Città come scuola:
alla scoperta di Villa Ada
Roma 13 febbraio 2006
classi III e IV

Caro diario,

questa mattina siamo andati a Villa Ada. Villa Ada praticamente è un bosco. Siamo andati dentro: abbiamo visto il colore verde dell’alloro e i colori delle altre piante, ho visto un animaletto strano che saliva sugli alberi che avevano le foglie che si muovevano con il vento che soffiava. Anche gli uccellini le muovevano. Siamo passati per un sentiero dove c’era un albero con strani rami a forma di candelabro. La guida ci ha spiegato che su quel albero si era abbattuto un fulmine. Si sentivano i rumori degli uccelli che canticchiavano, il picchio che batteva sugli alberi con il suo becco più affilato di una lama di un coltello, si sentiva un profumo pungente che veniva da un albero, uno dolce che proveniva da una pianta strana chiamata Giuseppe. In quel momento mi sentivo come se stessi in un paradiso pieno di natura, se toccavo le piante erano un po’ bagnate e a me sembrava strano perché nella notte prima non aveva piovuto per niente. Ero felicissimo perché non ero mai stato lì.

Riccardo


cedro del Libano

traccia di picchio
 

Caro diario,
questa mattina siamo andati a Villa Ada. Abbiamo visto dei colori straordinari: mi parevano come se fossero dipinti in mille verdi, le foglie le facevano muovere gli scoiattoli, peccato che non li ho visti! Dopo un po’ abbiamo osservato un albero molto strano: aveva mille forme e mi sembrava un robot. Abbiamo sentito il fruscio del vento che mi faceva volare i capelli e mi faceva venire dei brividiin tutto il corpo, sentivo l’ uccello rampichino che faceva un rumore forte. La guida ci ha detto che il rampichino con il suo becco sente se è una quercia, se l’albero è duro o se è morbido. Abbiamo odorato le foglie: io ne ho odorata una che profumava di noce americana, gli alberi profumavano di sughero misto, il bosco odorava di fresco e di buono. Abbiamo toccato il tronco della quercia: era ruvida, anche i funghi erano ruvidi e marrone chiarissimo. Io mi sentivo felice come se mi avessero trasportato sulle nuvole.

Ylenia

palma orientale


leccio



tempio di Flora

Caro diario,

questa mattina siamo andati a Villa Ada dove c’è un bosco. Abbiamo visto il leccio, abbiamo visto la farnia, poi siamo andati nel tempio di Flora o detto caffè house: aveva un ponte con la vista bellissima. Abbiamo preso le ghiande: le abbiamo toccate: erano lisce e dure. Poi Pietro ci ha fatto vedere due pigne: una rosicchiata dagli scoiattoli e una intera. Io ho visto un picchio: era piccolo con la testa tutta rossa . Abbiamo esplorato questo bosco: sembrava la giungla amazzonica , ero felice perché non avevo mai visto un bosco cosi bello, mi brillavano gli occhi . Abbiamo visto che c’era un fungo legnoso e sembrava proprio il legno. Si sentiva il rumore delle foglie, degli uccellini, abbiamo sentito il rumore del picchio rosso. Si sentiva l’odore del muschio, dell’alloro che mandava un odore inebriante e forte. Io mi sono divertita a esplorare questa meravigliosa distesa verde immensa e bella.

Ciao carissimo diario ci rivedremo presto
Alessia


cedro

fungo legnoso

tempio di Flora
Tra gli arredi del parco e del suo primario carattere all'inglese spicca per qualità architettonica il coffee-house settecentesco presso il casino Pallavicini, meglio conosciuto come il Tempio di Flora.

Caro diario,

questa mattina siamo andati a Villa Ada.
Ti voglio descrivere ciò che ho visto. Gli alberi avevano un colore di un verde acceso e il tronco era di un marrone scuro. Ho visto le foglie che cadevano, tanti alberi, un albero chepareva un arco e ho visto delle pigne, una era rosicchiata, ho pensato, “ Di sicuro ci sarà qualche scoiattolo! peccato che non l’ho visto!” Si sentiva il rumore del picchio che batteva col becco sul tronco degli alberi, il frullare delle ali degli uccelli e mi dava la sensazione che ci fossero gli angeli che muovevano le ali. Si sentiva l’ odore di fresco e delicato. Tutto mi pareva un sogno. Abbiamo preso tante foglie: certe erano appuntite come le spine e certe lisce come la seta ,avevano un profumo didelicato e di natura. Abbiamo visto anche il laghetto che mi sembrava una grande distesa celeste. Infine siamo saliti sul pulman e felici abbiamo salutato tutti e siamo tornati a scuola.

Ylenia

pino marittimo

sequoia

nido di topi
Proseguendo a ritroso nel tempo si possono osservare i resti di un insediamento urbano databile al VIII sec. A.C., conosciuto con il nome di Antemnae, ossia "ante amnem", dal punto in cui l'Aniene si getta nel Tevere. Si trattava di una delle cittadelle fortificate piu' antiche del Lazio, legata alla storia mitica di Roma. 
Dionisio, Livio,e Plutarco ricordano Antemnae in lotta contro Roma per vendicare il ratto delle Sabine (avvenuto probabilmente nel 753 A.C.). Tra le donne rapite, infatti, sarebbero state numerose quelle provenienti da questo centro. Curioso citare fra gli storici Plutarco, secondo il quale l'usanza di portare in braccio la sposa al momento di superare la soglia della casa maritale, trae origine, appunto, dal ratto della Sabine.



bambù

felce

licheni