"Tempesta."

Lo sbarco era riuscito, ma le comunicazioni si erano interrotte dopo il brusco atterraggio.

Giunto al margine di quello che riteneva essere il bosco più cupo che avesse mai visto, fu preso da una strana voglia di sedersi ad attendere che qualcosa accadesse…ma non l'aveva mai fatto prima…il regolamento non lo prevedeva. Vinto da quella idea, perse molto tempo a cercare un luogo adatto, da dove si potesse vedere, in un sol tempo, la selva e le montagne, i prati e le nuvole... Ma li non c'era che il bosco...niente montagne o prati o nuvole.

Così cerco' di crearli lui, dipingendo con la fantasia, e ciò gli rubò parte delle sue forze e ancora altro tempo. Si tolse tutto quello che aveva nelle tasche, ovvero tutto ciò che possedeva : una razione di sopravvivenza, un laccio e una piccola pietra che aveva dei riflessi luminosi come quelli di una lama di puro acciaio.

Si mise ad aspettare, ma non sapeva cosa…

Si diede allora da fare per immaginare che cosa poteva accadere.

Nulla! Non poteva accadere nulla di nulla, o meglio, non riusciva ad immaginare alcunchè.

Cosa puo' accadere a qualcuno che se ne stava seduto dinanzi ad un bosco (che di così cupi non se ne erano mai visti) con la vista di montagne immaginarie, ornate di nuvole tanto belle da sembrare parto di una fertile fantasia, che godeva della morbidezza di quell'erba che, a quanto gli risultava, poteva anche non esistere...nulla!!!

E lui non aveva nulla da obbiettare.

A dir il vero, tranne il laccio, il cibo che ora stava sbocconcellando e la pietra dai riflessi strani, non aveva proprio nulla di nulla!

Si accinse quindi ad attendere il nulla che poteva accadere.

Penso' che questo "qualcosa" che poteva accadere (cominciò a pensare ad un "qualcosa", non ad un nulla perché non riusciva a concentrarsi su di un nulla che non era neppure successo ancora) poteva anche esser capace di cambiare il colore alle "sue" nuvole, alle montagne e perfino rendere duro come la pietra il suo improvvisato giaciglio. Ma non poteva esser sicuro neppure di ciò.

A dire il vero, cominciò tutto così.

Qualcosa cambiò di posto e il colore alle nuvole...non se ne erano mai viste di così cupe...qualcosa rese le cime delle montagne sempre più aguzze e il prato sempre più freddo e duro... La cosa non poteva piacergli affatto.

Ma lui non poteva cambiare le cose, visto che era li proprio per attendere tutto ciò!

Le nuvole si erano fatte così basse da formare un tutt'uno con il prato, fattosi di pietra e freddo, e lui iniziò ad avvertire la fatica nel respiro. Istantaneamente si accorse, o penso' di accorgersi, che il vento si fosse levato.

La tutto accadde proprio così.

Cominciò con lo scuotere le cime degli alberi, che presero subito dopo a cigolare.

Prima sommessamente, poi sempre più dolorosamente, fino a costringerlo a mettersi le mani sulle orecchie.

Comprese allora che il "qualcosa" era cominciato e che non poteva essere fermato in alcun modo.

Cercò di sforzare la sua fantasia, ma non riuscì a creare che serpenti, rettili di ogni specie, insetti e volti con nulla di umano.

Tentò di pensare a1la luce, ma in quelle nuvole non c'era luce.

Era il bosco che aveva cominciato a risucchiare tutto ciò che poteva contenere...

Per non fare la stessa fine, si legò ad un masso con il legaccio che, con la pietra, costi-tuiva ora tutto ciò che aveva.

E allora, ancorato a terra e sollevato a mezz'aria, si accinse ad aspettare che qualcosa continuasse ad accadere.

Ma non "accadeva" più "qualcosa".

Dal buio - che aveva preso il sopravvento - si levò una folgore luminosissi-ma, e si scagliò verso quello che prima era il cielo. Saetto' ronzando su se stessa e punto' veloce come nulla verso la pietra che stringeva nel pugno...

Ma anche allora non potè che pensare che se qualcosa accade, accade semplicemente perché nulla impedisce alla fantasia di concederlo.

- "…Dio mio, non è possibile!"

- " Anche il Mariner 12 ha perso i contatti dopo essere entrato nell'atmosfera…è ormai certo che li non ci vogliono proprio!"

- " Ok…fatemi gli auguri…sveglierò il Presidente per informarlo!".

 

© Fox 1990