Circolo di Rifondazione Comunista di Palata (Cb)
  NO - GLOBAL
Seattle
Praga
Ventimiglia
Napoli
G8 a Genova
--Le foto di Genova
--Molise Social Forum
--La cronaca
--Testimonianze
--Federazione giornalisti
--Il Vertice dei "grandi"
--Per la democrazia!
--Col G8 non ci stò!
--Perchè diciamo NO!
--In treno a Genova
Approfondimenti
NO - GLOBAL
Le testimonianze

....[ la rete Lilliput ]

La democrazia di Berlusconi toccata con mano Quelle che seguono sono alcune considerazioni e una breve cronaca di una parte del corteo dello spezzone della Rete di Lilliput Trentino basate su quanto gli occhi hanno potuto vedere, e il corpo toccare.

Innanzitutto due parole sul cosidetto 'black bloc', nome mediatico così simile a uno snack e, come gli snack, non sai mai quello che contiene: groppucoli di chasseurs D.O.C., ma, secondo molte testimonianze, ci dicono anche filmate, veri e propri infiltrati al servizio delle forze dell'ordine, con l'ovvio scopo di dividere i manifestanti, creare incidenti allo scopo di giustificare una brutale repressione poliziesca su tutto il corteo (come è accaduto), screditare il movimento globale fatto di centinaia di migliaia di persone venuto a Genova per manifestare contro una politica economica, in gran parte USA, che nel mondo provoca milioni di vittime e disastri ecologici. Ed in effetti alcuni tic di questi disfattivisti rivelavano per lo meno qualcosa di strano: a cominciare dal look mediatico così troppo preciso e omologato a un luogo comune: berrettino similana nero, fazzoletto tipo bandana che da metà naso scendeva fino alla gola, camicia o maglioncino rigorosamente nero, un po' di libertà lasciata ai pantaloni, scarpe o tipo anfibio o agili nikers, tra le quali perfino qualche paio di Nike. In mano, come da copione, bastoni, assi di legno. Un rigoroso cliché estetico che prendeva poi forma nell'infrangimento di auto e qualche vetrina di banca, come se i crimini di queste (speculazione sulle spalle dei paesi più poveri, amplissimi finanziamenti al mercato delle armi, eccetera) si potessero annientare distruggendo loro un vetro uno sportello bankomat, tutte cose tra l'altro coperte dalle assicurazioni che queste banche sicuramente avranno. Ma anche dando per buona la genuinità di questi folkloristici personaggi, nulla giustifica la violenza delle forze dell'ordine su TUTTI i manifestanti, dai più pacifici dei pacifisti agli autonomi, agli anarchici, passando per partiti politici, i sindacati, i lavoratori curdi, greci, i gruppi tematici italiani e stranieri, e tutte le centinaia di realtà diverse che animavano il corteo. E così, non si possono che pensare due cose: o le forze dell'ordine erano impreparate, inesperte, emotivamente fragili, disordinate e scoordinate, o, cosa più probabile, hanno seguito un preciso progetto politico all' (illusorio) scopo di fermare un movimento globale sempre più numeroso, motivato, forte, appoggiato nelle critiche e nelle proposte da gran parte dell'opinione pubblica. Ed è così che si possono spiegare le due situazioni di cui siamo stati testimoni fisici. La prima c'è stata quando il lunghissimo corteo stava percorrendo il lungomare. In testa al corteo si vedevano fumi di cassonetti bruciati e molti lacrimogeni che disegnavano in cielo linee curve di fumo, per poi ricadere sui manifestanti in prima linea. Il corteo si ferma, aspetta che gli scontri finiscano prima di ripartire. Qualche passo in avanti, poi molti indietro perché i lacrimogeni sparati dalle forze del (dis) ordine sembrano avvicinarsi. Si indietreggia lentamente, per evitare la calca, perché la situazione sembra governabile: nelle prime linee ci sono scontri, la polizia vuol far desistere i facinorosi coi lacrimogeni, basta indietreggiare un po', aspettando che i tafferugli finiscano. Del resto il corteo, decine, centinaia di migliaia di persone, era lontano da queste zone di crisi, sul lungomare, incolonnato. Il nostro spezzone era circa a metà di questo corteo, in un blocco compatto di trentini. Improvvisamente i lacrimogeni sparati sembrano avvicinarsi, si avverte il loro odore, la loro presenza, e s'indietreggia in modo più rapido, finché la situazione degenera in una calca generale, provocata dalle forze dell'ordine che continuavano a lanciare i candelotti sul pacifico corteo che stava indietreggiando per allontanarsi. E' il chaos, la fiumana di persone rende vano ogni tentativo di spostamento incontrollato, i lacrimogeni cadono dal cielo sempre più numerosi, sempre più vicini, indietro, avanti, in mezzo a noi. La pelle brucia, gli occhi bruciano, il fumo blocca il respiro, qualcuno cade a terra, non si sa che fare, dove andare. Una decina di minuti d'inferno. Usciti non so come da quel chaos , siamo rimasti in due, in attesa della prossima sventura nella terra di Colombo. E l'uovo della violenza premeditata delle forze dell'ordine arriva poco dopo, quando parte del gruppo si era ritrovata e attraverso una piccola stradina tremendamente in salita, tipica del paesaggio urbano di Genova, stava cercando di raggiungere gli altri compagni attraverso una via apparentemente sicura. Giunti in cima alla salita, vediamo arrivare correndo un paio di giovani con caschetto in mano che gridano "Sparano! Sparano!" dopo qualche indecisione, iniziamo a correre, ma dopo qualche istante arrivano a pericolosa velocità due camionette della polizia che inchiodano davanti a noi. Da esse balzano fuori un gruppo di Rambo armati e imbottiti d'ogni genere di protezione che ci fanno inginocchiare. Uno di loro grida (ogni cosa che dicevano era un grido animalesco, invasato) in una sorta di romanesco "Adesso vi facciamo vede' quanto siamo fascisti!". Molti di noi gridano "Ma siamo pacifisti, non potete prendervela con noi", o cose inutilmente simili. "Ma che pacifisti di merda!" è una delle risposte, ci accusano di aver distrutto la città, ci gridano che il compagno morto il giorno precedente l'avevamo ucciso noi. La loro maschia cavalleria risparmia per fortuna le donne, dalle quali ci fanno separare, anche se uno di loro stava iniziando a porgere fiori manganellanti al gentilsesso. "No, le donne NO!", lo ferma il meno peggio del gruppo. Il che ci fa capire che per noi estremisti violenti di Lilliput la sorte era segnata. A turno ci manganellano ordinatamente sulle braccia, qualche democratico calcio con gli anfibi sulle costole, giustizievoli colpi col parabraccio. Qualche ragazza piange, ma per chi si gira la manganellante democrazia è più solida. Le bandiere multicolori con la scritta "PACE", sullo sfondo, sembrano guardarci grottescamente. Ci perquisiscono gli zaini, chiedono i documenti ma poi neanche li guardano. Intanto arriva un altro gruppo inseguito da un'altra camionetta. Questi, ahimè, erano per giunta stranieri, e subiscono sorta ben peggiore della nostra, perché tentano di scappare. Li buttano sul muro, facce sbattute sul cemento calci che non si contano. A uno di loro viene trovata una maschera antigas (ce l'avessimo avuta anche noi, quando i lacrimogeni piovevano in mezzo al corteo!), i calci lo colpiscono in faccia, il manganello sembra un battipanni sui capi che a Genova non si potevano stendere. Un ragazzo reo di avere i capelli rasta viene sollevato per i capelli e preso a calci da tre di questi robocop statali, al grido di "Questo è da parte di Genova". Un altro viene trovato con un oggetto atto ad offendere, ovvero una maglietta di Che Guevara: "Hai la maglietta del Che, eh?" e giù altre prove di democrazia e di controllo della situazione. Ringrazio l'ignoranza di questi bambocci che non si sono accorti che la mia maglietta, in inglese, era contro McDonald's. E così, sotto la minaccia di un'altra carica, e forse grazie alle grida di alcuni abitanti ("Bastardi picchiatori!", simili) accorsi al balcone, ci lasciano fuggire. E chissà quante situazioni simili o peggiori in giro per la città, pensiamo. Al di là delle manganellate d'occorrenza, la cosa che più ci ha lasciato stupefatti, era l'odio che portavano dentro, la rabbia, gli occhi fuori dalle orbite con le pupille ristrette, in una situazione non certo di guerriglia urbana. Ci piacerebbe sapere qual è il training di questi personaggi così simili a cocainomani, a buttafuori di discoteca imbottiti di anfetamine. Ci piacerebbe sapere come lo stato, le forze dell'ordine, li addestrano, li istigano a simili stati alterati di coscienza. Speriamo che qualcuno, da qualche parte, abbia documentato queste gratuite violenze. Ad alcuni di noi, pur non avendo fatto fotografie, è stata presa la macchina fotografica, tolto il rullino, gettato via l'apparecchio. Ma cosa rimane, dopo aver fatto questo rendez-vous con la democrazia del governo Berlusconi fatta di lacrimogeni e manganellate? Da una parte amarezza, perché sia che si sia trattato d'imprudenza, esaltazione, impreparazione, che di astuta e vigliacca premeditazione, si tratta comunque di una sconfitta per la democrazia. D'altra parte, la certezza che non sarà qualche livido color mare o un po' di bruciore agli occhi a cambiarci la testa. La manifestazione di Genova ci ha fatto capire due cose: che siamo in tanti e che da parte degli stati non c'è volontà di dialogo, al di là di un nauseante buonismo di facciata fatto di vuote parole o sterili discorsi sui poveri. I lacrimogeni disperdono un corteo, ma le idee e la determinazione sono sempre al loro posto. I morti e gli sfruttati nel sud del mondo, la distruzione di natura e cultura sono sempre in atto, e vivono nei sorrisi inebetiti degli "otto grandi" inebriati dai flash e dei grandi , e unici, interessi economici che difendono. A loro la triste constatazione che per tutti noi (tranne ovviamente che per i finti black bloc visti dare ordini alle forze del (dis)ordine ) il controvertice non era che un appuntamento. Il nostro terreno, imbattibile, è l'azione quotidiana. Ad essa brindiamo.




....[ conferenza stampa del responsabile servizio sanitario ]

dall'attacco effettuato dalle forze dell'ordine alla scuola Sandro Pertini nella notte tra il 21 e il 22 luglio a cui i sanitari del GSF hanno assistito quali impotenti testimoni Eravamo all'interno della scuola per preparare i comunicati stampa da presentare durante la conferenza prevista per domenica 22 luglio alle ore 15 La situazione era perfettamente calma
E' arrivata una squadra molto numerosa di poliziotti in assetto antisommossa, a piedi, seguita dalle camionette
Gli agenti hanno cominciato a picchiare selvaggiamente tutte le persone che si trovavano in quel momento di fronte agli edifici scolastici
Eravamo alle finestre paralizzati dall'orrore
Gli agenti hanno sfondato i cancelli dell'edificio e sono penetrati all'interno della scuola dove erano stati accolti per la notte i manifestanti che non avevano trovato altro ricovero
A quel punto, essendo bloccati nell'edificio di fronte non potevamo che sentire le urla fortissime e le invocazioni che provenivano dall'interno
Contemporaneamente gli agenti sono penetrati anche nel nostro edificio che ospita la sala medica, il centro consulenze legali e l'ufficio stampa del GSF
Eravamo nella sala medica, ci hanno chiesto i documenti e trattenuto all'interno della sala per circa un'ora
Quando hanno lasciato l'edificio, restituendoci i documenti, abbiamo constatato che avevano distrutto tutti i computer dell'ufficio legale ed era stato trattenuto e portato via il coordinatore del pronto intervento legale
Nel frattempo cominciavano ad affluire le ambulanze chiamate per soccorrere i feriti
L'afflusso delle ambulanze e' proseguito per ore
Tutti gli occupanti dell'edificio adibito all'accoglienza sono stati portati in ospedale o trattenuti dalle forze dell'ordine
Non e' stato possibile avvicinare nessuna delle vittime
Nessuno, parlamentari, avvocati, sanitari, che nel frattempo erano accorsi, ha potuto intervenire
Quando le forze dell'ordine si sono allontanate siamo entrati enll'edificio ormai deserto
Ci si e' presentata una scena agghiacciante
L'ingresso e le sale superiori erano completamente distrutte Il pavimento e i muri erano coperti di sangue Ci aggiravamo per l'edificio in uno stato di costernazione scivolando nelle pozze di sangue fresco
Quella sera noi stavamo scrivendo [...]
Abbiamo raccolto un numero elevato di episodi ai quali abbiamo assistito
Il dottor Massimo [...] presentera' un piccolo elenco
Gli episodi di violenza ingiustificata avvenuti nei confronti dei manifestanti potrebbero essere numerosi e [...] da raccontare
Ma oggi crediamo che la gravita' del blitz poliziesco avvenuto ieri notte, che mette seriamente in discussione lo stato di diritto e ci trasporta in un clima di paura e di illegalita', superi ogni altra considerazione Grazie
-------
Non vi raccontero' tanti casi ne' vi raccontero' dei casi particolarmente cruenti
Abbiamo fatto non meno di 500 interventi in questi giorni, eravamo non meno di 150, piu' della meta' medici, preparati da due settimane ad affrontare le manifestazioni che certo potevano essere problematiche ma nessuno di noi si aspettava una cosa di questo genere
Cosi' anche il buon proposito di riuscire a documentare caso per caso e' naufragato nell'emergenza di questi giorni
Per cui i due casi che vi racconto sono sostanzialmente una media normalita' di quello che e' successo in questi giorni
Il primo in via Tolemaide mentre il corteo delle tute bianche stava lentamente risalendo verso [...] un paio di ragazze si fermano a chiacchierare, tra l'altro parlavano [...] per cui potete immaginare il livello di pericolosita' sociale di queste persone
Quando si sono rese conto che la polizia stava avanzando, una ragazza e' andata avanti e l'altra si e' fermata forse ingenuamente, e' stata raggiunta dai poliziotti, e' stata pestata da quattro persone, scaraventata per terra, pestata ancora per terra, presa a calci in pancia
la ragazza si e' rialzata, e' una ragazza giovane, ha cominciato a correre, e' stata inseguita da quattro persone, e' stata raggiunta, ributtata per terra, ripestata di nuovo
Noi l'abbiamo raccolta qualche metro piu' in su in una crisi isterica, in uno stato evidente di shock, urlava, non si faceva toccare, questa ragazza ha avuto 14 punti in testa uno molto profondo, [...] arrivavano all'osso, non vi dico in che stato era le braccia la schiena e le gambe
Il secondo episodio, il giorno dopo, e' agghiacciante nella sua banalita' e nella sua [...]
Ecco questi due casi sono due casi documentati, li abbiamo scelti anche perche' siamo in grado di documentarli fino in fondo
Via Corridoni, dietro la casa dello studente, tre ragazze anche loro ingenue, mah forse una categoria [...], semplicemente sedute su un muretto
a un certo punto [...] la polizia arriva da un lato e dell'altro rimangono ferme, non sanno cosa fare e, parole loro, vengono prese e scaraventate giu' dal muretto
volano per tre metri, tutte e tre in stato di shock, una ha una frattura multipla ricoverata al San Martino, e' stata operata questa notte
Inserisco una nota, che e' stata la costante di questi giorni
Un uomo, che era nel cortile in cui sono precipitate queste ragazze, ha aperto la porta, in mezzo ai lacrimogeni ha preso queste ragazze una per una e le ha portate dentro, ha chiuso, si e' barricato dentro e solo a quel punto la polizia se ne e' andata
Ecco vorrei segnalare, in molti casi, vorrei segnalare una o due cose, vogliono rappresentare, vi danno un'idea delle condizioni in cui abbiamo lavorato in questi giorni
Due cose
Il primo era un'omaggio a quei due medici e a quell'infermiere a cui e' stata spaccata la testa mentre stavano curando una persona [...]
Il secondo e' importante perche' riguarda uno di questi pulmini che giravano [...] bene noi avevamo pagato e affittato un'ambulanza, di quelle vere, avevamo un pulmino gentilmente messo a disposizione dalla Lila, un'unita' di strada, e avevamo un piccolo furgone con delle croci rosse enormi, in modo che nessuno avesse dubbi sulla funzione
bene, questi tre mezzi giravano, facevano una sorta di secondo livello, raccoglievano i feriti, ed eventualmente li portavano, li curavano meglio in una situazione piu' tranquilla ed eventualmente li portavano in altri posti
ecco il furgone, nonostante che per scelta nostra, ci siamo piu' volte presentati alla polizia, nonostante che siamo stati fermati, nell'ultima giornata, ieri, ripetutamente dalla polizia, per verificare che dentro al furgone non c'era niente di sospetto, che c'erano sanitari, c'era materiale sanitario
bene nella gironata di ieri questo furgone ha subito questa cosa
un poliziotto ha spaccato, da un metro di distanza, col manganello, il vetro del furgone e gli ha sparato un lacrimogeno dentro
questa e' stata la normalita' di questi giorni
Ecco io vi chiedo un finale in positivo, se possibile desidererei un grande lungo applauso, non a noi, ma a quelle persone, quei sanitari, che negli ospedali hanno tirato via dalla polizia i manifestanti, alle croci rosse che hanno nascosto i manifestanti.