Numero Zero |
Anno 2 n.4 |
gennaio '98 |
Di nuovo sull'inserimento |
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La classe, si sa, non è un contenitore istituzionale indifferente dal punto di vista formativo - relazionale. |
Essa costituisce un contesto d'interazione, una situazione essenziale per promuovere una positiva esperienza scolastica per tutti gli alunni. Il passaggio dall'inserimento all'integrazione dei bambini stranieri, ma non solo, trova infatti, nel clima relazionale che si agisce nella classe, un elemento fortemente facilitante o inibente rispetto alla possibilità di instaurare rapporti positivi. |
Gli alunni che formano una classe, si presentano inizialmente come un aggregato; perché diventino un gruppo, caratterizzato da dinamiche promozionali, non è sufficiente che il tempo scorra. La realtà di classi disgregate e con pesanti problematiche relazionali dimostra che la coesione del gruppo classe è una meta da raggiungere attraverso un percorso dinamico. |
Un gruppo classe, che si possa definire tale, mantiene un equilibrio tra le dimensioni dell'operosità e dell'affettività, riuscendo così a permettere a tutti i bambini di utilizzare le proprie abilità per costruire, all'interno di un clima sociale sereno, la propria storia apprenditiva. |
Operosità |
L'operosità appare a prima vista un termine desueto, quasi inadatto ad una società post-tecnologica. Utilizzarlo, relativamente a quegli aspetti della vita collegati all'apprendimento, può sembrare una forzatura, ma se pensiamo che insegnare significa oggi principalmente far imparare ad apprendere, cioè mettere gli alunni in condizione di imparare a costruire la propria conoscenza, ecco che il concetto di operosità, che riconduce al lavoro artigiano, alla capacità di pensare, progettare, realizzare il proprio manufatto diventa una metafora chiarificatrice. Manufatto "unico" in quanto costruito da quell'artigiano con i mezzi, le capacità e l'esperienza che aveva a disposizione in quel momento. |
Opera unica! Non standardizzata! |
Di fronte ad essa l'artigiano conferma a se stesso le sue abilità: "Ce l'ho fatta", "anche la prossima volta ce la potrò fare"… E la sua consapevolezza influirà sulla volontà di riprovare. |
La paura di non farcela viceversa può portare anche a non provarci più. |
Anche se la scuola non è una bottega artigiana - del resto non esistono più nemmeno nei paesi penserà qualcuno - spesso troppo spesso il prodotto è acquistato dall'insegnante come semilavorato o come kit di montaggio al supermercato del bricolage e non importa se a Lucia piace il ricamo e a Shalini cucinare piatti tradizionali, tutti si lavora all'assemblaggio di "comode" sedie d'alluminio e formica che domani probabilmente nessuno comprerà. |
Fuor di metafora non dobbiamo sottovalutare quello che gli alunni, tutti gli alunni, possono agire e pensare nella e della loro riuscita scolastica perché quel pensiero condizionerà la formazione del concetto di sé, le loro attese sul futuro e la loro integrazione sociale. |
I gruppi classe, i cui insegnanti propongono solo assemblaggi e bricolage, puntando esclusivamente sull'abilità strumentale per ottenere un lavoro presentabile (quante volte capita di vedere lavori perfetti formalmente grazie al "ritocco pesante" dell'insegnante!), inevitabilmente sviluppano dinamiche personali e sociali che spesso sono prodromi di situazioni critiche di disaffezione e di rifiuto, fino ad innescare circoli viziosi di disagio indotto, di insuccesso scolastico e di isolamento sociale. |
Affettività |
La dimensione dell'affettività rimanda invece a quegli aspetti della realtà interpersonale che riguardano l'attenzione alla persona, al suo trovarsi a proprio agio, al suo sentirsi serena, accettata e valorizzata. |
Nel gruppo classe ogni alunno vive i rapporti con i compagni e con l'insegnante in modo coinvolgente. |
Le modalità prevalenti con le quali si agiscono e si manifestano i rapporti vanno a costruire il clima della classe, inteso come contesto socio - psicologico in cui si creano e si trasformano le relazioni. La costruzione di un clima positivo è un elemento fondamentale per favorire la formazione di benessere psicologico e di un identità positiva; inoltre questo consente al gruppo di raggiungere una coesione tale da facilitare il processo di integrazione di ogni alunno, straniero o autoctono che sia. |
Equilibrio |
Trovare e mantenere il proprio equilibrio tra la dimensione dell'operosità e quella dell'affettività non è facile. |
L'azione didattica, se vuole esserne promotrice, deve curare sia la dimensione del saper fare che quella del saper essere. Solo così, potrà diventare un'azione significativa, capace in altre parole di promuovere l'integrazione di tutti gli alunni e di realizzare il vero senso di ogni intervento educativo. |
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Riferimenti operativi importanti |
L'Ufficio Interventi Educativi della dott.ssa Marchesi, ha inviato a tutti i Capi d'Istituto un promemoria riguardante iscrizione ed accoglienza alunni stranieri (prot. N. 100/c27a Bg 02/01/98) dove vengono ricordate norme e procedure per l'inserimento nelle classi di bambini e ragazzi stranieri. |
Il documento si presenta articolato, ma di facile consultazione e fornisce, in maniera semplice e chiara, riferimenti legislativi e suggerimenti utili per affrontare l'emergenza. |
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NOVITÀ |
Lo Sportello Scuola di Bergamo, con sede presso il Centro Risorse Educative del comune di Bergamo, in via Ruggeri da Stabello, 34 - accanto alla Scuola Media "Angelini" (quartiere Valtesse), tel. 035/399577 - ha iniziato la pubblicazione di un foglio - Marhabem!! - dove si possono trovare suggerimenti, favole, giochi, libri, corsi, convegni e altro ancora su alfabetizzazione e intercultura. |
Il foglio è allegato alla circolare del Provv.to citata in precedenza. |