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Approfondimenti: origini e scopi della globalizzazione


Economia Globale
Il contrasto tra le specifiche modalità evolutive della nostra specie e quelle complessive della biosfera è venuto avanti, come sappiamo, parallelamente alla storia delle civiltà umane: fino all’accelerazione impressa dalla civiltà industriale al degrado fisico planetario. Tanto che la seconda metà di questo secolo ha visto profilarsi la minaccia della "saturazione", dell’incapacità della Terra di sopportare ancora senza deterioramenti irreversibili gli aumenti di numero e di consumi di noi esseri umani. L’estensione al mondo intero, dopo la caduta del Muro, di un Sistema Economico Globale fondato sulla totale libertà di movimenti e comportamenti di capitali e di imprese ha impresso al degrado un’accelerazione ulteriore: col moltiplicarsi dei consumi di risorse, dei guasti e degli inquinamenti – sotto i colpi di una corsa sfrenata al profitto – ad opera di soggetti deresponsabilizzati - nei confronti dei governi e dei popoli, sempre più insensibili ai valori civili ovvero ai diritti umani e alle istanze sociali.
Soggetti che dispongono perdipiù di sempre nuove tecnologie portatrici di alterazioni ambientali, sanitarie e sociali sempre meno controllabili. Al punto che – contrariamente alle speranze di ieri – gran parte dell’umanità non si aspetta più miglioramenti per la propria esistenza.

La situazione
Il nuovo ordine mondiale si rivela tutt’altro che portatore di miglioramenti della condizione umana nel suo complesso. Lo dimostrano insieme i danni all’ambiente sempre più gravi (effetto serra, desertificazione, inquinamenti della biosfera, ecc.) e la dilatazione continua delle aree di povertà e di emarginazione. Si conferma e si rafforza quindi la negatività di uno sviluppo fondato sulla crescita quantitativa, (ancorché rallentata dai limiti fisici) che produce effetto serra e povertà. Appare sempre più manifesta, dietro i processi dell’economia globale, la presenza egemonica USA a tutto campo: dai protezionisti vecchio-stile (la "guerra delle banane") all’imposizione al mondo dei brevetti transgenici, all’uso ormai sistematico degli strumenti di guerra a sostegno della supremazia economica. La guerra è divenuta strumento ordinario di gestione della potenza imperiale USA sugli scacchieri mondiali e delle sue contraddizioni, senza riguarda per gli effetti umanamente e ambientalmente tragici e inaccettabili. Non c’è nessun sollievo per le "aree povere", i cui abitanti vedono addirittura tornare ad abbreviarsi le speranze di vita, mentre la pressione demografica e la povertà spingono all’emigrazione verso le "aree forti" del mondo. Dove più che accoglienza li aspettano, come sappiamo, lo sfruttamento o l’espulsione. Così l’insicurezza sta diventando, per parti sempre maggiori degli uomini e delle donne del nostro tempo, la normale condizione di vita.
Le istituzioni della democrazia contano sempre meno. L’americanizzazione imposta porta a sostituirne i loro poteri con quelli di strutture tecnocratiche (FMI, WTO, Banca Mondiale) espressione diretta dei potentati economici. Anche le esperienze di governo delle sinistre moderate e verdi in Europa subiscono la "curvatura liberista": anzi la assumono come connotato di modernità, rinunciando perciò a perseguire le priorità sociali e ambientali. Cade così anche la speranza di far prevalere in qualche misura le esigenze dell’ambiente sulle logiche di mercato. Anzi accade il contrario. È il mercato che ingloba l’ambiente: dalla "brevettabilità genetica" alla compravendita delle quote di inquinamento, alla mercificazione delle risorse naturali primarie (acqua, energia, suolo) Le privatizzazioni sono uno degli strumenti di questo processo mercificatore.
Ma l’aspetto forse più inquietante sta nella passività coatta a cui sono condannate le grandi moltitudini umane per la cappa di piombo imposta dal "pensiero unico" alle capacità di reazione e alle volontà di riscatto. Il bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale spinge ad un confronto organizzativo delle società locali e delle relazioni internazionali. Il progetto che si tenta di far apparire come globale, espressione della razionalità pura, è quello del liberismo economico; obiettivo strategico perseguito soprattutto dalla potenza dominante della fine millennio, gli USA.
La Mondializzazione Liberista Economica e la volontà di Egemonia Americana sono stret- tamente legate. La Mondializzazione è solo un altro modo per indicare il dominio degli Stati Uniti.
La gestione economica mondiale viene ridotta al solo NEO-LIBERISMO, ovvero alla DEREGULATION dei mercati. E' bene osservare che il termine DEREGULATION è improprio, in quanto non può esistere un mercato deregolamentato, piuttosto bisogna chiedersi chi è che regola il mercato, in che modo e al servizio di quali interessi sociali.

Si può avere una regolamentazione:
- democratica e trasparente effettuata da un sistema sociale, prodotto dal compromesso di interessi di classe che si riconoscono comunque differenti; o da un sistema politico, indotto da un accordo di sviluppo economico tra stati
- clandestina e inconfessabile come tale concepita in maniera unilaterale dal capitale, al secolo le transnazionali.

Quest'ultima è la sintesi del WTO (Organizzazione Mondiale per il Commercio), non già una deregolamentazione ma la regolamentazione (REGULATION) di un governo dalle dimensioni puramente economico e unilaterale. Un principio antidemocratico riconducibile solo ad una gestione mafiosa dell'economia. Per intenderci, buone strutture organizzative e pene severe per chi infrange le regole, ma nessuna democrazia sia nella costruzione delle strutture ("legge del più sanguinario") che nella stesura delle regole. Risulta chiaro che un tale sistema politico non può esistere se non è supportato da sistemi politici e forze militari. In questo quadro si impone una falsa egemonia occidentale e una ben più chiara monarchia statunitense: la NATO. L'imposizione militare che da cinquantanni sottomette il blocco occidentale alla politica USA è solo un'alleanza militare eppure viene puntualmente sfruttata per ribadire, semmai ve ne fosse il bisogno, chi è il padrone e chi sono gli schiavi. Gli Stati Uniti ordinano e l'Europa esegue con l'evidente risultato di avere protettorati in tutti i continenti i primi, briciole e illusione di potere gli altri. In questo modo è impossibile una qualsivoglia autonomia della nascente Europa.