NUMERO Zero anno1 n.3 - gennaio 1997
Sportello alunni nomadi e stranieri Direzione Didattica di Bariano tel. 0363.95.055 fax 0363.94.10.75 Via Locatelli, 1 24050 BARIANO |
A PROPOSITO DI... |
"CULTURA E CULTURE" |
Nell’ultimo numero si è parlato di "relativismo culturale" notando però come questo fenomeno non costituisca un atteggiamento socialmente consolidato, ma si configuri più come tendenza che va prendendo lentamente forma e che nel tempo indurrà alcune modalità di pensiero le quali, inevitabilmente avranno ripercussioni sul tessuto sociale. Accettato infatti il principio che le culture non si misurano gerarchicamente rispetto ad una di esse, resta aperta la via della convivenza, fondata su un confronto delle norme e dei valori. Il termine confronto, però, può essere generico e prestarsi ad ambiguità, se non si aggiunge che ci sono due piani sui quali ci si può confrontare; l’ uno non esclude l’ altro: le affinità e le differenze. Si può lavorare per cercare quello che è comune, come si può sottolineare quello che è diverso. Le due strade presentano ciascuna degli elementi positivi ed andrebbero praticate entrambe. La prima per ricordare a tutti la comune condizione umana, che al di là del colore della pelle e della latitudine, fa vivere ad ogni uomo esperienze ed emozioni universali; la seconda per trovare un arricchimento personale e di gruppo e per fornire spunto ai nuovi movimenti di pensiero e di organizzazione sociale. La diversità (fisica, rispetto all’uomo e all’ambiente, e culturale) non è una scelta umana, ma una condizione originaria, determinata dalla "creazione" (ognuno darà a questo termine i propri riferimenti), come tale va accettata, ne va ricercato il senso, va finalizzata al comporre un’armonia tra gli elementi in vista di traguardi storicamente sempre più ambiziosi. Esisterebbero le sinfonie di Wagner o di Beethoven senza i diversi strumenti e le loro differenti sonorità? |
PROFESSIONALITÀ E PREGIUDIZIO |
Pensare di lavorare nella scuola sulla diversità può far sorgere in molti insegnanti ansie e chiusure anche giustificabili, in quanto pensare di cambiare atteggiamenti e contenuti al proprio modo di fare scuola, può scatenare ritrosie e riserve mentali. |
Del resto lavorare sulla diversità ci porta inevitabilmente perlomeno a considerare l’incertezza come componente ineludibile del percorso di lavoro. |
Incertezza non intesa come il non saper che fare, ma come un atteggiamento mentale di competenza evolutiva che permetta di agire all’interno di sistemi complessi tenendo conto delle diversità, utilizzando il dialogo e la partecipazione. |
Agire quindi costruendo processi educativi capaci di sviluppare qualità dinamiche, di insegnare a pre-vedere, progettati secondo i criteri della flessibilità. |
I richiami alla professionalità docente diventano, in quest’ottica, ineludubili. |
Come sostiene C. Scurati, l’ insegnante dovrà possedere: |
un contenuto culturale inteso come conoscenza, comprensione e padronanza di quello che dovrà insegnare; |
un contenuto pedagogico inteso come conoscenza, comprensione e condivisione dei motivi per i quali le tematiche interculturali vanno insegnate e dei motivi per farlo; |
un contenuto pratico inteso come esperienze dirette nei diversi contesti locali. |
È evidente che iniziare a considerare la diversità culturale nel lavoro didattico presenta rischi, legati ai pregiudizi e alle discriminazioni che sono patrimonio culturale di ciascuno; vantaggi come la possibilità di arricchimento del proprio patrimonio culturale grazie all’acquisizione di maggiori informazioni che facilitano il cambiamento degli atteggiamenti; necessità di valutare i curricoli e l’organizzazione scolastica locale, di differenziare l’offerta formativa, di lavorare a classi aperte, di arrivare a utilizzare un approccio sistemico che presenti come costante l’ interculturalità. |
Allora forse vale la pena cominciare a smontare alcune nostre certezze cominciando a riflettere sul pregiudizio. |
Dal Dizionario Filosofico il Signor Voltaire ci manda a dire che " Il pregiudizio è un’opinione che non si fonda sul giudizio. Così, in tutti i paesi del mondo, si inculcano ai bambini tutte le opinioni che si vuole, prima che essi possano giudicare di testa loro... |
È per pregiudizio che si rispetta un uomo vestito di certi abiti, che cammina e parla con gravità...". |
"Pregiudizio" è un giudizio espresso "prima" ... di conoscere la situazione che si dovrebbe giudicare. Non stiamo a discutere su questo bisogno di esprimere giudizi, che ci affligge ( quasi ) tutti: fatto sta che i pregiudizi ci sono e sono diffusi su tutta la terra. |
Ci sono alcuni che dicono di non avere pregiudizi, ma sono degli ingenui o in malafede, perché la loro frase mostra già un pregiudizio. |
Premesso questo c’è da dire che esistono pregiudizi già fatti e pregiudizi che ci si confeziona su misura ( in base alle esperienze avute, alle persone conosciute, a quello che si vuol dimostrare in quel momento): ogni pregiudizio consente comunque di avere un’idea su qualcosa, permette di conversare, giudicare e condannare in poco tempo e senza stare a pensarci troppo: come farne a meno? |
Da Babele, Dizionario di fine millennio, di S. Zucca.. |
Proposta di animazione teatrale |
Sotto la tenda -Vi racconto il mio Marocco - |
Animazione condotta da Abderrahim Elhadiri |
L’ esperienza proposta segue le suggestioni e i racconti di un attore marocchino che ripercorre con i bambini i ricordi, gli oggetti e la storia di un mondo che si ricompone per un momento in uno spazio teatrale (sotto la tenda). |
Gli oggetti prendono corpo come fisicità e memoria di una cultura, l’ uso ne fa emergere il senso, il rito. |
Il gruppo ospite viene immerso in suoni e profumi di una casa immaginaria. |
La tenda - luogo antico, simbolo di una vita nomade, di preghiera, di incontri, accoglie i visitatori. |
Il tappeto - unico strato che separa dalla terra e che rappresenta l’ unione dei "ruhhal" (viandanti) che si apprestano ad entrare in questo mondo "altro". |
Il tamburo - richiamo, modo di manifestare la gioia, esprimere la saggezza. |
La danza - agio, abbandono, energie libere di esprimersi, catarsi. |
Il rito - la festa del the, la preghiera, il primo giorno in Moschea, la circoncisione, il matrimonio, il funerale. |
Per un eventuale intervento contattare la Cooperativa Teatro Laboratorio al n° tel. 030/2306512 |
Materiali |
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Titoli consigliati per la sc. materna e per il I ° ciclo della sc. elementare |
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Titoli consigliati per il II ° ciclo della sc. elementare |
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Le fiabe proposte forniscono spunti per il lavoro in classe e permettono una lettura mirata a far emergere aspetti relativi ai temi proposti. |
Per ogni eventuale altra richiesta e/o segnalazione si può contattare l’ ins. responsabile G. Villa. |
Se invece desiderate dire la vostra, scrivete oppure inviate un fax c/o la Direzione Didattica di Bariano, - via Locatelli, 1 al n ° telefax 0363/941075. |