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Ora tocca ai sindacati e ai lavoratori
di Alfio Nicotra

Il popolo di Seattle e' arrivato fin sulle sponde della Moldava a stringere d'assedio le due istituzioni cardini della globalizzazione. I funzionari della Banca Mondiale e del Fondo Monetario guardano perplessi dalle grandi vetrate dell'ex palazzo della cultura l'andirivieni di poliziotti e blindati. Il rumore della contestazione penetra le stanze ovattate, ritorna nei brusii dei colletti inamidati, fa stizzire qualche burocrate per il ritardo alla cena di gala o all'opera. Qualcosa si e' rotto se questa Praga ingrata, sottratta dalle fauci del socialismo reale, oggi si serra intorno al tempio dei "liberatori". Che non si tratti di un'abbraccio benevolo e' chiaro a tutti: i fasti del capitalismo come fine piu' alto della storia umana sembrano lontani. A tal punto che anche James Wolfensohn, che della Banca Mondiale e' presidente, e' costretto ad ammettere che quelli li fuori hanno piu' di una ragione. BM e FMI sono anche fisicamente un fortino assediato. I carri armati sul Nusselky Most sembrano una vendetta della storia. Il grande viadotto che collega due quartieri della capitale boema era stato "collaudato" dai cingolati sovietici che misero a tacere la primavera di Praga. Oggi, impedendo ai manifestanti di avvicinarsi alla sede del summit, danno una idea anche visiva di un potere non piu' legittimato da un consenso acritico ma costretto a mostrare i muscoli. La mobilitazione di questi giorni-pur palesando limiti che non esiteremo ad indagare nei prossimi giorni- ha avuto il pregio di unire percorsi diversi dando una visibilita' europea al fronte antineoliberista. Ognuna di queste "anime" ha cercato di rappresentare quella umanita' esclusa dai grandi giochi dell' economia globalizzata. Per quanto il governatore Fazio inviti i poveri a pazientare e richiede tempo per le sue ricette, questo popolo variegato ricorda a lui ed ai suoi colleghi banchieri che non c' e' piu' tempo. Che la pazienza di chi ogni giorno crepa di fame e di malattie curabili non e' un pregio ma una coercizione imposta dal dominio assoluto del mercato. In ogni minuto si consumano migliaia di ingiustizie semplicemente in nome dell'aurea legge del profitto. Questo non e' ne' progresso ne' liberta' ma il piu' efferato dei delitti. Questa coscienza morale del movimento e' importante ma non sufficiente. Specialmente in Europa il popolo di Seattle ha necessita' di ingrossare le proprie file di tutti quei soggetti che possono esprimere idee, valori e lotte alternative all'ipermercato globale. IL mondo sindacale e dei lavoratori in primo luogo. Occorre scuoterlo dal torpore in cui e' stato cacciato da politiche concertative ed imbrigliate nel tetto delle compatibilita' padronali. Nizza e' il nuovo appuntamento che abbiamo davanti. Se al fianco dei centri sociali, ambientalisti, Ong, pacifisti non riusciremo a portare anche settori significativi di movimento operaio "l'assedio" ai moderni padroni del vapore finira' per allentarsi. E' un salto di qualita' di cui abbiamo assolutamente bisogno. Un impegno inderogabile che riguarda anche il nostro partito, che pur ha dato forze ed idee per il successo di Praga. La globalizzazione della resistenza e della lotta infatti e' solo ai primi vagiti. Nella capacita' di ampliarla e farla diventare quotidianeta' del nostro agire politico si gioca una gran parte della scomessa della rifondazione.