CORRIERE DELLA SERA- Corriere del Mezzogiorno 5 novembre 1999


 INCENTIVO ALLA QUALITA' DELLA SCUOLA 

O INDENNITA' DI RISCHIO?

Gentile direttore,
nella vicenda riguardante le scuole a rischio vari interventi hanno sottolineato la scarsità delle risorse e quindi la conflittualità nata come espressione di un particolarismo che non sa guardare ai problemi generali. Si difende quindi 'trasparenza e oculatezza delle scelte,  per rimandare la soluzione del problema a un allargamento delle risorse. Questo modo di porre il problema credo non risponda alla domanda e alle attese di quei docenti che in qualche modo si  sono mobilitati e che ora ordinatamene si sono rimboccati le maniche e stanno lavorando senza incentivi come hanno sempre fatto. 

La domanda a cui bisognava e bisogna rispondere é se  gli incentivi sono una misura che serve a migliorare la qualità complessiva dell'istruzione o serve a migliorare solo la retribuzione e la carriera individuale di qualcuno. Le due cose si conciliano se e solo se l'incentivo individuale si lega a filo doppio alla qualità del progetto educativo che si realizza in una area. Qui il disposto contrattuale é ambiguo, ancora più ambigue sono le circolari applicative, ancora più ambigua l'applicazione locale. In altre parole il modo in cui viene concesso l'incentivo ha il sapore di una "indennità di rischio" che trovo offensiva per chi abita in queste zone - sono nato e vivo molto bene in una zona a rischio -  e per i docenti che da decenni si impegnano senza alcun riconoscimento. Questa interpretazione é legittimata dal fatto che l'incentivo sia distribuito a pioggia a tutti gli insegnanti di una scuola con la semplice dichiarazione di una 'ferma di tre anni'. I riferimenti alla qualità del progetto sono generici e non vincolanti. E viene ulteriormente rafforzata dal fatto che oggi si dibatte in termini di incremento delle risorse 'per accontentare tutti'. E no! Non bisogna accontentare proprio nessuno. Ha protestato chi ritiene di avere un progetto di qualità che non é neppure stato preso in considerazione. Con questo non accuso nessuno, dico solo che le difese d'ufficio non bastano, che non basta la trasparenza, che non basta la concertazione, dico che il contratto é sbagliato e ancora più sbagliata la sua applicazione. Dico che mi sembra essere tornato venti anni indietro negli interventi sulla dispersione perché in questo incentivo non c'é traccia di quell'intervento sistemico ormai consolidato nella teoria e nella prassi di chi si occupa di prevenire la dispersione.
Noi andiamo verso la scuola autonoma che però é anche integrata nel territorio. L'autonomia dice cose importanti e decisive su  questo; andiamo verso il riordino dei cicli, eppure si sono distribuiti gli incentivi al di fuori e contro queste tendenze, non solo a Napoli ma anche in altre zone del meridione. Una scuola media ed una scuola elementare stanno addirittura nello stesso edificio, si passano gli alunni l'una con l'altra, é evidente quindi che quale delle due abbia l'incentivo l'altra potrà più che legittimamente reclamare e l'autorità potrà rispondere che se avesse  fatta la scelta opposta  avrebbe reclamato comunque l'esclusa. La soluzione é semplicissima: l'incentivo andava dato alle due scuole consorziate e lasciare a loro e alla distribuzione interna dei carichi di lavoro l'attribuzione ai singoli docenti. Così hanno fatto a Palermo, cosi si fa nelle Education Action Zone di Birmingham, Brighton, Sheffield dove il governo Blair affronta problemi analoghi ai nostri.
Il legame con gli enti locali a Napoli c'é, é forte ed é positivo. Chi scrive lavora in un progetto che riceve dal comune di Napoli un finanziamento complessivo di 900 milioni in tre aree a rischio della città. Questo è fuori discussione. Il problema é l'integrazione delle risorse, ossia combinare assieme la parte della scuola con quella del comune, con quella dei docenti. Chi scrive  insieme a 20 colleghi prende atto che con il 30 ottobre é entrato ufficialmente tra i finanziatori del progetto con 84 milioni, perché tale é la cifra che si sarebbe spesa se i docenti Chance avessero percepito l'incentivo. Fino ad oggi svolgevamo lavoro volontario oltre l'orario senza conoscerne il prezzo. Oggi lo conosciamo. Ci pare un gran progresso e ringraziamo. 
Il contratto nazionale diceva che dove erano in piedi iniziative con gli enti locali queste andavano integrate. La circolare ministeriale 224 del 24 settembre diceva il contrario. Il telex N° 42980 del Ministro in data 7 ottobre diceva il contrario del contrario. Ho scritto al Ministro per evidenziare il problema, ho scritto per dire che forse le cose non stanno andando nella direzione desiderata, che questo incentivo crea divisione invece che unità, amarezza invece che incoraggiamento. Questo é un dato di fatto incontrovertibile, e non significa che qualcuno abbia sbagliato o sia in mala fede: c'é un errore collettivo a cui va posto riparo con intelligenza, guardando a uno scenario più ampio e a più lunga scadenza. Le accuse generiche  e le difese d'ufficio non servono a nessuno.

Cesare Moreno