NONA LEZIONE: Leonardo 3 Vector cube
Partendo dalla domanda della lezione
precedente ( Come faccio a trasmettere un’immagine con il sistema più
rapido ed efficace? )
Non ragioniamo più per punti
di porzioni d’immagine, ma per elementi dinamici, iniziando dal punto,
passando per linea, rettangolo, poligono ecc., ecc.
Il punto viene definito da tre elementi:
- 0: pen
- 1: point
- 2: return
La linea viene definita da quattro
parametri:
- 0: pen
- 1: start
- 2: line
- 3: return
Ecc., ecc.
Gli elementi così creati possono essere nominati e nominabili; essi sono scalabili, duplicabili, possono essere stirati, trasformati l’uno nell’altro. Inoltre possono essere organizzati in layers, strumenti che hanno una rilevanza notevole nell’organizzazione della visibilità degli elementi, disegnativi o costruttivi.
Si amplia il campo di trasformazione: un quadrato può diventare un poligono, un poligono un cerchio.
Come può Leonardo comunicare una modifica? Conformazioni diverse appartengono a layers o livelli diversi, in modo che ogni oggetto può essere trasformato indipendentemente dall’altro.
Nell’atto progettuale quale conseguenza ha l’uso dei layers? Si
pensi agli interventi di Rem Koolhaas al parco della Villette, dove le strutture
vengono differenziate per strati-layers. Koolhaas ne individua 5: le fasce orientate
che comprendono nel sistema la Città delle Scienze e la Grande Halle;
le griglie puntiformi, dedicate agli elementi di piccola dimensione; i percorsi;
lo strato finale, che comprende gli edifici non inclusi negli altri strati.