Strutture

All’amico che insegue parole colorate/

in valli di specchi bruni/

raccontavo del pittore d’ignoto

che si sveglia ogni tanto in me…/

...perché mai morde così forte questa piccola fantasia

scuotendosi dal letargo?/

E chi ricorda più le minime cose andate…

io che mi chiedevo in silenzio...

/...Do androids dream of electric sheeps?.../

Le vecchie letture di un tempo

e il tempo di molti giorni fa/

uno dopo uno

alla ricerca di miti diversi

da quelli di un qualsiasi cyberpunk di celluloide.../

...eh già…piccoli elogi di follie instabili ancora ad inseguirmi.../

pungono, micidiali, e segnano la pelle,

fuggendo grigi

nella polvere dei sogni./

Raccontavo con parole vuote

l’assenza di un me stesso irreale/

sotto una veloce cascata di note

ricordando istantanee follie.../

...e mi guardava con un sorriso curvato

e polvere ancora si posava

su gesti lentissimi

e su quei luoghi nuovamente lontani.../

L’amico ora scrive in silenzio

delle sue strutture di pensiero volatile…/

/...Do androids dream of electric sheeps?.../

 

 

 

28.3.1988 / 6.4.1993

© 1999 - Giancarlo Barbieri