NUMERO Zeroanno1 n.5 - marzo 1997
Sportello alunni nomadi e stranieri Direzione Didattica di Bariano tel. 0363.95.055 fax 0363.94.10.75 Via Locatelli, 1 24050 BARIANO |
Pensare un Progetto di Pedagogia Interculturale ... perché? |
La pedagogia interculturale non può essere tradotta in una disciplina, non può essere affidata all’insegnante specialista, né può essere subordinata alla presenza di bambini stranieri a scuola. |
Si tratta piuttosto di una prospettiva che acquista significato quanto più è condivisa e diffusa, che attraversa e trascende tutte le discipline e anzi diventa spunto e stimolo per una interdisciplinarità nuova, che investe il piano dei contenuti e, ancor più, quello delle relazioni. |
È quindi importante saper richiamare immagini di percorsi aperti e di relazioni possibili in cui bambini ed adulti si sentano coinvolti nelle dimensioni cognitiva, emotiva e relazionale. |
L’invito è di stimolare la voglia e il gusto di costruire facendo ricorso, nel lavoro quotidiano, oltre che alla competenza degli insegnanti anche alla creatività di ciascuno. |
L’augurio è che ogni insegnante si ponga, e ogni alunno divenga, nella realtà di ogni giorno come: |
il viaggiatore che ... |
... è curioso |
... sa affrontare situazioni nuove |
... cerca l’incontro con l’altro |
... si mette nei panni dell’altro |
... parte ogni volta da dove è arrivato ... |
l’inventore che ... |
... sente il piacere di fare |
... cerca soluzioni provando e riprovando |
... utilizza i contributi degli altri |
... "partecipa" agli altri le sue scoperte |
... considera le sue conoscenze relative e |
provvisorie ... |
l’artista che ... |
... esprime le sue emozioni |
... interpreta la realtà in modo originale |
... comunica attraverso linguaggi non convenzionali |
... rigenera le sue "strategie" espressive |
... rinnova il suo stupore ... |
Dai materiali della Commissione Intercultura della D.D. di Calcio |
Le sfide del terzo millennio |
Quando inizia il nuovo millennio? Alla mezzanotte del 31 dicembre del 1999? O alla mezzanotte del 31 dicembre del 2000? ... Ma quale anno sarà per i musulmani, per gli aborigeni australiani, per i cinesi? E anche se il modello eurocentrico domina la nostra civiltà, sono uomini e cittadini anche africani, orientali, indiani che non si identificano con questo modello. |
Così è ragionevolmente prevedibile che nel prossimo millennio l’Europa sarà come New York dove coesistono diverse culture, dai portoricani ai cinesi, dai coreani ai pachistani. O come l’America Latina, dove i bianchi si sono meticciati con gli indiani o mescolati con gli africani. |
Quello che attende l’Europa è un fenomeno del genere e non c’è è nessun nostalgico o nessun razzista che possa impedire questa grande mescolanza. E la ragione è che noi siamo davanti non ad un’immigrazione, ma ad una migrazione. |
Le immigrazioni costituiscono un trasferimento da un paese ad un altro in misura statisticamente modesta o irrilevante rispetto al ceppo d’origine, trasferimento che può essere controllato politicamente, limitato, incoraggiato, accettato. |
La migrazione porta in sé qualcosa di ineluttabile, è un trasferimento di popolo che cambia radicalmente la cultura del territorio invaso e la sua composizione etnica. |
Come è avvenuto per gli indo-europei, per i popoli germanici, che hanno creato nuovi regni e nuove lingue. E per la migrazione europea verso il continente americano. |
Oggi, in un clima di grande mobilità, spesso è difficile dire se certi fenomeni siano di immigrazione o di migrazione. Ma il Terzo Mondo sta bussando alle porte dell’Europa che sarà un continente multirazziale, o se preferite colorato: se vi piace sarà così, e se non vi piace sarà lo stesso. |
I patrizi romani non riuscivano a sopportare che diventassero cives romani i Galli o i Sarmati o gli ebrei come San Paolo. Ma la civiltà romana era una civiltà di meticci già nei primi secoli del I ° millennio e i patrizi sono stati dimenticati, sconfitti dalla Storia. |
Allora, come dice Eco, parlare dell’anno 2000 (che per i musulmani è l’anno 1370 dall’Egira e per altri, cinesi, aborigeni australiani il 5000 o il 10.000) significa educare gli europei di domani alle cronologie comparate. |
Per noi europei l’anno 1492 è l’anno della scoperta dell’ America. Ma l’America esisteva prima che gli europei la chiamassero così, esisteva sua storia, una sua cultura. Che i re di Castiglia ignoravano, tanto quanto Montezuma ignorava la loro. |
Adesso è venuto il momento di mettere tutti su un piede di parità. Non si tratta di dimenticare San Tommaso e San Francesco, Giotto Raffaello e Picasso, Dante e Woody Allen, l’invenzione de mulini a vento, della bussola (che però è cinese), della stampa (altra invenzione cinese, parecchi secoli prima di Gutemberg), del vapore, dell’aspirina. Né di ripetere il massacro degli Albigesi, la notte di San Bartolomeo, la ghigliottina, il razzismo, il nazifascismo (quando, invece, si potrebbe combattere l’inquinamento dell’ambiente). Ma di imparare a considerare da un punto di vista non eurocentrico non solo i 2000 anni trascorsi, ma anche gli ultimi 4000 e tutti quelli che verranno. |
Il nostro modo di apprendere la storia è come un asse continuo lungo il quale ogni tanto si aprono delle diramazioni verso le altre civiltà sulle quali non sapevamo nulla prima dell’ incontro e continuiamo a saperne poco anche dopo. |
"Esisteva l’Australia prima di Cook? E la Cina, prima di Polo? Incrociamo l’Egitto con Pitagora, lo ritroviamo con Cleopatra, poi lo dimentichiamo fino a quando lo incrociano i crociati, per interessarcene di nuovo con lo studio dei geroglifici e più tardi con Napoleone che contempla le piramidi. Bisogna immaginare una diversa maniera di rappresentare la storia del mondo". |
Eco ha tentato di schematizzare questa nuova maniera: "Immaginate un palazzo, strutturato non per percorsi perpendicolari, ma attraverso un labirinto, dove le linee maestre talvolta si incrociano, altre volte procedono accostate o si divaricano. Insomma una struttura, un palazzo-storia come metafora, un edificio a molti piani e a struttura labirintica. |
La storia come causa - effetto ha fatto il suo tempo? |
la Repubblica - rid. e ad. Da "U. Eco disegna gli scenari prossimi venturi" di S. Malatesta |
P roposte bibliografiche per fare educazione interculturale |
I bambini della nostalgia di G. Favaro, T. Colombo ed. Mondadori (L. 10.000) |
La realtà dell’immigrazione viene presentata attraverso i modelli famigliari, le culture dell’infanzia, l’immaginario, il pregiudizio. Il libro propone spunti per la riflessioni pedagogica e indicazioni per il lavoro didattico. |
La matita spezzata di L. Ippoliti ed. DATANEWS |
(L. 12.000) |
Il libro racconta sei storie difficili di altrettanti bambini immigrati che provengono da varie parti del mondo. |
Un libro che trasmette, attraverso la narrazione di storie vere, il valore di una società multiculturale e multirazziale. |
O ltre il pregiudizio - Percorsi per una educazione interculturale |
Antigone - laboratorio di Formazione alla Nonviolenza e all’ Intercultura |
propone una serie di interventi nelle scuole elementari e materne sui seguenti argomenti |
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Per ulteriori informazioni e/o prenotazioni tel. n° tel. 035/219230 oppure alla Sig.ra. Calzi al n° tel. 035/692681 di Bergamo c/o Centro la Porta, v.le Papa Giovanni XXIII, 30. |
Le locandine pubblicitarie si possono richiedere anche a questo Sportello. |
Per ogni eventuale altra richiesta e/o segnalazione si può contattare l’ ins. responsabile G. Villa. |
Se invece desiderate dire la vostra scrivete oppure inviate un fax c/o la Direzione Didattica di Bariano - via Locatelli, 1 al n ° tel. 0363/941075. |