Alcune foto della CVP/5 durante le fasi di collaudo

 

 

 

 

 

Esemplare dotato di armamento pesante da 13,2 mm. (di derivazione navale)

 

 

 

 

Il prototipo della CVP/4.

Si noti la somiglianza con la Universal Carrier britannica (Ford CO1UC), riprodotta nella foto qui sotto

 

 

 

 

 

 

La versatilità del telaio di questo mezzo è dimostrato da questo esemplare di cingoletta "Windsor" MkII (Ford C49WC), adibita al trasporto dei serventi ai pezzi di artiglieria dell'esercito britannico

 

 

 

 

 

L' idea di una cingoletta da ricognizione e trasporto, simile all' UCV britannico (alias Ford CO1UC), venne sviluppata dall' Ansaldo già a partire dal 1938, con la creazione di un prototipo a cielo scoperto, su meccanica del carro d'assalto modello "36" (progenitore dell' L/6), capace di trasportare fino a sette uomini, munizioni e parti di ricambio, o trainare pezzi d'artiglieria, ma, a dir la verità, le nostre autorità militari non cercarono mai di rispondere seriamente al problema della meccanizzazione dei nostri reparti di fanteria, in particolare mediante mezzi cingolati. Questa scelta, in parte anche dettata dalla scarsità di risorse a disposizione, influì inevitabilmente sulla capacità di spostamento delle nostre unità di fanteria, puntualmente destinate, in caso di ritirata, ad essere inesorabilmente lasciate in balia delle avanguardie nemiche. La "rotta" in Africa settentrionale, dopo la battaglia di El Alamein, con le decine di migliaia di soldati italiani lasciati, a piedi, al loro destino, ne sono un esempio lampante.

 

Il progetto dell "Universal Carrier" italiano, incominciò a prendere corpo definitivamente proprio subito dopo i primi rovesci in terra africana (1940/41), teatro questo dove l'UCV inglese dimostrò appieno tutta la propria versatilità ed utilità come mezzo di trasporto, supporto, ricognizione e soccorso. Basti pensare che, a dimostrarne la duttilità, dal modello base della cingoletta (prodotta dalla Ford canadese in quasi 40.000 esemplari) vennero derivate la C21UCG, dotata di cannone cacciacarri da 40 mm., e addirittura, la C21UCM, con mortaio da 76,2 .

 

Per la realizzazione di questo cingolato leggero l'ingegner Rosini dell' Ansaldo partì dalla struttura meccanica del carro L/6, motorizzato da un propulsore AB/40 a benzina da circa 85 cavalli. Battezzata CVP/5, la "camionetta" venne presentata nei primi mesi del '42 ma, seppur adottata dal nostro esercito, non entrò mai in produzione per i rovesci africani di fine anno. I disastrosi eventi dell'anno successivo bloccarono poi anche il secondo progetto in fase di realizzazione: una cingoletta leggera da ricognizione e trasporto, dai costi di più contenuti, denominata CVP/4 ed estremamente simile al modello Ford.

 

La CVP/5 nella sua versione definitiva avrebbe dovuto avere una lunghezza di circa 3,85 m. per 1,85 di larghezza e circa un metro e mezzo di altezza, una corazzatura da 15 mm. (con rinforzi frontali fino a 30 mm.), un armamento composto da una mitragliatrice da 13,2 di derivazione navale (la stessa montata sui carri comando M/41 e M/42) e un Breda da 8 mm. smontabile per il tiro antiaereo e di ritirata. L'equipaggio standard era di quattro uomini.

 

Anche in questo caso però ci si svegliò troppo tardi e quando finalmente si riuscì a realizzare un mezzo competitivo non si ebbe modo di provarlo sul campo per l'ormai irreversibile disfatta delle nostre forze armate.