Educare nel Tempo libero

 

IDEE

Educare nel tl: novità pedagogica

1.        Tl solo nell’era industriale

2.        Educazione solo formale (scuola, formazione professionale, istituti, college, catechismo, gruppi formali, associazionismo, ecc.) cioè quando l’adulto, educatore, creava degli ambienti dove poter trasmettere formalmente l’istruzione, l’educazione.

Come si può educare nel tl:

non nel senso tradizionale, di una trasmissione formale della cultura, di programmazione della formazione a lungo termine con obiettivi chiari e metodi definiti, controllabili e scientificamente provati; di una programmazione imposta dall’alto e di un controllo istituzionale sul comportamento;

ma nel senso moderno di un aiuto alla autoformazione, educatore=maieuta che aiuta l’adolescente a tirar fuori l’uomo del domani.

Educazione: né pura spontaneità, né tutta programmazione e controllo. Mediazione tra le 2. Aiuto all’adolescente a diventare guida di se stesso, governare se stesso, a prendere in mano la propria crescita e propria vita.

Accompagnamento, sostegno, confronto, dialogo, stimolo, suggerimento…

Obiettivi di medio o corto raggio, definiti più sull’utente che sul programma, anzi, co-definiti con l’utente stesso, continuamente rivedibili e riprogrammabili, suscettibili di continue modifiche in base ai mutamenti ambientali e personali… tendenti più a suscitare risposte positive, scoprire energie nascoste o emergenti, che a reprimere o a tener sotto controllo. Anche se il controllo deve rimanere, ma deve diventare piuttosto autocontrollo.

Compito specifico dell’età adolescenziale: definire identità

Concetto di identità: permanenza della coscienza di sé nello spazio e nel tempo.

Identità è un concetto relazionale: si definisce in relazione agli altri e in rapporto agli altri. Riconoscimento degli elementi comuni e differenziazione dagli altri.

Radicamento di una coscienza di sé, fatta dal riconoscimento degli elementi propri originali (genetici o culturali), della assunzione di questi elementi come caratteristici della propria identità e dal lavoro di modifica di sé in base a linee progettuali e adattamento alle risposte ambientali.

 

Identità vuol dire avere coscienza di sé perdurante nel tempo e spazio.

Quindi riconoscere e conoscere il proprio passato, integrarlo con il presente, facendo sintesi; ma anche avere o cercare di costruirsi un progetto per il futuro. Futuro che è sia identità professionale, ma anche culturale, morale, caratteriale, e quindi anche comportamentale.

 

Il tl poco si presta a progetti. Favorsice la destrutturazione sulla costruzione. Concentrato più sul presente che sul passato o futuro. Presentismo. Debolezza culturale, consumismo e conformismo. Ribellismo o anarchia. 

 


Destrutturazione temporale: Ricerca Cavalli

= Dispersione temporale (Erikson)

 

Strutturazione

Destrutturazione

Auto

Autostrutturazione

Autodestrutturazione

Etero

Eterostrutturazione

Eterodestrutturazione

 

Educazione formale classica: tende alla eterostrutturazione

Il tl attuale tende alla autodestrutturazione

 

Ideale (obiettivo dell’educazione informale o del tl): autostrutturazione.

Come si ottiene?

Aiutando a scegliere, farsi un progetto (a almeno a programmare il tl), a vivere con consapevolezza i momenti di tl, a preparare i momenti di gioia, festa, vacanza, ecc.

Ma anche ad essere flessibili, a saper cogliere le occasioni al volo, a mutare programma quando necessario, ad aver il coraggio di sbagliare, a far tesoro degli sbagli, a confrontarsi senza paura anche sui fallimenti, ecc.

 

L’adulto educatore deve essere capace di stare accanto all’adolescente, ad aiutarlo, ma senza essere invadente, pretendere di comandarlo o controllarlo. Non deve essere intransigente, né formalizzarsi, ma nemmeno essere troppo arrendevole. Capace di far cogliere gli obiettivi di lungo termini e a far rispettare i termini dell’accordo o del progetto, ma anche capace di cogliere le battaglie interiori, le fratture, gli slanci ideali e le debolezze, i momenti di defiance o di crisi, ecc. Accompagnare più che insegnare, suggerire più che comandare, pazientare più che esigere.

Lotta tra sommerso ed emerso, tra cielo, terra ed inferi

Controllo pulsioni, ma anche loro emersione…

Rispetto della forza di queste pulsioni, conoscerle, prenderne le contromisure, incanalarle positivamente; ma tenersi anche pronti alla rottura degli argini in primavera…

Lavorare su motivazioni più che su comportamenti 

Fornire ideali, motivi per vivere e per fare certe scelte, aiutare a strutturare comportamenti ed atteggiamenti in modo che si capisca la consequenzialità tra comportamento e risultato; ma essere anche pronti a ad accettare il fallimento, la caduta, l’incostanza, l’insorgere di una emergenza nuova…

 

Mediare attraverso il dialogo, la partecipazione, la presenza discreta e fiduciosa; ma anche lasciando fare, lasciando momenti e ambienti alla gestione diretta dell’adolescente, o alla presenza di altri educatori.

Mediare attraverso il gruppo, che diventa l’utero della seconda nascita.

Mediare attraverso la cultura, recuperando il significato delle parole, delle cose che si fanno, le scelte, sempre ponderate e valutate possibilmente assieme… Intervenire, discutere almeno, sulla scelta degli amici, delle letture, dei programmi televisivi, delle canzoni, degli spettacoli.

Intervenire (per discutere, per capire e orientare, e non solo per proibire) nel gergo, nelle parolacce, nelle espressioni volgari, nelle manifestazioni di difficoltà verso la sessualità e/o la religione…

Mediare con fare: far fare esperienza e discuterne, proporre iniziative, più che proibirne, fare assieme: lavorare assieme, giocare assieme, andare a passeggio assieme, perdere del tempo assieme: è il momento migliore della confidenza, dello sblocco di alcune difficoltà, di confronto sereno, senza l’eterna contrapposizione, ecc.