Giuliano Vettorato
Per i giovani il tempo libero costituisce una delle esperienze
su cui concentrano gran parte delle loro attese di realizzazione. Con un
mercato del lavoro sostanzialmente bloccato e comunque imprevedibile, una
scuola incapace non solo di preparare al domani, ma anche di interpretare il
presente si capisce perché ai giovani non rimane che il tempo libero.
Così il “muretto” col gruppo di amici, le “vasche” in
centro, le corse in moto o in macchina, il pellegrinaggio del sabato sera tra bar,
sale da gioco e discoteche diventano i nuovi “santuari” dove celebrare i riti
dell’essere giovani e dove realizzarsi. E sintomatico vederli raccogliersi in
gruppo davanti a questi “santuari”, sciogliersi, ricomparire per scomparire poi
definitivamente.
Gli adulti, specie se genitori o educatori, si chiedono con
sgomento: ma dove vanno i ragazzi, cosa fanno, cosa pensano, cosa complottano,
cosa vogliono? Di fronte alle notizie delle stragi del sabato sera, di
possibili incotri con la droga sono in allarme per le situazioni in cui si può
cacciare il/la ragazzo/a senza controllo. Pensano che gli adolescenti nel tempo
libero vengano letteralmente trascinati a fare "cose che non vanno bene" dai compagni cattivi.
La ricerca Cospes sul
tempo libero
Sono giustificate queste preoccupazioni?
Una recente inchiesta su 5000 adolescenti di tutta Italia
promossa dai salesiani del Cospes ha permesso di cogliere come gli adolescenti
si pongano nei riguardi del tempo libero e quali aspettative nutrano.
Gli adolescenti, anche se stanno volentieri in famiglia, non
vedono l’ora di uscire dalle mura domestiche per espandersi nel mondo dei
coetanei. Escono di casa appena possono e vanno alla "conquista" di
strade, piazze e giardini...
Cosa fanno in questo tempo?
Le risposte indicano che le attività più frequenti sono:
l'incontrare
amici: per il 94% è il "luogo" alternativo per eccellenza allo
stare in casa e lo scopo fondamentale delle uscite;
al secondo posto viene il desiderio di
stare in gruppo per confrontarsi e valutarsi con altri: incontrare il proprio gruppo: 81%;
come terza scelta c’è il girovagare per i negozi (o guardare le
vetrine), dove progettare o fare
le piccole compere personali: 65%,
con notevole differenza tra ragazzi (49%) e ragazze (80%);
frequentare
bar, pizzerie, birrerie, paninoteche ecc.: 64%, verosimilmente non da soli
ma ancora con amici;
praticare
dello sport: 62%, con notevole differenza tra maschi (75%) e femmine (49%);
frequentare
cinema, teatri, sale di cultura o concerti: 62%, più le ragazze (64%) che i
ragazzi (59%);
andare
in giro in moto, macchina (per i diciottenni naturalmente), bicicletta ecc.:
54% , con notevole vantaggio dei maschi (63%) rispetto alle femmine (46%);
uscire
con i genitori: 48%, con notevole differenza tra ragazzi (40%) e ragazze
(57%). Questo tratto denota nuovamente l'ambivalenza degli adolescenti nei
confronti del loro status infantile che ancora faticano a lasciare;
frequentare oratori, centri giovanili a ciò
deputati: 38%, senza differenze tra maschi e femmine;
andare
in discoteca: 34%, con differenza significativa tra maschi (38%) e femmine
(30). Il tratto è in progressivo aumento dai 14 ai 19 anni;
uscire
con la propria ragazza: 30%, in
assoluto, però il 56% dei soggetti maschi;
uscire
con il proprio ragazzo: 27%, in assoluto, però il 50% dei soggetti femmine;
andare
nelle sale da gioco: 26%, con notevole differenza significativa tra maschi
(40%) e femmine (11%);
girovagare senza una meta: 25%, con preponderanza
dei maschi (29% contro il 22% delle ragazze);
stare
nelle biblioteche: 16% con notevole prevalenza delle ragazze;
fare
volontariato: 13%, quasi pari tra ragazzi e ragazze;
frequentare
di preferenza un centro sociale: 9%.
Tempo
libero per essere se stessi
Da questi dati risulta dunque che quasi tutti gli
adolescenti hanno bisogno di incontrarsi con i coetanei fuori famiglia, cioè
lontani dagli occhi dei genitori, in quelle situazioni banali nelle quali si
vengono quotidianamente a trovare insieme quando hanno finito i
"doveri" e si sentono liberi
di essere se stessi.
In questi incontri, che non hanno luogo fisso, ma si
svolgono dovunque, essi
"sperimentano" il ruolo di adulti-non adulti, in un processo lento
che comporta sempre opportunità di
confronto con coetanei; possibilità di assumersi "responsabilità
personale" di fare qualche cosa di gradito; deciso lì per lì secondo le
circostanze; possibilità di approcciare situazioni nuove, di fronte alle quali
"porsi" in modo nuovo; possibilità di dimostrare a partners del
sesso opposto conosciuti casualmente lì, o in precedenza ma in situazione
diversa... il valore di sé come maschio o femmina.
Le risposte evidenziano l’importanza che il tempo libero
assume per gli adolescenti.
Scrive U. Fontana, il curatore di questa parte della
ricerca: “Per gli adolescenti il tempo
libero diviene l’occasione migliore (forse addirittura l’unica) per cogliere la
loro nuova identità, per impegare le loro energie interiori in qualcosa di
soddisfacente...Esso presenta una serie di situazioni che costituiscono i
"luoghi" privilegiati nei quali gli adolescenti costruiscono se
stessi, interpretandoli come indicatori di crescita, di autonomizzazione, di
espressione di sè e, in definitiva, come tentativo di definizione
dell’identità”.
Pertando quegli spazi che la società non riesce più a
garantire al giovani nel campo del lavoro o delle responsabilità civili, essi
se li conquistano nel tempo libero. Esso diventa lo spazio in cui essere se
stessi e realizzarsi.
Tale spazio è caratterizzato da alcune condizioni, tra cui
il non controllo da parte di adulti, il seguire gli impulsi interiori, il
lasciarsi trasportare dalle emozioni, il distacco dalla situazione quando
cambia la carica interiore, senza dover rendere conto a nessuno .
L’adolescente per essere se stesso “agisce”, spinto dalla
tensione interiore ed emette una riflessione su quanto avvenuto solo a
posteriori, una volta scaricata l'esperienza del momento. Il tempo libero è
quello in cui ognuno fa quello che gli pare sul momento, seguendo gli interessi
immediati dettati dalle circostanze, facendo poi quello che più piace. Il tempo
libero quindi è quello non programmato e non inquadrato.
Senza queste condizioni per l’adolescente non c'è
"divertimento" e "piacere".
Da una realtà
strumentale a quella espressiva
Tutto questo comporta uno spostamento su nuovi modelli di
comportamento e su nuovi valori. Non più il lavoro, la disciplina di fabbica,
l’orario, il dovere sono i modelli a cui riferirsi nella costruzione della
personalità, bensì il divertimento, il piacere, il tempo goduto
indiscriminatamente costituiscono i nuovi modelli di riferimento ed i valori
che strutturano la personalità giovanile odierna.
La gestione del tempo libero, l'uso di ampi spazi personali,
slegati dagli schemi quotidiani del dovere (familiare e scolastico) come
pure la possibilità di poterlo
organizzare in maniera gradita e accettata dal gruppo dei pari sono le
coordinate culturali del tempo libero ed i termini di riferimento per la propria
formazione.
Il concetto di tempo libero coincide per gli adolescenti con
il concetto di “libertà di fronte a qualunque schema”, di “autodeterminazione”
derivata da stimolazioni interiori colte e agite sul momento, mediante le quali
il ragazzo percepisce se stesso come "attore" o "gestore"
di energie. Per gli adolescenti questa situazione piacevole e personale è lo
"spazio vuoto", nel quale possono ritrovare e cominciare ad essere se
stessi, possono sperimentare le proprie energie fuori da percorsi obbligati.
Ad una società basata su valori di tipo prometeico,
acquisitivo-strumentale tipici della società industriale sembra che se ne
affermi una che previlegia valori di tipo espressivo, relazionale, estetico,
dionisiaco. Siamo di fronte ad un mutamento non solo di tipo organizzativo, ma
di tipo culturale, che sta mutando il tipo di approccio a tutte le cose.
Mentre nella società industriale gli obiettivi venivano
determinati dall'organizzazione sociale (dominata dal sistema produttivo),
nella società post-industriale e complessa gli obiettivi vengono determinati
dal singolo, attraverso le sue scelte quotidiane. Queste scelte non saranno più
tese alla realizzazione di un grande progetto collettivo (il progresso) cui
tutti gli sforzi individuali erano subordinati, bensì alle realizzazioni
individuali che obbediscono piuttosto a criteri di gratificazione immediata, di
soddisfacimento dei bisogni contingenti, di affermazione autonoma di sé. Alla
progettazione a lungo termine succede la concentrazione sul presente e su
quello che da esso si può ricavare per la propria felicità.
Il tempo quindi, che dipende dalla diversa strutturazione
della società, comporta anche una ristrutturazione della mentalità e della
cultura. Ciò impone un ripensamento anche dell’educazione e delle strategie
educative e pastorali. Su questo terreno si giocano alcune delle sfide più
decisive per l’assetto culturale della società e per il futuro dell’umanità.
Una opportunità per
una società migliore
Di questo ne sono pienamente convinti i curatori della
ricerca. Infatti U. Fontana conclude suggerendo agli educatori di non
tormentarsi troppo per sapere del comportamento dei figli extra-mure
domestiche, perche la maggioranza degli adolescenti ha un particolare senso del
proprio divenire, sa valutare le circostanze in relazione al proprio bisogno di
crescita:
-
ama quindi cercarsi da solo le situazioni in cui poter essere se
stesso/a;
-
è immunizzato dal copiare gli altri sia nel bene che nel male;
-
rifugge da quelle cose organizzate per lui (o per lei), e si difende da
schemi fissi;
- impiega le proprie energie per
realizzare qualche cosa che ha senso solo per se stesso/a, col solo scopo di
fargli capire quanto egli possa e quanto valga.
Suggerisce invece ad educatori e genitori di «lasciare agli adolescenti ampi spazi di
crescita, liberi da impegni e da schemi, mantenendo però con essi la
discussione valutativa sulle situazioni, ponendo e proponendo norme cui
attenersi (rientri, orari, soldi, luoghi, ecc.), negoziando o rinegoziando, se
necessario, le norme stesse».
Ed in effetti il tempo libero può diventare una valido campo
di sperimentazione di una società alternativa, dove, se vanno persi alcuni
valori tradizionalmente importanti come la capacità di strutturare il tempo, di
sacrificarsi, di mantenere gli impegni e la parola data, vengono offerte ottime
occasioni per migliorare la qualità della vita, per recuperare lo spazio per i
rapporti interpersonali, per vivere la gratuità e la creatività, per godere del
tempo e delle opportunità che la vita ci offre, per sperimentare la libertà
anche sotto forma di gioco e di inventiva. Esistono insomma ampie possibilità
per cogliere dal tempo libero opportunità di crescita e di trasformazione della
società, senza farsi prendere dalle inevitabili preoccupazioni del tempo che
cambia e dei valori che scompaiono.