Un Panzer III Ausf. N con le insegne del Gruppo Carri "Leonessa", inquadrato nella 1a Divisione CC.NN. "M".

L'episodio della Divisione "M" e del suo Gruppo Corazzato "Leonessa" merita di essere analizzato in questa sezione perchè rappresenta l'unico esempio di grande unità del Regio Esercito equipaggiato con mezzi corazzati e di artiglieria di produzione tedesca. Forse diede l'idea di quello che sarebbe potuto accadere prima ma non accadde mai, soprattutto per le miopi esigenze produttive e di monopolio della nostra industria bellica che non volle mai sottostare alla produzione di mezzi su licenza degli alleati tedeschi. La guerra l'Italia probabilmente l'avrebbe persa comunque, anche con i panzer al posto delle nostre "scatole di sardine" poiché, purtroppo, erano ben altre le nostre carenze, prima fra tutte quella di materie prime, essenziali alla costruzione di grandi quantitativi di mezzi, ma sicuramente ciò avrebbe permesso ai nostri soldati di combattere, almeno qualitativamente, alla pari dei loro avversari.

Ripercorrendo i fatti che portarono a questo singolare ed effimero esperimento è necessario risalire fino ai mesi che seguirono la disfatta in Tunisia. Nella primavera del '43 infatti la situazione nel nostro Paese era tale che lo stesso Hitler, preoccupato per lincolumità del suo amico ed alleato Mussolini pensò di dare un aiuto concreto inviando in Italia il necessario per la formazione di un eccellente gruppo corazzato (il termine originario di "divisione" può sembrare difatti eccessivo, visto la limitata quantità di mezzi a disposizione per tale finalità).

Il 23 aprile 1943 venne così creta la 1a Divisione Camicie Nere "M", forte di circa 5800 uomini ed organizzata su:

Un gruppo Carri "Leonessa".

Un raggruppamento di artiglieria "Valle Scrivia".

Un reparto misto genio.

Un battaglione guastatori.

Due gruppi btg. CC.NN. (Montebello e Tagliamento), equivalenti ad un reggimento di fanteria.

Una centuria di motociclisti.

Nuclei sussistenza e sanità.

 

La struttura, con quartier generale nella zona di Chiusi (SI), e dopo una prima fase di selezione ed istruzione (tutto il personale era formato da veterani della M.V.S.N. reduci dai vari fronti), venne completata dall'arrivo dei mezzi e dei pezzi di artiglieria che, giunti nel maggio '43, andarono ad equipaggiare il Gruppo Carri "Leonessa", unità di punta della neonata 1a Divisione Camicie Nere "M" e il gruppo di artiglieria "Valle Scrivia" (dotato di 24 cannoni Flack 37 da 88 mm).

 

Le tre compagnie carri erano equipaggiate nell'ordine da:

 

1a compagnia:

12 carri armati Panzer Kpfw IV Ausf. H

con cannone da 7,5 cm L/48

 

2a compagnia:

12 carri armati Panzer Kpfw III Ausf. N

con cannone da 7,5 cm L/24

 

3a compagnia:

12 carri semoventi StuG III Ausf. G

con cannone da 7,5 cm L/48

 

Per completare il quadro della divisione si devono infine aggiungere:

20 cannoni 47/32, 36 mortai da 45 mm, 16 da 81 mm, circa 280 armi automatiche pesanti (mitragliatrici, fucili mitragliatori, ecc...), 24 lanciafiamme, 510 veicoli da trasporto, 30 autovetture, 261 motociclette, 24 trattori, 6 rimorchi, 3 autofficine.

Contrariamente a quanto si possa credere i tedeschi fornirono all'Italia quanto di meglio avevavo in fatto di mezzi corazzati. Se si esclude infatti il Tiger, che non era però inquadrato nelle divisioni corazzate, il Panzer IV, con il suo cannone da 7,5 L/48, era in quel momento il miglior carro armato delle esercito di Hitler, surclassato solo successivamente dal Panther (a quei tempi ancora in fase di collaudo periodo). Analogamente, sia il Panzer III/N che lo StuG III/G rappresentavano le ultime versioni di questi collaudatissimi mezzi corazzati che costituivano il nerbo di tutte le unità corazzate tedesche.

 

 

 

 

 

La Divisione "M" continuò la fase di addestramento per tutto il mese di giugno poi, il 10 luglio del '43 ricevette l'ordine di trasferirsi nei pressi di Roma per assolvere a quei compiti di protezione per cui era stata ideata. Quelli però erano momenti tutt'altro che sereni per la capitale, a soli 15 giorni dall'O.d.G. Grandi che di fatto segnerà la caduta del fascismo in Italia, e così, per evitare ulteriori minacce in vista degli eventi che stavano maturando, il generale Ambrosio pensò bene di fiaccare le potenzialità di questo reparto corazzato, proprio per sua natura vicino a Mussolini, decidendone lo smembramento in più gruppi da inviare in Puglia a protezione degli aeroporti nella zona di Lecce. Il 21 luglio la Divisione "M" passò sotto diretto comando del Regio Esercito e infine, il 31 dello stesso mese, venne ribattezzata 136a Divisione Legionaria Corazzata Centauro. L'unità rimase di fatto estranea al conflitto e, dopo l'8 settembre, i mezzi vennero riconsegnati ai tedeschi che li riutilizzarono in seno alla Divisione Göring. Anche se il tentativo di ricostituire la Divisione come unità dell'esrcito repubblicano, fallì per l'impossibilità di reperire i mezzi necessari si deve dire invece che il Gruppo Corazzato "Leonessa" venne immediatamente riorganizzato, con quei pochi carri scampati alle confische tedesche, il 21 settembre '43 ed inserito a partire da ottobre come unità corazzata della G.N.R. . Il "Leonessa" depose le armi il 5 maggio 1945 e di fatto può essere ricordato come l'ultimo reparto carrista italiano della II Guerra Mondiale.