IL GALLETTO PORTENTOSO

( Ion Crenga’ )

Fiaba romena raccontata da
Nadia Neagu

 

Un vecchio e una vecchia vivevano in due casette, l’una di fronte all’altra; potevano essere buoni vicini, invece no: la vecchia era così bisbetica che non avrebbe fatto amicizia neppure con un angelo. La vecchia aveva una gallina che faceva due uova al giorno; il vecchio aveva un galletto che, di uova, naturalmente non ne faceva.

  • Dammi un uovo – disse un giorno il vecchio alla vecchia.
  • Non ci penso nemmeno- rispose lei. – Se vuoi mangiare le uova dì al tuo gallo che te le faccia.
  • Ma i galli non fanno uova!
  • Nemmeno la mia gallina voleva farle; ma io la picchio tutti i giorni e adesso lei le fa. Prova anche tu con il tuo gallo.

Il vecchio scosse la testa; ma, tornato a casa, volle provare; acchiappò e gli diede un sacco di botte. Appena fu libero, il galletto, tutto intontito, uscì dall’aia e si avviò per la strada. Dopo un po’ che zampettava, vide per terra una borsa con dentro due soldi, l’afferrò con il becco e riprese la via di casa pensando:<< Forse il mio padrone potrà comprarsi un paio di uova con questi due soldi>>.

Aveva fatto appena pochi passi , che passò di lì un signore in carrozza; e questo signore, vedendo il galletto con la borsa nel becco, ordinò al suo cocchiere;

  • Ferma! Và a prendermi immediatamente quella borsa!

Il cocchiere si fermò, prese la borsa, la consegnò al padrone che, visti i due soldi, se li mise in tasca e ordinò: - Via! A casa -La carrozza si mosse e il gallo dietro che gridava:

  • Chicchiricchì, chicchiricchì, i miei soldi ridammi qui!

Per un po’ il signore fece finta di non sentire, ma alla fine si spazientì ed ordinò al cocchiere :

  • Ferma! Prendi quel galletto e buttalo nel pozzo.

Il galletto, non sapendo nuotare, cominciò a bere l’acqua del pozzo e, bevi bevi, la bevve tutta; poi fece un salto, saltò sulla strada e, via di corsa, dietro alla carrozza, gridando:

  • Chicchiricchì, chicchiricchì, i miei soldi ridammi qui!

Il signore continuò a far finta di non sentire ma, appena arrivato a casa, chiamò la sua serva ed ordinò:

  • Prendi quel gallo e buttalo nel forno con le penne e tutto. La serva acchiappò il gallo e lo ficcò nel fornoe chiuse lo sportello.

Nel forno c’era un caldo da morire e il gallo, che non aveva alcuna voglia di finire arrosto, cominciò a sputare l’acqua che aveva bevuto; il forno si raffreddò e la pressione del vapore acqueo fece saltare via lo sportello. Appena uscito, il galletto riprese a gridare:

  • Chicchiricchì, chicchiricchì, i miei soldi ridammi qui!

Il signore infuriato, chiamò il suo mandriano e gli ordinò:

  • Prendi quel gallo e buttalo in mezzo alla mandria, e speriamo che una vacca lo calpesti o che un toro lo infilzi con le corna.

Il mandriano acchiappò il gallo e fece come gli aveva detto il padrone; ma il gallo, che ormai non aveva più paura di nulla, becca qua, becca là, si ingoiò tutte le bestie e ricominciò a gridare:

  • Chicchiricchì, chicchiricchì, i miei soldi ridammi qui!

Il signore, che pensava di essersi liberato del galletto, fece un salto sulla poltrona; chiamò il suo segretario e gli ordinò:

  • Prendi quel maledetto uccellaccio e ficcalo da qualche parte dove non lo senta più.

Il segretario acchiappò il gallo e lì per lì, non sapendo dove metterlo, lo infilò nella stanza dove il suo padrone teneva il tesoro; poi ci avrebbe pensato! Nella stanza c’era appena un finestrino dal quale passava un filo di luce che faceva scintillare una montagna di monete d’oro. Il galletto non fece complimenti, cominciò a beccare le monete e, ad una ad una, le ingoiò tutte; poi, siccome, tra vacche, tori e monete, era diventato grosso e forte, diede una spinta alla porta, l’aprì e tornò davanti alla casa.

  • Chicchiricchì, chicchiricchì, i miei soldi ridammi qui!

A questo punto ilsignore non ce la fece più a resistere, si affacciò alla finestra e buttò la borsa al gallo.

  • Prendi, ma vattene via bestiaccia!- gridò.

Ilgalletto afferrò la borsa con il becco e si avviò attraversando l’aia con aria imponente; allora tutti gli animali del cortile , vedendolo così bello e stanchi di un padrone così avaro, decisero di seguirlo. Così, quando il galletto giunse a casa si presentò al vecchio, questo vide arrivare una fila di pulcini, galline, galletti,, papere, anatre, faraone, tacchini, oche, conigli, che non finiva più; c’erano perfino due pavoni che facevano la ruota!

Consegnata la borsa con i due soldi, il galletto disse al padrone:

-Tira fuori un lenzuolo e stendilo per terra.

Il vecchio, sbalordito, obbedì e il galletto rigettò le monete d’oro, poi le vacche, poi i tori; e quando ebbe finito disse:

  • Sei contento, ora? Non mi picchierai più perché non so fare le uova?

Il vecchio quasi non credeva ai suoi occhi . Ma ci credettela vecchia sua vicina che, avendo visto tutto dalla finestra, venne fuori di corsa e disse:

  • Dammi una manciata di monete…. Ma mi accontento anche di una vacca o, se no, di un toro.
  • - Non ci penso nemmeno- rispose lui. – Me l’hai dato, tu, l’uovo? Se vuoi che la tua gallina ti faccia monete, vacche e tori, prova a picchiarla come ho fatto io con il mio galletto.

La vecchia tornò a casa, acchiappò la gallina e gliene diede tante che l’ammazzò; poi, visto che oramai non c’era altro da fare, la mise in forno….e tutto quello che potè avere fu un pollo arrosto.