BRUNETTI -
Al Ministro
dell'ambiente.
- Per sapere -
premesso che:
la
popolazione del Comune di Firmo in provincia di Cosenza,
allocata all'ingresso dell'area protetta del Parco del Pollino,
vive in uno stato di profonda apprensione per la preannunciata
ipotesi di costruzione, in contrada Serragiumenta (agro di
Altomonte, ma attigua al comune di Firmo), dalla società Sondel,
una centrale termoelettrica a metano inquinante e distruttiva
dell'agricoltura e dell'ambiente di quella zona; un'area come
quella di Cammarata-Sibari, entro cui è ubicato il sito della
ipotizzata centrale Sondel, ha come unico volano di sviluppo
l'agricoltura ed è considerata "zona di eccellenza"
dall'Agenda 2000 e dal POR, tant'è che, proprio questa zona è
oggetto di progetti per l'insediamento dell'oasi biologica;
progetti per richiesta di marchi Doc e Dop; progetti per la
certificazione di qualità ISO9001 e che vede già oggi impegnati
nelle aziende agricole migliaia di persone le quali, in una
situazione provinciale di crisi occupazionale sarebbe sconsiderato
distruggerne la base del lavoro buttandoli sul lastrico. La
centrale oltre a mettere, in difficoltà - investiti
dall'elettrosmog - 5.000 lavoratori del comparto agricolo,
minaccerebbe la salute di tutti i cittadini di Firmo più prossimi
al sito. Tutto ciò in cambio, al più, di 80 dipendenti
specializzati, magari importati dall'esterno. Per ciò
l'ipotizzata centrale è del tutto incompatibile con la realtà di
quella zona in cui, peraltro, come sostengono gli stessi
agricoltori e le loro associazioni di categoria (Confagricoltura,
Coldiretti e le varie altre associazioni) altererebbe le
produzioni e non consentirebbe l'accesso ai finanziamenti
comunitari per garantirne le attività produttive; lo sviluppo di
quella zona è legata, oltre che alla fiorente agricoltura, anche
al turismo insistendo in quell'area un cospicuo numero di comuni
di antica origine italo-albanese (compresa la loro Eparchia
greco-ortodossa presente a Lungro) che vive in simbiosi con l'area
del Pollino a cui verrebbe tolta ogni possibilità concreta di
vita anche per la cervellotica idea di far passare i tralicci
dell'alta tensione entro il Parco omonimo, attraverso le vie
naturali di accesso (SS 534 di Cammarata e Stombi); in un primo
tempo la Giunta regionale della Calabria, priva del piano
energetico regionale, aveva bloccato l'accordo Sondel, mentre
successivamente, con il cambio di Governo a seguito delle ultime
elezioni, è stato inusitatamente firmato quell'accordo pur
persistendo l'inesistenza del piano medesimo. Tant'è che, per
aggirare i vincoli previsti, la Sondel ha scelto la strada di
chiedere a 40 comuni della zona l'autorizzazione a costruire la
centrale. Risultano all'interrogante notizie secondo le quali per
questa determinazione avrebbe influito il sindaco di Altomonte
divenuto, nel frattempo, consigliere della nuova giunta regionale
il quale si batte per la realizzazione della centrale dato che,
pur trovandosi il sito prescelto in agro del comune da lui
diretto, essa si trova però lontanissima da Altomonte per cui le
ricadute negative della centrale si scaricherebbero sui cittadini
di Firmo nelle cui immediate prossimità dovrebbe sorgere la
medesima; la reazione delle popolazioni e dei lavoratori è forte;
l'indignazione dei cittadini, che coagula attorno a sé l'intera
popolazione della zona costituitasi in "comitato del no per
la centrale", va crescendo e si rischia si aprire un aspro
conflitto in tutta l'area -:
se non pensi di attivarsi per bloccare l'ipotesi di costruzione
della centrale elettrica Sondel nella piana di Cammarata per le
ricadute che essa avrebbe sull'agricoltura, sulla salute
(documenti a livello internazionale dimostrano come l'inquinamento
elettromagnetico produce leucemie ed altre gravi malattie) e sul
tracollo dei posti di lavoro in un'area strategica dell'alta
Calabria; se non ritenga deleteria l'incentivazione di iniziative
- che si costruiscono in sfregio delle norme sull'impatto
ambientale - contro il lavoro e la possibilità di vita delle
popolazioni e che l'elargizione di soldi pubblici non rischia di
diventare un atto di grave compiacenza nei confronti di aziende
che si rivelano distruttrici dei presupposti stessi dello sviluppo
del Sud. Intervenire tempestivamente in una vicenda grave come
questa significa cancellare la convinzione - anche dopo la
decisione del Governo di sottoscrivere con la Sondel un accordo
per la costruzione di 5 centrali nel Sud, pur non precisandone i
siti - che stiano andando avanti meccanismi di colonizzazione del
Mezzogiorno e della Calabria, e riducendo quest'ultima, a
pattumiera d'Italia in cui è possibile collocare centrali
inquinanti che altri respingono e smaltire scorie dannose le quali
attraversano dal Nord al Sud il nostro Paese per trovare proprio
nell'area del Pollino siti clandestini di smaltimento gestiti
dalla mafia.
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