Spaccato di un M/15-42 con cannone da 47/40 in torretta

 

 

 

 

 

Il Panzer III Ausf H

L’M/14-41 rappresentò lo sviluppo immediato dell’M/13 e vide un potenziamento del motore (che passò a 145 CV) ed altre piccole migliorie meccaniche. Il risultato che ne derivò però non fu apprezzabile. Il carro poteva considerarsi già superato in partenza e infatti il paragone con i Panzer tedeschi, da poco inviati in territorio africano fu a dir poco umiliante.

Il Panzer III/H, ad esempio (per restare a modelli “alla portata” del nostro carro medio),  era dotato di un brillante Maybach V12 da 300 CV capace di spostare le sue 21,6 tonnellate alla velocità su strada di 40 Km/h e soprattutto era armato con un micidiale cannone da 50/42 semplicemente improponibile contro le nostre corazzature.

Una delle pecche dei nostri carri medi era rappresentato dall'armamento, sostanzialmente inadeguato. Infatti, anche se il pezzo da 47/32 poteva essere valutato positivamente come arma per il supporto della fanteria, soprattutto per precisione e facilità di approntamento, una volta montato sui carri "M" perdeva gran parte della sua efficacia, per la bassa velocità iniziale, e soprattutto per le scadenti qualità perforanti del proietto, non adatto alle specifiche che s'imponevano ad uno scontro tra artiglierie corazzate. Fu così che l' Ansaldo tento di correre ai ripari proponendo un nuovo tipo di cannone da 47 mm della lunghezza di 40 calibri, abbinato ad un nuovo tipo di proietto perforante studiato ad hoc, ma la lentezza dei collaudi portarono l'entrata in produzione di questo nuovo complesso quando ormai l'Africa era definitivamente perduta e le sorti del conflitto, per l'Italia, irrimediabilmente segnate. L'M/15-42 infatti, armato con il nuovo 47/40, entrò in servizio solo nei primi mesi del '43.

La conseguenza di questo complessivo fallimento (di cui, bene o male, si erano accorti tutti) portò però alla realizzazione di un mezzo "alternativo" che alla fine risultò essere il più temuto carro italiano della II Guerra Mondiale: il semovente M/40 (e poi M/41) da 75-18. Costruito privando un normale carro M di torretta ed inserendo nello scafo, opportunamente modificato, un cannone da 75/18 (un obice per l'esattezza, essendo inferiore a 22 calibri), il semovente fu l'unico nostro mezzo corazzato in grado di minacciare seriamente gli inglesi, che poterono apprezzarne, loro malgrado, la facile occultabilità, l'ottimo potenziale distruttivo e la discreta velocità. Insomma il meglio che la serie "M" riuscì proporre fino all' 8 settembre.