Genzano

  

La parola Genzano deriva da "Fundus Gentianus" cioè un possedimento dei "Gentia" famiglia romana dei tempi dell’impero, oppure da "Cinthianum" Fanum Cinthianum, cioè un tempio consacrato dalla Dea Cinthia o Diana.

Il territorio di Genzano nell’antichità era sotto la giurisdizione di "Lanuvium" nella porzione orientale e di "Aricia" in quella occidentale.

Genzano di Roma fu fondata come castello attorno al 1225 dai monaci di S.Anastazio.

Donato dall’antipapa Clemente VII a Giordano Orsini nel 1378, quale compenso per i servigi ricevuti, Genzano conobbe in seguito l’alterno dominio dei monaci cistercensi e dei Colonna fino al 1563, anno in cui il Castello fu ceduto per 150.000 scudi da Marcantonio Colonna a Fabrizio Massini e da questi a Giuliano Cesarini, alla cui famiglia il Castello appartiene ancora oggi. Il paese è ricco di testimonianze delle varie epoche storiche.

Genzano, che fino alla metà del ‘500 resterà chiusa all’interno delle mura di cui sono visibili ancora i tratti, contò alla fine del ‘600 una popolazione di 500 abitanti. La proprietà del paese passa con le alterne vicende da una famiglia nobile all’altra. La signoria Sforza-Cesarini, che ne prese possesso nel 1564, ha lasciato profonde tracce nell’impianto urbano del paese.

In pochi decenni Genzano, grazie anche alla ricchezza indotta dall’espandersi della coltivazione vitivinicola, si trasformò da piccolo centro in vera e propria città, con tanto di strade nobili. Genzano di Roma, chiamata così dal 1875 per via dell'esistenza di un’altra Genzano in Lucania, è famosa anche per le così dette "olmate".

Il tracciato della via Appia in età repubblicana diede impulso all’impianto di alcune grandi "villae rusticae". Tra le più importanti sono da ricordarsi quella presso l’attuale cimitero di Genoano che restituì pavimenti, bolli laterizi, fistole plumbee. Più a meridione della villa presso Monte Canino, c’è quella di Monte Cagnoletto i cui resti sono in parte visibili ma che restituì, tra la fine dell‘800 e i primi dell’900, un enorme quantità di sculture, oggi in buona parte al British Museum. In località La Villa-Pozzobonelli si ergono maestosi, ancora oggi per parecchi metri, alcuni ruderi in laterizio che con le altre murature, documentano la presenza di un’altra grande villa che il Galieti e altri vollero attribuire all’imperatore Antonio Pio. In questa villa abitarono anche il figlio adottivo Commodo e l’ultimo degli Antonini: l’imperatore Marco Aurelio.

L’attuale cittadina di Genzano dispiega a ventaglio il suo abitato sulle pendici che dal ciglio del cratere occupato dal lago di Nemi scendono sulla via Appia.

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