Se l’impulso decisivo per lo sviluppo dell’architettura della 
    seconda metà dell’800 ha trovato alimento nei nuovi materiali 
    e negli strumenti meccanici e se allora gli ingegneri si sono rivelati i migliori 
    manipolatori della nuova materia, tutto ciò si riproduce anche nel 
    momento contemporaneo. Immaginiamo solo, ad esempio, quali potessero essere, 
    all’epoca, l’impatto e il senso di liberazione prodotti dall’introduzione 
    di pareti non più strutturali nel Cristal Palace a Sydenham di Joseph 
    Paxton, un ingegnere-giardiniere costruttore di serre. E questa novità 
    non fu certo né scontata né rapida nell’essere riconosciuta 
    e nell’affermarsi, visto il ritardo con cui si intuirono prima e si 
    ammisero poi le possibilità offerte dall’introduzione di nuovi 
    materiali, come il ferro, il vetro e il cemento armato; proprio su questo 
    si impostò la decisiva rivincita degli ingegneri, i “non addetti 
    ai lavori” che per primi rielaborarono in una narrazione nuova le potenzialità 
    espressive appena individuate.
    La rottura degli schemi disciplinari e l’abbattimento delle barriere 
    tra loro interposte, già evidenti all’epoca nel sistema produttivo 
    della società industriale, oggi, nella società dell’informazione, 
    sono quanto mai evidenti e carichi di conseguenze, grazie al sempre crescente 
    uso del mezzo informatico, che moltiplica e rigenera sempre nuovi metalinguaggi. 
    Il connubio tra elaboratore e telecomunicazioni è infatti responsabile 
    dell’aumento delle conoscenze, in senso sia quantitativo che qualitativo, 
    consentendo a che riceve le informazioni di elaborarle, selezionarle, recuperarle 
    in risposta alle esigenze più individualizzate e differenziate, segnando 
    il passo dell’èra della “Terza Ondata” , dei mass 
    media “demassificati”.
    Ma forte è il peso di un dilemma elementare: si tratta effettivamente 
    di una nuova èra o è il trasformismo di quella vecchia, che 
    ancora una volta fagocita i migliori propositi? Le due nature si fondono e, 
    talvolta, confondono, lasciando scoperti margini d’intervento e di manipolazione 
    ai peggiori maghi del business. 
  
A noi, dunque, l’uso consapevole delle
"nuove sostanze”…
a/m