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Introduzione
Nata cinquemila anni fa l’Ayurveda, letteralmente
“conoscenza (Veda) della vita (Ayur)”, è la tradizionale arte della
medicina indiana.
Un tempo ostacolata dalla dominazione inglese, non solo è rimasta alla base del
sistema sanitario indiano, ma oggi si è diffusa anche in Occidente dove si
affianca ad altre “terapie dolci”.
Massaggi, dialoghi con il medico, terapie con erbe ed estratti naturali, energia
e purificazione: l’ayurveda è una “metodologia“ quanto mai attuale per
mettere d’accordo mente e corpo.
Per garantire la longevità, l’ayurveda ha classificato tutti i processi
metabolici e fisiologici in tre elementi biologici denominati dosha: Vata, Pitta
e Kapha.
La comprensione della disarmonia che può affliggere è quindi semplificata ed
è possibile prescrivere i rimedi in base ai sintomi, anche prima che questi si
manifestino.
Certo il medico specializzato in ayurveda percepisce un onorario e non si
accontenta più, come accadeva un tempo in India, di un dono in natura avvolto
in una foglia di betel portato dal paziente che aveva ottenuto la guarigione, ma
l’effetto rilassante e purificatore dell’ayurveda è rimasto, intatto,
sempre attento a conciliare il corpo con lo spirito.
Lo yoga, millenaria disciplina e filosofia indiana, viene insegnato in
innumerevoli forme, secondo le diverse tradizioni religiose indiane (induismo,
buddhismo, jainismo), le quali applicano le sue teorie e le sue tecniche a fini
conoscitivi, mistici o iniziatici.
La forma più conosciuta e praticata in Occidente è lo yoga nella formulazione
classica del filosofo Patanjali, che nel VI-V sec. a.C. riordinò le teorie
induiste precedenti in una raccolta di aforismi chiamata Yogasutra, individuando
lo yoga come sistema a sé stante.
L’insegnamento di Patanjali prevede un percorso spirituale di otto gradi, tra
cui le asana (disciplina del corpo), il pranayama (controllo del respiro), il
dharana (la concentrazione) e il dhyana (la meditazione), aspetti ai quali
solitamente si limita l’insegnamento in Occidente, col fine di esplorare la
psiche, abolire la dispersione e gli automatismi che caratterizzano la coscienza
e che causano la sofferenza.
Le associazioni di cui facciamo menzione fanno riferimento a questa tradizione e
hanno referenti spirituali e culturali in scuole, insegnanti o maestri indiani.
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