Visita alle catacombe di Generosa
Ricordi, emozioni e sensazioni
Classe IV B


I NOSTRI DISEGNI


Sara Ta'ani

Avevo il terrore che crollasse qualche cosa.


Daniele Marchetti

Non ho avuto paura perché stavo vicino alla guida. Ero felice perché non c’ero mai stato. Mirko mi ha fatto paura quando ha detto che sarebbe sbucato un morto alle spalle.


Jessica Perugini

Ho avuto paura quando stavo passando davanti alle gallerie perché erano buie.


Lorenzo Paladini

C’erano due gallerie. Avevo paura. Ho pensato: ora dove vado?


Ilaria Cretaio

Quando si è spenta la luce ho avuto paura anch’io!


Daniele Coscarello

Avevo sempre paura di cadere perché il terreno era a bozzi. Avevo paura quando Lorenzo si è fermato davanti e c’erano le gallerie. Poi la maestra ci ha chiamato e ci siamo soffermati in un’altra galleria.


Chiara Fornelli

Io non ho avuto paura di niente, però ho provato forti emozioni e perché non vi ero mai stata.


Sara Paoletti

Quando siamo entrati c’erano quei gradini bui e io avevo paura di cascare.


Silvia Fontana

Avevo paura di cascare in terra perché non vedevo.


Mirko Golisano

Davanti all’affresco il prof. Venditti ci ha fatto poggiare. Avevo paura che sbucasse qualche morto alle spalle.


Romilyn B Cabite

Quando qualcuno si è fermato, gli altri sono andati avanti e io sono rimasta indietro. Ho avuto paura di perdermi.


Gianluca Spinelli

Mi è piaciuto tanto. Poi Vincenzo alla fine si è nascosto e mi ha fatto paura perché mi ha fatto BUH! Io mi ero preso un colpo alle due gallerie non vedevo gli altri. Poi li ho visti e mi sono avvicinato. Ho pensato che fossero andati avanti e avevo paura di rimanere indietro.


Vincenzo Koruni

C’era una galleria molto buia ed io ho avuto paura di cascare


Andreea Elena Axente

Non ho avuto paura e non ho provato nessuna sensazione

LE NOSTRE EMOZIONI

GIORGIA CONTENTA: Ho avuto paura di inciampare all’entrata e mi sono sorretta alle pareti. Martina si è fatta male e sono scesa più velocemente per farla passare.

MARTINA VERDENELLI: Ad un certo punto non vedevo nulla; una porta della galleria era bassa. Ho battuto la testa e ho pensato: “Se ci fosse stata la maestra Paola!”. Avevo paura di perdermi perché non vedevo molto bene.

ROBERT FLORIN: Vincenzo si è nascosto in una galleria. Silvia F. e Ilaria correvano e Vincenzo le ha spaventate e mi sono spaventato anch’io.

SILVIA TRICASE: Ci siamo tenuti per mano quando il prof. Venditti ci ha indicato gli scheletri.


I NOSTRI TESTI

Le Catacombe di Generosa consistono in tantissime gallerie. La parola Catacombe significa cimitero. Io ricordo che all'inizio sul soffitto c'era, in alcune parti, il cemento perché c'era il rischio che potesse cadere. Il primo resto consisteva in un cippo che è una pietra a forma di piccola colonna e c'era scritto HIC REQUIESCIT. Successivamente il professore ci ha fatto vedere una tavola di marmo dove sopra c'era scritto il nome di una signora romana che è vissuta più o meno ottant'anni fa. Dopo alcune gallerie abbiamo visto un affresco con i quattro Martiri Portuensi e al centro Gesù. Alla sua destra c'erano Rufo e Simplicio, invece a sinistra Faustino e Beatrice. Dopo il professore ci ha mostrato dei resti di alcuni cristiani e io ho provato un po' di paura. Quando il professore ha indicato uno scheletro, io ho dato la mano alla maestra Giovanna e mi sono calmata. E' stata la mia prima gita con un po' di paura ed di emozioni molto forti.
Silvia Tricase

Alle ore 9.30 siamo usciti da scuola: il mio cuore batteva forte perché non vedevo l'ora di andare alle Catacombe di Generosa.
Abbiamo percorso una via a piedi, poi siamo saliti sull'autobus 719 e ci siamo fermati alla chiesa di Madonna di Pompei. Abbiamo fatto una scalinata faticosa di via S. Rufo, sembrava di salire su una montagna perché da quella altezza si vedeva tutto. Stanchi di camminare abbiamo fatto merenda. Dopo un po' di percorsi finalmente, con ansia, abbiamo visto il professor Venditti. Siamo andati su un santuario dove Venditti ci ha spiegato che cosa fosse. La classe IV A è stata la prima ad entrare nelle Catacombe. Dopo un po' di tempo siamo entrati noi, era tutto buio, ma alcune persone illuminavano la galleria con lampade a gas. Dentro le Catacombe c'erano tantissimi loculi, dove dentro si vedevano tutte le ossa rotte. Abbiamo visto degli epigrafi dove c'erano scritte delle frasi latine. C'era un affresco dove erano rappresentati Faustino, Simplicio, Beatrice, Rufo e Gesù. Ho avuto il sangue freddo ma solo quando uncompagno si è fermato e gli altri sono andati avanti, ho pensato che mi sarei persa. Usciti dalle Catacombe sentivo l'aria accarezzarmi con una brezza. Dopo abbiamo giocato in un grandissimo parco, il parco Gioia, e ci siamo divertiti moltissimo.
Ritornata a scuola ero molto stanca ma questa giornata mi ha dato gioia. Era stato un giorno meraviglioso e vorrei ringraziare il professor Venditti per averlo vissuto.
Romilyn B Cabite

LE NOSTRE LETTERE

Caro Prof. Venditti, la vogliamo ringraziare di averci fatto fare la gita e averci fatto conoscere la storia del Trullo.
Le promettiamo che faremo una lettera al municipio per salvaguardare le Catacombe. Le vogliamo tanto tanto bene.
Silvia Fontana

Caro Professore Emilio Venditti,
lo ringraziamo della sua disponibilità e della sua pazienza. La ringraziamo anche per averci invitato a farci vedere e farci entrare nelle Catacombe, che per me è stata un'emozione unica. La ringraziamo ancora.
Baci da Sara Paoletti

Caro Professor Venditti,
mi chiamo martina e ho 9 anni e mezzo. Vorrei augurarle buon natale e un felice anno nuovo, vorrei anche aiutarla a convincere il comune a tagliare l’erba in questo luogo bellissimo. La ringrazio molto per averci fatto visitare le catacombe. Bacioni Martina Verdenelli

Caro Professore,
io la vorrei ringraziare per tutto quello che ci hai mostrato ma soprattutto grazie del tempo che ci ha donato. Grazie a lei adesso conosciamo meglio la storia del nostro quartiere. t.v.t.t.t.b.
Baci Giorgia Contenta

Caro Professor Venditti,
io mi chiamo Roberto, sono in IV B. A me è piaciuto come ha spiegato la storia delle Catacombe ho avuto un po’ di paura, perché era tutto buio e avevo paura di rimanere indietro.
Saluti Roberto

Caro Professor Venditti,
la ringrazio di tutto quello che mi ha trasmesso e di tutte le lezioni interessanti che lei ci ha insegnato.Da lei ho imparato tante cose sulle Catacombe. La saluto con affetto.
Ilaria Cretaio

Caro Professore,
la volevo ringraziare di tutto quello che lei ha fatto per noi: per le diapositive del nostro quartiere che ci ha fatto vedere, per la vista alle Catacombe, per tutte le notizie che ci ha dato e per il tempo che ci ha dedicato. Grazie per la lezione che lei ci ha fatto.
Silvia Tricase

Caro Professore,
la ringrazio di aver organizzato per noi la visita alle Catacombe perhé è stata molto bella. La ringrazio di averci raccontato la storia del nostro quartiere e per finire la ringrazio di esse venuto a informarci in anticipo delle Catacombe. Io le volgio molto bene e lei?
Con affetto Sara Ta'ani

Caro Professor Venditti,
grazie di averci spiegato la storia del quartiere e delle Catacombe; grazie di averci fatto vedere le diapositive e di averci fatto entrare nelle Catacombe. Le voglio molto bene.
Mirko Golisano

LE INSEGNANTI SCRIVONO

Abbiamo ricevuto la visita di una persona molto speciale: Emilio Venditti

Questo signore, che tutti chiamano professore, ci ha raccontato con l’aiuto di alcune diapositive, la storia del nostro quartiere: Il Trullo.
Il suo lavoro nasce dalla viva esperienza vissuta in borgata, è il frutto dell’osservazione diretta dello scorrere nel tempo di piccoli e grandi avvenimenti,oltre che da un’accurata ricerca di documenti e notizie.
La borgata, venne inaugurata il 10 giugno del 1940, proprio il giorno in cui l’Italia entrava in guerra. Il signor Venditti allora era un bambino, proprio come noi,veniva ad abitare nelle nuove case popolari, costruite rapidamente da Mussolini per accogliere gli italiani che lavoravano al’estero, obbligati a rientrare dalla Francia,dal Marocco dall’Algeria…nel quartiere in quel periodo si sentiva parlare arabo e francese...
A Monte delle Capre c’erano soltanto prati e vigneti, che hanno dato il nome alle tante strade del quartiere (vigna Consorti,vigna Girelli, vigna Zega ) poi pecore e capre.
Il quartiere inizialmente venne chiamato “Costanzo Ciano” all’inaugurazione intervenne lo stesso Mussolini; ad accoglierlo c’era tutto il quartiere in festa,nella diapositiva si vedono bambini vestiti da “balilla”.
Nel 1946, finita la seconda guerra mondiale, caduto il fascismo, per poco tempo il quartiere si chiamò “Duca D’Aosta” poi cambiò nome…come scegliere?
Il terreno dove oggi sorge il quartiere, aveva origini antiche. Vicino al fiume c’era un antica tomba romana, datata dagli archeologi al I secolo a.C a forma circolare, alta circa 5 metri, detta“Truglio, Turione,Turlone ”
Con l’aiuto delle diapositive, abbiamo visto la posizione della borgata su una cartina topografica del 1500, tratta dagli archivi vaticani.
Da questa tomba, probabilmente,ha avuto origine il nome del quartiere Trullo.
Nel ‘500, il territorio del Trullo era molto vasto, arrivava fino alla Magliana.
Nel 1800 la zona era frequentata da cacciatori, c’erano tanti cinghiali; gli stessi papi fecero costruire il castello che ancora oggi possiamo osservare ( ospedale Cavalieri di Malta ) detto castello della Magliana In questa zona fino a poco tempo fa, c’era un ruscello, per attraversarlo piccoli ponti, lì vicino un vicolo denominato “Affoga l’asino” Forse in un’ alluvione un somarello venne travolto dalle acque, da qui il nome alla via che ancora oggi è rimasto.
A Monte Cucco, sulla collina c’è ancora, un’ area miracolosamente rimasta verde, la ”Valle dei casali” zona protetta dove non è possibile costruire.
A Monte Cucco viveva Guido Baccelli, grande scienziato di medicina, combatté il tetano, la malaria, inventò le endovenose.
Il primo autobus che collegava la borgata alla stazione Trastevere, era il tram n.202, ed era a manovella…Tante le testimonianze del passato viste attraverso le diapositive:
un pozzo dove i bambini andavano a prendere l’acqua,la foto del terreno dove oggi sorge la scuola Collodi, la cartina fascista del quartiere, la pagella di quinta elementare del professore con l’iscrizione “ Ministero dell’Educazione Nazionale” l’ingresso del ricovero antiaereo, luogo in cui da ragazzo il prof. Venditti rimase per ben otto giorni…
Tante le testimonianze dei luoghi che ancor oggi possiamo vedere:la statua dei caduti del Trullo, la chiesa S Raffaele, la statua della madonna, la chiesa dei Sacri Cuori.

LE CATACOMBE

Le catacombe dal greco” Presso, oltre la grotta” erano dei complessi cimiteriali cristiani,dell’antica Roma, che si trovavano sottoterra, in grandi caverne, in cui i primi cristiani seppellivano i loro morti.
Le catacombe erano ben nascoste, poiché nell’antica Roma i cristiani erano perseguitati dai romani. Nelle pareti delle gallerie, dai cristiani chiamate “Cryptae “ erano scavate delle tombe o “Loculi” o cavità chiuse con lastre di marmo o con mattoni, in cui venivano sepolti i primi cristiani.
Alcune catacombe erano lunghe anche diversi chilometri, le pareti delle gallerie erano quasi sempre piene di affreschi a carattere religioso, e in qualche caso vi si trovavano dei piccoli mosaici che ricordavano scene della vita di Gesù. All’interno si trovavano alcuni spazi, destinati a riunioni e preghiere.
La leggenda vuole che fossero grotte-cavità sotterranee in cui i cristiani perseguitati trovavano rifugio.
Le principali, più famose, più grandi: S. Sebastiano, S. Callisto, Domitilla., Priscilla, S.Pancrazio.

Insegnante Mancini Giovanna