Il Genere

ROMANZO STORICO, PSICOLOGICO O AUTOBIOGRAFICO?

Si potrebbe dire che il Gattopardo è troppo introspettivo-psicologico per essere solo un romanzo storico, troppo documentato sull'epoca dei fatti per essere solo un romanzo psicologico. Nelle preziose lettere a Guido Lajolo Tomasi si pose il problema del proprio rapporto con il protagonista e anche quello del "genere" dell'opera.

Le lettere....

 ...a Guido Lajolo (31 marzo 1956):

Carissimo Guido, [...] sono accaduti due fatti importantissimi: 1, ho scritto un romanzo; 2, stiamo per adottare un figlio. Comincio dal primo e meno importante evento. [...] Immagino che il libro ti piacerà: esso è di argomento storico: senza rivelare nulla di sensazionale cerca di indagare le reazioni sentimentali e politiche di un nobiluomo siciliano alla spedizione dei Mille e alla caduta del regno borbonico. Il protagonista è il Principe di Salina, tenue travestimento del principe di Lampedusa mio bisnonno. E gli amici che lo hanno letto dicono che il Principe di Salina rassomiglia maledettamente a me stesso. Ne sono lusingato perché è un simpaticone. Tutto il libro è ironico, amaro e non privo di cattiveria. Bisogna leggerlo con grande attenzione perché ogni parola è pesata ed ogni episodio ha un senso nascosto. Tutti ne escono male: il Principe e il suo intraprendente nipote, i borbonici e i liberali, e soprattutto la Sicilia del 1860.[....]

...a Guido Lajolo (7 giugno 1956):

[....] Esso è composto di cinque lunghi racconti: tre episodi si svolgono nel 1860, anno della spedizione dei Mille in Sicilia, il quarto nel 1883, l'ultimo, l'epilogo, nel 1910, cinquantenario dei Mille, e mostrano il progressivo disfacimento dell'aristocrazia; tutto vi è soltanto accennato e simboleggiato; non vi è nulle di esplicito e potrebbe sembrare che non succeda niente [....] il protagonista sono in fondo io stesso e il personaggio chiamato Tancredi è il mio figlio adottivo [...].

...a Guido Lajolo (2 gennaio 1957):

[....] Non vorrei però che tu credessi che fosse un romanzo storico! Non si vedono né Garibaldi né altri: l'ambiente solo è del 1860; il protagonista, Don Fabrizio, esprime completamente le mie idee, e Tancredi, suo nipote, è Giò [....]. In quanto ai "Viceré" il punto di vista é del tutto differente: il "Gattopardo" è l'aristocrazia vista dal di dentro senza compiacimenti ma anche senza le intenzioni libellistiche di De Roberto [....].  

 

Tempo storico e tempo esistenziale scorrano insieme all'interno del romanzo; se la componente storica non deve essere sottovalutata, tuttavia la ricostruzione delle vicende della famiglia Salina nel contesto degli anni che vanno dal 1860 al 1910 non rappresenta il fine autonomo dell'opera. Il romanzo, accentrato sulla figura del protagonista principe di Salina, col quale il narratore instaura un rapporto di "relativa" identificazione, concede poco all'oggettivismo documentario e naturalistico, mentre vi prevalgono la ricostruzione familiare e autobiografica, la ricerca psicologica, i valori simbolici.  

 

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