Materiali pervenuti attraverso la rete

03 Nov 1999
Da Alessandra Cenerini presidente ADI Associazione Docenti Italiani http://www.bdp.it/adi/

A Cesare Moreno e a quanti sono interessati al problema delle scuole nelle così dette ìzone a rischioî e più in generale al problema della professionalità docente

Abbiamo letto con grandissimo interesse e partecipazione la lettera-documento inviata da Cesare Moreno, coordinatore del modulo S. Giovanni Barra del Progetto Chance, sui problemi generati dalla recente normativa contrattuale per le scuole nelle così dette ìzone a rischioî. Eí un documento lucido, approfondito, vissuto e propositivo (finalmente). Fin dallíinizio di settembre, dopo la divulgazione del contratto integrativo, líADI, Associazione Docenti Italiani, aveva indicato i rischi enormi che si stavano correndo, prevedendo che la situazione non solo non sarebbe migliorata, ma sarebbe tristemente peggiorata. Non era, díaltra parte, difficile essere profeti. Poichè siamo abituati alla critica costruttiva, avevamo anche indicato, come possibile esperienza a cui fare riferimento, pur con le dovute cautele,quella recentemente avviata dal Governo inglese con le EAZ Education Action Zones (di cui riferiamo nel nostro sito http://www.bdp.it/adi/).Ci era parsa, quella delle EAZ, uníesperienza più innovativa rispetto alle ZEP francesi che, per quel che ci risulta, non hanno dato i risultati sperati, come rilevato anche da recenti convegni .
I problemi, díaltra parte, posti da Cesare Moreno vanno ben oltre la questione delle ìzone a rischioî, e investono direttamente da un lato il rapporto ìimproprioî fra sindacati e amministrazione e dallíaltro il tema generale della professionalità docente. Non sono solo gli incentivi per i docenti di scuole in zone a rischio, a costituire oggi líavvio della differenziazione economica e normativa allíinterno di una categoria da sempre appiattita , ci sono, come lo stesso Moreno citava, il concorso a premi da £.6.000.000,e le funzioni obiettivo. E le cose sono su tutti i fronti davvero gravi. Manca assolutamente una ìvisioneî complessiva e coerente di questa nostra professionalità, dalla formazione iniziale alle modalità di accesso , dallo sviluppo di carriera, alle articolazioni funzionali alla nuova organizzazione delle scuole in regime di autonomia. Eí su questo complesso di questioni che la nostra associazione sta lavorando. Per quel che riguarda il concorso a premi sappiamo ormai con certezza che non sarà una valorizzazione , ma un ulteriore svilimento della professione docente. Allíinizio di settembre líADI ha diffuso considerazioni e proposte ( di cui riferiamo sul sito), nella speranza che ancora si potessero modificare le cose. Ora alla luce delle ìprove strutturateî definite dal Ministero( i 100 quiz) e già praticamente approvate dal CNPI sappiamo , purtroppo, che sarà un altro brutto colpo ad una professionalità che ci si ostina a deprimere, ìassistendolaî nei modi deteriori che così efficacemente Moreno descriveva. La circolazione delle idee , modi nuovi di tenerci in contatto, la divulgazione delle esperienze positive,la critica costruttiva, la crescente voglia di superare vecchie e nuove forme di ìassistenzialismoî (dai concorsi riservati alle indennità uguali per tutti, dai premi a quiz alle funzioni-obiettivo, ennesima camaleontica versione del salario incentivante) potrà servire molto per porre le condizioni per un cambiamento positivo
 

EAZ, ZEP, Zone a rischio

Dal sito ADI Associazione Docenti Italiani http://www.bdp.it/adi/

"EAZ-education action zone", "ZEP-zone díéducation prioritaire", "Zone a rischio", sono 3 terminologie per indicare uno stesso problema, quello di zone contrassegnate da forte insuccesso scolastico. Di queste 3 proposte ci pare che líunica, che tenti di affrontare in modo nuovo il problema, sia quella inglese. Le EAZs, istituite dal governo laburista nel 1998, si fondano sulla convinzione che "per affrontare problemi difficili occorrono soluzioni radicali". E siccome fino ad oggi tutti gli interventi fatti nelle scuole in zone a rischio si sono dimostrati inefficaci (es. aumenti retributivi per tutti gli insegnanti che vi lavoravano), il Governo Blair ha cambiato rotta, dando avvio ad una sperimentazione caratterizzata da:

Se un giudizio sulle EAZs non è ancora possibile, líimpostazione è di certo innovativa. Molto diversa è la situazione francese. Le ZEP, che attualmente coinvolgono circa 1000 scuole, furono istituite nel 1981 da Alain Savary, ma in questi anni sono diventate, o meglio sono rimaste, zone ghetto. In assenza di un ripensamento radicale, a nulla sono serviti i tentativi di rilancio fatti una prima volta da Lionel Jospin nel 1989-90, e più recentemente, nel 1998,dal Ministro Claude Allègre.

In Italia le così dette Zone a Rischio prendono avvio in questo anno scolastico in un quadro abbastanza desolante. Inventate allíinterno del contratto di lavoro del Comparto scuola, le Zone a Rischio nascono nella totale assenza di progetto politico. Relegate ad una cogestione assistenzial-corporativa con i sindacati scuola , non possono contare su nessuna flessibilità nella scelta del personale, al quale vengono indistintamente garantiti premi e bollini, per il solo fatto di trovarsi lì collocato. Fondate su un progetto educativo di carta, inventato in meno di un mese ai fini di ottenere i finanziamenti per il personale,si propongono come esperienze del tutto autoreferenziali, con verifiche esterne ugualmente cartacee e che sulla carta rimarranno (come fu per le "sperimentazioni"ex art. 3). Non servirà, purtroppo, líitalica creatività per trasformare questo rospo in principe, e i finanziamenti andranno, con ogni probabilità, ad aggiungersi ai tanti a fondo perduto. Esaminiamo allora più da vicino líesperienza inglese, per vedere come,dopo il fallimento di misure in parte simili a quelle che si stanno introducendo in Italia, hanno deciso di cambiare rotta.

EAZ ( Education Action Zones) - Zone di Intervento Educativo

  1. Che cosa sono le EAZ?

        Sono líinsieme delle scuole di uno stesso territorio, di solito non più di 20 fra materne, elementari, secondarie e speciali, che si avvalgono di una nuova partnership fra LEA (Local Education Authority, Autorità Scolastiche Locali), genitori, imprese, TECs (Training and Enterprise Councils) e altri. Può fare leva anche su agenzie nazionali e associazioni di volontariato, per problemi riguardanti la salute, líassistenza sociale, la prevenzione del crimine ecc.. In alcune aree le Zone di Intervento Educativo si collegano a quelle sanitarie e occupazionali, con progetti finanziati attraverso un unico bilancio. Il programma iniziale ha previsto líistituzione di 25 zone nel corso della legislatura (ne sono state istituite 12 nel 1998, 13 nel 1999) , ma líintenzione è di aumentarle, dopo attenta verifica dei risultati.

  2. Come funzionano?

        Líiniziativa è una sfida per le scuole a lavorare con altri partner, a individuare obiettivi di miglioramento e a mettere in atto piani per raggiungerli. In cambio, le zone hanno priorità díaccesso a molte iniziative del Ministero, come ad esempio a:
         

        • scuole specializzate- una in ogni zona(a patto che ci siano sufficienti domande di iscrizione), come risorsa per il territorio e aiuto per la rivitalizzazione dellíistruzione in quellíarea. Le scuole della zona devono accordarsi fra di loro per la scelta della specializzazione e per il luogo dove insediare la nuova istituzione. A questo fine sono sostenute dal Technology Colleges Trust (per tecnologia, lingua e applicazioni artistiche),e dallo Youth Sports Trust (per gli istituti per lo sport);
        • centri di eccellenza per la prima infanzia- centri in cui istruzione, assistenza allíinfanzia e altri servizi si integrano; aiutano líindividuazione precoce dei bambini con difficoltà di apprendimento, forniscono formazione e diffondono pratiche efficaci;
        • insegnanti di livello avanzato (in inglese AST=Advanced Skilled Teachers)-un nuovo superiore livello di carriera che premia, dopo rigorosa selezione, gli insegnanti migliori. Un certo numero di questi sono assegnati alle zone;
        • scuole estive per líapprendimento della lingua- fanno parte delle strategie del Governo per aumentare le capacità linguistiche e facilitare il passaggio degli allievi insufficienti dalle elementari alla secondaria. Dopo un esperimento pilota su 50 scuole nel 1997, nel 1998 le scuole estive di lingua sono diventate 500. Ciascuna zona deve averne una. progetti di formazione linguistica per le famiglie -si è riscontrata líesigenza di collegare lo sforzo per migliorare gli standard di lettura dei bambini della scuola elementare al miglioramento delle abilità linguistiche dei genitori. Dopo il successo ottenuto dai progetti pilota gestiti dalla Agenzia per le Abilità di Base (Basic Skills Agency),si vuole inserirli in ciascuna zona,come parte integrante delle attività di miglioramento degli standard di lettura dei bambini;
        • attività extracurricolari- sono attività che accrescono líautostima e la motivazione, favoriscono líapprendimento scolastico e lo sviluppo di competenze che servono a destreggiarsi nella vita. Sono rivolte sia agli allievi delle scuole primarie che a quelli delle secondarie, e anche allíassistenza ai più piccoli per permettere ai genitori di lavorare. Sono previsti specifici contributi dal Fondo per le Nuove Opportunità;
        • apprendimento collegato ad attività lavorative- sono esperienze in ambienti diversi dalla scuola, quali corsi post secondari,settori lavorativi della zona, o agenzie locali, che possono aiutare a migliorare i risultati degli alunni e ad ampliare le loro competenze.
           
  3. Quali sono, oltre a queste attività impostate dal Governo, gli interventi adottati localmente?

       
      La gamma delle proposte può essere molto ampia e si fonda sulla maggiore flessibilità che è data alle zone. Alcuni esempi:

        • adattamento del Curricolo Nazionale- o più radicalmente una ridefinizione di alcune sue parti- per venire incontro alle esigenze locali, per esempio fornendo opportunità aggiuntive di apprendimento collegato al lavoro o privilegiando líinsegnamento della lingua e del sistema dei numeri;
        • assunzione di presidi che siano leader educativi di chiara fama attraverso contratti flessibili; assunzione di insegnanti in più rispetto allí organico, che lavorino su diverse scuole, come leader in alcune discipline, specialmente per migliorare i risultati degli ultimi due anni della scuola di base; utilizzo più flessibile degli spazi scolastici, per esempio consentendo che alcuni di questi siano usati, al di fuori dellíorario scolastico, come centri per la comunità- anche per fare i compiti - o permettendo che spazi liberi in una scuola siano usati da altre scuole, per condividere staff aggiuntivo;
        • fornire nuovi incentivi per attirare insegnanti bravi nelle zone:
          • trovando il modo di sollevarli dai compiti amministrativo-burocratici, per esempio aumentando il personale addetto allíorganizzazione;
          • offrendo incentivi economici a quelli che fanno funzionare la giornata e líanno scolastico in modo più flessibile;
          • trovando il modo di portare altri adulti in classe in sostegno dellíinsegnante; premiando singoli docenti o il team se si raggiungono risultati molto buoni.
  4. A quanto ammontano i finanziamenti?

         
        Una zona di dimensioni standard gode di finanziamenti aggiuntivi pari ad 1 milione di sterline annue (circa 3 miliardi di lire), di cui 750.000 assegnate dal Governo e 250.000dalle imprese. Chi gestisce le Zone díIntervento Educativo? Un Forum designato dai partner locali. I membri possono coinvolgere rappresentanti delle scuole partecipanti, dellíAutorità scolastica locale (LEA), delle imprese locali e nazionali, del TEC, di enti religiosi,di associazioni di volontariato e di altre agenzie. Il Segretario di Stato può nominare un proprio rappresentante.

        La gestione può differenziarsi a seconda delle Zone , ma ci deve essere sempre una gamma di partner. In molti casi la LEA è la forza trainante e quella che ha la maggiore responsabilità di gestione. Anche in questi casi però vi è sempre un ruolo centrale per le imprese e per le organizzazioni della comunità locale e del volontariato. In altri casi, la proposta di creare una zona può venire da uníimpresa, oppure da organizzazioni della comunità locale o del volontariato o, ancora, da gruppi di scuole. Sono i casi in cui líentusiasmo e la capacità ideativa sono maggiori. In questi casi, la LEA viene prima consultata e poi lavora a stretto contatto con i proponenti. La gestione quotidiana di una Zona è di norma affidata a un Direttore di progetto, che può essere assunto direttamente dal Forum. Il Direttore lavora poi a stretto contatto con i presidi delle scuole per attuare il piano díintervento del forum. In alcuni casi il Direttore proviene dalla LEA o da una scuola. In altri può essere preso dallo staff di imprese locali e nazionali. La flessibilità di gestione nelle zone è molto maggiore che altrove. In alcuni casi sono gli organi di governo della scuola che contrattano direttamente con il Forum questioni relative allo staff o al curricolo. In altri casi si adottano soluzioni più radicali, ad esempio è il Forum stesso che assume la maggior parte dei poteri degli organi di governo delle scuole.
         

  5. Dove sono collocate le zone?

         
        Le Zone díIntervento sono collocate in aree urbane o rurali caratterizzate da diffuso insuccesso scolastico. La scelta definitiva delle zone è fatta dal Ministero sulla base delle proposte che gli pervengono. Le prime 25 zone sono già state individuate fra 60 proposte pervenute. Quanto tempo dura una Zona díIntervento Educativo? Ciascuna zona ha finanziamenti aggiuntivi per un periodo iniziale di 3 anni. Questo periodo può essere esteso ad un massimo di 5 anni. Gli investimenti devono infatti assicurare che i miglioramenti conseguiti siano duraturi.
         

  6. Quali sono state finora le innovazioni più significative?

         
        Ecco alcuni esempi

        • Classie scuole sempre aperte.

        Ad esempio: un apposito canale televisivo porta líaula nelle case (Grimsby); aumento del 50% dellíorario di apertura delle scuole (Birmingham); asili nido disponibili 52 settimane allíanno dalle 8 alle 18 (Brighton); eccÖ

        • Servizi onnicomprensivi.

        Molte delle zone vanno oltre la formale istruzione scolastica. Ad esempio: un programma di educazione "attiva" alla cittadinanza (Blackburn); uno sportello per la salute e servizi sociali dentro alle scuole per genitori e allievi (New Castle); centri di lingua per la famiglia aperti a tutti i bambini e a tutti i genitori (Birmingham);consultori altamente specializzati per bambini e famiglie (Sheffield); imparare con il football (Middlesbrough) ecc..

        • Super insegnanti.

        Molte zone hanno introdotto la nuova categoria di Insegnanti di Livello Superiore (AST-Advanced Skilled Teachers). Diversi ASTs lavorano insieme agli insegnanti di classe a Lambeth; altri ASTs a Hereford lavorano trasversalmente nelle scuole per combattere comportamenti devianti; a Grimsby e Newham gli ASTs sono impegnati ad elevare i livelli di lingua, di aritmetica e di tecnologie informatiche .

        • Un nuovo curricolo.

        Tutte le zone danno priorità ai numeri e alla lingua. Molte prevedono innovazioni specifiche e un sostegno particolareper il passaggio dalla scuola di base a quella secondaria.
        Tutte le zone si pongono degli obiettivi e devono raggiungerli. Per esempio: Birmingham si è posta líobiettivo di un miglioramento del 20% dei risultati scolastici, abbinato ad una riduzione del 25% del numero di giovani che lasciano la scuola senza formazione e senza occupazione; New Addington mira ad aumentare alcuni livelli di votazione nel GCSE dallí11% al 31%.

        • Altri obiettivi
          • aumento del numero dei giovani che proseguono gli studi,
          • riduzione della delinquenza giovanile eccÖ
          • Tutti gli obiettivi devono sempre essere definiti non solo nella "qualità", ma anche nella "quantità".
  7. Quali sono le imprese che hanno aderito?

        Sono molte e sono diverse a seconda delle zone. Per citarne alcune, la Shell, la Rovers, la Schweppes, la Nissan, la Rolls Royce, la Kellogs, la Halifax, il Financial Times, líAmerican Express ecc.