A principio degli
anni 40, era nato un ritmo nuovo, uno stile discendente dal danzón e
riadattato dall'orchestra di Arcaño y sus Maravillas. Tra i musicisti
di questo nuovo ritmo, risaltano i fratelli Israël e Cachao Lopez,
Antonio Sanchez, Félix Reina e un violonista originario di Candelaria
(Pinar del Rio, Cuba), però da tempo trapiantato a La Habana Enrique
Jorrín.
In differenti danzones di sua composizione, Jorrín integra una formula
allora utilizzata in alcuni Montunos per i coristi, come in "Doña
Olga", si canta all'unisono un un coro che ripete: "Chachachá,
chachachá, è un ballo sin egual. Enrique Jorrìn come musicista ci
spiega:
Composi alcuni danzones nel quale i musicisti dell'orchestra facevano
piccoli cori. Piacque al pubblico e quindi continuai su quella via
Nel danzón "Costancia", intercalai alcuni montunos conosciuti e la
partecipazione del pubblico nei cori mi portò a fare sempre di più
danzones di quello stile.
Fu così che molti musicisti ne seguirono lo stile chiedendo al
pubblico di cantare con loro. Cosi si ottenevano tre cose:Primo, si
sentivano le parole con più chiarezza, Secondo, si dava più potenza
alla parte lirica, Terzo, si mascherava la qualità delle voci dei
musicisti che in realtà non erano cantanti. Nel cha cha cha i cantanti
sono i musicisti stessi.
Jorrín aveva riscontrato anche le difficoltà che i ballerini avevano
col danzón-mambo: in effetti, i passi non cadevano sul tempo, ma sulle
sincopi, prese quindi questa formula per semplificare la forma ritmica
e scrivere melodie integrando il meno possibile le parti sincopate.Da
allora, i ballerini possono appoggiarsi sulla melodia che serve loro
da riferimento. Mentre l'accompagnamento orchestrale può mantenere un
suono sincopato.
Questo miscuglio tra la melodia sui tempi e l'accompagnamento sui
contrattempi è una caratteristica del nuovo genere, il cha cha chá.
Lo stile deve molto ai ballerini, su i quali questo ritmo fu
calibrato. Nei dancings de La Habana, i ballerini elaborano passi che
ben si associavano col nuovo genere. Fu così creata la figua Escobillo,
semplice ed accessibile a tutti: 1-2, 1-2-3, i movimenti su tutti i
lati
La prima canzone incisa, La Engañadora fu registrata in America, dal
gruppo al quale apparteneva Jorrín, a quel tempo, ancora catalogato
sull'etichetta mambo-rumba.
È nel Silver Star, club di L'Avana, ben conosciuto in quello tempo dai
ballerini che quel genere fu battezzato col nome di cha cha chá.
Il succeso fu imediato. A partire da 1953, Jorrín compose numerosi cha
cha chá e la popolarità del nuovo stile guadagnava l'avanguardia in
tutta l'isola e in seguito negli altri paesi. El Alardoso, El Túnel,
Nada para ti, figurano tra i titoli storici.
Seguendo la scia del succeso numerosi musicisti contribuirono alla
popolarità della nuova onda: Antonio Sanchez (Yo sabía) ; Félix Reina
(Angoa) ; Rosendo Ruiz (Rico vacilón, Los Marcianos) ; Rosendo Rosell
(Calculadora) ; Richard Egües (El Bodeguero) ; Rafael Lay (Cero
codazos). La moda del cha cha chá era bene instaurata, qualificata
come "Il ballo senza eguale" Era questo un ritmo seducente per le
orchestre di tipo Charanga tra le quali si affermò un nuovo gruppo che
veniva da Cienfuegos, Cuba: L'Orchestra Aragon.
Diffuso per il suo impatto, programmato nelle radio, prolifico nel
mercato discografico e semplice di ballare, il cha cha chá si diffuse
velocemente nel mondo. Chicho O'Farril, Pérez Prado, Tito Puente,
Charles Aznavour, Rubén Blades, Willie Colón,... furono alcuni tra i
più famosi interpreti. Una citazione particolare per il Rè del
timbales Tito Puente che compose la più famosa canzone nella storia
dela musica latinoamericana, un Cha Cha Chà dal titolo "Oye como va"
proposta anche dal messicano Carlos Santana.
Questo ritmo come il suo fratello più complesso "il Mambo", dominerà
gli anni 50, prima di perdere della sua potente vitalità durante gli
anni 60.
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