- A PA'
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    Non mi ricordo se c'era luna
    ne' che occhi aveva il ragazzo
    ma mi ricordo quel sapore in gola
    e l'odore del mare come uno schiaffo
    a Pa'
    a Pa'
    e c'era Roma cosi' lontana
    e c'era Roma cosi' vicina
    e c'era quella luce che ti chiama
    come una stella mattutina
    a Pa'
    a Pa'
    tutto passa, il resto va
    e voglio vivere come i gigli nei campi
    come gli uccelli del cielo campare
    e voglio vivere come i gigli dei campi
    e sopra i gigli dei campi volare.


   - ADELANTE! ADELANTE!
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    Passa correndo lungo la statale
    un autotreno carico di sale
    Adelante! Adelante! C'e' un uomo al volante
    ha due occhi che sembra un diavolo
    Adelante! Adelante! L'arrivo e' distante
    E' alla fine di questo tavolo
    di questo cavolo di pianura
    di questa terra senza misura
    che gia' confonde la notte e il giorno
    e la partenza con il ritorno
    e la ricchezza con il rumore
    ed il diritto con il favore
    e l'innocente col criminale
    ed il diritto col Carnevale.
    Passa correndo lungo la statale 
    un autotreno carico di sale.
    Da Torino a Palermo
    dal cielo all'inferno
    dall'Olimpico al Quirinale.
    Da Torino a Palermo
    dal futuro al moderno
    dalle fabbriche alle lampare
    in questa terra senza piu' fiumi
    in questa terra con molti fumi
    tra questa gente senza piu' cuore
    e questi soldi che non hanno odore
    e queste strade senza piu' legge
    e queste stalle senza piu' gregge
    senza piu' padri da ricordare
    e senza figli da rispettare.
    Passa correndo lungo la statale
    un autotreno carico di sale
    Adelante! Adelante! C'e' un uomo al volante
    c'e' un'ombra sulla pianura
    Adelante! Adelante! Il destino e' distante
    e' alla fine dell'avventura
    e si nasconde in un polverone
    nellorizzonte di un'acquazzone
    e nei vapori della benzina
    diventa musica nella mattina
    e meraviglie sudamericane
    e companatico senza pane
    arcobaleno sotto le scale
    e Paradiso nel temporale.
    Passa correndo lungo la statale...


   - ALICE
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia)
     ((c) Serraglio)

    Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
    mentre il mondo sta girando senza fretta.
    Irene al quarto piano e' li tranquilla
    che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta.
    E Lili Marleen
    bella piu' che mai
    sorride non ti dice la sua eta'
    ma tutto questo Alice non lo sa.
    Ma io non ci sto piu'
    grido' lo sposo e poi
    tutti pensarono dietro ai cappelli
    lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto
    ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
    non e' cosi che se ne andra'.
    Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole
    mentre il sole a poco a poco si avvicina.
    E Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore
    il suo amore ballerina.
    E rimane li a bagnarsi ancora un po'
    e il tram di mezzanotte se ne va
    ma tutto questo Alice non lo sa.
    Ma io non ci sto piu'
    e i pazzi siete voi
    tutti pensarono dietro ai cappelli
    lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto
    ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
    non e' cosi che se ne andra'.
    Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole
    mentre il sole fa l'amore con la luna.
    Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello
    ma e' convinto che sia un portafortuna.
    Non ti chiede mai
    pane o carita'
    e un posto per dormire non ce l'ha
    ma tutto questo Alice non lo sa.
    Ma io non ci sto piu'
    grido' lo sposo e poi 
    tutti pensarono dietro ai cappelli
    lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto
    ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
    non e' cosi che se ne andra'.
    

   - AMORE DEL BAHIA

    IERI HO INCONTRATO LA MIA FORMICA 
    MI HA DETTO CHE SONO PAZZO
    IO CON LE OCCHIAIE PROFONDE
    CON UN PRINCIPIO D' INTOSSICAZIONE
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO LASCIATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........
    DOLCE AMORE DEL BAHIA
    DOLCE AMORE DEL BAHIA
    IO CON LE MANI DI GIUNCO
    E LA MIA VERGINITA'
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO BLOCCATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........
    IERI HO AMMAZZATO LA MIA FORMICA
    MI DICEVA CHE ERO PAZZO
    IO PAZZO FORSE PER GIOCO
    MA PER NIENTE E PER NESSUNO
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO
    L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INCASTRATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO
    MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........


   - ATLANTIDE
     (F. De Gregori)

    Lui adesso vive ad Atlantide
    con un cappello pieno di ricordi
    ha la faccia di uno che ha capito
    e anche un principio di tristezza in fondo all'anima
    nasconde sotto il letto un barattolo di birra disperata
    e a volte ritiene di essere un eroe.
    Lui adesso vive in California
    da sette anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole
    e' diventato un grosso suonatore di chitarre
    e stravede per una donna chiamata Lisa
    quando le dice tu sei quella con cui vivere
    gli si forma una ruga sulla guancia sinistra.
    Lui adesso vive nel terzo raggio dove ha imparato
    a non fare piu' domande del tipo:
    "conoscete per caso una ragazza di Roma
    la cui faccia ricorda il crollo di una diga?
    Io la conobbi un giorno e imparai il suo nome
    ma mi porto' lontano il vizio dell'amore
    e cosi' pensava l'uomo di passaggio
    mentre volava alto nel cielo di Napoli
    rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi
    ma lasciatele per sempre la sua dolce curiosita'
    ditele che l'ho perduta quando l'ho capita
    ditele che la perdono per averla tradita".


   - BABBO IN PRIGIONE
     (F. De Gregori)

    Stella guarda la luna la luna guarda Stella
    la notte e' bella, bella e profumata
    d'arancia e di menta
    Stella e' contenta che babbo se n'e' andato
    che babbo e' via lontano
    e mamma lava i piatti e canta piano.


   - BAMBINI VENITE PARVULOS
     (F. De Gregori)
    
    Nessun calcolo, nessun senso
    dentro questa paralisi
    gli elementi a disposizione
    non consentono analisi
    e i professori dell'altro ieri
    stanno affrettandosi a cambiare altare
    hanno indossato le nuove maschere
    e ricominciano a respirare
    bambini venite parvulos
    c'e' un'ancora da tirare
    issa dal nero del mare
    dal profondo del nero del mare
    e nessun calcolo, nessun senso
    e poi nessuno sa piu' contare
    Legalizzare la mafia
    sara' la regola del duemila
    sara' il carisma di Mastro Lindo
    a organizzare la fila
    e non dovremo vedere niente
    che non abbiamo veduto gia'
    qualsiasi tipo di fallimento
    ha bisogno della sua claque
    bambini venite parvulos
    c'e' un applauso da fare al babau
    si avvicina sorridendo
    l'arrotino col suo know-how
    venuto a vendere perline
    e a regalare crack
    Sabbia sulle autostrade
    e ruggine sulle unghie
    e limatura di ferro negli occhi
    terra fra le nostre lingue
    avrei voluto baciarti, amore
    ancora un poco prima di andare via
    prima di essere scaraventati
    dentro questo tipo di pornografia
    bambini venite parvulos
    vale un occhio il vostro cuore
    mille dollari i vostri occhi
    i vostri occhi senza dolore
    bambini venite parvulos
    sangue sotto al sole.


   - BANANA REPUBLIC
     (F. De Gregori)

    laggiu' nel paese dei tropici dove il sole e' piu' sole che qua
    sotto l'ombra degli alberi esotici
    non t'immagini che caldo che fa
    gli americani che espatriano si ritrovano tutti quaggiu'
    alle spalle una storia probabile un amore che non vale piu'
    e poi verso sera li vedi tutti a caccia di una donna e via
    e attraversano la notte a piedi per truffare la malinconia
    e spendono piu' di una lacrima
    su un bicciere di vino e di rum
    e piangendo gli viene da ridere ballo anch'io se balli tu.
    Laggiu' nel paese dei tropici qualche volta fa freddo anche la'
    per un cuore che si e' ammalato nel paese della liberta'
    gli americani che espatriano fanno il verso della nostalgia
    raccontandosi senza crederci mille volte la stessa bugia
    e poi verso sera li vedi tutti a caccia di una donna e via...


   - BELLAMORE
     (F. De Gregori)
   
    Bellamore Bellamore non mi lasciare
    Bellamore Bellamore non mi dimenticare
    rosa di primavera, isola in mezzo al mare
    lampada nella sera, Stella Polare
    Bellamore Bellamore fatti guardare
    nella luna e nel sole fatti guardare
    briciola sulla neve, lucciola nel bicchiere
    Bellamore Bellamore fatti vedere
    e vieniti a sedere, vieniti a riposare 
    su questa poltroncina a forma di fiore
    questa notte che viene non dara' dolore
    questa notte passera' senza farti del male
    questa notte passera'
    o la faremo passare.
    Bellamore Bellamore 
    non te ne andare
    tu che conosci le lacrime
    e le sai consolare
    Bellamore Bellamore 
    non mi lasciare
    tu che non credi ai miracoli
    ma li sai fare.
    Bellamore Bellamore fatti cantare
    nella pioggia e nel sole fatti cantare
    paradiso e veleno, zucchero e sale
    Bellamore Bellamore fatti consumare
    e vieniti a coprire
    vieniti a riscaldare
    su questa poltroncina a forma di fiore
    questo tempo che viene non dara' dolore
    questo tempo passera' senza farti del male
    questo tempo passera'
    o lo faremo passare.
    
   
   - BELLI CAPELLI

    BELLI CAPELLI, CAPELLI NERI
    CHE T'HO ASPETTATO TUTTA NOTTE E TU CHISSA' DOV'ERI
    CAPELLI LUNGHI CHE ARRIVAVANO FINO AL MARE
    BELLI CAPELLI CHE NESSUNO LI PUO' TAGLIARE 
    BELLI CAPELLI, CAPELLI D'ORO
    CHE IN MEZZO A TUTTA QUANTA QUELLA GENTE MI SENTIVO SOLO
    CAPELLI D'ORO, CHE SEI PARTITA E CHI LO SA SE TORNI
    BELLI CAPELLI CHE MI TRADIVANO TUTTI I GIORNI 
    CAPELLI COME AUTOSTRADE, LA MATTINA SOPRA IL TUO CUSCINO
    CHE QUANDO TIRA VENTO DIVENTANO I CAPELLI DI UN RAGAZZINO
    CAPELLI COSI' LONTANI, CHE NESSUNO LI PUO' VEDERE
    CAPELLI COSI' SOTTILI, CHE BASTA NIENTE CHE LI FAI CADERE
    BELLI CAPELLI, CAPELLI BIANCHI
    CHE SI FERMARONO A UNA FONTANA A PETTINARE GLI ANNI
    CAPELLI STANCHI, DENTRO ALLO SPECCHIO DI UN BICCHIERE DI VINO
    BELLI CAPELLI CHE STANOTTE E' NOTTE MA VERRA' MATTINO.


   - BENE

    Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori
    in questa storia sono tuoi, 
    ma e' inutile cercarmi sotto il tavolo 
    ormai non ci sto piu' 
    Ho preso qualche treno, qualche nave 
    qualche sogno qualche tempo fa 
    Ricordo che giocavo coi tuoi occhi 
    nella stanza e ti chiamavo mia 
    Ben oltre la coperta all'uncinetto 
    c'era il soffio della tua pazzia 
    e allora la tua faccia vietnamita 
    ricordava tutto quel che ho 
    E adesso puoi richiuderti nel bagno 
    a commentare le mie poesie 
    pero' stai attenta a tendermi la mano 
    perche' il braccio non lo voglio piu' 
    mia madre e' sempre li' che si nasconde 
    dietro i muri e non si trova mai 
    e i fiori nella vasca
    sono tutto quel che resta
    quel che manca, tutto quello che hai 
    E puoi chiamarmi ancora amore mio 
    E qualche volta aspettami sul ponte 
    i miei amici sono tutti la' 
    con lunghe sciarpe nere e occhi chiari 
    hanno scelto la semplicita' 
    Se Luigi si sporge verso l'acqua 
    sono solo fatti suoi 
    E ancora mille anni, mille volte 
    ci scommetto mi ringrazierai 
    per quel sorriso ladro e per i giochi 
    i mille giochi che sapevi gia' 
    E ancora mi dirai
    che non vuoi essere cambiata
    che ti piaci come sei 
    Pero' non mi confondere con niente,
    con nessuno 
    e vedrai niente e nessuno ti confondera' 
    nemmeno l'innocenza nei miei occhi 
    ce n'e' gia' meno di ieri ma che male c'e' 
    Le navi di Pierino erano carta di giornale 
    eppure guarda sono andate via 
    magari dove tu volevi andare 
    ed io non ti ho portato mai 
    ma puoi chiamarmi ancora amore mio 


   - BUENOS AIRES

    Le donne vanno e vengono 
    nel porto di Buenos Aires 
    hanno le ali ai piedi 
    ai piedi per volare 
    hanno le ali al cuore 
    al cuore per camminare. 
    Le donne vanno e vengono 
    nel porto di Buenos Aires 
    amore ragazzino 
    amore volato via 
    ho messo il tuo cappello 
    per farmi compagnia 
    ho messo il tuo cappello 
    per non sentirmi sola 
    ho avuto un altro uomo 
    ma pero' ti aspetto ancora 
    ho avuto un altro uomo 
    ma pero' ti aspetto ancora. 
    Le donne vanno e vengono 
    nelle case di Buenos Aires 
    hanno le chiavi in mano 
    le chiavi per provare 
    hanno le gambe lunghe e dolci 
    le gambe per amare 
    le donne si sorridono 
    nelle case di Buenos Aires. 
    Amore dimenticato 
    amore con la pistola 
    chissa' dove sei stato 
    e chissa' dove sei ora 
    amore da ringraziare 
    e da tenersi stretto 
    amore da guardare 
    e da portare a letto 
    amore da guardare 
    e da portare a letto. 
    Le donne vanno e vengono 
    sul corso di Buenos Aires 
    fiori tra le dita 
    fiori da regalare 
    matita sotto gli occhi 
    occhi da incatenare 
    le donne si organizzano 
    sul corso di Buenos Aires 
    Amore interminabile 
    amore di poche ore 
    entra dalla finestra 
    e senza far rumore 
    amore dl mezzanotte 
    amore con gli occhi belli 
    entra dalla finestra 
    e scioglimi i capelli 
    entra dalla finestra 
    e scioglimi i capelli 
    entra dalla finestra 
    e scioglimi i capelli. 


   - BUFFALO BILL
     (F. De Gregori)
    
    Il paese era molto giovane
    i soldati a cavallo erano la sua difesa.
    Il verde brillante della prateria
    ricordava in maniera lampante l'esistenza di Dio,
    del Dio che progetta la frontiera
    e costruisce la ferrovia.
    A quel tempo io ero un ragazzo
    che giocava a ramino e fischiava alle donne.
    Un eroe romantico
    con due baffi da uomo.
    Se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte,
    tra la vita e la morte avrei scelto l'America.
    Tra bufalo e locomotiva
    la differenza salta agli occhi.
    La locomotiva ha la strada segnata
    il bufalo puo' scartare di lato e cadere.
    Questo decise la sorte del bufalo,
    l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere.
    Ed ora ti voglio dire
    c'e' chi uccide per rubare
    e c'e' chi uccide per amore.
    Il cacciatore uccide sempre per giocare.
    Io uccidevo per essere il migliore.
    Mio padre guardiano di mucche,
    mia madre una contadina,
    io unico figlio biondo quasi come Gesu'.
    Avevo pochi anni
    e vent'anni sembran pochi,
    poi ti volti a guardarli e non li trovi piu'.
    E mi ricordo infatti di un pomeriggio triste
    io con il mio amico Culo-di-Gomma famoso meccanico
    sul ciglio di una strada a contemplare l'America,
    diminuzione dei cavalli, aumento dell'ottimismo.
    Mi presentarono i miei cinquant'anni
    e un contratto con il circo Pace-e-Bene a girare l'Europa.
    E firmai col mio nome
    e firmai e il mio nome era Buffalo Bill


   - BUONANOTTE FIORELLINO
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia)

    Buonanotte, buonanotte amore mio
    buonanotte tra il telefono e il cielo
    ti ringrazio per avermi stupito
    per avermi giurato che e' vero
    il granturco nei campi e' maturo
    ed ho tanto bisogno di te
    la coperta e' gelata e l'estate e' finita
    buonanotte, questa notte e' per te
    Buonanotte, buonanotte fiorellino
    buonanotte tra le stelle e la stanza
    per sognarti devo averti vicino
    e vicino non e' ancora abbastanza
    ora un raggio di sole si e' fermato
    proprio sopra il mio biglietto scaduto
    tra i tuoi fiocchi di neve e le tue foglie di te'
    buonanotte, questa notte e' per te
    Buonanotte, buonanotte monetina
    buonanotte tra il mare e la pioggia
    la tristezza passera' domattina
    e l'anello restera' sulla spiaggia
    gli uccellini nel vento non si fanno mai male
    hanno ali piu' grandi di me
    e dall'alba al tramonto sono soli nel sole
    buonanotte, questa notte e' per te


   - CANTA CANTA
     (F. De Gregori)

    Adesso finalmente e' fuori libero come una bandiera al vento
    agli amici di un tempo mandera' certamente una cartolina
    magari da Pisa Torino Milano
    adesso puo' vendere e comperare farsi, una donna se vuole
    anche affittareuna stanza con vista sul mare
    nessuno lo puo' condannare
    per quel poco di voglia rimasta di fare l'amore.
    Come un cane nella pioggia quest'uomo se ne va
    voglia di piangere e' poco davanti a tutta questa liberta'
    certo comprera' un autocarro per girare la Francia il mondo intero
    come quel suo fratello camionista contento del suo lavoro.
    Come un cane nella pioggia felice per le strade di quasi Natale
    freddo quel tanto che basta, nessuno da salutare.
    Ordina un caffe' corretto,
    tossisce discreto dietro il palmo di mano
    nessuno lo nota gli dicono grazie, e' uscito ieri e' gia' lontano.
    Ordina un caffe' corretto...


   - CAPATAZ

    Non siamo nati mica ieri Capataz,
    non siamo nati mica ieri
    non siamo mica prigionieri dentro una stella 
    in questa bella modernita'.
    Non siamo nati mica per morire qua.
    Se provi ad aprire la finestra Capataz
    e coi tuoi occhi guardi fuori,
    quante persone che non contano
    e si stanno contando gia'
    stanno soltanto aspettando un segno Capataz.
    Questo vecchio segno,
    quando cambia il tempo,
    quando cambia il tempo arrivera'.
    Questo vecchio legno
    quando si alza il vento,
    quando si alza il vento navighera'.
    Non siamo nati mica per morire qua.
    Se provi a entrare nella mia testa Capataz,
    e coi miei occhi guardi fuori
    quante persone quanti cuori
    quanti colori al posto di quel grigio quante novita'
    c'e' un altro tipo di futuro che ci aspetta Capataz.
    Questo vecchio segno,
    quando cambia il tempo,
    quando cambia il tempo arrivera'.
    Questo vecchio legno,
    come si alza il vento,
    come si alza il vento navighera'
    c'e' un altro tipo di futuro, Capataz.


   - CATERINA
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Poi arrivo' il mattino
    e col mattino un angelo
    e quell'angelo eri tu.
    Con due spalle da uccellino
    in un vestito troppo piccolo
    e con gli occhi ancora blu.
    E la chitarra veramente la suonavi molto male
    pero' quando cantavi
    sembrava Carnevale.
    E una bottiglia ci bastava
    per un pomeriggio intero
    a raccontarlo oggi non sembra neanche vero.
    E la vita Caterina lo sai non e' comoda per nessuno
    quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo.
    Devi rischiare la notte il vino e la malinconia,
    la solitudine e le valigie di un amore che vola via.
    E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo,
    e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo.
    Chissa' se in quei momenti ti ricordi della mia faccia
    quando la notte scende e ti si gelano le braccia.
    Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto
    forse non ti direi niente
    ma ti guarderei soltanto.
    Chissa' se giochi ancora con i riccioli sull'orecchio,
    o se guardandomi negli occhi
    mi troveresti un po' piu' vecchio.
    E quanti mascalzoni hai conosciuto, e quanta gente,
    e quante volte hai chiesto aiuto
    ma non ti e' servito a niente.
    Caterina questa mia canzone la vorrei veder volare
    sopra ai tetti di Firenze
    per poterti conquistare.


   - CENTOCINQUANTA STELLE

    Centocinquanta stelle in fila indiana
    in questa notte umida che sa di maggiorana
    in questa notte splendida che sa di malva
    centocinquanta stelle in questa notte calda.
    Centocinquanta stelle o centocinquantuno
    ed io che le sto a contare in questo cielo di nerofumo
    le conto e le riconto e vai col tango
    in questa notte lurida che sa di fango.
    E tirano certe bombe che nessuno se lo aspettava
    in questa notte storica senza lapilli e senza lava
    e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli
    che ammazzano le persone ma risparmiano gli scoiattoli.
    Centocinquanta stelle e piu' di una scintilla
    in questa notte isterica che sa di camomilla
    centocinquanta stelle e un millecinquecento
    ed io che le riconto e piano piano mi addormento.
    Centocinquanta stelle ed una stella sola
    in questa notte ipocrita che sa di coca cola
    una notte cosi' amichevole da dormire in un saccoapelo
    centocinquanta stelle in mezzo al cielo.


   - CIAO CIAO
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    Ciao ciao
    andarsene e' un peccato pero' ciao ciao
    bella donna alla porta che mi saluti
    baci abbracci e sputi
    e io che sputo amore
    io che non sputo mai
    ciao ciao
    andarsene era scritto percio' ciao ciao
    bella ragazza che non m'hai capito mai
    gia' parte il treno
    sventola il fazzoletto amore mio
    pero' piangi di meno
    ciao ciao,
    ciao amore ciao, amore ciao
    guarda che belli i fiori in quella citta'
    ciao amore ciao, amore come va?
    Ciao amore amore ciao amore ciao
    ciao ciao
    guarda che belli i fiori in quella citta'
    che mai mi ha visto e nemmeno mi vedra'
    guarda che mare
    guarda che berche piccole che vanno
    a navigare.


   - DOLCE LUNA     [F. DE ANDRE']

    Cammina come un vecchio marinaio
    non ha piu' un posto dove andare
    la terra sotto i piedi non lo aspetta
    strano modo di ballare
    sua moglie ha un altro uomo e un'altra donna,
    e' proprio un uomo da buttare
    e nelle tasche gli e' rimasta solo un po' di polvere di mare
    e non puo' testimoniare.
    Si muove sopra i sassi
    come un leone invernale
    ti puo' parlare ore ed ore
    della sua quarta guerra mondiale
    conserva la sua cena dentro un foglio di giornale
    la sua ragazza "esca dalle lunghe gambe" fa all'amore niente male
    e non puo' testimoniare.
    Lui vide il marinaio indiano
    alzarsi in piedi e barcollare
    con un coltello nella schiena
    tra la schiuma e la stella polare
    e il timoniere di Sciangai
    torno' tranquillo a pilotare
    e lui lo vide con l'anello al dito e un altro anello da rubare
    ma non puo' testimoniare.
    Dal buio delle notti "Balla Linda"
    alla paralisi di un porto
    la luce delle stelle chiare
    come un rifugio capovolto,
    la sua balena "Dolce Luna" che lo aspetta in alto mare,
    gli ha detto molte volte "Dimmi amore, con chi mi vuoi dimenticare"
    e non puo' testimoniare
    e non puo' testimoniare.
    E tu mi vieni a dire voglio un figlio
    su cui potermi regolare
    con due occhi qualunque e il terzo occhio inconfondibile e speciale
    che non ti importa niente
    se non riuscira' a nuotare
    l'importante e' che abbia sulla guancia destra
    quella mia voglia di mare
    e mi dici ancora che il mio nome
    glielo devo proprio dare
    ma non so testimoniare
    io non so testimoniare.


   - DOLCE SIGNORA CHE BRUCI
     (F. De Gregori)
    
    Dolce signora che bruci, per che cosa stai bruciando?
    I gerani al tuo balcone si stanno consumando.
    Dolce signora che bruci, qual e' il tuo peccato originale?
    Quanta acqua e' passata sul tuo corpo di sale?
    Il tuo album di foto sta andando alla deriva
    E il tuo amante prezioso se n'e' andato un'ora fa
    Ma io posso capire la tua eta'.
    Dolce signora che bruci, i soldati che aspettavi
    Sono tutti alla tua porta che chiedono le chiavi.
    Stanotte puoi trovare sul mio letto di velluto
    Gli specchi che hai spezzato e i figli che hai perduto.
    Il tuo album di foto sta andando alla deriva
    E il tuo amante prezioso se n'e' andato un'ora fa
    Ma io posso capire la tua eta'.
    Ma io posso capire la tua eta'.
    Dolce signora che bruci, per che cosa stai bruciando?
    I gerani al tuo balcone si stanno consumando.


   - DUE ZINGARI
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Ecco stasera mi piace cosi'
    con queste stelle appiccicate al cielo
    la lama del coltello
    nascosta nello stivale
    e il tuo sorriso, trentadue perle
    cosi' disse il ragazzo
    nella mia vita non ho mai avuto fame
    e non ricordo sete di acqua o di vino
    ho sempre corso libero,
    felice come un cane.
    Tra la campagna e la periferia
    e chissa' dove vivevano i miei
    dalla sicilia o dall'Ungheria
    avevano occhi veloci come il vento
    leggevano la musica
    leggevano la musica nel firmamento.
    Rispose la ragazza ho tredici anni
    trentadue perle nella notte
    e se potessi ti sposerei
    per avere dei figli
    con le scarpe rotte girerebbero
    questa ed altre citta'
    questa ed altre citta'
    a costruire giostre e a vagabondare
    ma adesso e' tardi.
    Anche per chiacchierare.
    E due zingari stavano
    appoggiati alla notte
    forse mano nella mano
    e si tenevano negli occhi
    aspettando il sole del giorno dopo
    senza guardare niente
    sull'autostrada accanto al campo
    le macchine passano velocemente
    e gli autotreni mangiano chilometri
    sicuramente vanno molto lontano
    gli autisti si fermano e poi ripartono
    dicono c'e' nebbia,
    bisogna andare piano
    si lasciano dietro un sogno metropolitano.


   - FESTIVAL
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi)

    E' la citta' dei fiori
    disse chi lo vide passare
    che forse aveva bevuto troppo
    ma per lui era normale
    qualcuno penso' fu problema di donne
    un altro disse proprio quasi come Marylin Monroe
    lo portarono via in duecento
    peccato fosse solo quando se ne ando'
    la notte che presero il vino
    e ci lavarono la strada
    chi ha ucciso quel giovane angelo
    che girava senza spada
    e l'uomo della televisione disse
    nessuna lacrima vada sprecata
    in fin dei conti cosa c'e' piu' bello della vita
    la primavera e' quasi cominciata
    qualcuno ricordo' che aveva dei debiti
    mormoro'
    sottobanco che quello era il motivo
    era pieno di tranquillanti
    ma non era un ragazzo cattivo
    la notte che presero le sue mani
    e le usarono per un applauso piu' forte
    chi ha ucciso il piccolo principe
    che non credeva nella morte
    e lontano lontano si puo' dire di tutto
    non che il silenzio non sia stato osservato
    l'inviato della pagina musicale scrisse
    tutto e' stato pagato
    si ritrovarono dietro il palco
    con gli occhi sudati e le mani in tasca
    tutti dicevano io sono stato suo padre
    perche' lo spettacolo non finisca
    la notte che tutti andarono a cena
    e canticchiarono la vie en rose.
    Chi ha ucciso il figlio della portiera
    che aveva fretta che non si fermo'.
    E cosi' fu la fine del gioco
    con gli occhi venuti da lontano
    a deporre una rosa sulla cronaca nera
    a chiudere un occhio a stringere una mano
    alcuni lo ricordano ancora
    mentre accende una sigaretta
    altri ne hanno fatto un monumento
    per dimenticare un po' piu' in fretta
    la notte che presero il vino
    e ci lavarono la strada
    chi ha ucciso quel giovane angelo
    che girava senza spada.


   - GENERALE
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - Serraglio)

    Generale dietro la collina
    ci sta la notte crucca e assassina
    e in mezzo al prato c'e' una contadina
    curva sul tramonto sembra una bambina
    di cinquant'anni e di cinque figli
    venuti al mondo come conogli
    partiti al mondo come soldati
    e non ancora tornati.
    Generale dietro la stazione
    lo vedi il treno che portava il sole
    non fa piu' fermate neanche per pisciare
    si va dritti a casa senza piu' pensare
    che la guerra e' bella anche se fa male
    che torneremo ancora a cantare
    a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere.
    Generale la guerra e' finita
    il nemico e' scappato e' vinto e' battuto
    dietro la collina non c'e' piu' nessuno
    solo aghi di pino e silenzio e funghi
    buoni da mangiare buoni da seccare
    d farci il  sugo quando viene natale
    quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare
    Generale queste cinque stelle
    queste cinque lacrime sulla tua pelle
    che senso hanno dietro il rumore di questo treno 
    che e' mezzo vuoto e mezzo pieno 
    e va veloce verso il ritorno
    tra due minuti e' quasi, e' quasi casa, e' quasi amore.


   - GESU' BAMBINO
     (F. De Gregori)

    Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino
    fa che venga la guerra prima che si puo'
    fa che sia pulita come una ferita piccina piccio'
    fa che sia breve come un fiocco di neve.
    E fa che si porti via la mala morte e la malattia
    fa che duri poco che sia come un gioco.
    Tu che conosci la stazione, tutti quelli che ci vanno a dormire
    fagli avere un giorno l'occasione di poter anche loro partire
    partire senza biglietto, senza biglietto volare via
    per essere davvero liberi non occorre la ferrovia
    e fa che piova un po' di meno sopra a quelli che non hanno ombrello
    e fa che dopo questa guerra il tempo sia piu' bello.
    Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino comprato a rate
    chissa' se questa guerra potra' finire prima dell'estate
    perche' sarebbe bello spogliarci tutti e andare al mare
    e avere sotto gli occhi e dentro al cuore tanti giorni ancora da passare.
    E ad ogni compleanno guardare in cielo essere d'accordo
    e non avere piu' paura, la paura e' soltanto un ricordo.
    Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino alla deriva
    se questa guerra deve proprio farsi fa che non sia cattiva
    tu che le hai viste tutte e sai che tutto non e' ancora niente
    se questa guerra deve proprio farsi da che non la faccia la gente.
    E poi perdona tutti quanti tutti quanti tutti quanti tranne qualcuno
    e quando poi sara' finita fa che non la ricordi nessuno. (3 volte)


   - GIOVANE ESPLORATORE TOBIA
     (F. De Gregori)

    Giovane esploratore Tobia quindici anni a settembre
    pressappoco un bambino
    scrive il suo nome nella grotta del bue marinaio
    con la sua strana calligrafia giovane esploratore Tobia.
    Giovane esploratore Tobia, nato da un padre d'acciaio
    e da una madre distratta
    alle spalle un'infanzia igienicamente perfetta
    morbilo, tristezza e nessun'altra malattia
    giovane esploratore Tobia.
    Giovane esploratore Tobia
    parte per la gita scolastica e non sa che fare
    gira la testa e vede un vagone bruciare
    tira l'allarme e salva la ferrovia, giovane esploratore Tobia.


   - I MATTI
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    I matti vanno contenti 
    tra il campo e la ferrovia
    a caccia di grilli e serpenti
    a caccia di grilli e serpenti
    i matti vnno contenti
    a guinzaglio della pazzia
    a caccia di grilli e serpenti
    tra il campo e la ferrovia
    i matti non hanno piu' niente
    intorno a loro piu' nessuna citta'
    anche se strillano chi li sente
    anche se strillano che male gli fa
    i matti vanno contenti
    sull'orlo della normalita'
    come stelle cadenti
    nell'oceano della tranquillita'
    trasportando grandi buste di plastica
    del peso totale del cuore
    piene di spazzatura e di silenzio
    piene di freddo e rumore
    i matti non hanno il cuore
    i matti non hanno il cuore
    o se ce l'hanno e' sprecato
    e' una caverna tutta nera
    i matti ancora li' a pensare
    a un treno mai arrivato 
    e una moglie portata via
    da chissa' quale bufera
    i matti senza la patente per camminare
    i matti tutta la vita
    dentro la notti chiuse a chiave.
    I matti vanno contenti
    fermano il traffico con la mano
    e poi attrvesano il mattino
    con l'aiuto di un fiasco di vino
    si fermano lughe ore a riposare
    le ossa e le ali le povere ossa e le ali
    e dentro nelle chiese ci vanno a fumare
    centinaia di sigarette
    centinaia di sigarette
    centinaia di sigarette
    davanti all'altare.


   - I MUSCOLI DEL CAPITANO
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Guarda i muscoli del capitano
    tutti di plastica e di metano
    guardalo nella notte che viene
    quanto sangue nelle vene
    il capitano non tiene mai paura
    ritto sul cassero fuma la pipa
    in questa alba fresca e scura
    che rassomiglia un po' alla vita
    e poi il capitano se vuole
    si leva l'ancora dai pantaloni
    e la getta nelle onde
    mi chiama forte quando vuole
    qualcosa o qualcuno
    c'e' sempre uno che gli risponde
    ma capitano non te lo volevo dire
    ma c'e' in mezzo al mare una donna bianca
    cosi' enorme alla luce delle stelle cosi' bella
    che di guardar la luna non si stanca.
    Questa nave quattromila nodi
    in mezzo ai ghiacci tropicali
    ed ha un motore di un milione di cavalli
    che al posto degli zoccoli hanno le ali
    non aver fumi torpedine miccia
    scintillante bellezza fosforo fantasia
    molecole d'acciaio pistone rabbia
    guerra lampo e poesia
    e in questa notte il letto vien veloce
    in questa croce di novecento
    il futuro non e' una palla di cannone accesa
    e noi lo stiamo quasi raggiungendo
    e il capitano dice al mozzo di bordo
    giovanotto io non vedo niente
    c'e' solo un po' di nebbia
    che annuncia il sole
    andiamo avanti tranquillamente.


   - IL '56
     (F. De Gregori)

    A guardare nei ricordi sembra ancora ieri
    che salivo su una sedia per guardare i treni
    da dietro una finestra su un cortile grande
    un bambino, un bambino...
    Mio fratello che studiava lingue misteriose
    in ginocchio su una sedia coi capelli corti
    eravamo forse nel '56 un, un bambino, un bambino...
    E tutto mi sembrava andasse bene (2 v.)
    tra me e le mie parole
    tra me e le mie parole e la mia anima.
    E il Natale allora si che era una festa vera
    cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima
    i regali mi duravano una settimana; un bambino, un bambino...
    Mi ricordo le fotografie dei carri armati
    io passavo i pomeriggi a ritagliarle
    e incollarle sopra pezzi di cartone; un bambino, un bambino...
    E tutto mi sembrava...


   - IL BANDITO E IL CAMPIONE
     (L. Grechi)
     (Ed: Serraglio)

    Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta
    un'unica passione per la bicicletta
    un'incrocio di destini in una strana storia
    di cui nei giorni nostri si e' persa la memoria
    una storia d'altri tempi, di prima del motore
    quando si correva per rabbia o per amore
    ma fra rabbia ed amore il distacco gia' cresce
    e chi sara' il campione gia' si capisce.
    Vai Girardengo, vai grande campione!
    nessuno ti segue su quello stradone
    Vai Girardengo! non si vede piu' Sante
    e' dietro quella curva, e' sempre piu' distante
    e dietro alla curva del tempo che vola
    c'e' Sante in bicicletta che in mano ha una pistola.
    Se di notte e' inseguito spara e centra ogni fanale
    Sante il bandito ha una mira eccezionale
    e lo sanno le banche e lo sa la Questura
    Sante il bandito mette propio paura
    e non servono le taglie e non basta il coraggio
    Sante il bandito ha troppo vantaggio.
    Fu antica miseria od un torto subito
    a fare del ragazzo un feroce bandito
    ma al proprio destino nessuno gli sfugge
    cercavi giustizia ma trovasti la legge.
    Ma un bravo poliziotto 
    che conosce il suo mestiere
    sa che ogni uomo ha un vizio
    che lo fara' cadere
    e ti fece cadere la tua grande passione
    di aspettare l'arrivo dell'amico campione
    quel traguardo volante ti vide in manette
    brillavano al sole come due biciclette
    Sante Pollastri il tuo Giro e' finito
    e gia' si racconta che qualcuno ha tradito.
    Vai Girardengo, vai grande campione!
    nessuno ti segue su quello stradone
    Vai Girardengo! non si vede piu' Sante
    e' sempre piu' lontano, sempre piu' distante
    sempre piu' lontano, e' sempre piu' distante...

   
   - IL CANTO DELLE SIRENE

    Non sara' il canto delle sirene
    Che ci innamorera' 
    Noi lo conosciamo bene 
    L'abbiamo sentito gia' 
    E nemmeno la mano affilata 
    Di un uomo o di una divinita' 
    Non sara' il canto delle sirene 
    In una notte senza lume 
    A riportarci sulle nostre tracce 
    Dove l'oceano risale il fiume 
    Dove si calmano le onde 
    Dove si spegne il rumore 
    Non sara' il canto delle sirene 
    Ascoltaci o Signore 
    Mio padre era un marinaio 
    Conosceva le citta' 
    Mio padre era un marinaio 
    Partito molti mesi fa 
    Mio figlio non lo conosce 
    Mio figlio non lo sapra' 
    Mio padre era un marinaio 
    Partito molti mesi fa. 
    Non sara' il canto delle sirene 
    Nel girone terrestre 
    Ad insegnarci quale ritorno 
    Attraverso alle tempeste 
    Quando la bussola si incanta 
    Quando si pianta il motore 
    Non sara' il canto delle sirene 
    A addormentarsi il cuore 
    Quando l'occhio di Ismaele 
    Si affaccia da dietro il sole 
    E nella schiuma della nostra scia 
    Qualcosa appare e scompare 
    Non sara' il canto delle sirene 
    Che non ci fara' guardare 
    Mio padre era un marinaio 
    E andava a navigare 
    Se l'e' portato il vento 
    Se le mangiato il mare 
    Mio padre era un marinaio 
    Girava le citta' 
    Mio figlio non le conosce 
    Ma le conoscera' 
    Non sara' il canto delle sirene 
    Che ci addormentera' 
    L'abbiamo sentito bene 
    L'abbiamo sentito gia' 
    Ma sara' il coro delle nostre donne 
    Da una spiaggia di sassi 
    Sara' la voce delle nostre donne 
    A guidare i nostri passi 
    I nostri passi nel vento 
    E il vento ci prende per vela 
    Sara' di ferro la sabbia 
    Sara' di fuoco la sera 
    Ascoltaci o Signore 
    Perdonaci la vita intera 
    Mio padre era un marinaio 
    Conosceva le citta' 
    Partito il mese di febbraio 
    Di mille mesi fa 
    Mio figlio non lo ricorda 
    Ma lo ricordera' 
    Mio padre era un marinaio 
    Mio figlio lo sara'. 


   - IL NERO

    Dalla periferia del mondo a quella di una citta'
    la vita non e' una caramella e il nero lo sa
    dimmi dove si va a finire dimmi dove si va a finire
    dimmi dove si va il nero che scarpe nere nere che c'ha.
    Dalla periferia del mondo il nero nero
    fu scaraventato che non era ancora giorno da un vecchio furgone Ford
    e si stropiccia gli occhi balla cammina e canta sotto il cielo di Latina
    grande citta del nord il neo che ritmo il neo.
    Dalla perferia del mondo a quella di una citta'
    la vita non e' una passeggiata e il nero lo sa
    preso a calci dalla polizia incatenato a un treno da un foglio di via
    oppure usato per un falo' il nero te lo ricordi il nero quando arrivo'.
    Che si sbarbava con un pezzo di specchio ed un orecchio si taglio'
    e andava sanguinando avanti e indietro dicendo sono Van Gogh
    e aveva dentro gli occhi una malattia ma chissa quale tipo di malattia
    di malattia d'amor il nero che forza il nero nero nero.


   - IL SIGNOR HOOD

    E il signor Hood era un galantuomo
    sempre ispirato dal sole
    con due pistole caricate a salve
    ed un canestro pieno di parole 
    con due pistole caricate a salve
    ed un canestro pieno di parole.
    E che fosse un bandito negare non si puo'
    pero' non era il solo
    e che fosse un bandito negare non si puo'.
    E sulla strada di Pescara
    venne assalito dai parenti ingordi
    e scarico' le sue pistole in aria 
    e regalo' le sue parole ai sordi 
    e scarico' le sue pistole in aria 
    e regalo' le sue parole ai sordi 
    E qualcuno ha pensato che fosse morto li'
    pero' non era vero
    e qualcuno ha giurato che fosse morto li'.
    E adesso anche quando piove
    lo vedi sempre con le spalle al sole
    con un canestro di parole nuove
    calpestare nuove aiuole
    con un canestro di parole nuove
    calpestare nuove aiuole.
    E tutti lo chiamavano signor Hood
    ma il suo vero nome era Spinadipesce
    e tutti lo chiamavano signor Hood.


   - L'ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA

    Figlio con quali occhi, 
    con quali occhi ti devo vedere
    coi pantaloni consumati al sedere 
    e queste scarpe nuove nuove
    Figlio senza domani, 
    con questo sguardo di animale in fuga
    e queste lacrime sul bagnasciuga 
    che non ne vogliono sapere.
    Figlio con un piede ancora in terra 
    e l'altro gia' nel mare
    con una giacchetta per coprirti 
    ed un berretto per salutare
    e i soldi chiusi dentro la cintura 
    che nessuno te li puo' strappare
    la gente oggi non ha piu' paura 
    nemmeno di rubare.
    Ma mamma a me mi rubano la vita
    quando mi mettono a faticare
    per pochi dollari alle caldaie
    sotto al livello del mare.
    In questa nera nera nave che mi dicono
    che non puo' affondare
    in questa nera nera nave che mi dicono
    che non puo' affondare.
    Figlio con quali occhi, 
    e quale pena dentro al cuore
    adesso che la nave se n'e' andata 
    e sta tornando il rimorchiatore
    Figlio senza catene, 
    senza camicia cosi' come sei nato
    su questo atlantico cattivo 
    figlio gia' dimenticato.
    Figlio che avevi tutto 
    e che non ti mancava niente
    e andrai a confondere la tua faccia 
    con la faccia dell'altra gente
    e che ti sposerai probabilmente 
    in un bordello americano
    e avrai dei figli e una donna strana 
    e che non parlano italiano.
    Ma mamma io per dirti il vero 
    l'italiano non so cosa sia
    eppure se attraverso il mondo 
    non conosco la geografia
    In questa nera nera nave che mi dicono
    che non puo' affondare 
    in questa nera nera nave che mi dicono
    che non puo' affondare.


   - L'UCCISIONE DI BABBO NATALE

    Dolly del mare profondo
    figlia di minatori
    si leva le scarpe e cammina sull'erba
    insieme al figlio del figlio dei fiori.
    E fanno la solita strada 
    fino al cadavere del grillo 
    la luna impaurita li guarda passare 
    e le stelle sono punte di spillo.
    E mentre le lancette camminano 
    i due si dividono il fungo 
    e intanto mangiando ingannano il tempo 
    ma non dovranno ingannarlo a lungo.
    Infatti arriva Babbo Natale
    carico di ferro e carbone 
    il figlio del figlio dei fiori lo uccide 
    con un coltello e con un bastone.
    E Dolly gli pulisce le mani
    con una fetta di pane 
    e nuvole passano dietro la luna 
    e da lontano sta abbaiando un cane.
    E la neve comincia a cadere 
    la neve che cadeva sul prato 
    e in pochi minuti si sparse la voce 
    che Babbo Natale era stato ammazzato.
    Cosi' Dolly del mare profondo 
    e il figlio del figlio dei fiori 
    si danno la mano e ritornano a casa 
    tornano a casa dai genitori.

 
   - LA BALLATA DELL'UOMO RAGNO
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)
   
    Mamma c'ha il cuore debole ma la voce e' di tuono
    mamma c'ha il cuore debole ma la voce e' di tuono
    ci guarda con il megafono dall'ultimo piano
    promette un castigo, minaccia un perdono.
    E noi siamo tutti in fila davanti al bagno
    E noi siamo tutti in fila davanti al sogno
    E noi siamo tutti in strada davanti al segno
    E noi siamo tutti al fiume
    a trasformare l'oro in stagno
    ma prima di aver finito
    faremo un buco nell'infinito
    e accetteremo l'invito a cena dell'Uomo Ragno.
    Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro
    Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro
    nascondono il passato parlando del futuro
    e se trovano la cruna dell'ago se la mangiano di sicuro.
    E noi siamo tutti in fila davanti al bagno
    E noi siamo tutti in fila davanti al sogno
    E noi siamo tutti in strada davanti al segno
    E noi siamo tutti al fiume
    a trasformare il fuoco in legno
    ma prima della mattanza
    faremo esplodere questa stanza
    e porteremo quello che avanza
    dall'Uomo Ragno
    dall'Uomo Ragno.
    E' solo il capobanda ma sembra un faraone
    E' solo il capobanda ma sembra un faraone
    ha gli occhi dello schiavo e lo sguardo del padrone
    si atteggia a Mitterrand ma e' peggio di nerone.
    E noi siamo tutti in fila davanti al bagno
    E noi siamo tutti in fila davanti al sogno
    E noi siamo tutti in strada davanti al segno
    E noi siamo tutti al fiume
    a fare il controcanto al cingo
    ma prima del Carnevale
    faremo un buco nello Stivale
    e ci squaglieremo nel gran finale con l'Uomo Ragno.
   
   
   - LA CAMPANA
     (F. De Gregori)

    La campana ha suonato tutto il giorno
    laddove i cani hanno abbaiato
    io ho pianto lacrime fino all'osso, lacrime e tosse sul selciato
    incollato sull'asfalto della strada
    mai stato cosi' lontano dalla dolcezza a cui tutti hanno diritto
    io con un fascio di giornali in mano
    e con un fascio di giornali in mano
    pensavo si puo' anche morire di dolore.
    I miei amici, lo sai, sono tutti schedati
    i miei amici, lo sai, sono tutti in galera
    sono tutti fregati, sono tutti schedati.
    E avevo nella testa una fontana
    una pioggia sottile di pensieri cattivi
    mentre la gente seduta al tavolino
    contava il tempo con gli aperitivi
    e io inchiodato sulla strada, pensavo
    ma tutto questo deve pure finire
    e camminavo come un uomo tranquillo
    e sotto questo grande cielo azzurro
    finalmente mi sentivo un uomo solo.
    I miei amici, lo sai, sono tutti fregati
    i miei amici, lo sai, sono tutti in galera
    sono tutti segnati, sono tutti fregati, sono tutti schedati.


   - LA CASA DI HILDE
     (F. De Gregori)

    L'ombra di mio padre, due volta la mia
    lui camminava ed io correvo sopra il sentiero di aghi di pino
    la montagna era verde, oltre quel monte il confine
    oltre in confine chissa', oltre quel monte la casa di Hilde.
    Io mi ricordo che avevo paura quando bussammo alla porta
    ma lei sorrise e ci disse d'entrare, era vestita di chiaro
    e ci mettemmo seduti ad ascoltare il tramonto
    Hilde nel buio suonava la cetra.
    Venne la notte e mio padre dormiva, ma io guardavo la luna
    dalla finestra potevo toccarla, non era piu' alta di me
    e il cielo sembrava piu' grande, ed io mi sentivo gia' uomo
    quando la neve scese a coprire la casa di Hilde.
    Il doganiere aveva un fucile quando ci venne a svegliare
    disse a mio padre di alzare le mani e gli frugo' le tasche
    ma non trovo' proprio niente, solo una foto ricordo
    Hilde nel buio suonava la cetra.
    Il doganiere ci strinse la mano e se ne ando' desolato
    e allora Hilde apri' la sua cetra e tiro' fuori i diamanti
    e insieme bevemmo del vino ma io solo mezzo bicchiere
    quando fu l'alba lasciammo la casa di Hilde.
    Oltre il confine con molto dolore non trovai fiori diversi
    ma sulle strade incontrammo una capra che era curiosa di noi
    mio padre le ando' piu' vicino e lei si lascio' catturare
    cosi' la legammo a una corda e venne con noi.


   - LA CATTIVA STRADA   [F. DE ANDRE']
     (F. De Andre' - F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi)

    Alla parata militare
    sputo' negli occhi a un innocente
    e quando lui chiese "perche'"
    lui gli rispose "questo e' niente
    e adesso e' ora che io vada"
    e l'innocente lo segui'
    senza le armi lo segui'
    sulla sua cattiva strada.
    Sui viali dietro la stazione
    rubo' l'incasso a una regina
    e quando lei gli disse "come"
    lui le rispose "forse e' meglio, e' come prima
    forse e' ora che io vada"
    e la regina lo segui'
    col suo dolore lo segui'
    sulla sua cattiva strada.
    E in una notte senza luna
    trucco' le stelle ad un pilota
    quando l'aereoplano cadde
    lui disse "e' colpa di chi muore
    comunque e' meglio che io vada"
    ed il pilota lo segui'
    senza le stelle lo segui'
    sulla sua cattiva strada.
    A un diciottenne alcolizzato
    verso' da bere ancora un poco
    e mentre quello lo guardava
    lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
    adesso e' ora che io vada"
    l'alcolizzato lo capi'
    non disse niente e lo segui'
    sulla sua cattiva strada.
    Ad un processo per amore
    bacio' le bocche dei giurati
    e ai loro sguardi imbarazzati
    rispose "Adesso e' piu' normale
    adesso e' meglio, adesso e' giusto, giusto, e' giusto
    che io vada"
    ed i giurati lo seguirono
    e bocca aperta lo seguirono
    sulla sua cattiva strada,
    sulla sua cattiva strada.
    E quando poi spari' del tutto
    a chi diceva "e' stato un male"
    a chi diceva "e' stato un bene"
    raccomando' "non vi conviene
    venir con me dovunque vada,
    ma c'e' amore un po' per tutti
    e tutti quanti hanno un amore
    sulla cattiva strada
    sulla cattiva strada."


   - LA DONNA CANNONE
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Buttero' questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
    giuro che lo faro'
    e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volero'
    Quando la donna cannone 
    d'oro e d'argento diventera'
    senza passare per la stazione
    l'ultimo treno prendera'.
    In faccia ai maligni e ai superbi
    il mio nome scintillera'
    dalle porte della notte il giorno si blocchera'
    un applauso del pubblico pagante lo sottolineera'
    e dalla bocca del cannone una canzone suonera'.
    E con le mani amore per le mani ti prendero'
    e senza dire parole nel mio cuore ti portero'.
    E non avro' paura se non saro' bella come dici tu
    ma voleremo in cielo in carne e ossa
    non torneremo piu'.
    E senza fame senza sete
    e senza ali senza rete voleremo via.
    Cosi la donna cannone
    quell'enorme mistero volo'
    sola verso un cielo nero nero s'incammino'.
    Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui spari
    altri giurarono e spergiurarono
    che non erano mai stati li.
    E con le mani amore con le mani ti prendero'
    e senza dire parole nel mio cuore ti portero'.
    E non avro' paura se non saro' bella come vuoi tu
    ma voleremo in cielo in carne e ossa
    non torneremo piu'.
    E senza fame senza sete
    e senza aria senza rete voleremo via.


   - LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE '68
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Sole sul tetto dei palazzi in costruzione
    sole che batte sul campo di pallone
    e terra e polvere che tira vento
    e poi magari piove
    Nino cammina che sembra un uomo
    con le scarpette di gomma dura
    dodici anni e il cuore
    pieno di paura.
    Ma Nino non aver paura
    di sbagliare un calcio di rigore
    non e' mica da questi particolari
    che si giudica un giocatore
    un giocatore lo vedi dal coraggio
    dall'altruismo, dalla fantasia.
    E chissa' quanti ne hai visti
    e quanti ne vedrai
    di giocatori tristi
    che non hanno vinto mai
    ed hanno appeso le scarpe
    a qualche tipo di muro
    e adesso ridono dentro al bar
    e sono innamorati da dieci anni
    con una donna che non hanno amato mai
    chissa' quanti ne hai veduti
    chissa' quanti ne vedrai...
    Nino capi fin dal primo momento
    l'allenatore sembrava contento e allora
    mise il cuore dentro le scarpe
    e corse piu' veloce del vento.
    Prese un pallone che sembrava stregato
    accanto al piede rimaneva incollato
    entro' nell'area tiro' senza guardare
    ed il portiere lo fece passare.
    Ma Nino non aver paura
    di sbagliare un calcio di rigore
    non e' mica da questi particolari
    che si giudica un giocatore
    un giocatore lo vedi dal coraggio
    dall'altruismo, dalla fantasia...
    Na na na na na na na na na na
    na na na na na na na na na na na na na
    na na na na na na na na na
    Il ragazzo si fara'
    anche se ha le spalle strette
    quest'altr'anno giochera'
    con la maglia numero sette!
   
   
   - LA STORIA
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    La storia siamo noi, nessuno si senta offeso;
    siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
    La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
    La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
    questo rumore che rompe il silezio.
    Questo silenzio cosi duro da raccontare.
    E poi ti dicono; " Tutti sono uguali,
    tutti rubano alla stessa maniera "
    ma e' solo un modo per convincerti
    e restare chiuso dentro casa quando viene la sera;
    pero' la storia non si ferma davvero davanti a un portone
    la storia entra dentro le stane e le brucia.
    La storia da' torto e da' ragione.
    La storia siamo noi
    siamo noi che scriviamo le lettere
    siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere.
    E poi la gente ( perche' e' la gente che fa la storia)
    quando si tratta di scegliere e di andare
    te la trovi tutta con gli occhi aperti
    che sanno benissimo cosa fare;
    quelli che hanno letto milioni di libri
    insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare;
    ed e' per questo che la storia da' i brividi,
    perche' nessuno osera' tormentare
    la storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
    siamo noi, bella ciao, che partiamo
    la storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano.
    La storia siamo noi,
    siamo noi questo piatto di grano.

   
   - LA VALIGIA DELL'ATTORE
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)

    Eccomi qua
    sono venuto a vedere
    lo strano effetto che fa
    la mia faccia nei vostri occhi
    e quanta gente ci sta
    e se stasera si alza una lira
    per questa voce che dovrebbe arrivare
    fino all'ultima fila
    oltre al buio che c'e'
    e al silenzio che lentamente si fa
    e alla luce che taglia il mio viso
    improvvisamente eccomi qua
    siamo l'amante e la sposa
    arrivati fin qua
    l'attore e la sciantosa
    e siamo pronti a qualsiasi cosa
    pur di stare qua
    siamo il padre e la figlia
    finalmente qua
    siamo una grande famiglia
    abbiam lasciato soltanto un momento
    la nostra valigia di la'
    nel camerino gia' vecchio
    tra un lavandino e un secchio
    tra un manifesto e lo specchio
    tra un manifesto e lo specchio.
    Eccoci qua
    siamo venuti per poco
    perche' per poco si va
    e il sipario e' calato gia'
    su questa vita che tanto pulita non e'
    e ricorda il colore di certe lenzuola
    di certi hotel
    che il nostro nome ce l'hanno gia'
    e ormai nemmeno ci chiedono piu'
    il documento d'identita'
    e allora eccoci, siamo qua
    siamo venuti per niente
    perche' per niente si va
    e c'inchiniamo ripetutamente
    e ringraziamo infinitamente.
    Eccoci qua
    siamo il padre ela figlia
    capitati fin qua
    siamo ua grande famiglia
    abbiam lasciato soltanto un momento
    la nostra valigia di la'
    nel camerino gia' vecchio
    tra un lavandino e un secchio
    tra un manifesto e lo specchio
    tra un manifesto e lo specchio.


   - LE STORIE DI IERI

    Mio padre aveva un sogno comune
    condiviso dalla sua generazione
    la mascella al cortile parlava
    troppi morti lo hanno smentito
    tutta gente che aveva capito.
    E il bambino nel cortile sta giocando
    tira sassi nel cielo e nel mare
    ogni volta che colpisce una stella
    chiude gli occhi e si mette a sognare,
    chiude gli occhi e si mette a volare
    E i cavalli a Salo' sono morti di noia
    a giocare col nero perdi sempre
    Mussolini ha scritto anche poesie
    i poeti che brutte creature
    ogni volta che parlano e' una truffa.
    Ma mio padre e' un ragazzo tranquillo
    la mattina legge molti giornali
    e' convinto di avere delle idee
    e suo figlio e' una nave pirata
    e suo figlio e' una nave pirata
    E anche adesso e' rimasta una scritta nera
    sopra il muro davanti a casa mia
    dice che il movimento vincera'
    i nuovi capi hanno facce serene
    e cravatte intonate alla camicia.
    Ma il bambino nel cortile si e' fermato
    si e' stancato di seguire aquiloni
    si e' seduto tra i ricordi vicini,
    rumori lontani,
    guarda il muro e si guarda le mani
    guarda il muro e si guarda le mani.


   - MA COME FANNO I MARINAI
     (F. De Gregori)

    Ma dove vanno i marinai
    con le loro giubbe bianche
    sempre in cerca di una rissa
    o di un bazar
    Ma dove vanno i marinai
    con le loro facce stanche
    sempre in cerca di una bimba
    da baciar
    Ma cosa fanno i marinai
    quando arrivano nel porto
    vanno a prendersi l'amore
    dentro al bar
    qualcuno e' vivo per fortuna
    qualcuno e' morto
    c'e' una vedova da andare
    a visitar
    Ma come fanno i marinai
    a riconoscersi sempre uguali
    sempre all'equatore
    e al Polo Nord
    Ma come fanno i marinai
    a baciarsi fra di loro
    a rimanere veri uomini pero'
    intorno al mondo senza amore
    come un pacco postale
    senza nessuno che gli chiede
    come va
    col cuore appresso a una donna
    una donna senza cuore
    chissa' se ci pensano ancora
    Chissa'...
    Ma dove vanno i marinai
    mascalzoni e imprudenti
    con la vita nei calzoni
    col destino in mezzo ai denti
    sotto la luna puttana
    e il cielo che sorride
    come fanno i marinai
    con questa noia che li uccide
    addormentati sopra un ponte
    in fondo a malincuore
    sognano un ritorno
    smaltiscono un liquore
    affaticati dalla vita
    piena di zanzare
    che cosa gliene frega
    di trovarsi in mezzo al mare
    al mare che piu' passa il tempo
    e piu' non sa' di niente
    su questa rotta inconcludente
    da Genova a New York
    Ma come fanno i marinai
    a fare a meno della gente
    e a rimanere veri uomini pero'
    e intorno al mondo senza amore
    come un pacco postale
    senza nessuno che gli chiede
    come va
    col cuore appresso a una donna
    una donna senza cuore
    chissa' se ci pensano ancora
    Chissa'...
   
   
   - MIMI' SARA'

    Sara' che tutta la vita
    e' una strada con molti tornanti 
    E che i cani ci girano intorno
    con le bocche fumanti 
    Che se provano noia o tristezza
    o dolore o amore non so 
    Sara' che un giorno si presenta l'inverno
    e ti piega i ginocchi 
    E tu ti affacci da dietro
    quei vetri che sono i tuoi occhi 
    E non vedi piu' niente e piu' niente ti vede
    e piu' niente ti tocca 
    Sara' che io col mio ago
    ci attacco la sera alla notte 
    E nella vita ne ho viste e ne ho prese
    e ne ho date di botte 
    Che nemmeno mi fanno piu' male
    e nemmeno mi bruciano piu' 
    Dentro al mio cuore di muro e metallo
    dentro la mia cassaforte 
    Dentro la mia collezione di amori
    con le gambe corte 
    Ed ognuno c'ha un numero
    e sopra ognuno una croce 
    Ma va bene lo stesso, va bene cosi' 
    Chiamatemi Mimi' 
    Per i miei occhi neri e i capelli 
    E i miei neri pensieri 
    C'e' Mimi' che cammina sul ponte
    per mano alla figlia 
    E che guardano giu' 
    Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato
    Per i miei occhiali neri 
    Per spiegare alla figlia che domani va meglio
    Che vedrai cambiera' 
    Come passa quest'acqua di fiume 
    Che sembra che e' ferma ma hai voglia se va
    C'e' Mimi' che cammina per mano alla figlia
    Chissa' dove va 
    Sara' che tutta la vita
    e' una strada e la vedi tornare 
    Come le lacrime tornano agli occhi
    e ti fanno piu' male 
    E nessuno ti vede e nessuno ti vuole
    per quello che sei 
    Sara' che i cani stanotte alla porta
    li sento abbaiare 
    Sara' che sopra al tuo cuore c'e' scritto
    "Vietato passare"
    Il tuo amore e' un segreto
    il tuo cuore e' un divieto 
    Personale al completo e va bene cosi' 
    Chiamatemi Mimi' 
    Chiamatemi Mimi' 
    Per i miei occhi neri e i capelli 
    E i miei neri pensieri 
    C'e' Mimi' che cammina sul ponte
    per mano alla figlia 
    E che guardano giu' 
    Per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato
    Per i miei occhiali neri 
    Per spiegare alla figlia che domani va meglio
    Che vedrai passera' 
    Come passa quest'acqua 
    Che sembra che e' ferma ma hai voglia se va
    Come Mimi' che cammina per mano alla figlia
    Chissa' dove va. 


   - MIRACOLO A VENEZIA

    Venezia sta sull'acqua
    manda cattivo odore
    La radio e i giornalisti
    dicono sempre "Venezia muore!"
    Cadono tutte le stelle,
    si spengono una a una
    E sembrano caramelle
    che si sciolgono nella laguna
    Cadono tutte le stelle
    e tu lasciale cadere 
    Lascia che si nascondano
    se non le vuoi vedere 
    Venezia sta sull'acqua
    e piano piano muore 
    Il cielo sopra le fabbriche
    cambia colore 
    Le nuvole sono fumo
    sopra Marghera
    Dove non c'e' nessuno
    nessuno esce la sera 
    Mentre al Lido davanti al cinema
    pastori ed operai 
    Fanno a gara su quelle gondole
    che non avevano preso mai 
    E navigano fino all'Africa
    senza motore 
    Fino a che finisce il Cinema
    e ricomincia il rumore 
    Venezia sta sull'acqua
    e muore piano piano 
    Un uomo sotto il cappotto
    nasconde un coltello e un geranio 
    Galleggiano i nostri cuori 
    Come isole per la via 
    Venezia luogo comune
    della malinconia.


   - NATALE
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    C'e' la luna sui tetti c'e' la notte per strada
    le ragazze ritornano in tram
    ci scommetto che nevica, tra due giorni e' Natale
    ci scommetto dal fredod che fa.
    E da dietro la porta sento uno che sale
    ma si ferma due piani piu' giu'
    e' un peccatto davvero ma io gia' lo sapevo
    che comunque non potevi esser tu.
    E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia
    e raccontami quello che fai
    se cammini nel mattino se ti addormenti di sera
    e se dormi, che dormi e che sogni che fai.
    E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti
    per i conti che non tornano mai
    se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso
    quell'allegra tristezza che c'hai.
    Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano
    come un treno dentro una galleria
    tra due giorni e' Natale e non va bene e non va male.
    Buonanotte torna presto e cosi' sia.
    E tu scrivimi...


   - NIENTE DA CAPIRE
     (F. De Gregori)

    Le stelle sono tante milioni di milioni, la luce dei lampioni
    si riflette sulla strada lucida
    seduto, non seduto, faccio sempre la mia parte
    con l'anima in riserva e il cuore che non parte
    pero' Giovanna io me la ricordo
    ma e' un ricordo che vale dieci lire
    e non c'e' niente da capire.
    Mia moglie ha molti uomini, ognuno e' una scommessa
    perduta ogni mattina nello specchio del caffe'
    io amo le sue rughe ma lei non lo capisce
    ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce
    pero' Giovanna e' stata la migliore,
    faceva dei giochetti da impazzire
    e non c'e' niente da capire.
    Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve
    che freddo amore mio pensaci bene a fare l'amore
    e' giusto quel che mi dici ma i tuoi calci fanno male
    io non ti invidio niente non ho niente di speciale
    ma se i tuoi occhi fossero ciliegie io non ci troverei niente da dire
    e non c'e' niente da capire.
    E' troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi
    mi dicono che stai vincendo e ridono da matti
    ma io non lo sapevo che era una partita
    posso dartela vinta e tenermi la mia vita
    pero' se un giorno tornerai da queste parti
    riportami i miei occhi e il tuo fucile
    e non c'e' niente da capire.


   - NINETTO E LA COLONIA

    La notte si annunciava chiara, la sera era serena
    la gente del cinema assisteva seria al magico 4x4 del circo di Brema.
    Nel cielo all'improvviso si apri' un lampo,
    la pellicola di colpo si spezzo'
    e apparve all'improvviso sullo schermo un pellegrino vestito di chiffon.
    E il silenzio piombo' come il veleno e tutti cominciarono a pregare
    levato il piccolo Ninetto scemo che continuo' a giocare.
    Con una mano dentro i pantaloni e un piede leggermente sollevato
    urlo' nel cinema la sua domanda: "Ma chi e' che ti ha mandato?"
    E il pellegrino si guardo' le unghie e disse: "Cosi' sia facciamo presto
    chi mi manda non parla la vostra lingua e non importa che sappiate il resto.
    e' troppo tempo che cammino, vengo dalla montagna e vado al mare,
    e' troppo tempo che cammino, e questa sera mi vorrei fermare".E tre angeli nella notte, con le catene sotto al giaccone,
    facevano la guardia al mistero come rondini sul balcone
    E nella notte alle loro spalle, le loro voci diventavano fumo
    qualcuno cominciava ad aver paura, ma non parlava nessuno.
    E il vento passava tra gli alberi e nessuno vide passare
    il funerale del piccolo Ninetto portato via dal temporale
    E dietro a un fondale di stelle, gli impiegati della compagnia
    rubarono tutta la frutta dagli alberi, e la portarono via.


   - PABLO
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi)

    Mio padre seppellito un anno fa,
    nessuno piu' a coltivare la vite,
    verde rame sulle sue poche, poche unghie,
    e troppi figli da cullare.
    E il treno io l'ho preso e ho fatto bene
    spago sulla mia valigia non ce n'era
    solo un po' d'amore la teneva insieme,
    solo un po' di rancore la teneva insieme.
    Il collega spagnolo non sente non vede
    ma parla del suo gallo da battaglia
    e la latteria diventa terra
    prima parlava strano e io non lo capivo
    pero' il pane con lui lo dividevo
    e il padrone non sembrava poi cattivo.
    Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
    Con le mani io posso fare castelli,
    costruire autostrade e parlare con Pablo,
    lui conosce le donne e tradisce la moglie,
    con le donne ed il vino
    e la Svizzera verde.
    E se un giorno e' caduto e' caduto per caso
    pensando al suo gallo o alla
    moglie ingrassata come la foto,
    prima parlava strano e io non lo capivo
    pero' il fumo con lui lo dividevo
    e il padrone non sembrava poi cattivo.
    Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
    Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
   
   
   - PANE E CASTAGNE

    Mangiamo pane e castagne, 
    in questa notte di luna 
    le mani bene ancorate 
    su questa linea
    Domani ce lo diranno, 
    dove dovremo andare.
    Ce lo diranno domani 
    cosa dovremo fare.
    Ci sta una terra di nessuno 
    da qualche parte ne cuore
    come un miraggio incastrato 
    tra la noia e il dolore.
    Domani ce lo diranno, 
    come dovremo arrivare.
    E c'e' una terra di nessuno, 
    ci si deve passare.
    Aspettami ogni sera, 
    davanti a quel portone
    e se verrai stasera, 
    ti chiamero' per nome.
    Chissa' che occhi avremo, 
    chissa' che occhi avro'
    ma se verrai stasera
    ti riconoscero'.
    Mangiamo pane e castagne, 
    come una poesia
    perduta nella memoria, 
    dei tempi di scuola
    domani ce lo diranno, 
    cosa vorranno che sia
    Ce lo diranno domani, 
    prima di andare via.
    Aspettami ogni sera, 
    davanti a quel portone
    e se mi chiami amore, 
    mi chiamerai per nome.
    Chissa' che occhi avremo, 
    chissa' che occhi avro'
    ma se mi chiami amore, 
    io ti rispondero'.


   - PEZZI DI VETRO
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia)

    L'uomo che cammmina sui pezzi di vetro
    dicono ha due anime e un sesso, di ramo duro il cuore
    e una luna e dei fuochi alle spalle
    mentre balla e balla
    sotto l'angolo retto di una stella.
    Niente a che vedere col circo,
    ne' acrobata, ne' mangiatore di fuoco
    piuttosto un santo a piedi nudi
    quando vedi che non si taglia gia' lo sai
    ti potresti innamorare di lui,
    forse sei gia' innamorata di lui,
    cosa importa se ha vent'anni
    e nelle pieghe della mano
    una linea che gira,
    e lui risponde serio e' mia,
    sottintende la vita
    e la fine del discorso la conosci gia',
    era acqua corrente un po' tempo fa
    e adesso mi si e' fermata qua.
    Non conosce paura 
    l'uomo che salta e vince sui vetri
    e spezza bottiglie e ride
    e sorride perche'
    ferirsi non e' possibile
    morire meno che mai e poi mai.
    E insieme visitate la notte
    che dicono e' due anime e un letto
    e un tetto di capanna utile e dolce
    come ombrello teso tra la terra e il cielo
    lui ti offre la sua ultima carta
    il suo ultimo prezioso tentativo di stupire
    quando dice e' quattro giorni che ti amo
    ti prego non andare via,
    non lasciarmi ferito.
    E non hai capito ancora come mai
    gli hai lasciato in un minuto tutto quel che hai,
    pero' stai bene dove stai.
    Pero' stai bene dove stai.


   - PIANO BAR
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi)

    Uno scudo bianco in campo azzurro e' la sua fotografia
    Chiunque lo conosca bene puo' chiamarlo senza offesa
    Uomo di poca malinconia
    E' un pianista di piano bar vende a tutti tutto quel che fa
    Non sperare di farlo piangere perche' piangere non sa
    Nella punta delle dita poco jazz poche ombre nella vita
    Solo un pianista di piano bar
    E suonera' finche' lo vuoi sentire non ti deludera'
    Solo un pianista di piano bar
    E cantera' finche' lo vuoi sentire non ti disturbera'
    Questo strano tipo di bambina vuole la compagnia
    La risata forte e l'amicizia a cena
    Ama se stesso senza allegria
    E' un pianista di piano bar e' un poeta di varieta'
    Non cercare di vederlo piangere perche' piangere non sa
    Nella punta delle dita poco jazz poche ombre nella vita
    Solo un pianista di piano bar
    E suonera' finche' lo vuoi sentire non ti deludera'
    Solo un pianista di piano bar
    E cantera' finche' lo vuoi sentire non ti disturbera'
   
   
   - PICCOLA MELA
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi)

    Mi metto in tasca una piccola mela
    mi metto in tasca una piccola mela.
    Ti portassero in piazza ocn chiodi e catene
    se davvero non sei sincera.
    La figlia del dottore e' una maestrina
    la figlia del dottore e' una maestrina
    e conosce a memoria tutti i libri di Omero
    li ripassa tre volte la mattina.
    Mi metto in tasca un piccolo fiore
    mi metto in tasca un piccolo fiore.
    Ti legassero stretta alla quercia piu' vecchia
    se davvero non vuoi il mio cuore.
    La figlia del dottore sa cantare
    la figlia del dottore sa cantare.
    E mi piace poi tanto quel suo modo di fare
    forse un giorno faremo l'amore.


   - PILOTA DI GUERRA

    Non per entrare nel merito del motore 
    Ma ogni motore ha una musica ed io la so 
    Cosi' per sempre nel vento la faro' cantare 
    Per questa mia povera terra da sud a nord 
    E quanto e' solo un uomo un uomo lo sa solo Dio
    Mentre volo sopra le ferite delle citta' 
    E come un grande amore gli dico addio 
    E come e' solo un uomo lo so solo io 
    Oltre le nuvole 
    Oltre le nuvole 
    O se possibile ancora un minuto piu' la' 
    Con questa notte ai miei piedi 
    Piu' nera e piu' buia a vederla da qua 
    Ma un giorno il giorno tornera' 
    Cosi' la vita vola sotto le ali 
    E passa un'altra notte su questa guerra 
    E sulle case degli uomini tutti uguali 
    Nel grande orfanotrofio della terra 
    E a cosa serve un uomo lo so solo io 
    Che spargo sale sopra le ferite della citta'
    E come a un grande amore gli dico addio 
    E a cosa serve un uomo lo sa solo Dio 
    Oltre le nuvole 
    Oltre le nuvole 
    O se possibile ancora una vita piu' in la' 
    Con questa notte ai miei piedi 
    Piu' nera e piu' buia a vederla da qua
    Ma un giorno il giorno tornera' 


   - POVERO ME

    Cammino come un marziano, come un malato,
    come un mascalzone, per le strade di roma
    vedo passare persone e cani
    e pretoriani con la sirena
    e mi va l'anima in pena.
    Mi viene voglia di menare le mani
    mi viene voglia di cambiarmi il cognome
    cammino da sempre sopra i pezzi di vetro
    e non ho mai capito come
    dimmi dov'e' la tua mano, dimmi dov'e' il tuo cuore.
    Povero me, povero me, povero me
    non ho nemmeno un amico qualunque
    per bere un caffe'
    Povero me, povero me, povero me 
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'
    Povero me, povero me, povero me
    mi guardo intorno e sono tutti migliori di me
    Povero me, povero me, povero me 
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'.
    Cammino come un dissidente, come un deragliato
    come un disertore senza nemmeno un cappello
    o un ombrello da aprire
    ho il cervello in manette, dico cose gia' dette
    e vedo cose gia' viste
    i simpatici mi stanno antipatici,
    i comici mi rendono triste
    mi fa paura il silenzio
    ma non sopporto il rumore
    dove sara' la tua mano dove sara' il tuo cuore.
    Povero me, povero me, povero me
    non ho nemmeno un amico qualunque
    per bere un caffe'
    Povero me, povero me, povero me 
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'
    Povero me, povero me, povero me
    mi guardo intorno e sono tutti migliori di me
    Povero me, povero me, povero me 
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'
    guarda che pioggia di acqua e di foglie
    che povero autunno che e'.


   - QUATTRO CANI
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia)

    Quattro cani per strada,
    il primo e' un cane da guerra,
    e nella bocca ossi non ha
    e nemmeno violenza
    vive addosso ai muri e non parla mai,
    vive addosso ai muri e non parla mai.
    Il secondo e' un bastardo
    che conosce la fame e la tranquillita',
    ed il piede dell'uomo e la strada,
    ogni volta vche muore gli rinasce la coda.
    Il terzo e' una cagna,
    quasi sempre si nega,
    qualche volta si da',
    e semina i figli nel mondo,
    perche' e' del mondo che sono figli, i figli.
    Quattro cani per strada, e
    e la strada e' gia' piazza,
    e la sera e' gia' notte,
    se ci fosse la luna,
    se ci fosse la luna,
    si potrebbe cantare.
    E il quarto non ha un padrone,
    non sa dove andare,
    comunque ci va,
    va dietro ai fratelli e si fida,
    e ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita.
    Quattro cani per strada, e
    e la strada e' gia' piazza
    e la sera e' gia' notte
    se ci fosse la luna
    se soltano ci fosse la luna,
    se ci fosse la luna
    si potrebbe cantare.


   - RAGGIO DI SOLE
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Benvenuto raggio di sole
    a questa terra di terra e sassi
    a questi laghi come la neve
    sotto i suoi passi
    a questo nome questa distrazione
    a questo carnevale
    dove nessuno ti vuole bene
    dove nessuno ti vuole male.
    A questa musica che non ha orecchi
    a questi libri senza parole.
    Benvenuto raggio di sole
    avrai matite per giocare
    e un bicchiere per bere forte
    e un bicchiere per bere piano
    un sorriso per difenderti
    e un passaporto per andare via lontano.
    Benvenuto a questa finestra
    a questo cielo sereno
    a tutti i clackson della mattina
    a questo mondo gia' troppo pieno
    a questa strada ferrovia
    unica al mondo per dove puo' andare
    ti porta dove ti porta il vento
    ti porta dove scegli di ritornare
    A questa luna tranquilla
    che si siede dolcemente
    in mezzo al mare c'e' qualche nuvola
    ma non fa niente
    perche' lontano passa una nave
    tutte le luci accese
    benvenuto figlio di nessuno
    in questo paese.


   - RENOIR
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Gli aerei stanno al cielo
    come la navi al mare
    come il sole all'orizzonte la sera
    come e' vero che non voglio tornare
    a una stanza vuota e tranquilla
    dove aspetto un amore lontano
    e mi pettino i pensieri
    col bicchiere nella mano.
    Chi di voi l'ha vista partire
    dica pure che stracciona era
    quanto vento aveva nei capelli
    se rideva o se piangeva
    la mattina che prese il treno
    e seduta accanto al finestrino
    vide passare l'Italia ai suoi piedi
    giocando a carte col suo destino.
    Ora i tempi si sa che cambiano
    passano e tornano tristezza e amore
    da qualche parte c'e' una casa piu' grande
    sicuramente esiste un uomo migliore
    io nel frattempo ho scritto altre canzoni
    di lei parlano raramente
    non e' vero che io l'abbia perduta
    dimenticata come dice la gente.


   - RIMMEL
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia)

    E qualcosa rimane
    fra le pagine chiare e le pagine scure,
    e cancello il tuo  nome dalla mia facciata,
    e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
    i miei alibi e le tue ragioni
    Chi mi ha fatto le carte
    mi ha chiamato "Vincente", ma lo zingaro e' un trucco
    e un futuro invadente, fossi stato un po' piu' giovane
    l'avrei distrutto con la fantasia,
    l'avrei stracciato con la fantasia.
    Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
    la mia faccia sovrapporla a quella di chissa' chi altro.
    Ancora i tuoi quattro assi vanno bene di un colore solo
    li puoi nascondere o giocare come vuoi
    Oppure farli rimanere buoni amici come noi.
    Santa voglia di vivere
    e dolce Venere di Rimmel
    come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
    se per caso avevi ancora quella foto
    in cui tu sorridevi e non guardavi.
    Ed il vento passava
    sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona.
    E quando io, senza capire, ho detto si
    hai detto "e' tutto quel che hai di me",
    e' tutto quel che ho di te.
    Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
    la mia faccia sovrapporla a quella di chissa' chi altro.
    Ancora i tuoi quattro assi vanno bene di un colore solo,
    li puoi nascondere o giocare come vuoi,
    oppure farli rimanere buoni amici come noi.


   - ROLLO AND HIS JETS

    E se potessi questa sera ascolterei volentieri
    Rollo con gli amici suoi
    come i tempi in cui le radio funzionavano a valvole
    e i bambini eravamo noi.
    In un programma dalle 7 alle 7 e 20
    andava in onda tutti i lunedi'
    si intitolava se ricordo bene
    il discobolo o giu' di li'.
    Era una musica tutta chitarra e batteria
    l'altoparlante faceva crock
    ed il piu' grande dei nostri amici
    quelle canzoni le chiamava rock.
    E se potessi questa sera ascolterei volentieri
    Rollo con i suoi Jets
    e quel bassista mezzo messicano
    soprannominato "chicco di caffe'".
    E il chitarrista con quel nome strano dimmi
    chi se lo dimentica piu'
    con quel suo stile sudamericano
    ma che ogni tanto si usava blues.
    Era una musica tutta chitarra e batteria
    con il rullante che faceva tock
    ed il piu' grande dei nostri amici
    quelle canzoni le chiamava rock.
    E se potessi questa sera ascolterei volentieri
    da Rollo qualche novita'
    e' un po' di tempo che non si sentiva
    ma questa sera e' ritornato qua.
    Con un programma che ci porta attraverso al mare
    fino all'America e pure piu' in la'
    e nelle vele di una nave a vapore
    da consegnare alla posterita'.
    Con una musica tutta chitarra e batteria
    con il rullante che faceva tock
    ed il piu' grande dei nostri amici
    quelle canzoni le chiamava rock.


   - RUMORE DI NIENTE
     (F. De Gregori)
   
    L'avevi creduto davvero
    che avremmo parlato dell'Esperanto ?
    L'avevi creduto davvero
    o l'avevi sperato soltanto ?
    Ma che tempo
    e che elettricita'
    ma che tempo che e'
    e che tempo che sara'
    ma che tempo fara' ?
    Non lo senti che tuona ?
    Non lo senti che tuona gia'?
    Non lo senti che suona ?
    E' lontana pero' sembra gia' piu' vicina
    questa musica che abbiamo sentito gia'.
    Babbo c'e' un assassino
    non lo fare bussare
    babbo c'e' un indovino
    non lo fare parlare
    babbo c'e' un imbianchino
    vestito di nuovo
    c'e' la pelle di un vecchio serpente
    appena uscita da un uovo
    e c'e' un forte rumore di niente
    un forte rumore di niente...
    L'avevi creduto davvero
    che avremmo parlato d'amore ?
    L'avevi creduto davvero
    o l'avevi soltanto sperato col cuore ?
    Gli occhi oggi gridano agli occhi
    e le bocche stanno a guardare
    e le orecchie non vedono niente
    tra Babele e il Villaggio Globale.
    Babbo c'e' un assassino
    non lo fare bussare
    babbo c'e' un indovino
    non lo fare parlare
    babbo c'e' un imbianchino
    vestito di nuovo
    c'e' la pelle di un vecchio serpente
    appena uscita da un uovo
    e c'e' un forte rumore di niente
    un forte rumore di niente...

                      
   - SAN LORENZO

    Cadevano le bombe come neve 
    il diciannove luglio a San Lorenzo 
    sconquassato il Verano 
    dopo il bombardamento 
    tornano a galla i morti 
    e sono piu' di cento 
    Cadevano le bombe a San Lorenzo 
    e un uomo stava a guardare 
    la sua mano 
    viste dal Vaticano 
    sembravano scintille 
    un uomo raccoglie la sua mano 
    e i morti sono mille 
    un giorno credi questa guerra finira' 
    ritornera' la pace 
    e il burro abbondera' 
    e andremo a pranzo 
    la domenica fuori porta a Cinecitta' 
    oggi pieta' le morta 
    ma un bel giorno rinascera' 
    e qualcuno fara' qualcosa 
    magari si sposera' 
    Il Papa la mattina da San Pietro 
    usci' tutto da solo tra la gente 
    in mezzo a San Lorenzo 
    spalanco' le ali 
    sembrava proprio un angelo con gli occhiali
    Un giorno credi questa guerra finira' 
    ritornera' la pace 
    e il burro abbondera' 
    e andremo a pranzo 
    la domenica fuori porta a Cinecitta' 
    Oggi pieta' le morta 
    ma un bel giorno rinascera' 
    poi qualcuno fara' qualcosa 
    magari si sposera'... 


   - SANGUE SU SANGUE
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)
   
    E adesso puoi sentirne il respiro sul collo
    puoi sentirne l'odore
    puoi scoprirne gli accordi e il ritmo e la melodia
    e se appoggi l'orecchio sul muro
    puoi distinguerne le parole
    e dietro alla festa smascherare il dolore
    sangue su sangue precipita senza rumore
    sangue su sangue precipita senza rumore
    tutto ho venduto e tutto ho saputo
    e tutto ricordo
    tutti i contorni di questa gigantografia
    e come la tua mano tremava
    mentre teneva la mia
    ed ogni parola sul mondo diventava bugia
    sangue su sangue non macchia va subito via
    sangue su sangue non macchia va subito via
    e tutto e' creduto, tutto e' dovuto
    tutto e' rimpianto
    in questa notte che sta avvicinando ogni giorno di piu'
    e non ti convince per niente
    il programma che stanno dando
    ma che strano, nessuno lo puo' cambiare col telecomando
    e' sangue su sangue, sangue su sangue soltanto.
    Stai dormendo 
    oppure fai finta anche tu ?
    Stai sognando
    oppure stai pensando anche tu ?
    Che siamo chiusi in una scatola nera, stella
    nessuno ci aprira'
    chiusi in una scatola nera, stella
    nessuno ci liberera'
    chiusi in una scatola nera
    che nessuno mai ritrovera'.
    E adesso puoi trovarmi con la faccia per terra
    in un campo di grano
    oppure sepolto vivo in una galleria
    o sperduto fra topi e piccioni
    sulla riva di un mondo lontano
    o seduto a guardare la pioggia sull'orlo di questo vulcano
    sangue su sangue leggero precipita piano
    sangue su sangue leggero precipita piano.
    Stai dormendo 
    oppure fai finta anche tu ?
    Stai sognando
    oppure stai pensando anche tu ?
    Che siamo chiusi in una scatola nera, stella
    nessuno ci aprira'
    chiusi in una scatola nera, stella
    nessuno ce la spieghera'
    chiusi in una scatola nera
    che nessuno mai ritrovera'.

   
   - SANTA LUCIA
     (F. De Gregori)

    Santa Lucia per tutti quelli che hanno gli occhi
    e un cuore che non basta agli occhi
    e per la tranquillita' di chi va per mare
    e per ogni lacrima sul tuo vestito, per chi non ha capito.
    Santa Lucia per chi beve di notte
    e di notte muore e di notte legge e cade nel suo ultimo metro
    per gli amici che vanno e ritornano indietro
    e hanno perduto l'anima e le ali.
    Per chi vive all'incrocio dei venti ed e' bruciato vivo
    per le persone facili che non hanno dubbi mai
    per la nostra corona di stelle e di spine
    e la nostra paura del buio e della fantasia.
    Santa Lucia il violino dei poveri
    e' una barca sfondata e un ragazzino
    al secondo piano che canta ride e stona
    perche' vada lontano fa' che gli sia dolce
    anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine.


   - SIGNORA AQUILONE
     (F. De Gregori)
    
    C'era una donna, l'unica che ho avuto
    Aveva i seni piccoli ed il cuore muto
    Ne' in cielo ne' in terra una casa possedeva
    Sotto un albero verde dolcemente viveva
    Sotto un albero verde dolcemente viveva

   
   - SOTTO LE STELLE DEL MESSICO A TRAPANAR

    Sotto le stelle del Messico a trapanar
    Nelle miniere di petrolio a dimenticar 
    E nelle sere quando scende la sera andar 
    Sotto le stelle del Messico a trabajar 
    Sotto la luna dei tropici a innamorar 
    Dentro le ascelle dei poveri a respirar 
    Sul pavimento del treni a vomitar 
    E quando arriva lo sciopero a scioperar 
    E quando arriva la musica a emozionar 
    E quando arriva le femmine a immaginar 
    E intanto arrivano I treni e si va si va 
    Sotto le stalle del Messico a passeggiar 
    E quando arrabbiano i diavoli a spaventar 
    E quando tornano gli angeli a ringraziar 
    E quando suona l'armonica a festeggiar 
    E quando torna domenica a lavorar 
    Sotto le stelle del Messico a ritornar 
    E quando arriva le nuvole a rincasar 
    E quando piove nel fango a trasumanar 
    Sotto le stelle del Messico a naufragar 


   - SPALLE LARGHE

    Un uomo con le spalle larghe 
    ecco cosa ci vorrebbe per te 
    Che ti capisce senza farlo capire 
    E non ti spieghi mai perche' 
    Che ti conosca da quand'eri piccola 
    O che da piccolo ti immaginava gia' 
    Un uomo con le spalle larghe 
    Lo sa bene lui come si fa 
    Un uomo con le spalle larghe 
    La paura non sa nemmeno che e' 
    Se tira freddo alza il bavero 
    E corregge il caffe' 
    Puo' ritornare sporco di rossetto 
    Tanto ha una faccia che non tradisce 
    Un uomo come ce ne sono tanti 
    Che quando vuole non capisce 
    Un uomo con le spalle larghe 
    La fortuna non sa nemmeno che e' 
    Ogni sera fa cadere le stelle 
    Ogni mattina le raccoglie con te 
    E se bastassero le cartoline 
    te ne manderebbe ogni anno 
    E poi potresti vederlo piangere 
    Come gli uomini non fanno 
    Un uomo che mangia il fuoco 
    E per scaldarti si fa bruciare 
    Diventa cenere a poco a poco 
    Ma non la smette di amare 
    Un uomo con le spalle larghe 
    Tutta la vita ti prendera' 
    Per insegnarti e per impararti 
    Se mai la vita bastera' 
    In una grande casa con le finestre aperte
    in certe stanze piene di vento 
    Un uomo con le spalle larghe 
    Una buona misura del tempo. 


   - STELLA DELLA STRADA

    Vieni insieme a me stasera, stella della strada
    Guardami la notte intera, tienimi a bada
    e ascolta questa nota stonata, come batte nel cuore
    senti stella della strada, questa musica questo dolore.
    Raccogli i bicchieri e i pensieri e i vestiti sul pavimento
    Raccogli l'amore di ieri e buttalo via nel vento
    e' ghiaccio se lo tocchi da fuori ma e' fuoco che scotta dentro
    e' ghiaccio se lo tocchi da fuori,
    ma e' fuoco che brucia e non e' ancora spento.
    Vieni insieme a me stasera dimentica il mio nome
    saremo i pezzi di una storia vera o di una canzone
    c'e' la luna che cade ai tuoi piedi, venere sta crescendo
    la santabarbara del tuo cuore lentamente sta esplodendo.
    Raccogli le perle e la pioggia e l'innocenza dal pavimento
    raccogline l'ultima goccia e buttala via nel tempo
    e lascia passare quest'uomo questo amore di serpente
    che certo non ti ha dato molto ma in cambio non ti ha chiesto
    e non ti ha reso niente.
    Vieni insieme a me stasera, insegnami la strada
    insegnami la notte intera, dovunque vada.


   - STELLA STELLINA

    Nata sono nata nell'Africa d'Italia
    in qualche posto in qualche mondo sono pure cresciuta
    non c'erano chitarre ai miei tempi
    non c'erano chitarre da suonare
    ma fili d'erba quanti ne volevi tu
    da strappare e poi soffiare
    e si la notte ti potevi fidanzare con la luce
    dei treni che fischiavano lontano.
    Probabilmente comincio' con la corriera o con la ferrovia
    un uomo chiuse lo sportello e la campagna volo' via
    avevi unghie laccate sopra mani da contadina
    e due oreccchini di corallo di quando eri ragazzina
    e ti leggevi libri che parlavano solo d'amore
    e poi chissa' che altro ancora avevi dentro al cuore.
    E un anno passa, un anno vola, un anno cambia faccia
    e' una citta' che morde, che protegge e che minaccia
    e' un uomo con il cappello che ti accompagna alla fermata
    e tu che prendi la sua mano e pensi adesso si che sono innamorata
    e non importa niente se capisci che non era vero
    c'e' sempre tempo per un'altra mano per un sogno ancora intero
    prendila come viene, prendila come vuoi
    non t'impicciare piu' della tua vita che non sono affari tuoi
    prendila come viene, prendila come va
    stella stellina, stella cadente, stella stella.


   - TITANIC
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    La prima classe costa mille lire,
    la seconda cento, la terza dolore e spavento
    e puzza di sudore nel boccaporto
    e odore di mare morto.
    Signor Capitano, mi stia a sentire
    ho belle pronte le mille lire,
    in prima classe io voglio viaggiare
    su questo splendido mare.
    Ci sta mia figlia che ha quindici anni
    ed a Parigi ha comprato un cappello,
    se ci invitasse al suo tavolo a cena stasera
    come sarebbe bello.
    E con l'orchestra che ci accompagna
    con questi nuovi ritmi americani
    saluteremo la Gran Bretagna
    col bicchiere fra le mani
    e con il ghiaccio dentro al bicchiere
    faremo un brindisi tintinnante
    a questo viaggio davvero mondiale
    e a questa luna gigante.
    Ma chi l'ha detto che in terza classe
    che in terza classe si viaggia male
    questa cuccetta sembra un letto a due piazze
    ci si sta meglio che in ospedale.
    A noi cafoni ci hanno sempre chiamati
    ma qui ci trattano da signori
    che quando piove si puo' star dentro
    ma col bel tempo veniamo fuori
    su questo mare nero come il petrolio
    ad ammirare questa luna metallo
    e quando suonano le sirene
    ci sembra quasi che canti il gallo
    ci sembra quasi che il ghiaccio
    che abbiamo nel cuore
    piano piano si vada a squagliare
    in mezzo al fumo di questo vapore
    di questa vacanza in alto mare.
    E gira gira gira gira l'elica
    e gira gira che piove e nevica
    per noi ragazzi di terza classe
    che per non morire si va in America.
    Il marconista sulla sua torre
    le lunghe dita celesti nell'aria
    riceveva messaggi d'auguri
    per questa crociera straordinaria
    e trasmetteva saluti e speranze
    in quasi tutte le lingue del mondo
    comunicava tra Vienna e Chicago
    in poco meno di un secondo.
    E la ragazza di prima classe
    innamorata del proprio cappello
    quando la sera lo vide ballare
    lo trovo' subito molto bello.
    Forse per via di quegli occhi di ghiaccio
    cosi difficili da evitare
    penso' magari con un po' di coraggio
    prima dell'arrivo mi faro' baciare.
    E com'e' bella la vita stasera
    tra l'amore che tira e un padre che predica
    per noi ragazze di prima classe
    che per sposarsi si va in America
    per noi ragazze di prima classe
    che per sposarsi si va in America
    per noi ragazze di prima classe
    che per sposarsi si va in America.
   
   
   - TRECENTO MILIONI DI TOPI

    Ci sono topi tutt'in giro,
    topi tutt'intorno,
    topi mattina e sera,
    topi mattina e giorno;
    sudici topi lucidi
    giocano a nascondino,
    hanno tana nel tronco degli alberi
    dentro al nostro giardino.
    Ci sono topi nei tuoi capelli
    lunghi topi chiari,
    topi sui tuoi capelli.
    Ed i oti ho veduto salire su un altare
    e dire una messa per topi e per i topi pregare
    e cucire ho veduto vestiti da sposa
    per nozze di piombo
    e topi gridare e ballare
    sulla cima del mondo.
    Ci sono topi tutt'intorno,
    topi in via Frattina,
    attraversano la strada tranquillamente
    alle 11 di mattina,
    sterminate distese di topi
    refrattari ad ogni sterminio
    sorridevano alle finestre
    tutte d'oro e d'alluminio;
    erano i topi del magro cuore
    seduti ad aspettare
    il nostro magro cuore.
    Cosi' ti ho veduto dividere e moltiplicare
    con trecento milioni di topi da calcolare,
    e trascorrere ho visto fanciulle
    con le guance di pesca
    e pescatori pescare,
    usare occhi per esca.


   - TUTTO PIU' CHIARO CHE QUI

    E' tutta stesa al sole, vecchio,
    questa vecchia storia
    tutta nelle tue gambe
    e nella tua memoriahai visto il Tevere quand'era giovane,
    che si poteva nuotare
    che hai visto il cielo quand'era libero,
    che si poteva guardare
    e hai visto l'aquila volare.
    Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra
    e la terra attraversata da gente di malaffare
    e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare
    e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare.
    Ma tu
    dimmi cosa vedi adesso tu
    che adesso quasi non ci vedi piu'
    dimmi che cosa vedi tu da li'
    dimmi che e' tutto piu' chiaro che qui
    tutto piu' chiaro che qui
    e dimmi che potro' capire
    e dimmi che potro' sapere
    e dimmi che potro' vedere.
    Un giorno anch'io cosi'
    tutto piu' chiaro che qui
    anch'io cosi'
    tutto piu' chiaro che qui
    tutto piu' chiaro che qui.
    E' tutta stesa al sole questa vecchia storia
    tutta sulle tue spalle, vecchio, e sulle tue parole
    che hai visto piovere sulle rovine e le montagne crollare
    e hai visto il sangue e le stelle alpine e la neve bruciare
    e hai visto l'aquila volare.
    Io da qui vedo uomini caduti per terra
    e nessuno fermarsi a guardare
    e gli innocenti confondersi e gli assassini ballare
    e gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare.
    Ma tu
    dimmi cosa vedi adesso tu
    che adesso quasi non ci vedi piu'
    dimmi che cosa vedi tu da li'
    dimmi che e' tutto piu' chiaro che qui
    Tutto piu' chiaro che qui
    e dimmi che potro' capire
    e dimmi che potro' sapere
    e dimmi che potro' vedere
    un giorno anch'io cosi'.
    Tutto piu' chiaro che qui
    anch'io cosi'
    dimmi che e' che tutto piu' chiaro che qui
    tutto piu' chiaro che qui
    dimmi che e' che tutto piu' chiaro che qui
    anch'io cosi'
    tutto piu' chiaro che qui
    tutto piu' chiaro che qui ...


   - UN GUANTO

    Un guanto precipito' da una mano desiderata
    a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata
    un gentiluomo ed un infedele lo segui' con lo sguardo
    stava quasi per raggiungerlo ma gia' troppo in ritardo
    e stava quasi per raggiungerlo ma troppo in ritardo
    era scomparsa quella mano e tutta la compagnia
    e chissa' se era mai esistita
    era scomparsa quella mano e restava la nostalgia
    e il guanto e la sua padrona scivolavano via
    e il guanto e la sua signora pattinavano via.
    Sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato
    e il guanto era a pochi passi, irraggiungibile, consumato
    e in quella grande tempesta d'erba non era estate ne primavera
    e non sembrava nemmeno autunno pero' l'inverno non esisteva
    e non sembrava nemmeno autunno perche' l'inverno non esisteva
    quando un piccolo uomo da una piccola barca o un mezzo marinaio
    vide qualcosa biancheggiare
    un piccolo uomo da una piccola barca sporgendosi sul mare,
    era il guanto che rischiava di affondare
    era il guanto che rischiava di annegare.
    Un trionfo di conchiglie, un omaggio di fiori
    per il guanto restituito alla banalita' dei cuori
    ad una spiaggia senza sabbia, ad una passione intravista
    ad una gabbia senza chiave, ad una stanza senza vista
    ad una gabbia senza chiave, ad una vita senza vista
    e intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga
    e chissa' se si puo' capire
    e milioni di rose non profumano mica.
    se non sono i tuoi fiori a fiorire
    e se i tuoi occhi non mi fanno piu' dormire.
    Era la notte di quel brutto giorno
    i guanti erano sconfinati
    come l'incubo di un assassino
    o i desideri dei condannati
    dietro al guanto maggiore la luna era crescente
    e piccoli guanti risalivano la corrente
    e piccoli guanti risalivano la corrente
    fino al capo dei sogni
    e alla riva del letto
    dell'innocente che dormiva
    un mostro sconosciuto osservava non osservato
    sopra il tavolo il guanto incriminato
    sopra un tavolo un guanto immacolato.
    E il guanto fu rapito
    in una notte d'inchiostro
    da quel mistero chiamato amore
    da quell'amore che sembrava un mostro
    inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo
    il guanto era gia' nascosto come nessuno puo' piu' vederlo
    il guanto era gia' lontano quanto nessuno puo' piu' saperlo
    oltre la pista di pattinaggio
    e le passioni al di' di festa
    e le ronde di tutti i mari
    e il trionfo nella tempesta
    e le rose nella schiuma
    il guanto era volato piu' alto della luna
    oltre al luogo, e all'azione e al tempo consentito
    all'amore e alle sue pene
    il guanto si era gia' posato in quel cielo infinito
    dove psiche e cupido sorridono insieme
    dove psiche e cupido governano insieme.


   - VECCHI AMICI
     (F. De Gregori)
     (Ed: Serraglio)
   
    Tu sei seduto nel buio
    io lavoro nella luce
    tu sei seduto in silenzio
    io vivo con la mia voce
    tu sei seduto comunque dovunque
    qualunque cosa fai
    tu sei un ragazzo pulito
    hai le orecchie piene di sapone
    sara' per questo che non distingui piu'
    la regola dell'eccezione
    quando ritocchi la punteggiatura
    del tuo ultimo capolavoro
    e ti rivolti nella malafede
    e poi firmi con la tua penna d'oro.
    Dimmi come ti va
    come ti senti
    dimmi come ti va
    e come ti addormenti
    dimmi come si sta
    come ti senti
    se c'e' qualcosa di cui ti penti
    o se va bene tutto cosi com'e'.
    Tu sei da tutte le parti
    io sempre da una parte sola
    non ho consigli da darti
    la tua politica ha fatto scuola
    ciambellano dal nulla
    avanzo di segreteria
    ma ti ricordi com'eri 
    quando cercavi una sistemazione ?
    Professionista dell'amicizia
    e della compassione ?
    Ma sempre meglio di adesso
    che vai girando come una sciantosa
    e non sei niente ma fai di tutto
    per sembrare qualcosa.
    Dimmi come ti va
    come ti senti
    dimmi come ti va
    e come ti addormenti
    dimmi come si sta
    come ti senti
    se c'e' qualcosa di cui ti penti
    o se va bene tutto cosi com'e'.

   
   - VECCHIA VALIGIA

    Vecchia valigia come va 
    Quanto tempo e' volato gia' 
    Quante mani sono passate fra le nostre dita
    Vecchia stella del mio cuore 
    Vecchio cuore della mia vita 
    Vecchia valigia ancora buona per una gita 
    Come una luce da un finestrino di treno 
    La vita abbaia e morde 
    Un giorno al centro del quadrato 
    E il giorno dopo alle corde 
    E nessuno che si faccia in quattro 
    Per volerti aiutare 
    Ma forse siamo solo noi
    che non sappiamo cercare
    Vecchia ragazza come va 
    Beato chi ti conosceva gia' 
    Prima che ti andasse via
    dagli occhi tutto quel mare 
    Quando ogni giorno pareva un anno 
    Tutti gli anni insieme una passeggiata 
    Vecchia ragazza quand'eri giovane e disperata
    Come una luce da un finestrino di treno 
    La vita morde 
    Un giorno scava piu' piano 
    E il giorno dopo piu' forte 
    Ma per l'acqua di quel miraggio 
    Quanta strada da fare 
    Ma forse siamo solo noi
    che non sappiamo viaggiare 
    Vecchia valigia come va 
    Guarda quanta notte se n'e' andata gia' 
    Se ci stai attenta
    puoi sentire gli uccelli cantare 
    Vecchia stella del mio cuore 
    Vecchio cuore della mia vita 
    Vecchio amore ancora buono per una gita 
    Come una luce da un finestrino di treno 
    La vita vola 
    Lascia lacrime di madreperla 
    Fra le nostre lenzuola 
    E se provi a voltarti indietro 
    Non c'e' molto da raccontare 
    Ma forse siamo solo noi
    che non sappiamo guardare. 


   - VIAGGI & MIRAGGI
     (F. De Gregori)
   
    Dietro a un miraggio c'e' sempre un miraggio da considerare
    come del resto alla fine di un viaggio
    c'e' sempre un viaggio da ricominciare
    bella ragazza, begli occhi e bel cuore
    bello sguardo da incrociare
    sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
    Accompagnarti per certi angoli del presente
    che fortunatamente diventeranno
    curve nella memoria
    quando domani ci accorgeremo
    che non ritorna mai piu' niente
    ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.
    Percio' partiamo partiamo che il tempo e' tutto da bere
    e non guardiamo in faccia a nessuno
    che nessuno ci guardera'
    beviamo tutto, sentiamo il gusto
    del fondo del bicchiere
    e partiamo partiamo
    non vedi che siamo partiti gia' ?
    E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
    o a Milano con i suoi sarti ed i suoi giornali
    o a Venezia che sogna e si bagna sui suoi canali
    o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali.
    E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
    o a Milano con i suoi terroni settentrionali
    oppure a Modena coi suoi motori fenomenali
    o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. 
    Dietro a un miraggio c'e' sempre un miraggio da considerare
    come del resto alla fine di un viaggio
    c'e' sempre un letto da ricordare
    bella ragazza ma chi l'ha detto
    che non si deve provare ?
    ma chi l'ha detto che non si deve provare a provare?
    Cosi partiamo partiamo che il tempo potrebbe impazzire
    e questa pioggia da un momento all'altro
    potrebbe smettere di venir giu'
    e non avremmo piu' scuse allora
    per non uscire
    ma che bel sole, ma che bel giallo, ma che bel blu!
    Percio' pedala pedala che il tempo potrebbe passare
    e questa pioggia paradossalmente
    potrebbe non finire mai
    e noi con questo ombrelluccio bucato
    che ci potremmo inventare ?
    Ma partiamo partiamo
    non vedi che siamo partiti ormai ?
    E andiamo a Genova coi suoi spiriti msicali
    o a Milano con i suoi sarti ed i suoi industriali
    oppure a Napoli con i suoi martiri professionali
    o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. 
    E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
    o a Firenze con i suoi turisti internazionali
    oppure a Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali
    o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali
    o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. 


   - VIVA L'ITALIA
     (F. De Gregori)
     (Ed: BMG Ricordi - Serraglio)

    Viva l'Italia
    l'Italia liberata
    l'Italia dei valzer
    e l'Italia del caffe'
    l'Italia derubata
    e colpita al cuore
    viva l'Italia 
    l'Italia che non muore.
    Viva l'Italia 
    presa a tradimento 
    l'Italia assassinata
    dai giornali e dal cemento
    l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
    Viva l'Italia 
    l'Italia che non ha paura.
    Viva l'Italia 
    l'Italia che e' in mezzo al mare
    l'Italia dimenticata
    e l'Italia da dimenticare
    l'Italia meta' giardino e meta' galera
    viva l'Italia 
    l'Italia tutta intera.
    Viva l'Italia 
    l'Italia che lavora
    l'Italia che si dispera
    e l'Italia che si innamora
    l'Italia meta' dovere e meta' fortuna
    viva l'Italia 
    l'Italia sulla luna.
    Viva l'Italia 
    l'Italia del 12 dicembre
    l'Italia delle bandiere
    l'Italia nuda, come sempre
    l'Italia con gli occhi aperti
    nella notte triste
    viva l'Italia 
    l'Italia che resiste.