa che attualmente costituisce l'Unione Europea. Ma è una realtà più ampia e complessa, che comprende popoli e culture diverse eppure unite da un denominatore comune.

Vogliamo perciò riflettere sui valori che sono alla base della costruzione di una Europa unita e che costruiscono la sua forza. Le ricchezze che scaturiscono dall’unione di tante culture devono costituire la base solida da cui proiettarsi in una dimensione ancora più vasta ed acquisire così una nuova consapevolezza di essere “cittadini". In questo modo diventa possibile incontrare gli altri e realizzare uno scambio che si fa arricchente per tutti, si acquisisce una dimensione mondiale nel pensare e nel decidere, nell’analizzare e comprendere la realtà e soprattutto si crea accoglienza.

 

ATTIVITA'

 

L'Europa è un crogiolo di culture che si sono formate nei secoli, che hanno improntato di sé tutto un modo di vivere. Invitiamo pertanto a scoprire le ricchezze dei popoli europei, attraverso l'attenzione alla varie culture che si sono espresse nella storia e che continuano ad avere loro manifestazioni tipiche. Proprio mentre la globalizzazione sembra creare un enorme calderone dove tutte le culture e le tradizioni vengono fuse e confuse, sarà importante richiamare la specificità di ogni cultura, perché è nella diversità che si dà ricchezza, mentre l'omogeneizzazione crea solo conformismo e noia.

Suggeriamo di approfondire la conoscenza dei popoli europei, studiandone la provenienza, la storia, la cultura, la lingua, le principali usanze ed istituzioni. 

Si può concludere la fase di studio o stimolare l'informazione attraverso alcune gare o iniziative che proponiamo di seguito:

 

EURO-GARE

…sulle nazionalità presenti in Europa (compresi i paesi dell'Est). Indicare quali sono le minoranze in Europa (lingua, cultura e paese in cui abitano): vince chi ne ricorda di più (non si possono dire quelle già dette dall'avversario)

 

…di grandi autori

Ricordare autore, libro/i scritti, in quale lingua, sotto quale governo era in quel tempo.

 

…di danze

 Riconoscere da quale paese provengono. Impararle ed eseguirle.

 

di canzoni popolari, folkloristiche

Riconoscere il titolo della canzone, il ritmo, il paese di provenienza ( o solo una di queste caratteristiche)

 

…di musica classica

Indovinare titolo, autore, nazionalità.

 

…di arte

Proporre una serie di opere d'arte (pitture, sculture, architettura, ecc.) dei popoli europei e chiedere di indovinare autore, epoca, stato di appartenenza.

 

... di luoghi comuni

Fare a gara chi ricorda più luoghi comuni, stereotipi, di popoli europei: es: "gli italiani sono mafiosi", "i tedeschi sono biondi", "gli zingari sono ladri", ecc.

 

RICERCA/QUIZ SU MINORANZE

Quali sono, come sono sorte, quali sono i loro caratteri particolari, come sono attualmente trattate, ecc.

 

FIERA/STAND

Organizzare una festa, fiera, esposizione a stand, in cui presentare i vari paesi europei: bandiera, cartina, prodotti gastronomici, costumi, musiche, danze, prodotti artistici, lettarari, ecc.

 

 

ETIMOLOGIE  STRANE

Scoprire da quale lingua provengono alcuni parole usate nel proprio paese (per conoscere di quanto patrimonio siamo debitore degli altri). A titolo di esempio ne forniamo una lista.

 

Parole

Arancia, Briga, Bus, Ciao, Clan, Cocchio, Gitano, Marciare, Marionetta, Marmocchio, Odeon, Oppio, Ossido, Ovest,  Pigiama, Quarzo, Senofobo, Tennis, Vitamina, Xilofono, Yogurt, Zanna, Zar, Zeppa,

 

Soluzioni

Arancia: dal persiano (o dal sanscrito) narang', passando per lo spagnolo naranja (attraverso gli arabi);

Briga: dal gallico briga=forza;

Bus: dal latino omnibus= (veicolo) per tutti, passato nel francese omnibus e contratto nell'inglese bus;

Ciao: dal veneziano s-ciao (suo) =  servo (suo);

Clan: dal gaelico di Scozia clann, diventato in inglese clan;

Cocchio: dal boemo koči = vettura a nicchia, trasformato dal veneziano in cocio e divenuto in toscano  cocchio;

Gitano: dallo spagnolo gitano che deriva dal latino (Ae)gyptanus da Aegyptus (= Egitto)

Marciare: dal francese marcher (XVI sec.), che a sua volta deriva dal franco markòn= lasciare traccia (usato nella caccia).

Marionetta: dal francese marionette,  doppio diminutivo di Marie, attraverso Marion, riferito a immagini e bambole.

Marmocchio: dal francese marmot = scimmia, di conseguenza scimiotto

Odeon: dal greco oideion = luogo per concerti al chiuso

Oppio: dal latino opium, o dal greco opion=succo di papavero;

Ossido: dal greco oxys=acuto, acido, passando per il francese oxyde;

Ovest: dal latino vesper= sera, contratto nell'inglese west e passando al francese con ouest;

Pigiama: dal persiano pay=piede, jame=vestito, attraverso l'inglese pyjamas;

Quarzo: dal tedesco Quarz;

Senofobo: da due parole greche: xenos=straniero, phobos=paura;

Tennis: dal francese tenez!, che si diceva lanciando la palla, passato all'inglese nelle forma tenéis che poi divenne tennis;

Vitamina: dal tedesco Vitamin (composta della parola latina vita e dalla parola tedesca Amin=ammina; parola coniata dallo scienziato tedesco C. Funk nel 1913)

Xilofono: dall'unione di due parole greche: xìlos=legno, phoné=suono, voce;

Yogurt: dal turco

Zanna: dal longobardo zann=dente;

Zar: dal latino Caesar

Zenit: dall'arabo samt=via, cammino, letto erroneamente sanit (riduzione dell'epressione samt-ar-ra's=cammino sulla testa);

Zeppa: dal longobardo zeppa=bietta, cuneo;

 

OGGETTO-PROVENIENZA

 

Per introdurre il tema dell’identità personale-locale. E' un’attività capace di esprimere autobiograficamente la propria provenienza geografica ma anche sentimentale e affettiva.

Adatta con persone di diversa provenienza geografica.

 

obiettivo

Capire quanto la nostra identità sia legata ad un luogo. Riconoscere questo vuol dire trovare le proprie radici, e impone il rispetto per ogni cultura e per ogni popolo.

 

appartenenza ad un luogo

Viene preparato uno spazio contraddistinto dai 4 punti cardinali, con al centro un punto geografico di partenza (la città di residenza, o la capitale dello stato, della regione, o altro). Ognuno dei partecipanti dovrà posizionare con l’oggetto a lui più caro in quel momento (es. catenina, orologio, gadget, portafoglio, diario, ecc.) la sua origine, cioè il posto che egli considera come l’origine della sua identità (molto probabilmente sarà la propria città natale, ma può essere anche un altro posto significativo, per esempio, per la propria formazione, perché c'è un affetto particolare, per la squadra del cuore, ecc.). Lo si colloca sul luogo geografico indicato in terra anche solo da una scritta, o dal disegno di una carta geografica.

Una volta fatto, ognuno dei partecipanti spiegherà i motivi dell’oggetto e della provenienza. L’attività permette di definire alcuni termini: l’identità, la storia personale, l’autocoscienza, alla luce del racconto autobiografico del proprio vissuto.

 

Verifica

Come ci si è sentiti durante il gioco?

Cosa si è provato?

Quanto di quello fatto ci permette di riconoscere che quello che noi siamo dipende sovente dall'educazione ricevuta, dalla cultura tipica di un certo posto, di una famiglia, di una nazione?

Cosa vuol dire questo nei riguardi degli altri?

C'è qualche persona che proviene da altri contesti culturali che fatichiamo a capire? Come sarà il nostro comportamento ora, dopo aver scoperto quanto influisce l'appartenenza ad un luogo?

Cosa vuol dire che le diversità sono ricchezza?

 

 

2. L'EUROPEA degli stati

 

L'idea di un'unità del continente europeo, non è di oggi. La si deve soprattutto al clima romantico del secolo scorso, che riprendeva il vecchio concetto dell'Impero Romano, tradotto nel medioevo nel Sacro Romano Impero. Ma fu l'esperienza delle devastazioni causate dalle due guerre mondiali a spingere molti statisti e uomini di pensiero verso la soluzione unitaria. Già alla fine della prima guerra mondiale erano sorti alcuni movimenti europeisti, ma la cosa prese impulso dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto per opera di Robert Schumann, un loreno-francese, che aveva sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire essere "uomo di confine". Nato in Lussemburgo, da padre francese e madre lussemburghese, aveva studiato in Germania e aveva avuto nazionalità tedesca fino alla prima guerra mondiale, quando la Lorena tornò alla Francia. Divenuto cittadino francese fu eletto deputato al Parlamento nel 1919. La guerra lo sorprese uomo di governo e non volendo collaborare con i tedeschi, venne catturato e posto a domicilio coatto in Germania. Fuggì e visse il resto della guerra in clandestinità. Vinta la guerra dagli alleati, non si fece prendere però come altri da insani desideri di rivalsa. Un po' tedesco e un po' francese, capiva che non si poteva continuare a farsi guerra per la supremazia in Europa, spartendosi territori e popoli come fossero torte. Ecco allora la grande idea: i popoli che finora si erano cobattuti come nemici potevano diventare amici e collaborare insieme sui temi su cui finora si erano scontrati. La sua idea trovò l'appoggio di altri uomini di cultura e di politica e s'impose progressivamente nell'Europa martoriata dalla guerra.

L’Unione Europea di oggi è l’evoluzione di quell'idea iniziale. Le materie prime, carbone e acciao, che erano state all'origine della lunga contesa tra Francia e Germania, divennero l'oggetto del primo accordo, la CECA, Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (1951).

In seguito, diminuita l'importanza del carbone e acciaio, sarà l'Energia Atomica a diventare oggetto di attenzione e a richiedere un patto di collaborazione: l'EURATOM. Nello stesso anno però è tutta l'Economia che aiuta a fare comunità. Nel 1957 a Roma viene firmato il trattato che istituisce la Comunità Economica Europea: L'Europa diventa un grande mercato comune.

Il sogno dell’Europa unita ha avuto inizio con accordi economici concreti. Per questo motivo, dal 1945 a oggi, l’integrazione economica ha corso molto più velocemente di quella politica.

Alcuni paesi, come la Gran Bretagna, hanno avuto paura di un grande stato europeo capace di ingoiare in un sol boccone le singole identità nazionali. Così l’unione politica non è mai andata al di là di un semplice coordinamento tra i governi.

Ma con gli anni novanta è apparso chiaro che l'Economia senza la politica rimane molto fragile e non va oltre certi limiti. L’accordo di Maastricht (1993) ha posto l’accento proprio sull’unione politica, dando maggiori poteri al Parlamento Europeo. Eletto direttamente dai cittadini e indipendente dai governi dei singoli paesi, diventerà l’espressione del continente unito.

 

Cos'è cittadinanza?

Per molti giovani cittadinanza europea è solo un nome, che non ha contenuto preciso. Possono sentirsi cittadini d'Europa, cittadini del mondo, o solo cittadini del proprio paese o di nessun paese.

Però basta che un giovani viaggi per qualcuno dei paesi stranieri e subito capisce cosa potrebbe voler dire essere cittadino europeo:

potersi capire con un altro, fare amicizia, scoprire di avere gli stessi gusti musicali o di aver visto lo stesso film o letto lo stesso romanzo costituisce un potente elemento di unione che fa superare barriere di ogni tipo. Così pure il vedere alla televisione cosa capita negli altri paesi e partecipare a eventi comuni come la recente guerra nel Kosovo costituiscono elementi di cittadinanza. Internet poi fa entrare in dialogo con persone lontane migliaia di chilometri e stringere amicizie virtuali attraverso lo scambio di byte. Tutto questo costituisce elemento di cittadinanza. Ancor di più si può scoprire il valore della cittadinanza europea quando si viaggia e si possono apprezzare i vantaggi di non dover più stare ore ed ore al controllo di frontiera, di non dover pagare dazi suppletivi per introdurre merci, di godere della stessa moneta, di godere dell'assistenza sanitaria anche in paesi stranieri. Tutte cose che si apprezzano solo quando si è provato la difficoltà di conseguirle o mancano. E' importante capire che queste "cose normali", non sono state sempre così, ma sono frutto di intenso lavoro dell'impegno di persone che non si sono adeguate all'esistente e hanno lottato perché scomparissero le frontiere e quello che era motivo di divisione. E' quindi importante dare il senso della storicità della costruzione dell'Europa, facendo cogliere quali passi sono stati fatti e quali rimangono da fare. Perciò cittadinanza si coniuga con coscienza, responsabilità, partecipazione e solidarietà.

Questi punti possono essere fatti accostare attraverso attività che aiutino i giovani a prendere coscienza di cosa è l'Unione Europea.

 

LE ISTITUZIONI EUROPEE

Queste le istituzioni dell’Unione: nucleo di quello che sarà in futuro il governo dell’Europa Unita:

*   Il Parlamento

*   Il Consiglio dell’Unione

*   La Commissione Europea

*   La Corte di Giustizia

*   La Corte dei Conti

L’Europa dei 15 è l’albero che pone le sue radici nei principi della democrazia rappresentativa.

 

«Democrazia» significa che tutti i cittadini possono manifestare la loro volontà attraverso libere elezioni e che la volontà della maggioranza deve essere accettata da tutti.

«Rappresentativa» vuol dire che il cittadino esercita il governo attraverso le persone che sceglie e che, quindi, lo rappresentano. Nel giugno 1979 i cittadini europei hanno eletto per la prima volta i loro rappresentanti al Parlamento Europeo.

 

ATTIVITÀ

Cittadinanza vuol dire anche partecipazione.  Partecipazione al governo dell'Unione che si manifesta innanzitutto nelle votazioni e attraverso queste, nel dare vita alle istituzioni europee.

Essere cittadini europei vuol dire conoscere anche le proprie istituzioni che ci rappresentano. Proponiamo dei giochi/attività che aiutino a conoscere meglio le istituzioni europee.

 

RICERCA/CONCORSO/QUIZ

 

…sulla storia dell'Unione Europea

Date principali della sua storia

Evoluzione

Trattati: quando, dove furono stipulati, quali i contenuti principali?

 

…sulle istituzioni europee

Quali sono le istituzioni europee?

Dove si trova ognuna di esse?

Quale ruolo svolge, quali compiti ha?

Quali sono i principali partiti europei? I partiti italiani in quali raggruppamenti entrano?

 

 

EUROGAME

 

Quiz con cui valutare il grado di conoscenza dell'Unione Europea

 

1.      Da chi è tenuta attualmente la presidenza dell'Unione Europea?

2.      Quali di questi stati non è stato presente fin dall'inizio della Comunità Economica Europea?

Spagna; Olanda; Belgio; Lussemburgo;

3.      All'inizio la comunità europea comprendeva 6 membri. Quanti allargamenti ha avuto da allora?
Uno (1967);          due (1970, 1994);       tre (1969, 1981, 1996); quattro (1973, 1981, 1986, 1995).

4.      Quali di queste quattro persone non è stata presidente della Commissione Europea?
Edith Cresson;     Jacques Delors;   Romano Prodi;  Jacques Santer.

5.      In quale anno la Comunità Europea venne trasformata in Unione Europea?

1987; 1993; 1995; 1998;

6.      In quale città stipulato il trattato che sancisce la nascita dell'Unione Europea?

Maastricht; Roma; Amsterdam; Schengen;

7.      Quale stato membro non ha frontiere terrestri con nessun altro stato membro dell'Unione?
Danimarca,          Irlanda,            Grecia,            Svezia

8.       Le olimpiadi del 2004 si terranno a:
Roma;       Sydney;           Atene;             Città del Capo.

9.      Quanti sono i cittadini dell'unione Europea?
280 milioni;           590 milioni;     370 milioni;     420 milioni.

10.  Dove ha sede il Parlamento Europeo (sessioni plenarie)?
Strasburgo;          Bruxelles;        Francoforte;    Lussemburgo;

 

Risposte

1: Attualmente da Finlandia (II semestre 99);

2: Spagna;

3: 4;

4: Edith Cresson;

5: 1993;

6: Maastricht;

7: Grecia;

8: Atene;

9: 370 milioni;

10: Strasburgo.

 

 

UN GIORNO AL PARLAMENTO EUROPEO

Organizzare un role-play in cui ognuno dei partecipanti impersoni per un giorno un parlamentare europeo. Organizzare l'incontro come una seduta del parlamento europeo.

 

Obiettivo

far esperienza di democrazia diretta. Prendere coscienza dei problemi dell'Unione Europea

 

Argomento (a scelta)

*   Il calendario dei lavori  parlamentari: discutere sulle priorità da assegnare ad ogni tema. (Ogni parlamentare si faccia portavoce di un tema o interesse particolare e ne difenda l'importanza. Però alla fine si arrivi a stillare un calendario che tenga conto dei vari interessi e delle priorità: assegnare tempi e modalità. E' importante che tutta l'assembla arrivi ad un accordo di massima).

*   Un tema di notevole importanza per l'Europa, deciso in precedenza. Può essere uno dei grandi temi dell'Europa unita, oppure un tema del giorno (dettato da qualche emergenza di cronaca).

NB: preparare l'argomento da trattare prima della riunione, informandosi su tutti i risvolti e le caratteristiche dell'argomento. Acquisire tutta l'informazione possibile in maniera da arrivare al dibattito preparati.

 

Verifica

Come ci si è sentiti durante il dibattito?

Cosa si è provato?

Cosa si poteva fare meglio?

Cosa ho capito del funzionamento del Parlamento Europeo e delle sue istituzioni?

Cosa potrei consigliare per un miglior andamento dell'Europa?

 

CONCORSO DI ARTI GRAFICHE

Sull'idea più bella dell'Europa.

Si può utilizzare di tutto: disegno, fotomontaggio, cartellone, computer-grafica, canzone, mimo, ecc.

 

3. L'EUROPA dei mercanti

 

La Comunità Europea ha trovato nell'economia il più forte e sicuro elemento di coesione. Ciò che era stato oggetto di contesa, diventa oggetto di collaborazione e così si scoprono tutti i vantaggi dell'essere associati.  Man mano che la comunità economica cresce, convince sempre più altri paesi a chiedere l'adesione per essere ammessi al godimento dei benefici di appartenere al mercato comune. Attualmente l'Unione Europea costituisce uno dei più grandi mercati al mondo e l'emissione di una moneta unica, l'Euro, non fa che sancire il livello raggiunto e unire ulteriormente le economie di tutti gli stati membri, che rispondono all'esterno come fossero un unico grande stato.

L’idea di Comunità Economica ha sempre nascosto la ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro. Senza quasi rendersene conto, ogni giorno i cittadini europei beneficiano dei vantaggi del grande mercato europeo: la scelta di un gran numero di prodotti, la concorrenza che frena l’aumento dei prezzi, la tutela dei consumatori e dell’ambiente.

MIGLIORAMENTO INTERNO O PROTEZIONISMO?

L'Europa, costituendo un grande mercato che privilegia i prodotti interni su quelli esterni, costituisce anche un'area economica protetta a svantaggio di altri popoli. Questo lo risentono soprattutto le economie più deboli dei paesi in via di sviluppo. La cosa è ancora più grave perché le economie di molti di questi paesi dipendono in maniera quasi totale dal paese europeo che li ha colonizzati. Scindere i legami economici tra madrepatria ed ex-colonie vuol dire condannarle al fallimento.

Questo è stato uno dei motivi per cui la Gran Bretagna ha tardato ad aderire all'area economica comunitaria: per non doversi staccare dall'area del Commonvwealth, il mercato tra ex colonie che essa stessa aveva creato.

Ma anche gli altri paesi europei si son posti il problema. Una prima risposta fu il trattato di Yaoundé (Camerun) del 1964: 18 paesi africani venivano associati alla CEE, per una collaborazione economica.

Per allargare l'area degli aiuti economici ed interventi umanitari nel 1975 la CEE sottoscrisse la prima convenzione di Lomé con quaranta paesi dell'Africa, dei Caraibi e dell'Oceano Pacifico. Altre ne seguirono fino a quella del 1990, firmata da settanta paesi.

Nonostante questo, resta il fatto che l'Unione Europea è un mercato protetto e privilegiato, che suscita le proteste degli altri paesi. Chi può far valere le proprie ragioni, come gli USA, adotta provvedimenti ricattatori per indurre gli europei ad abbattere le barriere protezionistiche; chi invece non può competere ad armi pari con il nostro mercato, deve subire le decisioni europee senza potersi efficacemente opporre. Così il benessere dell'Europa viene pagato sovente dal lavoro e dalla fame dei popoli più indifesi. 

L'aumento di flussi migratori verso i paesi ricchi dell'Europa testimonia dei meccanismi compensatori messi in atto dai popoli più poveri, che non potendo sopravvivere nel loro paese fuggono alla ricerca di condizioni migliori nei nostri. Se arrivano a preferire le condizioni di precarietà e sradicamento dell'emigrato nei nostri paesi alla tranquillità dei loro paesi d'origine vuol dire che le migliori condizioni di vita che possono sperare di ottenere nel loro paese sono peggiori delle infime condizioni che trovano nei nostri paesi. Questo dovrebbe farci riflettere. Accanto all'entusiasmo per l'euro inoculiamo qualche dubbio sulle nostre politiche economiche e un po' di considerazione per gli immigrati. 

Le azioni dell’Unione

Per ottenere migliori condizioni di vita e di lavoro per i 370 milioni di cittadini europei, l’Unione ha attuato programmi concreti:

*   contribuire allo sviluppo delle regioni meno favorite

*   finanziare corsi di formazione professionale per inserire i giovani nel mondo produttivo e riqualificare i lavoratori

*   migliorare le condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti

*   proteggere la salute con direttive contro gli inquinamenti

*   controllare le radiazioni emesse da centrali nucleari

 

ATTIVITÀ

 

Per conoscere e capire alcuni fenomeni economici dell'Unione Europea, abbiamo inserito le seguenti attività:

 

QUIZ SULL'EURO

 

1.      Quando ha iniziato a circolare l'Euro?
a)1° maggio 1998; b)1° giugno 1998; c)1° gennaio 1999; d)1° gennaio 2000?

2.      Quando i cittadini europei potranno usare realmente l'Euro?
a)1° giugno 2000; b)1° gennaio 2002; c)1° luglio 2002; d)1° gennaio 2004

3.      Quando entrerà definitivamente in circolazione l'Euro e non potranno più circolare le monete nazionali?
a)1° gennaio 2001; b)1° gennaio 2002; c)1° luglio 2002; d)1° luglio 2005;

4.      Per quanto tempo circoleranno insieme monete nazionali ed euro?
a)
Sei mesi (massimo); b) sempre; c) un anno (massimo); d) fino al prossimo ampliamento);

5.      Cos'è il serpente monetario europeo?
a) Un serpente fatto di monete europee;
b) Un meccanismo che permetteva di rimanere nell'area della moneta unica con oscillazioni della propria moneta entro una banda definita;
c) Un sistema di investimenti attuato dalla Comunità Europea a favore dei paesi poveri più dell'area tropicale (habitat del serpente);
d) Un sistema di contrabbando della valuta che permetteva di trasferire capitali da riciclare attraverso vari passaggi di banche europee (serpente bancario);

 

6.      Cos'è l'ECU?
a) Un'unità di conto  convenzionale utilizzata all'interno dello SME;
b) La moneta che circolerà nella CEE dal 1° gennaio al 31 dicembre 2001;
c) Una moneta speciale della comunità europea che serve solo per la numismatica;
d) Un conio particolare della comunità europea in occasione del Trattato di Maastricht;

 

7.      Di quanti tipi di banconote e di monete disporranno i cittadini europei a partire dal 1° gennaio 2002?
a) 5 banconote e 6 monete?
b) 7                                  "                                              8                     "
c) 10                                 "                                  9         "
d) 7                                   "                                              9                      "

8.      Come saranno le monete europee?
a) tutte uguali per tutti i paesi
b) uguali solo nel testo, ma con immagini diverse per ogni paese;
c) una facciata uguale per tutti i paesi ed un'altra diversa per ogni paese;
d) uguali nel valore, ma diverse per conio in ogni paese;

9.      A quante lire corrisponde un euro (= tasso di cambio lira-euro) ?
a) 2015, 32;          b)1927,36;      c) 1793, 27;    d) 1936,27;    

10.  Quali di questi paesi non fa parte dell'Unione Monetaria Europea (UEM)?
a) Austria; d) Finlandia;    c) Svezia;                   d) Portogallo?

 

Risposte

1c; 2b; 3c; 4a; 5b 6a; 7b;  8c; 9d; 10c;

 

 

UN McDONALD A PRISTINA

 

Obiettivo

L’economia mondializzata sta cambiando profondamente il nostro modo di vivere e soprattutto il nostro modo di "vedere" le cose, gli altri, il pianeta. Il raggiungimento di una coscienza a dimensione planetaria è un obiettivo dell'educazione di oggi, ma attualmente mondializzarsi sta significando omologarsi, parlare tutti una stessa lingua, mangiare le stesse pietanze, sentire la stessa musica, ecc. Insomma sta scomparendo il senso del locale, del luogo in cui sono nato, vissuto, in cui mi trovo ora. Sparisce così anche la dimensione temporale dell'esistenza perché senza un luogo di riferimento non esiste un tempo vero, ma solo un'infinita distesa di momenti sempre uguali, la noia dell'istante che ritorna sempre uguale.

Nel riscoprire il valore del locale (da non confondere con localismo) riscopriamo il valore della diversità, del tempo. Si tratta quindi di sfuggire ad una globalizzazione meramente economica, per proporre un modello di educazione alla mondialità attento ai bisogni identitari, di appartenenza, una «education glo-cal». Il neologismo «glo-cal» è stato inventato per tentare di declinare insieme l’istanza del globalismo con l’istanza del localismo in educazione. Una sintesi felice; infatti non ha senso mettere in contrapposizione le due tendenze, perché entrambe contengono elementi di verità.

 

 

Role Play

Scegliere un'azione in cui siano in gioco valori della tradizione e valori della modernità, come ad esempio costruire un Mc-Donald a Pristina. O altra azione simile.

Far agire in uno scenario pubblico vari rappresentanti di una comunità locale. Discutere i pro e contro dell'azione prevista, contrapponendo, in un gioco di ruolo, le varie posizioni e perciò le ragioni della modernità e quelle della tradizione

 

Personaggi    

*   1 moderatore della tavola rotonda

*   4 personaggi (a favore): 1 genitore / 1 rappresentante imprenditori / 1 rappresentante commercianti / 1 politico

*   4 personaggi (contro): 1 genitore / 1 ambientalista / 1 rappresentante dell’associazione difesa delle tradizioni locali / 1 politico

*   1 uomo/donna della strada (neutrale)

 

Motivi a favore dell'innovazione (costruire un McDonald)

*   è di moda, è diffuso in tutto il mondo;

*   dobbiamo svecchiare la nostra cultura, metterci al passo con i tempi

*   favorisce il turismo perché chi viene qui dall'estero trova un cibo che gli piace

*   costa poco

*   i giovani preferiscono cibi veloci, non fermarsi molto per mangiare;

*   dà occupazione, ecc.

 

Motivi a favore della tradizione (cucina tradizionale)

*   è la nostra cultura tipica, è prodotto dalla saggezza di secoli

*   è il meglio che ci può avere in rapporto al clima e ai prodotti locali

*   è frutto di abilità e conoscenze tramandate da secoli, che altrimenti rischiano di sparire

*   importare cibi stranieri vuol dire mandare i nostri soldi all'estero, quindi favorire le economie altrui a scapito della nostra

*   i cibi importati fanno male allo stomaco e al fegato, non favoriscono il metabolismo

*   gli animali usati per i cibi stranieri sono stati allevati con additivi chimici che alterano il genuino sapore della carne: sono migliori le nostre carni, ecc.

 

verifica

*   Come ti sei sentito durante il gioco/i giochi?

*   Quali sono state le emozioni e le sensazioni che hai provato?

*   Pensi di aver vissuto dei pregiudizi?

*   La presenza di diversi comportamenti e atteggiamenti ti ha infastidito?

*   Pensi che è possibile tollerare, sopportare o condividere la diversità degli altri?

*   Credi che sia giusto che ognuno stia a casa propria?

*   Credi che il nostro mondo sia destinato a diventare uno solo o piuttosto un mondo omologato, dove regna la solitudine del tutto uguale?

*   Hai mai sentito parlare di globalizzazione? Che cosa è secondo te?

*   Hai mai sentito parlare di Pensiero Unico?

*   Credi che sia possibile costruire un mondo dove convivano diversità (culturale) e uguaglianza (pari opportunità)?

 

ALLA FRONTIERA

 

Obiettivo:

Mettersi nella pelle di un extracomunitario per capire le ragioni del loro fuggire dalla patria e mettersi alla ricerca di un paese europeo dove vivere. Ragioni e situazioni da contrapporre alle nostre ragioni solite.

 

Role play

Simulare un posto di frontiera europea dove arrivano molti stranieri (ci si può ispirare, per esempio, al gioco: "Il paese di Bengodi" in NPG 9/97, pp. 76-77).

 

Personaggi:

Immigrati: provenienti da vari paesi di immigrazione, alcuni tranquilli, onesti, altri violenti già avviati alla delinquenza; rappresentanti di associazioni mafiose che sfruttano gli immigrati, ecc.
Frontalieri: doganieri, polizia, ufficiali  delle due armi, cittadini dello stesso stato che attendono di entrare e sono contrari all'ingresso di stranieri,  rappresentanti di associazioni favorevoli agli immigrati, industriale che ha bisogno di manodopera, ecc...

 

Ragioni da parte degli immigrati:

*   situazioni da cui fuggono

*   difficoltà che hanno dovuto affrontare, rischi, scomodità di un viaggio, soldi spesi, non possono più tornare indietro.

*   democrazia, libertà, giustizia, ricchezza del paese in cui vogliono entrare

*   speranze di trovare lavoro, comprensione in Europa

*   non capiscono le difficoltà di concedere il visto d'entrata

*   appelli alla pietà, alla comprensione, ecc.

 

Ragioni da parte degli europei

*   ragioni per cui non si possono tollerare altri immigrati nel proprio paese: sono troppi, non c'è lavoro per tutti, sono vittime della delinquenza, soffriranno la fame anche qui, difficoltà di integrazione, diversità di lingua e cultura, ecc...

*   ragioni per ammetterli: sono uomini come noi, nostri fratelli, hanno diritto di vivere, sono utili alla nostra economia, arricchiscono la nostra cultura, ripopolano l'Europa, ecc.)

*   ragioni della burocrazia: rispettare le norme, compilare i moduli, avere passaporto in regola, visto o permesso d'entrata, lavoro sicuro, ecc...

 

Verifica

Come il gioco precedente (McDonald a Pristina), mettendo più l'accento sulle conoscenze dell'economia internazionale, la globalizzazione, l'influsso dei mercati sull'andamento dell'economia internazionale (v. in NPG 7/97: Un dollaro di disonore, pp. 65-80)

 

4. L'EUROPA del DIRITTo

 

Europa è la terra del diritto e della persona. In Grecia e a Roma furono elaborati i primi concetti di persona e furono la culla del diritto. Elementi irrobustiti poi dall'immissione del messaggio cristiano, che era imbevuto di ebraismo. Così la concezione cristiana della persona è diventata norma giuridica e valore per tutti, credenti o meno. Infatti con la Rivoluzione francese ed il codice napoleonico, questi principi vengono sganciati da una particolare concezione religiosa e si affermano come valore in sé, proponibili a tutti i popoli.

La comunità europea non si è limitata solo alla ricerca di migliori condizioni economiche, ma si è proposta la crescita civile dei suoi membri e ha sempre ricercato la soluzione giusta per tutti, sia all'interno che all'esterno. Per questo motivo, già dal 1958, la comunità non ha mai smesso di pensare ai diritti dell’uomo.

Ma un conto è proclamare un principio, un altro conto è praticarlo. Anche nella civile Europa ci sono violazioni dei diritti umani. Basta prendere il rapporto annuale di Amnesty International per rendersene conto.

I principali diritti di cui gode il cittadino europeo sono:

*   ha diritto ad avere un passaporto europeo;

*   può lavorare in ogni paese dell’Unione: l’accesso alla professione è facilitato dal riconoscimento dei titoli e dei diplomi. Se vi siete laureati in medicina in un’università italiana, potrete lavorare in un ospedale francese;

*   può votare e candidarsi alle elezioni europee, anche se vive in uno stato diverso da quello in cui è nato;

*   può far valere i propri diritti segnalando i casi di cattiva amministrazione delle istituzioni dell’Unione: al mediatore (sta a Strasburgo presso il Parlamento Europeo) o con una petizione al Parlamento Europeo;

*   può circolare liberamente in tutti i paesi dell’unione. Oltre che merci, beni, servizi, anche le persone si sono liberate delle frontiere!

L’idea di un passaporto europeo nasce nel dicembre 1974 quando si decise di costituire un’unione dei passaporti per abolire il controllo alle frontiere tra i paesi della CEE. Ma è solo dal 1984 che il passaporto europeo è a disposizione dei cittadini. Ci fa toccare con mano la nostra identità europea. Viaggiando per il mondo saremo riconosciuti soprattutto come europei, più che come italiani, francesi o tedeschi.

Con l'accordo di Schengen si può viaggiare nei vari paesi dell'Europa senza nessun controllo doganale.

La Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali prevede:

*   libertà di associazione

*   protezione dei bambini, degli anziani e degli handicappati

*   equa retribuzione

*   informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori

*   protezione della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro

*   parità di trattamento tra uomini e donne

L’Unione vigila sulle violazioni dei diritti umani nel mondo (ancora troppe...) e si impegna per far rispettare le libertà fondamentali dell’uomo. Ovunque e non solo sul continente.

 

 

ATTIVITA'

Attività per conoscere quali sono i diritti umani fondamentali e quali sono le violazioni principali in Europa

 

RICERCA SUI DIRITTI

Fare una ricerca, aiutati magari da un docente di diritto o di storia, sulla genesi dei principali diritti dell'uomo.

 

domande

- Quando è nato un certo diritto?

- Quali sono state le circostanze storiche che hanno portato alla sua affermazione?

- Su quali basi filosofiche e/o giuridiche si è affermato?

- Qual è stato il suo cammino nella storia?

- Come è praticato oggi?

Sarà interessante controllare alla fine quanti di questi diritti hanno avuto origine in Europa.

 

I DIRITTI UMANI VIOLATI

obiettivo: prendere coscienza dei principali diritti umani e di come vengano rispettati in Europa.

 

Attività: Leggere il testo della dichiarazione dei diritti umani (o almeno alcuni di quelli più importanti)

- Discutere: quali di questi diritti vengono meno rispettati oggi? Ricordare alcuni fatti di cronaca, conosciuti dai ragazzi, che evidentemente non tengono conto di questa dichiarazione e violano palesemente i diritti umani. Metterne in risalto alcuni meno rispettati su cui soffermarsi per un approfondimento.

- Consultare il rapporto di Amnesty International (o almeno una parte) e vedere in quali paesi d'Europa sono violati i diritti umani e quali sono i più violati.

- Fare una mappa delle violazioni in Europa dei diritti umani, divisi per categoria.

- Analizzare un paese in particolare, o un caso di violazione  e discuterne insieme.

- Risoluzione: cosa possiamo fare noi perché i diritti umani siano più rispettati? (comportamento personale, dimostrazione o atto di solidarietà verso alcune vittime, lettera aperta ad un governo e ai giornali, appello pubblico, raccolta di firme per un caso particolare, serata-spettacolo a favore di una popolazione danneggiata, aderire ad una campagna in atto promossa da altri, ecc.)

 

SCHIERAMENTO SUI DIRITTI

Obiettivo: conoscere cosa pensano realmente i ragazzi sui diritti umani. Occasione per discutere su alcuni punti caldi e per chiarire il senso dei diritti umani

 

Ruota dell’ascolto

(Sono d’accordo/non sono d’accordo/indeciso)

L'animatore invita ognuno dei partecipanti a rispondere ad una delle domande riporta qui sotto. Chi vuole rispondere prende la parola, dicendo il suo parere. Gli altri prendono posizione rispetto alla sua opinione schierandosi per il si o per il no (per terra dovrebbe essere indicato uno spazio per il si ed un altro per il no, oppure una riga dividere i due territori, senza possibilità di equivoci). L'animatore chiederà a ciascuno dei partecipanti il motivo del suo schieramento. Se ci sono dei contrasti molto forti o delle cose poco chiare è bene fermarsi e discutere magari in piccoli gruppi. Poi riportare il tutto insieme.

 

domande

*   Pensi realmente che qualsiasi vita sia una ricchezza?

*   Pensi che la storia di ogni persona sia un valore?

*   Pensi che una società sia veramente costituita dai suoi cittadini?

*   La nostra società è giusta?

*   Esistono ancora oggi ingiustizie?

*   Pensi che la pena di morte sia un antidoto efficace alla violenza?

*   Lo Stato ha il diritto di «possedere», di disporre di una vita?

*   Come cristiani si può essere d’accordo sulla pena di morte?

 

verifica

Gomitolo / Cerchio

 

 

5. L'europa dei conflitti

 

L'Europa è il continente dove forse si sono combattute più guerre. La bellicosità è caratteristica dell'Europa. Cesare lo diceva delle tribù galliche, ma anche Roma non scherzava. E poi vennero le tribù germaniche, da noi chiamati barbari, e hanno abbattuto l'impero romano. I vari popoli barbari entrarono in conflitto tra loro, fino alla vittoria dei Franchi e alla costituzione del Sacro Romano Impero. Ma anche all'interno di questo impero non cessarono lotte e guerre: tra feudatari, tra comuni, tra signorie. E poi contro arabi e normanni. Poi ancora tra stati, dinastie, per non parlare delle guerre di religione... Poi le rivoluzioni, le guerre napoleoniche, di indipendenza, fino alle guerre di questo secolo, le più devastanti della storia...

E' una scia di sangue quella che ha lasciato l'Europa nella storia. Sarà finita?

L’Europa Unita è nata come risposta di pace agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Si è scoperto che è meglio collaborare che distruggersi. Questa strada ha assicurato all'Europa 50 anni di pace: un avvenimento eccezionale nella sua storia. Ma non tutta l'Europa è veramente in pace. L'Europa occidentale è sempre stata sotto il grande ombrello della NATO (North Atlantic Treaty Organization), che unisce gli eserciti europei sotto il comando americano.

Ad essa si opponevano i paesi del Patto di Varsavia, sotto il controllo dell'Unione Sovietica. In pratica si è vissuti in un clima di guerra fredda fino al 1989. In quell'anno cadeva il muro di Berlino (città simbolo della divisione dell'Europa) e si dissolveva l'impero sovietico. Ma ciò non ha voluto ancora dire pace.

Le varie nazionalità emerse dal crollo non sono sempre riuscite a trovare una via pacifica all'indipenenza. Sovente gli interessi di un gruppo erano incompatibili con quelli di un altro. Così, accanto a soluzioni pacifiche, come quelle realizzatesi tra Repubblica Ceca e Slovacchia, abbiamo situazioni tuttora conflittuali, soprattutto nella penisola balcanica. Ma anche alcuni territori, soprattutto caucasici, della ex Unione Sovietica non hanno ancora trovato pace.

Per questo motivo negli ultimi anni, con la riunificazione tedesca e il crollo dell’Unione Sovietica, la guerra del Golfo e i conflitti nella ex Yugoslavia, il nostro continente è tornato nell’occhio del ciclone. Per domarlo, i paesi dell’Unione Europea si sono stretti sempre di più, anche militarmente, fino a diventare una nuova forza di equilibrio nel mondo. Sin dal 1948, l’Unione dell’Europa Occidentale (UEO) aveva stretto una stretta alleanza militare tra alcuni paesi del continente, anche se questa non aveva dimostrato molta autonomia ed iniziativa.

Dopo Maastricht, difesa e sicurezza sono diventate parole fondamentali quanto economia e mercato. E la commissione Prodi l'ha posta come uno degli obiettivi fondamentali del suo governo, chiamando a questo compito lo stesso ex segretario della Nato, Javier Solana. Per ora la difesa dell’Unione dovrebbe essere affidata alle truppe dei singoli stati coordinate dalla “vecchia” UEO. Ma in futuro c’è il progetto di un vero e proprio esercito comune, compatibile con la NATO, formato dai cittadini degli stati membri.

POTENZA DI DISSUASIONE O DI DISTRUZIONE?

Ma non è proprio da un esercito temibile che ci si deve aspettare la soluzione dei conflitti o non piuttosto dalla forza di persuasione, dalla capacità di mediare, di riproporre con determinazione i principi di democrazia, di libertà, di uguaglianza? Troppo sovente un esercito finisce per opporre ad un'ingiustizia un'altra ingiustizia, ad un'oppressione un'altra oppressione. Un esercito europeo può essere un baluardo a difesa di questi principi o una forza a difesa degli interessi economici e politici dell'Europa.

Soprattutto bisogna stare attenti a non considerare l'esercito come il toccasana di tutto le contese. Molte scelte sembrano andare in questa direzione. La stessa prevista abolizione della leva in Italia e costituzione di un esercito di volontari obbedisce a questa logica. Dietro c'è la dottrina del nuovo modello di difesa elaborato dai paesi occidentali nel 1991, in seguito alla caduta del muro di Berlino e alla ridefinizione dei nuovi obiettivi strategici. I nemici non sarebbero più i paesi del blocco comunista, bensì quelli dei paesi poveri del mondo, dove fame e miseria possono fare da detonatore a nuovi conflitti, come i casi del Congo, Ruanda e Burundi hanno dimostrato.  Il rischio di contrapporre i nostri eserciti, armati di sofisticatissimi strumenti tecnologici, a queste orde di straccioni è elevato.  Può funzionare da deterrente, ma anche da strumento di oppressione. Innanzitutto perché nei documenti dei paesi che l'adottano si parla di "difesa degli interessi vitali ovunque minacciati o compromessi". Quindi non dei diritti conculcati, bensì degli interessi, economici e strategici, dei paesi industrializzati.

In secondo luogo perché questi eserciti sono armati e addestrati per distruggere il nemico e non per contenerne la virulenza. Se si vuole che la civile Europa si attrezzi per intervenire lì dove ci sono conflitti, perché non pensare ad una specie di polizia internazionale (sotto l'egida dell'ONU), più che ad un esercito? La differenza è fondamentale: la polizia usa la forza per neutralizzare i criminali o gruppi di criminali nel rispetto della legge, invece l'esercito ha come obiettivo quello di distruggere il nemico (che è anche uno stato ed un popolo) al di là e al di sopra della legge.

Si rischia di creare un esercito più per imporre la propria volontà egemonica che per portare pace. Se si vuole creare una forza di interposizione per operazioni di peace keeping sarà opportuno addestrare le truppe a compiti di polizia e non di distruzione. Questo dovrebbe essere l'obiettivo di un eventuale esercito europeo a servizio dei valori di democrazia e libertà caratteristici dell'Europa.

Ed insieme a questo, si devono sviluppare tutte quelle forme di persuasione pacifica, composizione dei conflitti, dissuasione dalla violenza che costituiscono le vie civili per affrontare i conflitti.

L’Unione Europea si impegna a:

*   difendere i valori comuni, i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali

*   mantenere la pace e la democrazia

*   rafforzare la sicurezza internazionale

 

ATTIVITA'

La caduta del muro di Berlino, più che pace ha portato una recrudescenza dei conflitti in Europa: agli storici conflitti in Irlanda per l’Ulster, in Spagna per i paesi baschi, o a Cipro tra Greci e Turchi, si sono aggiunti quelli derivanti nella ex Unione Sovietica ed ex Yugoslavia. Ma anche in paesi considerati tranquilli non mancano motivi di conflitto: dovuti per esempio alla forte immigrazione da paesi poveri o in guerra e alla difficoltà di accogliere un numero elevato di stranieri, bisognosi di tutto. Infine non possiamo dimenticare la presenza della pena di morte in molti paesi, con tradizioni civili e giuridiche molto avanzate.

Tutto questo ci impegna a cercare una reale pacificazione in Europa, ad offrire la nostra disponibilità per far crescere la coscienza civile del continente. I giochi proposti di seguito offrono degli strumenti per capire la situazione e pensare forme nuove di ricomposizione dei conflitti.

 

AREE DI CONFLITTO IN EUROPA

Indicare sulla cartina d’Europa le aree dove sono in atto alcune forme di conflitto:

a)   guerra-guerriglia

b)   terrorismo

c)   pena di morte

d)   forte ostilità verso una popolazione minoritaria/immigrata.

 

Individuare il conflitto che, in base alle conoscenze che si hanno è più conosciuto e su cui si può fare un approfondimento. Ognuno cerchi di dire quanto più sa di ciascuno conflitto. Contendenti, cause del conflitto, forze in campo, sostenitori esterni, possibili soluzioni.

 

RAMBOUILLET 2

Al castello di Rambouillet si sono svolte trattative per riportare la pace nel Kosovo. Purtroppo è fallita e abbiamo visto quali sono state le conseguenze. Ma Rambouillet è solo uno dei tanti tentativi operati in Europa in questi anni per cercare di appianare i conflitti, di risolvere questioni spinose, per trovare un accordo tra parti in lotta. Rambouillet può diventare un simbolo di un tavolo di riconciliazione e ricomposizione dei conflitti in Europa. L'esperienza del Kosovo ci dice che se alle situazioni conflittuali non si risponde con ragionevolezza, cercando di ascoltare tutti e mediando tra interessi opposti, l'esito non potrà essere che la guerra e la distruzione. Ma con le armi ci perdono tutti, come appunto il Kosovo insegna.

Pertanto proviamo a simulare un incontro tra delegazioni di paesi in guerra, per elaborare un modello di soluzioni di conflitti da proporre anche in altre situazioni.

 

obiettivo dell’attività

Scoprire quali sono le condizioni perché si realizzi la pace:

*   rendendosi conto delle forze in gioco;

*   dei fattori nascosti (interessi, pregiudizi, ideologie, ecc.);

*   di cosa bisogna fare per creare la pace:

 

preparazione

Tra i conflitti presentati nel gioco precedente sceglierne uno da analizzare più a fondo. Affidare in precedenza a gruppi di 12-20 persone lo studio di un conflitto particolare (cercare informazioni in qualche biblioteca o enciclopedia).

 

Elementi da definire

*   Contendenti

*   Estensione e caratteristiche del conflitto

*   Motivi della contesa

*   Precedenti storici

*   Situazione attuale

*   Vantaggi e svantaggi per i contendenti

*   Collegamenti-alleanze internazionali

*   Tentativi di pacificazione provati

 

Role-play

Acquisite le informazioni si dividono i partecipanti in 2 gruppetti di 6-10 persone dove ognuno interpreta il ruolo di una delle parti in conflitto. Dopo aver studiato la strategia, affidando a ognuno una parte particolare (uno può rappresentare l'ala dura intransigente del conflitto, un altro quella moderata, ecc. Importante la figura del portavoce ufficiale che modera gli interventi dei suoi e fa da mediatore ufficiale), si instaura una trattativa con l'altra parte. Si tratterà di rappresentare più realisticamente possibile le condizioni e le situazioni dei due contendenti, ma nello stesso tempo saper progressivamente cedere qualcosa per arrivare a qualcosa di più grande: la pace. Un animatore o una persona saggia e autorevole regoli il dibattito (potrebbe rappresentare l'ONU o altra organizzazione internazionale)

 

Tra gli elementi della strategia bisogna individuare:

*   Quali sono i comportamenti e gli atteggiamenti che ognuno dei contendenti dovrebbe deporre perché si realizzi la pace?

*   Quali sono invece i principi inderogabili, le esigenze di base a cui ogni gruppo di contendenti non può rinunciare, pena la sua estinzione fisica o culturale?

*   E’ possibile trovare una composizione tra queste esigenze? Un compromesso? In modo che le sopravvivenze di uno dei due contendenti non esiga l’estinzione dell’altro (mors tua, vita mea)?

*   Su quali condizioni è possibile trovare questa mediazione?

*   Quali azioni, iniziative sono da mettere in atto, proporre perché si dia una conferenza di pace?

*   Quali iniziative o condizioni sono da proporre perché la pace sia duratura?

 

L'importante è arrivare a trovare una strada per la pacificazione tra i due contendenti. Quindi non si tratta di ottenere di più, ma di arrivare alla pace, senza però rinunciare ad aspetti essenziali.

(Tempo per il role-play 2-4 ore, da decidere in anticipo. Stabilire anche i tempi delle varie fasi. Evitare il rischio di fermarsi molto sulle rivendicazioni senza arrivare alla pacificazione).

 

 

revisione

Terminata l’attività, si svolge la revisione di tutto il gruppo insieme (un’ora circa). Si valuta insieme, com’è andata l’attività, quali difficoltà ci sono state, come sono state superate. Ma la parte principale riguarda il processo di pacificazione che si è vissuto.

Domande

*   Quali sono i principali ostacoli alla pace?

*   Che cosa favorisce il dialogo?

*   Che cosa invece lo ostacola o lo fa fallire?

*   Quali sono le resistenze principali da vincere?

*   Cosa si può fare per vincerle?

*   Da quello che avete scoperto, potete dire se esista una strategia della pace? Qual è?

 

conclusioni

*   Un appello alla pace ai governi interessati, suggerendo loro questa strategia…

*   Un manifesto o un murale o altra espressione artistica, per comunicare ad altri le convinzioni maturate.

*   Discutere, in un secondo momento, sui nostri comportamenti quotidiani: che cosa del conflitto "mimato" può servire nella propria vita personale per affrontare e risolvere i conflitti quotidiani.

 

 

6. L'Europa delle fedi

 

L'Europa, dopo l'Asia, è il continente dove si sono realizzate le più elevate espressioni religiose. E' il continente dove più si è radicato il cristianesimo, fino a costituirne una delle componenti essenziali dell'identità culturale. E' un continente dove si sono svolte cruentissime battaglie per la fede. Dove il cristianesimo si è scisso in tante confessione, dove in nome della fede sono morti martiri e si sono scomunicati e bruciati eretici. Un continente che ha scoperto sulla sua pelle il valore della tolleranza e della pacifica convivenza delle fedi. Un continente che ha visto il ritorno alla religione naturale, che ha registrato la secolarizzazione religiosa. Il continente che per primo nella storia ha elaborato l'ateismo come teoria.

Un continente che dopo tanto dannarsi per la fede, rischia ora di non averne più nessuna o di ritornare ad una specie di paganesimo o di sincretismo e relativismo in cui tutti hanno ragione e non c'è nessuna verità. Un continente che rischia di smarrire il senso della vita o di correre dietro a fantasmi.

Perciò l'Europa ha davanti un grande dilemma: ritrovare le proprie radici cristiane o proseguire sulla strada della sperimentazione e ricerca di senso, rischiando sulla propria pelle. Ma rischiando anche di arrivare a non credere più a nulla o di affidarsi a facili quanto inconcludenti pratiche esoteriche o magiche.

La crescita della cittadinanza europea passa anche attraverso una profonda coscientizzazione del fatto religioso. Capire che le conquiste di civiltà ottenute in Europa sono anche il frutto dell'emancipazione operata dal cristianesimo e uno sviluppo dei principi da esso emananti. Essere coscienti di questo e porsi con responsabilità di fronte al problema di senso della vita e alla trascendenza  è un punto fondamentale della crescita  dell'uomo.

 

ATTIVITA'

 

L'Europa è un continente dove si sono combattute guerre di religione e si sono sperimentate forme di intolleranza e persecuzione. Ma anche dove si è elaborata l’idea di tolleranza e di convivenza pacifica tra fedi diverse. Si tratta di ripercorrere questo cammino, e, partendo dai conflitti che hanno segnato la storia dell’Europa e di cui permangono ancora tracce nella coscienza e nella prassi di molti suoi membri, arrivare ad una pacificazione che non sia solo un far finta che tutto vada bene, ma invece ritrovare nei principi di ogni fede e nel confronto reciproco quegli elementi che fondano un rapporto di rispetto e di attenzione reciproca senza cadere nello scetticismo o nel sincretismo religioso.

Perciò proponiamo delle attività che permettano da una parte di rievocare i motivi di conflitto nel passato e dall'altra di riflettere sul significato della religione fino ad approdare ad un quadro di pace religiosa, di valorizzazione delle differenze e di rispetto delle fedi.

 

SAN BARTOLOMEO 2000

San Bartolomeo rappresenta una delle pagine più vergognose della storia d'Europa. Migliaia di persone uccise perché appartenenti a diversa confessione religiosa.  È il simbolo dell'intolleranza religiosa. Assumiamo questo simbolo per indicare le intolleranze e le difficoltà a incontrarsi, a parlarsi, a trovare una convivenza comune tra adepti di religioni diverse. Questo succede se ognuno guarda alle proprie ragioni come assolute e non capisce le ragione dell'altro.

 

Obiettivo dell’attività

Capire le ragioni storiche delle divisione religiose in Europa

 

Ricerca

*   Quali sono i conflitti religiosi (aperti o latenti) in Europa?

*   Provare a fare una rassegna dei principali conflitti o problemi che le varie confessioni religiose (o non) si provocano reciprocamente.

*   Elencare le principali confessioni religiose (senza dimenticare gli atei!).

*   Di ognuna di queste religioni cercare di tracciare un profilo (dottrinale, storico, geografico).

 

Role-play

Dividersi in gruppetti che interpretino ogni singola confessione religiosa  e ognuno elenchi i motivi di lamentela nei confronti degli altri. Fare un elenco dei motivi di contrasto, dei torti, delle contese che ci sono con gli altri. Ogni gruppetto si incontra con gli altri, e vengono imputate reciprocamente tutte le accuse  che si possono fare. Si possono dividere in antichi contrasti e nuovi contrasti (Ogni volta che un gruppetto ha finito, va ad incontrarne un altro che a sua volta ha finito).

 

 

ASSISI 2000

Assisi è stata la sede di un importante incontro di tutte le religioni del mondo, con la presenza del Papa. Si vuole oggi rinnovare lo spirito di quell’assise per riannodare le fila del dialogo interreligioso, soprattutto tra aspetti di fede contrastanti, che possono essere causa di conflitti ancora oggi, come si è visto nel gioco precedente.

 

Obiettivo

Scoprire l’apporto che ogni religione può dare alla concordia e alla costruzione di un’Europa pacificata.

 

I fondamenti della concordia religiosa

Preparare una lista di motivi per cui sarebbe possibile ed opportuno andare d’accordo

*   Principi religiosi

*   Convenienza pratica

*   Spirito dell’epoca

*   Aspirazioni dei popoli

*   Migrazioni e incontro di popolazioni

 

Cercare di individuare assieme, con spirito di dialogo, tolleranza, costruttivo i punti su cui raggiungere un rapporto di collaborazione.

 

 

VISION GALLERY 3000

Come saranno i rapporti tra le varie confessioni religiose nel 3000? Quale sarà la situazione religiosa tra un millennio?

 

Obiettivo:

Far comprendere che anche in campo religioso la pace è frutto sia di fantasia come anche di passi concreti di riconciliazione

 

Brain-storming + strategia

Ognuno dei presenti, da solo o a gruppetti, immagina liberamente la situazione futura. Prova a descriverla… La racconta agli altri. Se ne sceglie una che possa trovar d’accordo la maggioranza.

Poi si cerca di indicare come le situazioni conflittuali di oggi, elencate nei giochi precedenti, possono evolvere fino a dare luogo alla situazione del 3000. Stillare una descrizione della situazione in cui, attraverso periodi conflittuali e difficoltà razionali, turbamenti della coscienza sono state superate le attuali divisioni tra le religioni e si vive in un mondo pacificato e riconciliato con Dio e con gli uomini.

 

Conclusione: passi di riconciliazione

 

Riflettere insieme sui comportamenti religiosi che favoriscono la concordia, la pace, la tolleranza, la convivenza pacifica. E quali invece, rendono impossibile la convivenza.

 

Domande

*   Quali passi che sono stati necessari per arrivare ad una situazione religiosa riconciliata?

*   E' possibile fare già alcuni di questi passi adesso?

*   Cosa si può fare perché ci sia una maggior concordia e collaborazione tra le varie confessioni religiose?

 

Provare a proporre alcune iniziative o gesti che si collochino nella linea della riconciliazione, collaborazione e concordia. Basta che siano cose concrete (evitare indicazioni di massima, tipo «volersi tutti bene», «perdonarsi le colpe», ecc.).

PER UN AIUTO

Rizzi A., L'Europa e l'altro, abbozzo di una teologia europea della liberazione, Ed. Paoline, 1991;

Orizio B., Educare all'Europa, Vita e Pensiero, 1979;

Lotti F., Giandomenico N., Insegnare i diritti umani, EGA 1998

Martini C. M., Sogno un'Europa dello Spirito, PIEMME, 1999

Siti intenet

http://www.europa.eu.int/ (sito ufficiale della EU);

http://www.eurolandia.tin.it/ (si entra da www.tin.it: sito molto bello e ricco di notizie e iniziative, soprattutto per l'Euro. Riporta anche giochi e quiz e una lista di siti cui collegarsi);

http://www.democraticidisinistra.it/dossier/europa/

http://www.europarl.it/