- A PA' (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Non mi ricordo se c'era luna ne' che occhi aveva il ragazzo ma mi ricordo quel sapore in gola e l'odore del mare come uno schiaffo a Pa' a Pa' e c'era Roma cosi' lontana e c'era Roma cosi' vicina e c'era quella luce che ti chiama come una stella mattutina a Pa' a Pa' tutto passa, il resto va e voglio vivere come i gigli nei campi come gli uccelli del cielo campare e voglio vivere come i gigli dei campi e sopra i gigli dei campi volare. - ADELANTE! ADELANTE! (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Passa correndo lungo la statale un autotreno carico di sale Adelante! Adelante! C'e' un uomo al volante ha due occhi che sembra un diavolo Adelante! Adelante! L'arrivo e' distante E' alla fine di questo tavolo di questo cavolo di pianura di questa terra senza misura che gia' confonde la notte e il giorno e la partenza con il ritorno e la ricchezza con il rumore ed il diritto con il favore e l'innocente col criminale ed il diritto col Carnevale. Passa correndo lungo la statale un autotreno carico di sale. Da Torino a Palermo dal cielo all'inferno dall'Olimpico al Quirinale. Da Torino a Palermo dal futuro al moderno dalle fabbriche alle lampare in questa terra senza piu' fiumi in questa terra con molti fumi tra questa gente senza piu' cuore e questi soldi che non hanno odore e queste strade senza piu' legge e queste stalle senza piu' gregge senza piu' padri da ricordare e senza figli da rispettare. Passa correndo lungo la statale un autotreno carico di sale Adelante! Adelante! C'e' un uomo al volante c'e' un'ombra sulla pianura Adelante! Adelante! Il destino e' distante e' alla fine dell'avventura e si nasconde in un polverone nellorizzonte di un'acquazzone e nei vapori della benzina diventa musica nella mattina e meraviglie sudamericane e companatico senza pane arcobaleno sotto le scale e Paradiso nel temporale. Passa correndo lungo la statale... - ALICE (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia) ((c) Serraglio) Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il mondo sta girando senza fretta. Irene al quarto piano e' li tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta. E Lili Marleen bella piu' che mai sorride non ti dice la sua eta' ma tutto questo Alice non lo sa. Ma io non ci sto piu' grido' lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e' cosi che se ne andra'. Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole mentre il sole a poco a poco si avvicina. E Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina. E rimane li a bagnarsi ancora un po' e il tram di mezzanotte se ne va ma tutto questo Alice non lo sa. Ma io non ci sto piu' e i pazzi siete voi tutti pensarono dietro ai cappelli lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e' cosi che se ne andra'. Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole mentre il sole fa l'amore con la luna. Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello ma e' convinto che sia un portafortuna. Non ti chiede mai pane o carita' e un posto per dormire non ce l'ha ma tutto questo Alice non lo sa. Ma io non ci sto piu' grido' lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli lo sposo e' impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa non e' cosi che se ne andra'. - AMORE DEL BAHIA IERI HO INCONTRATO LA MIA FORMICA MI HA DETTO CHE SONO PAZZO IO CON LE OCCHIAIE PROFONDE CON UN PRINCIPIO D' INTOSSICAZIONE IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO LASCIATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........ DOLCE AMORE DEL BAHIA DOLCE AMORE DEL BAHIA IO CON LE MANI DI GIUNCO E LA MIA VERGINITA' IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO BLOCCATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........ IERI HO AMMAZZATO LA MIA FORMICA MI DICEVA CHE ERO PAZZO IO PAZZO FORSE PER GIOCO MA PER NIENTE E PER NESSUNO IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI IO NON RICORDO CHE OCCHI AVEVI L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INSULTATO L' ULTIMA VOLTA CHE TI HO INCASTRATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO MA IO SONO STATO, MA IO SONO STATO DOVE TU MAI ........ - ATLANTIDE (F. De Gregori) Lui adesso vive ad Atlantide con un cappello pieno di ricordi ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all'anima nasconde sotto il letto un barattolo di birra disperata e a volte ritiene di essere un eroe. Lui adesso vive in California da sette anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole e' diventato un grosso suonatore di chitarre e stravede per una donna chiamata Lisa quando le dice tu sei quella con cui vivere gli si forma una ruga sulla guancia sinistra. Lui adesso vive nel terzo raggio dove ha imparato a non fare piu' domande del tipo: "conoscete per caso una ragazza di Roma la cui faccia ricorda il crollo di una diga? Io la conobbi un giorno e imparai il suo nome ma mi porto' lontano il vizio dell'amore e cosi' pensava l'uomo di passaggio mentre volava alto nel cielo di Napoli rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi ma lasciatele per sempre la sua dolce curiosita' ditele che l'ho perduta quando l'ho capita ditele che la perdono per averla tradita". - BABBO IN PRIGIONE (F. De Gregori) Stella guarda la luna la luna guarda Stella la notte e' bella, bella e profumata d'arancia e di menta Stella e' contenta che babbo se n'e' andato che babbo e' via lontano e mamma lava i piatti e canta piano. - BAMBINI VENITE PARVULOS (F. De Gregori) Nessun calcolo, nessun senso dentro questa paralisi gli elementi a disposizione non consentono analisi e i professori dell'altro ieri stanno affrettandosi a cambiare altare hanno indossato le nuove maschere e ricominciano a respirare bambini venite parvulos c'e' un'ancora da tirare issa dal nero del mare dal profondo del nero del mare e nessun calcolo, nessun senso e poi nessuno sa piu' contare Legalizzare la mafia sara' la regola del duemila sara' il carisma di Mastro Lindo a organizzare la fila e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto gia' qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque bambini venite parvulos c'e' un applauso da fare al babau si avvicina sorridendo l'arrotino col suo know-how venuto a vendere perline e a regalare crack Sabbia sulle autostrade e ruggine sulle unghie e limatura di ferro negli occhi terra fra le nostre lingue avrei voluto baciarti, amore ancora un poco prima di andare via prima di essere scaraventati dentro questo tipo di pornografia bambini venite parvulos vale un occhio il vostro cuore mille dollari i vostri occhi i vostri occhi senza dolore bambini venite parvulos sangue sotto al sole. - BANANA REPUBLIC (F. De Gregori) laggiu' nel paese dei tropici dove il sole e' piu' sole che qua sotto l'ombra degli alberi esotici non t'immagini che caldo che fa gli americani che espatriano si ritrovano tutti quaggiu' alle spalle una storia probabile un amore che non vale piu' e poi verso sera li vedi tutti a caccia di una donna e via e attraversano la notte a piedi per truffare la malinconia e spendono piu' di una lacrima su un bicciere di vino e di rum e piangendo gli viene da ridere ballo anch'io se balli tu. Laggiu' nel paese dei tropici qualche volta fa freddo anche la' per un cuore che si e' ammalato nel paese della liberta' gli americani che espatriano fanno il verso della nostalgia raccontandosi senza crederci mille volte la stessa bugia e poi verso sera li vedi tutti a caccia di una donna e via... - BELLAMORE (F. De Gregori) Bellamore Bellamore non mi lasciare Bellamore Bellamore non mi dimenticare rosa di primavera, isola in mezzo al mare lampada nella sera, Stella Polare Bellamore Bellamore fatti guardare nella luna e nel sole fatti guardare briciola sulla neve, lucciola nel bicchiere Bellamore Bellamore fatti vedere e vieniti a sedere, vieniti a riposare su questa poltroncina a forma di fiore questa notte che viene non dara' dolore questa notte passera' senza farti del male questa notte passera' o la faremo passare. Bellamore Bellamore non te ne andare tu che conosci le lacrime e le sai consolare Bellamore Bellamore non mi lasciare tu che non credi ai miracoli ma li sai fare. Bellamore Bellamore fatti cantare nella pioggia e nel sole fatti cantare paradiso e veleno, zucchero e sale Bellamore Bellamore fatti consumare e vieniti a coprire vieniti a riscaldare su questa poltroncina a forma di fiore questo tempo che viene non dara' dolore questo tempo passera' senza farti del male questo tempo passera' o lo faremo passare. - BELLI CAPELLI BELLI CAPELLI, CAPELLI NERI CHE T'HO ASPETTATO TUTTA NOTTE E TU CHISSA' DOV'ERI CAPELLI LUNGHI CHE ARRIVAVANO FINO AL MARE BELLI CAPELLI CHE NESSUNO LI PUO' TAGLIARE BELLI CAPELLI, CAPELLI D'ORO CHE IN MEZZO A TUTTA QUANTA QUELLA GENTE MI SENTIVO SOLO CAPELLI D'ORO, CHE SEI PARTITA E CHI LO SA SE TORNI BELLI CAPELLI CHE MI TRADIVANO TUTTI I GIORNI CAPELLI COME AUTOSTRADE, LA MATTINA SOPRA IL TUO CUSCINO CHE QUANDO TIRA VENTO DIVENTANO I CAPELLI DI UN RAGAZZINO CAPELLI COSI' LONTANI, CHE NESSUNO LI PUO' VEDERE CAPELLI COSI' SOTTILI, CHE BASTA NIENTE CHE LI FAI CADERE BELLI CAPELLI, CAPELLI BIANCHI CHE SI FERMARONO A UNA FONTANA A PETTINARE GLI ANNI CAPELLI STANCHI, DENTRO ALLO SPECCHIO DI UN BICCHIERE DI VINO BELLI CAPELLI CHE STANOTTE E' NOTTE MA VERRA' MATTINO. - BENE Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia sono tuoi, ma e' inutile cercarmi sotto il tavolo ormai non ci sto piu' Ho preso qualche treno, qualche nave qualche sogno qualche tempo fa Ricordo che giocavo coi tuoi occhi nella stanza e ti chiamavo mia Ben oltre la coperta all'uncinetto c'era il soffio della tua pazzia e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie pero' stai attenta a tendermi la mano perche' il braccio non lo voglio piu' mia madre e' sempre li' che si nasconde dietro i muri e non si trova mai e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta quel che manca, tutto quello che hai E puoi chiamarmi ancora amore mio E qualche volta aspettami sul ponte i miei amici sono tutti la' con lunghe sciarpe nere e occhi chiari hanno scelto la semplicita' Se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi E ancora mille anni, mille volte ci scommetto mi ringrazierai per quel sorriso ladro e per i giochi i mille giochi che sapevi gia' E ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata che ti piaci come sei Pero' non mi confondere con niente, con nessuno e vedrai niente e nessuno ti confondera' nemmeno l'innocenza nei miei occhi ce n'e' gia' meno di ieri ma che male c'e' Le navi di Pierino erano carta di giornale eppure guarda sono andate via magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai ma puoi chiamarmi ancora amore mio - BUENOS AIRES Le donne vanno e vengono nel porto di Buenos Aires hanno le ali ai piedi ai piedi per volare hanno le ali al cuore al cuore per camminare. Le donne vanno e vengono nel porto di Buenos Aires amore ragazzino amore volato via ho messo il tuo cappello per farmi compagnia ho messo il tuo cappello per non sentirmi sola ho avuto un altro uomo ma pero' ti aspetto ancora ho avuto un altro uomo ma pero' ti aspetto ancora. Le donne vanno e vengono nelle case di Buenos Aires hanno le chiavi in mano le chiavi per provare hanno le gambe lunghe e dolci le gambe per amare le donne si sorridono nelle case di Buenos Aires. Amore dimenticato amore con la pistola chissa' dove sei stato e chissa' dove sei ora amore da ringraziare e da tenersi stretto amore da guardare e da portare a letto amore da guardare e da portare a letto. Le donne vanno e vengono sul corso di Buenos Aires fiori tra le dita fiori da regalare matita sotto gli occhi occhi da incatenare le donne si organizzano sul corso di Buenos Aires Amore interminabile amore di poche ore entra dalla finestra e senza far rumore amore dl mezzanotte amore con gli occhi belli entra dalla finestra e scioglimi i capelli entra dalla finestra e scioglimi i capelli entra dalla finestra e scioglimi i capelli. - BUFFALO BILL (F. De Gregori) Il paese era molto giovane i soldati a cavallo erano la sua difesa. Il verde brillante della prateria ricordava in maniera lampante l'esistenza di Dio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia. A quel tempo io ero un ragazzo che giocava a ramino e fischiava alle donne. Un eroe romantico con due baffi da uomo. Se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte, tra la vita e la morte avrei scelto l'America. Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi. La locomotiva ha la strada segnata il bufalo puo' scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere. Ed ora ti voglio dire c'e' chi uccide per rubare e c'e' chi uccide per amore. Il cacciatore uccide sempre per giocare. Io uccidevo per essere il migliore. Mio padre guardiano di mucche, mia madre una contadina, io unico figlio biondo quasi come Gesu'. Avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi piu'. E mi ricordo infatti di un pomeriggio triste io con il mio amico Culo-di-Gomma famoso meccanico sul ciglio di una strada a contemplare l'America, diminuzione dei cavalli, aumento dell'ottimismo. Mi presentarono i miei cinquant'anni e un contratto con il circo Pace-e-Bene a girare l'Europa. E firmai col mio nome e firmai e il mio nome era Buffalo Bill - BUONANOTTE FIORELLINO (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia) Buonanotte, buonanotte amore mio buonanotte tra il telefono e il cielo ti ringrazio per avermi stupito per avermi giurato che e' vero il granturco nei campi e' maturo ed ho tanto bisogno di te la coperta e' gelata e l'estate e' finita buonanotte, questa notte e' per te Buonanotte, buonanotte fiorellino buonanotte tra le stelle e la stanza per sognarti devo averti vicino e vicino non e' ancora abbastanza ora un raggio di sole si e' fermato proprio sopra il mio biglietto scaduto tra i tuoi fiocchi di neve e le tue foglie di te' buonanotte, questa notte e' per te Buonanotte, buonanotte monetina buonanotte tra il mare e la pioggia la tristezza passera' domattina e l'anello restera' sulla spiaggia gli uccellini nel vento non si fanno mai male hanno ali piu' grandi di me e dall'alba al tramonto sono soli nel sole buonanotte, questa notte e' per te - CANTA CANTA (F. De Gregori) Adesso finalmente e' fuori libero come una bandiera al vento agli amici di un tempo mandera' certamente una cartolina magari da Pisa Torino Milano adesso puo' vendere e comperare farsi, una donna se vuole anche affittareuna stanza con vista sul mare nessuno lo puo' condannare per quel poco di voglia rimasta di fare l'amore. Come un cane nella pioggia quest'uomo se ne va voglia di piangere e' poco davanti a tutta questa liberta' certo comprera' un autocarro per girare la Francia il mondo intero come quel suo fratello camionista contento del suo lavoro. Come un cane nella pioggia felice per le strade di quasi Natale freddo quel tanto che basta, nessuno da salutare. Ordina un caffe' corretto, tossisce discreto dietro il palmo di mano nessuno lo nota gli dicono grazie, e' uscito ieri e' gia' lontano. Ordina un caffe' corretto... - CAPATAZ Non siamo nati mica ieri Capataz, non siamo nati mica ieri non siamo mica prigionieri dentro una stella in questa bella modernita'. Non siamo nati mica per morire qua. Se provi ad aprire la finestra Capataz e coi tuoi occhi guardi fuori, quante persone che non contano e si stanno contando gia' stanno soltanto aspettando un segno Capataz. Questo vecchio segno, quando cambia il tempo, quando cambia il tempo arrivera'. Questo vecchio legno quando si alza il vento, quando si alza il vento navighera'. Non siamo nati mica per morire qua. Se provi a entrare nella mia testa Capataz, e coi miei occhi guardi fuori quante persone quanti cuori quanti colori al posto di quel grigio quante novita' c'e' un altro tipo di futuro che ci aspetta Capataz. Questo vecchio segno, quando cambia il tempo, quando cambia il tempo arrivera'. Questo vecchio legno, come si alza il vento, come si alza il vento navighera' c'e' un altro tipo di futuro, Capataz. - CATERINA (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Poi arrivo' il mattino e col mattino un angelo e quell'angelo eri tu. Con due spalle da uccellino in un vestito troppo piccolo e con gli occhi ancora blu. E la chitarra veramente la suonavi molto male pero' quando cantavi sembrava Carnevale. E una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero a raccontarlo oggi non sembra neanche vero. E la vita Caterina lo sai non e' comoda per nessuno quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo. Devi rischiare la notte il vino e la malinconia, la solitudine e le valigie di un amore che vola via. E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo, e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo. Chissa' se in quei momenti ti ricordi della mia faccia quando la notte scende e ti si gelano le braccia. Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto forse non ti direi niente ma ti guarderei soltanto. Chissa' se giochi ancora con i riccioli sull'orecchio, o se guardandomi negli occhi mi troveresti un po' piu' vecchio. E quanti mascalzoni hai conosciuto, e quanta gente, e quante volte hai chiesto aiuto ma non ti e' servito a niente. Caterina questa mia canzone la vorrei veder volare sopra ai tetti di Firenze per poterti conquistare. - CENTOCINQUANTA STELLE Centocinquanta stelle in fila indiana in questa notte umida che sa di maggiorana in questa notte splendida che sa di malva centocinquanta stelle in questa notte calda. Centocinquanta stelle o centocinquantuno ed io che le sto a contare in questo cielo di nerofumo le conto e le riconto e vai col tango in questa notte lurida che sa di fango. E tirano certe bombe che nessuno se lo aspettava in questa notte storica senza lapilli e senza lava e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli che ammazzano le persone ma risparmiano gli scoiattoli. Centocinquanta stelle e piu' di una scintilla in questa notte isterica che sa di camomilla centocinquanta stelle e un millecinquecento ed io che le riconto e piano piano mi addormento. Centocinquanta stelle ed una stella sola in questa notte ipocrita che sa di coca cola una notte cosi' amichevole da dormire in un saccoapelo centocinquanta stelle in mezzo al cielo. - CIAO CIAO (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Ciao ciao andarsene e' un peccato pero' ciao ciao bella donna alla porta che mi saluti baci abbracci e sputi e io che sputo amore io che non sputo mai ciao ciao andarsene era scritto percio' ciao ciao bella ragazza che non m'hai capito mai gia' parte il treno sventola il fazzoletto amore mio pero' piangi di meno ciao ciao, ciao amore ciao, amore ciao guarda che belli i fiori in quella citta' ciao amore ciao, amore come va? Ciao amore amore ciao amore ciao ciao ciao guarda che belli i fiori in quella citta' che mai mi ha visto e nemmeno mi vedra' guarda che mare guarda che berche piccole che vanno a navigare. - DOLCE LUNA [F. DE ANDRE'] Cammina come un vecchio marinaio non ha piu' un posto dove andare la terra sotto i piedi non lo aspetta strano modo di ballare sua moglie ha un altro uomo e un'altra donna, e' proprio un uomo da buttare e nelle tasche gli e' rimasta solo un po' di polvere di mare e non puo' testimoniare. Si muove sopra i sassi come un leone invernale ti puo' parlare ore ed ore della sua quarta guerra mondiale conserva la sua cena dentro un foglio di giornale la sua ragazza "esca dalle lunghe gambe" fa all'amore niente male e non puo' testimoniare. Lui vide il marinaio indiano alzarsi in piedi e barcollare con un coltello nella schiena tra la schiuma e la stella polare e il timoniere di Sciangai torno' tranquillo a pilotare e lui lo vide con l'anello al dito e un altro anello da rubare ma non puo' testimoniare. Dal buio delle notti "Balla Linda" alla paralisi di un porto la luce delle stelle chiare come un rifugio capovolto, la sua balena "Dolce Luna" che lo aspetta in alto mare, gli ha detto molte volte "Dimmi amore, con chi mi vuoi dimenticare" e non puo' testimoniare e non puo' testimoniare. E tu mi vieni a dire voglio un figlio su cui potermi regolare con due occhi qualunque e il terzo occhio inconfondibile e speciale che non ti importa niente se non riuscira' a nuotare l'importante e' che abbia sulla guancia destra quella mia voglia di mare e mi dici ancora che il mio nome glielo devo proprio dare ma non so testimoniare io non so testimoniare. - DOLCE SIGNORA CHE BRUCI (F. De Gregori) Dolce signora che bruci, per che cosa stai bruciando? I gerani al tuo balcone si stanno consumando. Dolce signora che bruci, qual e' il tuo peccato originale? Quanta acqua e' passata sul tuo corpo di sale? Il tuo album di foto sta andando alla deriva E il tuo amante prezioso se n'e' andato un'ora fa Ma io posso capire la tua eta'. Dolce signora che bruci, i soldati che aspettavi Sono tutti alla tua porta che chiedono le chiavi. Stanotte puoi trovare sul mio letto di velluto Gli specchi che hai spezzato e i figli che hai perduto. Il tuo album di foto sta andando alla deriva E il tuo amante prezioso se n'e' andato un'ora fa Ma io posso capire la tua eta'. Ma io posso capire la tua eta'. Dolce signora che bruci, per che cosa stai bruciando? I gerani al tuo balcone si stanno consumando. - DUE ZINGARI (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Ecco stasera mi piace cosi' con queste stelle appiccicate al cielo la lama del coltello nascosta nello stivale e il tuo sorriso, trentadue perle cosi' disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame e non ricordo sete di acqua o di vino ho sempre corso libero, felice come un cane. Tra la campagna e la periferia e chissa' dove vivevano i miei dalla sicilia o dall'Ungheria avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica leggevano la musica nel firmamento. Rispose la ragazza ho tredici anni trentadue perle nella notte e se potessi ti sposerei per avere dei figli con le scarpe rotte girerebbero questa ed altre citta' questa ed altre citta' a costruire giostre e a vagabondare ma adesso e' tardi. Anche per chiacchierare. E due zingari stavano appoggiati alla notte forse mano nella mano e si tenevano negli occhi aspettando il sole del giorno dopo senza guardare niente sull'autostrada accanto al campo le macchine passano velocemente e gli autotreni mangiano chilometri sicuramente vanno molto lontano gli autisti si fermano e poi ripartono dicono c'e' nebbia, bisogna andare piano si lasciano dietro un sogno metropolitano. - FESTIVAL (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi) E' la citta' dei fiori disse chi lo vide passare che forse aveva bevuto troppo ma per lui era normale qualcuno penso' fu problema di donne un altro disse proprio quasi come Marylin Monroe lo portarono via in duecento peccato fosse solo quando se ne ando' la notte che presero il vino e ci lavarono la strada chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada e l'uomo della televisione disse nessuna lacrima vada sprecata in fin dei conti cosa c'e' piu' bello della vita la primavera e' quasi cominciata qualcuno ricordo' che aveva dei debiti mormoro' sottobanco che quello era il motivo era pieno di tranquillanti ma non era un ragazzo cattivo la notte che presero le sue mani e le usarono per un applauso piu' forte chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva nella morte e lontano lontano si puo' dire di tutto non che il silenzio non sia stato osservato l'inviato della pagina musicale scrisse tutto e' stato pagato si ritrovarono dietro il palco con gli occhi sudati e le mani in tasca tutti dicevano io sono stato suo padre perche' lo spettacolo non finisca la notte che tutti andarono a cena e canticchiarono la vie en rose. Chi ha ucciso il figlio della portiera che aveva fretta che non si fermo'. E cosi' fu la fine del gioco con gli occhi venuti da lontano a deporre una rosa sulla cronaca nera a chiudere un occhio a stringere una mano alcuni lo ricordano ancora mentre accende una sigaretta altri ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po' piu' in fretta la notte che presero il vino e ci lavarono la strada chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada. - GENERALE (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - Serraglio) Generale dietro la collina ci sta la notte crucca e assassina e in mezzo al prato c'e' una contadina curva sul tramonto sembra una bambina di cinquant'anni e di cinque figli venuti al mondo come conogli partiti al mondo come soldati e non ancora tornati. Generale dietro la stazione lo vedi il treno che portava il sole non fa piu' fermate neanche per pisciare si va dritti a casa senza piu' pensare che la guerra e' bella anche se fa male che torneremo ancora a cantare a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere. Generale la guerra e' finita il nemico e' scappato e' vinto e' battuto dietro la collina non c'e' piu' nessuno solo aghi di pino e silenzio e funghi buoni da mangiare buoni da seccare d farci il sugo quando viene natale quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare Generale queste cinque stelle queste cinque lacrime sulla tua pelle che senso hanno dietro il rumore di questo treno che e' mezzo vuoto e mezzo pieno e va veloce verso il ritorno tra due minuti e' quasi, e' quasi casa, e' quasi amore. - GESU' BAMBINO (F. De Gregori) Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino fa che venga la guerra prima che si puo' fa che sia pulita come una ferita piccina piccio' fa che sia breve come un fiocco di neve. E fa che si porti via la mala morte e la malattia fa che duri poco che sia come un gioco. Tu che conosci la stazione, tutti quelli che ci vanno a dormire fagli avere un giorno l'occasione di poter anche loro partire partire senza biglietto, senza biglietto volare via per essere davvero liberi non occorre la ferrovia e fa che piova un po' di meno sopra a quelli che non hanno ombrello e fa che dopo questa guerra il tempo sia piu' bello. Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino comprato a rate chissa' se questa guerra potra' finire prima dell'estate perche' sarebbe bello spogliarci tutti e andare al mare e avere sotto gli occhi e dentro al cuore tanti giorni ancora da passare. E ad ogni compleanno guardare in cielo essere d'accordo e non avere piu' paura, la paura e' soltanto un ricordo. Gesu' piccino piccio', Gesu' Bambino alla deriva se questa guerra deve proprio farsi fa che non sia cattiva tu che le hai viste tutte e sai che tutto non e' ancora niente se questa guerra deve proprio farsi da che non la faccia la gente. E poi perdona tutti quanti tutti quanti tutti quanti tranne qualcuno e quando poi sara' finita fa che non la ricordi nessuno. (3 volte) - GIOVANE ESPLORATORE TOBIA (F. De Gregori) Giovane esploratore Tobia quindici anni a settembre pressappoco un bambino scrive il suo nome nella grotta del bue marinaio con la sua strana calligrafia giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia, nato da un padre d'acciaio e da una madre distratta alle spalle un'infanzia igienicamente perfetta morbilo, tristezza e nessun'altra malattia giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia parte per la gita scolastica e non sa che fare gira la testa e vede un vagone bruciare tira l'allarme e salva la ferrovia, giovane esploratore Tobia. - I MATTI (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) I matti vanno contenti tra il campo e la ferrovia a caccia di grilli e serpenti a caccia di grilli e serpenti i matti vnno contenti a guinzaglio della pazzia a caccia di grilli e serpenti tra il campo e la ferrovia i matti non hanno piu' niente intorno a loro piu' nessuna citta' anche se strillano chi li sente anche se strillano che male gli fa i matti vanno contenti sull'orlo della normalita' come stelle cadenti nell'oceano della tranquillita' trasportando grandi buste di plastica del peso totale del cuore piene di spazzatura e di silenzio piene di freddo e rumore i matti non hanno il cuore i matti non hanno il cuore o se ce l'hanno e' sprecato e' una caverna tutta nera i matti ancora li' a pensare a un treno mai arrivato e una moglie portata via da chissa' quale bufera i matti senza la patente per camminare i matti tutta la vita dentro la notti chiuse a chiave. I matti vanno contenti fermano il traffico con la mano e poi attrvesano il mattino con l'aiuto di un fiasco di vino si fermano lughe ore a riposare le ossa e le ali le povere ossa e le ali e dentro nelle chiese ci vanno a fumare centinaia di sigarette centinaia di sigarette centinaia di sigarette davanti all'altare. - I MUSCOLI DEL CAPITANO (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Guarda i muscoli del capitano tutti di plastica e di metano guardalo nella notte che viene quanto sangue nelle vene il capitano non tiene mai paura ritto sul cassero fuma la pipa in questa alba fresca e scura che rassomiglia un po' alla vita e poi il capitano se vuole si leva l'ancora dai pantaloni e la getta nelle onde mi chiama forte quando vuole qualcosa o qualcuno c'e' sempre uno che gli risponde ma capitano non te lo volevo dire ma c'e' in mezzo al mare una donna bianca cosi' enorme alla luce delle stelle cosi' bella che di guardar la luna non si stanca. Questa nave quattromila nodi in mezzo ai ghiacci tropicali ed ha un motore di un milione di cavalli che al posto degli zoccoli hanno le ali non aver fumi torpedine miccia scintillante bellezza fosforo fantasia molecole d'acciaio pistone rabbia guerra lampo e poesia e in questa notte il letto vien veloce in questa croce di novecento il futuro non e' una palla di cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo e il capitano dice al mozzo di bordo giovanotto io non vedo niente c'e' solo un po' di nebbia che annuncia il sole andiamo avanti tranquillamente. - IL '56 (F. De Gregori) A guardare nei ricordi sembra ancora ieri che salivo su una sedia per guardare i treni da dietro una finestra su un cortile grande un bambino, un bambino... Mio fratello che studiava lingue misteriose in ginocchio su una sedia coi capelli corti eravamo forse nel '56 un, un bambino, un bambino... E tutto mi sembrava andasse bene (2 v.) tra me e le mie parole tra me e le mie parole e la mia anima. E il Natale allora si che era una festa vera cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima i regali mi duravano una settimana; un bambino, un bambino... Mi ricordo le fotografie dei carri armati io passavo i pomeriggi a ritagliarle e incollarle sopra pezzi di cartone; un bambino, un bambino... E tutto mi sembrava... - IL BANDITO E IL CAMPIONE (L. Grechi) (Ed: Serraglio) Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta un'unica passione per la bicicletta un'incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si e' persa la memoria una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore ma fra rabbia ed amore il distacco gia' cresce e chi sara' il campione gia' si capisce. Vai Girardengo, vai grande campione! nessuno ti segue su quello stradone Vai Girardengo! non si vede piu' Sante e' dietro quella curva, e' sempre piu' distante e dietro alla curva del tempo che vola c'e' Sante in bicicletta che in mano ha una pistola. Se di notte e' inseguito spara e centra ogni fanale Sante il bandito ha una mira eccezionale e lo sanno le banche e lo sa la Questura Sante il bandito mette propio paura e non servono le taglie e non basta il coraggio Sante il bandito ha troppo vantaggio. Fu antica miseria od un torto subito a fare del ragazzo un feroce bandito ma al proprio destino nessuno gli sfugge cercavi giustizia ma trovasti la legge. Ma un bravo poliziotto che conosce il suo mestiere sa che ogni uomo ha un vizio che lo fara' cadere e ti fece cadere la tua grande passione di aspettare l'arrivo dell'amico campione quel traguardo volante ti vide in manette brillavano al sole come due biciclette Sante Pollastri il tuo Giro e' finito e gia' si racconta che qualcuno ha tradito. Vai Girardengo, vai grande campione! nessuno ti segue su quello stradone Vai Girardengo! non si vede piu' Sante e' sempre piu' lontano, sempre piu' distante sempre piu' lontano, e' sempre piu' distante... - IL CANTO DELLE SIRENE Non sara' il canto delle sirene Che ci innamorera' Noi lo conosciamo bene L'abbiamo sentito gia' E nemmeno la mano affilata Di un uomo o di una divinita' Non sara' il canto delle sirene In una notte senza lume A riportarci sulle nostre tracce Dove l'oceano risale il fiume Dove si calmano le onde Dove si spegne il rumore Non sara' il canto delle sirene Ascoltaci o Signore Mio padre era un marinaio Conosceva le citta' Mio padre era un marinaio Partito molti mesi fa Mio figlio non lo conosce Mio figlio non lo sapra' Mio padre era un marinaio Partito molti mesi fa. Non sara' il canto delle sirene Nel girone terrestre Ad insegnarci quale ritorno Attraverso alle tempeste Quando la bussola si incanta Quando si pianta il motore Non sara' il canto delle sirene A addormentarsi il cuore Quando l'occhio di Ismaele Si affaccia da dietro il sole E nella schiuma della nostra scia Qualcosa appare e scompare Non sara' il canto delle sirene Che non ci fara' guardare Mio padre era un marinaio E andava a navigare Se l'e' portato il vento Se le mangiato il mare Mio padre era un marinaio Girava le citta' Mio figlio non le conosce Ma le conoscera' Non sara' il canto delle sirene Che ci addormentera' L'abbiamo sentito bene L'abbiamo sentito gia' Ma sara' il coro delle nostre donne Da una spiaggia di sassi Sara' la voce delle nostre donne A guidare i nostri passi I nostri passi nel vento E il vento ci prende per vela Sara' di ferro la sabbia Sara' di fuoco la sera Ascoltaci o Signore Perdonaci la vita intera Mio padre era un marinaio Conosceva le citta' Partito il mese di febbraio Di mille mesi fa Mio figlio non lo ricorda Ma lo ricordera' Mio padre era un marinaio Mio figlio lo sara'. - IL NERO Dalla periferia del mondo a quella di una citta' la vita non e' una caramella e il nero lo sa dimmi dove si va a finire dimmi dove si va a finire dimmi dove si va il nero che scarpe nere nere che c'ha. Dalla periferia del mondo il nero nero fu scaraventato che non era ancora giorno da un vecchio furgone Ford e si stropiccia gli occhi balla cammina e canta sotto il cielo di Latina grande citta del nord il neo che ritmo il neo. Dalla perferia del mondo a quella di una citta' la vita non e' una passeggiata e il nero lo sa preso a calci dalla polizia incatenato a un treno da un foglio di via oppure usato per un falo' il nero te lo ricordi il nero quando arrivo'. Che si sbarbava con un pezzo di specchio ed un orecchio si taglio' e andava sanguinando avanti e indietro dicendo sono Van Gogh e aveva dentro gli occhi una malattia ma chissa quale tipo di malattia di malattia d'amor il nero che forza il nero nero nero. - IL SIGNOR HOOD E il signor Hood era un galantuomo sempre ispirato dal sole con due pistole caricate a salve ed un canestro pieno di parole con due pistole caricate a salve ed un canestro pieno di parole. E che fosse un bandito negare non si puo' pero' non era il solo e che fosse un bandito negare non si puo'. E sulla strada di Pescara venne assalito dai parenti ingordi e scarico' le sue pistole in aria e regalo' le sue parole ai sordi e scarico' le sue pistole in aria e regalo' le sue parole ai sordi E qualcuno ha pensato che fosse morto li' pero' non era vero e qualcuno ha giurato che fosse morto li'. E adesso anche quando piove lo vedi sempre con le spalle al sole con un canestro di parole nuove calpestare nuove aiuole con un canestro di parole nuove calpestare nuove aiuole. E tutti lo chiamavano signor Hood ma il suo vero nome era Spinadipesce e tutti lo chiamavano signor Hood. - L'ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA Figlio con quali occhi, con quali occhi ti devo vedere coi pantaloni consumati al sedere e queste scarpe nuove nuove Figlio senza domani, con questo sguardo di animale in fuga e queste lacrime sul bagnasciuga che non ne vogliono sapere. Figlio con un piede ancora in terra e l'altro gia' nel mare con una giacchetta per coprirti ed un berretto per salutare e i soldi chiusi dentro la cintura che nessuno te li puo' strappare la gente oggi non ha piu' paura nemmeno di rubare. Ma mamma a me mi rubano la vita quando mi mettono a faticare per pochi dollari alle caldaie sotto al livello del mare. In questa nera nera nave che mi dicono che non puo' affondare in questa nera nera nave che mi dicono che non puo' affondare. Figlio con quali occhi, e quale pena dentro al cuore adesso che la nave se n'e' andata e sta tornando il rimorchiatore Figlio senza catene, senza camicia cosi' come sei nato su questo atlantico cattivo figlio gia' dimenticato. Figlio che avevi tutto e che non ti mancava niente e andrai a confondere la tua faccia con la faccia dell'altra gente e che ti sposerai probabilmente in un bordello americano e avrai dei figli e una donna strana e che non parlano italiano. Ma mamma io per dirti il vero l'italiano non so cosa sia eppure se attraverso il mondo non conosco la geografia In questa nera nera nave che mi dicono che non puo' affondare in questa nera nera nave che mi dicono che non puo' affondare. - L'UCCISIONE DI BABBO NATALE Dolly del mare profondo figlia di minatori si leva le scarpe e cammina sull'erba insieme al figlio del figlio dei fiori. E fanno la solita strada fino al cadavere del grillo la luna impaurita li guarda passare e le stelle sono punte di spillo. E mentre le lancette camminano i due si dividono il fungo e intanto mangiando ingannano il tempo ma non dovranno ingannarlo a lungo. Infatti arriva Babbo Natale carico di ferro e carbone il figlio del figlio dei fiori lo uccide con un coltello e con un bastone. E Dolly gli pulisce le mani con una fetta di pane e nuvole passano dietro la luna e da lontano sta abbaiando un cane. E la neve comincia a cadere la neve che cadeva sul prato e in pochi minuti si sparse la voce che Babbo Natale era stato ammazzato. Cosi' Dolly del mare profondo e il figlio del figlio dei fiori si danno la mano e ritornano a casa tornano a casa dai genitori. - LA BALLATA DELL'UOMO RAGNO (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Mamma c'ha il cuore debole ma la voce e' di tuono mamma c'ha il cuore debole ma la voce e' di tuono ci guarda con il megafono dall'ultimo piano promette un castigo, minaccia un perdono. E noi siamo tutti in fila davanti al bagno E noi siamo tutti in fila davanti al sogno E noi siamo tutti in strada davanti al segno E noi siamo tutti al fiume a trasformare l'oro in stagno ma prima di aver finito faremo un buco nell'infinito e accetteremo l'invito a cena dell'Uomo Ragno. Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro nascondono il passato parlando del futuro e se trovano la cruna dell'ago se la mangiano di sicuro. E noi siamo tutti in fila davanti al bagno E noi siamo tutti in fila davanti al sogno E noi siamo tutti in strada davanti al segno E noi siamo tutti al fiume a trasformare il fuoco in legno ma prima della mattanza faremo esplodere questa stanza e porteremo quello che avanza dall'Uomo Ragno dall'Uomo Ragno. E' solo il capobanda ma sembra un faraone E' solo il capobanda ma sembra un faraone ha gli occhi dello schiavo e lo sguardo del padrone si atteggia a Mitterrand ma e' peggio di nerone. E noi siamo tutti in fila davanti al bagno E noi siamo tutti in fila davanti al sogno E noi siamo tutti in strada davanti al segno E noi siamo tutti al fiume a fare il controcanto al cingo ma prima del Carnevale faremo un buco nello Stivale e ci squaglieremo nel gran finale con l'Uomo Ragno. - LA CAMPANA (F. De Gregori) La campana ha suonato tutto il giorno laddove i cani hanno abbaiato io ho pianto lacrime fino all'osso, lacrime e tosse sul selciato incollato sull'asfalto della strada mai stato cosi' lontano dalla dolcezza a cui tutti hanno diritto io con un fascio di giornali in mano e con un fascio di giornali in mano pensavo si puo' anche morire di dolore. I miei amici, lo sai, sono tutti schedati i miei amici, lo sai, sono tutti in galera sono tutti fregati, sono tutti schedati. E avevo nella testa una fontana una pioggia sottile di pensieri cattivi mentre la gente seduta al tavolino contava il tempo con gli aperitivi e io inchiodato sulla strada, pensavo ma tutto questo deve pure finire e camminavo come un uomo tranquillo e sotto questo grande cielo azzurro finalmente mi sentivo un uomo solo. I miei amici, lo sai, sono tutti fregati i miei amici, lo sai, sono tutti in galera sono tutti segnati, sono tutti fregati, sono tutti schedati. - LA CASA DI HILDE (F. De Gregori) L'ombra di mio padre, due volta la mia lui camminava ed io correvo sopra il sentiero di aghi di pino la montagna era verde, oltre quel monte il confine oltre in confine chissa', oltre quel monte la casa di Hilde. Io mi ricordo che avevo paura quando bussammo alla porta ma lei sorrise e ci disse d'entrare, era vestita di chiaro e ci mettemmo seduti ad ascoltare il tramonto Hilde nel buio suonava la cetra. Venne la notte e mio padre dormiva, ma io guardavo la luna dalla finestra potevo toccarla, non era piu' alta di me e il cielo sembrava piu' grande, ed io mi sentivo gia' uomo quando la neve scese a coprire la casa di Hilde. Il doganiere aveva un fucile quando ci venne a svegliare disse a mio padre di alzare le mani e gli frugo' le tasche ma non trovo' proprio niente, solo una foto ricordo Hilde nel buio suonava la cetra. Il doganiere ci strinse la mano e se ne ando' desolato e allora Hilde apri' la sua cetra e tiro' fuori i diamanti e insieme bevemmo del vino ma io solo mezzo bicchiere quando fu l'alba lasciammo la casa di Hilde. Oltre il confine con molto dolore non trovai fiori diversi ma sulle strade incontrammo una capra che era curiosa di noi mio padre le ando' piu' vicino e lei si lascio' catturare cosi' la legammo a una corda e venne con noi. - LA CATTIVA STRADA [F. DE ANDRE'] (F. De Andre' - F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi) Alla parata militare sputo' negli occhi a un innocente e quando lui chiese "perche'" lui gli rispose "questo e' niente e adesso e' ora che io vada" e l'innocente lo segui' senza le armi lo segui' sulla sua cattiva strada. Sui viali dietro la stazione rubo' l'incasso a una regina e quando lei gli disse "come" lui le rispose "forse e' meglio, e' come prima forse e' ora che io vada" e la regina lo segui' col suo dolore lo segui' sulla sua cattiva strada. E in una notte senza luna trucco' le stelle ad un pilota quando l'aereoplano cadde lui disse "e' colpa di chi muore comunque e' meglio che io vada" ed il pilota lo segui' senza le stelle lo segui' sulla sua cattiva strada. A un diciottenne alcolizzato verso' da bere ancora un poco e mentre quello lo guardava lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi adesso e' ora che io vada" l'alcolizzato lo capi' non disse niente e lo segui' sulla sua cattiva strada. Ad un processo per amore bacio' le bocche dei giurati e ai loro sguardi imbarazzati rispose "Adesso e' piu' normale adesso e' meglio, adesso e' giusto, giusto, e' giusto che io vada" ed i giurati lo seguirono e bocca aperta lo seguirono sulla sua cattiva strada, sulla sua cattiva strada. E quando poi spari' del tutto a chi diceva "e' stato un male" a chi diceva "e' stato un bene" raccomando' "non vi conviene venir con me dovunque vada, ma c'e' amore un po' per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada sulla cattiva strada." - LA DONNA CANNONE (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Buttero' questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno giuro che lo faro' e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volero' Quando la donna cannone d'oro e d'argento diventera' senza passare per la stazione l'ultimo treno prendera'. In faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillera' dalle porte della notte il giorno si blocchera' un applauso del pubblico pagante lo sottolineera' e dalla bocca del cannone una canzone suonera'. E con le mani amore per le mani ti prendero' e senza dire parole nel mio cuore ti portero'. E non avro' paura se non saro' bella come dici tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu'. E senza fame senza sete e senza ali senza rete voleremo via. Cosi la donna cannone quell'enorme mistero volo' sola verso un cielo nero nero s'incammino'. Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui spari altri giurarono e spergiurarono che non erano mai stati li. E con le mani amore con le mani ti prendero' e senza dire parole nel mio cuore ti portero'. E non avro' paura se non saro' bella come vuoi tu ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu'. E senza fame senza sete e senza aria senza rete voleremo via. - LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE '68 (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Sole sul tetto dei palazzi in costruzione sole che batte sul campo di pallone e terra e polvere che tira vento e poi magari piove Nino cammina che sembra un uomo con le scarpette di gomma dura dodici anni e il cuore pieno di paura. Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non e' mica da questi particolari che si giudica un giocatore un giocatore lo vedi dal coraggio dall'altruismo, dalla fantasia. E chissa' quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai chissa' quanti ne hai veduti chissa' quanti ne vedrai... Nino capi fin dal primo momento l'allenatore sembrava contento e allora mise il cuore dentro le scarpe e corse piu' veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato accanto al piede rimaneva incollato entro' nell'area tiro' senza guardare ed il portiere lo fece passare. Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non e' mica da questi particolari che si giudica un giocatore un giocatore lo vedi dal coraggio dall'altruismo, dalla fantasia... Na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na na Il ragazzo si fara' anche se ha le spalle strette quest'altr'anno giochera' con la maglia numero sette! - LA STORIA (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) La storia siamo noi, nessuno si senta offeso; siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silezio. Questo silenzio cosi duro da raccontare. E poi ti dicono; " Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera " ma e' solo un modo per convincerti e restare chiuso dentro casa quando viene la sera; pero' la storia non si ferma davvero davanti a un portone la storia entra dentro le stane e le brucia. La storia da' torto e da' ragione. La storia siamo noi siamo noi che scriviamo le lettere siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente ( perche' e' la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare te la trovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare; quelli che hanno letto milioni di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare; ed e' per questo che la storia da' i brividi, perche' nessuno osera' tormentare la storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo la storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano. - LA VALIGIA DELL'ATTORE (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Eccomi qua sono venuto a vedere lo strano effetto che fa la mia faccia nei vostri occhi e quanta gente ci sta e se stasera si alza una lira per questa voce che dovrebbe arrivare fino all'ultima fila oltre al buio che c'e' e al silenzio che lentamente si fa e alla luce che taglia il mio viso improvvisamente eccomi qua siamo l'amante e la sposa arrivati fin qua l'attore e la sciantosa e siamo pronti a qualsiasi cosa pur di stare qua siamo il padre e la figlia finalmente qua siamo una grande famiglia abbiam lasciato soltanto un momento la nostra valigia di la' nel camerino gia' vecchio tra un lavandino e un secchio tra un manifesto e lo specchio tra un manifesto e lo specchio. Eccoci qua siamo venuti per poco perche' per poco si va e il sipario e' calato gia' su questa vita che tanto pulita non e' e ricorda il colore di certe lenzuola di certi hotel che il nostro nome ce l'hanno gia' e ormai nemmeno ci chiedono piu' il documento d'identita' e allora eccoci, siamo qua siamo venuti per niente perche' per niente si va e c'inchiniamo ripetutamente e ringraziamo infinitamente. Eccoci qua siamo il padre ela figlia capitati fin qua siamo ua grande famiglia abbiam lasciato soltanto un momento la nostra valigia di la' nel camerino gia' vecchio tra un lavandino e un secchio tra un manifesto e lo specchio tra un manifesto e lo specchio. - LE STORIE DI IERI Mio padre aveva un sogno comune condiviso dalla sua generazione la mascella al cortile parlava troppi morti lo hanno smentito tutta gente che aveva capito. E il bambino nel cortile sta giocando tira sassi nel cielo e nel mare ogni volta che colpisce una stella chiude gli occhi e si mette a sognare, chiude gli occhi e si mette a volare E i cavalli a Salo' sono morti di noia a giocare col nero perdi sempre Mussolini ha scritto anche poesie i poeti che brutte creature ogni volta che parlano e' una truffa. Ma mio padre e' un ragazzo tranquillo la mattina legge molti giornali e' convinto di avere delle idee e suo figlio e' una nave pirata e suo figlio e' una nave pirata E anche adesso e' rimasta una scritta nera sopra il muro davanti a casa mia dice che il movimento vincera' i nuovi capi hanno facce serene e cravatte intonate alla camicia. Ma il bambino nel cortile si e' fermato si e' stancato di seguire aquiloni si e' seduto tra i ricordi vicini, rumori lontani, guarda il muro e si guarda le mani guarda il muro e si guarda le mani. - MA COME FANNO I MARINAI (F. De Gregori) Ma dove vanno i marinai con le loro giubbe bianche sempre in cerca di una rissa o di un bazar Ma dove vanno i marinai con le loro facce stanche sempre in cerca di una bimba da baciar Ma cosa fanno i marinai quando arrivano nel porto vanno a prendersi l'amore dentro al bar qualcuno e' vivo per fortuna qualcuno e' morto c'e' una vedova da andare a visitar Ma come fanno i marinai a riconoscersi sempre uguali sempre all'equatore e al Polo Nord Ma come fanno i marinai a baciarsi fra di loro a rimanere veri uomini pero' intorno al mondo senza amore come un pacco postale senza nessuno che gli chiede come va col cuore appresso a una donna una donna senza cuore chissa' se ci pensano ancora Chissa'... Ma dove vanno i marinai mascalzoni e imprudenti con la vita nei calzoni col destino in mezzo ai denti sotto la luna puttana e il cielo che sorride come fanno i marinai con questa noia che li uccide addormentati sopra un ponte in fondo a malincuore sognano un ritorno smaltiscono un liquore affaticati dalla vita piena di zanzare che cosa gliene frega di trovarsi in mezzo al mare al mare che piu' passa il tempo e piu' non sa' di niente su questa rotta inconcludente da Genova a New York Ma come fanno i marinai a fare a meno della gente e a rimanere veri uomini pero' e intorno al mondo senza amore come un pacco postale senza nessuno che gli chiede come va col cuore appresso a una donna una donna senza cuore chissa' se ci pensano ancora Chissa'... - MIMI' SARA' Sara' che tutta la vita e' una strada con molti tornanti E che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti Che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so Sara' che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi E tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi E non vedi piu' niente e piu' niente ti vede e piu' niente ti tocca Sara' che io col mio ago ci attacco la sera alla notte E nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte Che nemmeno mi fanno piu' male e nemmeno mi bruciano piu' Dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte Dentro la mia collezione di amori con le gambe corte Ed ognuno c'ha un numero e sopra ognuno una croce Ma va bene lo stesso, va bene cosi' Chiamatemi Mimi' Per i miei occhi neri e i capelli E i miei neri pensieri C'e' Mimi' che cammina sul ponte per mano alla figlia E che guardano giu' Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato Per i miei occhiali neri Per spiegare alla figlia che domani va meglio Che vedrai cambiera' Come passa quest'acqua di fiume Che sembra che e' ferma ma hai voglia se va C'e' Mimi' che cammina per mano alla figlia Chissa' dove va Sara' che tutta la vita e' una strada e la vedi tornare Come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno piu' male E nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei Sara' che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare Sara' che sopra al tuo cuore c'e' scritto "Vietato passare" Il tuo amore e' un segreto il tuo cuore e' un divieto Personale al completo e va bene cosi' Chiamatemi Mimi' Chiamatemi Mimi' Per i miei occhi neri e i capelli E i miei neri pensieri C'e' Mimi' che cammina sul ponte per mano alla figlia E che guardano giu' Per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato Per i miei occhiali neri Per spiegare alla figlia che domani va meglio Che vedrai passera' Come passa quest'acqua Che sembra che e' ferma ma hai voglia se va Come Mimi' che cammina per mano alla figlia Chissa' dove va. - MIRACOLO A VENEZIA Venezia sta sull'acqua manda cattivo odore La radio e i giornalisti dicono sempre "Venezia muore!" Cadono tutte le stelle, si spengono una a una E sembrano caramelle che si sciolgono nella laguna Cadono tutte le stelle e tu lasciale cadere Lascia che si nascondano se non le vuoi vedere Venezia sta sull'acqua e piano piano muore Il cielo sopra le fabbriche cambia colore Le nuvole sono fumo sopra Marghera Dove non c'e' nessuno nessuno esce la sera Mentre al Lido davanti al cinema pastori ed operai Fanno a gara su quelle gondole che non avevano preso mai E navigano fino all'Africa senza motore Fino a che finisce il Cinema e ricomincia il rumore Venezia sta sull'acqua e muore piano piano Un uomo sotto il cappotto nasconde un coltello e un geranio Galleggiano i nostri cuori Come isole per la via Venezia luogo comune della malinconia. - NATALE (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) C'e' la luna sui tetti c'e' la notte per strada le ragazze ritornano in tram ci scommetto che nevica, tra due giorni e' Natale ci scommetto dal fredod che fa. E da dietro la porta sento uno che sale ma si ferma due piani piu' giu' e' un peccatto davvero ma io gia' lo sapevo che comunque non potevi esser tu. E tu scrivimi, scrivimi se ti viene la voglia e raccontami quello che fai se cammini nel mattino se ti addormenti di sera e se dormi, che dormi e che sogni che fai. E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti per i conti che non tornano mai se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso quell'allegra tristezza che c'hai. Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano come un treno dentro una galleria tra due giorni e' Natale e non va bene e non va male. Buonanotte torna presto e cosi' sia. E tu scrivimi... - NIENTE DA CAPIRE (F. De Gregori) Le stelle sono tante milioni di milioni, la luce dei lampioni si riflette sulla strada lucida seduto, non seduto, faccio sempre la mia parte con l'anima in riserva e il cuore che non parte pero' Giovanna io me la ricordo ma e' un ricordo che vale dieci lire e non c'e' niente da capire. Mia moglie ha molti uomini, ognuno e' una scommessa perduta ogni mattina nello specchio del caffe' io amo le sue rughe ma lei non lo capisce ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce pero' Giovanna e' stata la migliore, faceva dei giochetti da impazzire e non c'e' niente da capire. Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve che freddo amore mio pensaci bene a fare l'amore e' giusto quel che mi dici ma i tuoi calci fanno male io non ti invidio niente non ho niente di speciale ma se i tuoi occhi fossero ciliegie io non ci troverei niente da dire e non c'e' niente da capire. E' troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi mi dicono che stai vincendo e ridono da matti ma io non lo sapevo che era una partita posso dartela vinta e tenermi la mia vita pero' se un giorno tornerai da queste parti riportami i miei occhi e il tuo fucile e non c'e' niente da capire. - NINETTO E LA COLONIA La notte si annunciava chiara, la sera era serena la gente del cinema assisteva seria al magico 4x4 del circo di Brema. Nel cielo all'improvviso si apri' un lampo, la pellicola di colpo si spezzo' e apparve all'improvviso sullo schermo un pellegrino vestito di chiffon. E il silenzio piombo' come il veleno e tutti cominciarono a pregare levato il piccolo Ninetto scemo che continuo' a giocare. Con una mano dentro i pantaloni e un piede leggermente sollevato urlo' nel cinema la sua domanda: "Ma chi e' che ti ha mandato?" E il pellegrino si guardo' le unghie e disse: "Cosi' sia facciamo presto chi mi manda non parla la vostra lingua e non importa che sappiate il resto. e' troppo tempo che cammino, vengo dalla montagna e vado al mare, e' troppo tempo che cammino, e questa sera mi vorrei fermare".E tre angeli nella notte, con le catene sotto al giaccone, facevano la guardia al mistero come rondini sul balcone E nella notte alle loro spalle, le loro voci diventavano fumo qualcuno cominciava ad aver paura, ma non parlava nessuno. E il vento passava tra gli alberi e nessuno vide passare il funerale del piccolo Ninetto portato via dal temporale E dietro a un fondale di stelle, gli impiegati della compagnia rubarono tutta la frutta dagli alberi, e la portarono via. - PABLO (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi) Mio padre seppellito un anno fa, nessuno piu' a coltivare la vite, verde rame sulle sue poche, poche unghie, e troppi figli da cullare. E il treno io l'ho preso e ho fatto bene spago sulla mia valigia non ce n'era solo un po' d'amore la teneva insieme, solo un po' di rancore la teneva insieme. Il collega spagnolo non sente non vede ma parla del suo gallo da battaglia e la latteria diventa terra prima parlava strano e io non lo capivo pero' il pane con lui lo dividevo e il padrone non sembrava poi cattivo. Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo. Con le mani io posso fare castelli, costruire autostrade e parlare con Pablo, lui conosce le donne e tradisce la moglie, con le donne ed il vino e la Svizzera verde. E se un giorno e' caduto e' caduto per caso pensando al suo gallo o alla moglie ingrassata come la foto, prima parlava strano e io non lo capivo pero' il fumo con lui lo dividevo e il padrone non sembrava poi cattivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo. - PANE E CASTAGNE Mangiamo pane e castagne, in questa notte di luna le mani bene ancorate su questa linea Domani ce lo diranno, dove dovremo andare. Ce lo diranno domani cosa dovremo fare. Ci sta una terra di nessuno da qualche parte ne cuore come un miraggio incastrato tra la noia e il dolore. Domani ce lo diranno, come dovremo arrivare. E c'e' una terra di nessuno, ci si deve passare. Aspettami ogni sera, davanti a quel portone e se verrai stasera, ti chiamero' per nome. Chissa' che occhi avremo, chissa' che occhi avro' ma se verrai stasera ti riconoscero'. Mangiamo pane e castagne, come una poesia perduta nella memoria, dei tempi di scuola domani ce lo diranno, cosa vorranno che sia Ce lo diranno domani, prima di andare via. Aspettami ogni sera, davanti a quel portone e se mi chiami amore, mi chiamerai per nome. Chissa' che occhi avremo, chissa' che occhi avro' ma se mi chiami amore, io ti rispondero'. - PEZZI DI VETRO (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia) L'uomo che cammmina sui pezzi di vetro dicono ha due anime e un sesso, di ramo duro il cuore e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla sotto l'angolo retto di una stella. Niente a che vedere col circo, ne' acrobata, ne' mangiatore di fuoco piuttosto un santo a piedi nudi quando vedi che non si taglia gia' lo sai ti potresti innamorare di lui, forse sei gia' innamorata di lui, cosa importa se ha vent'anni e nelle pieghe della mano una linea che gira, e lui risponde serio e' mia, sottintende la vita e la fine del discorso la conosci gia', era acqua corrente un po' tempo fa e adesso mi si e' fermata qua. Non conosce paura l'uomo che salta e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride perche' ferirsi non e' possibile morire meno che mai e poi mai. E insieme visitate la notte che dicono e' due anime e un letto e un tetto di capanna utile e dolce come ombrello teso tra la terra e il cielo lui ti offre la sua ultima carta il suo ultimo prezioso tentativo di stupire quando dice e' quattro giorni che ti amo ti prego non andare via, non lasciarmi ferito. E non hai capito ancora come mai gli hai lasciato in un minuto tutto quel che hai, pero' stai bene dove stai. Pero' stai bene dove stai. - PIANO BAR (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi) Uno scudo bianco in campo azzurro e' la sua fotografia Chiunque lo conosca bene puo' chiamarlo senza offesa Uomo di poca malinconia E' un pianista di piano bar vende a tutti tutto quel che fa Non sperare di farlo piangere perche' piangere non sa Nella punta delle dita poco jazz poche ombre nella vita Solo un pianista di piano bar E suonera' finche' lo vuoi sentire non ti deludera' Solo un pianista di piano bar E cantera' finche' lo vuoi sentire non ti disturbera' Questo strano tipo di bambina vuole la compagnia La risata forte e l'amicizia a cena Ama se stesso senza allegria E' un pianista di piano bar e' un poeta di varieta' Non cercare di vederlo piangere perche' piangere non sa Nella punta delle dita poco jazz poche ombre nella vita Solo un pianista di piano bar E suonera' finche' lo vuoi sentire non ti deludera' Solo un pianista di piano bar E cantera' finche' lo vuoi sentire non ti disturbera' - PICCOLA MELA (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi) Mi metto in tasca una piccola mela mi metto in tasca una piccola mela. Ti portassero in piazza ocn chiodi e catene se davvero non sei sincera. La figlia del dottore e' una maestrina la figlia del dottore e' una maestrina e conosce a memoria tutti i libri di Omero li ripassa tre volte la mattina. Mi metto in tasca un piccolo fiore mi metto in tasca un piccolo fiore. Ti legassero stretta alla quercia piu' vecchia se davvero non vuoi il mio cuore. La figlia del dottore sa cantare la figlia del dottore sa cantare. E mi piace poi tanto quel suo modo di fare forse un giorno faremo l'amore. - PILOTA DI GUERRA Non per entrare nel merito del motore Ma ogni motore ha una musica ed io la so Cosi' per sempre nel vento la faro' cantare Per questa mia povera terra da sud a nord E quanto e' solo un uomo un uomo lo sa solo Dio Mentre volo sopra le ferite delle citta' E come un grande amore gli dico addio E come e' solo un uomo lo so solo io Oltre le nuvole Oltre le nuvole O se possibile ancora un minuto piu' la' Con questa notte ai miei piedi Piu' nera e piu' buia a vederla da qua Ma un giorno il giorno tornera' Cosi' la vita vola sotto le ali E passa un'altra notte su questa guerra E sulle case degli uomini tutti uguali Nel grande orfanotrofio della terra E a cosa serve un uomo lo so solo io Che spargo sale sopra le ferite della citta' E come a un grande amore gli dico addio E a cosa serve un uomo lo sa solo Dio Oltre le nuvole Oltre le nuvole O se possibile ancora una vita piu' in la' Con questa notte ai miei piedi Piu' nera e piu' buia a vederla da qua Ma un giorno il giorno tornera' - POVERO ME Cammino come un marziano, come un malato, come un mascalzone, per le strade di roma vedo passare persone e cani e pretoriani con la sirena e mi va l'anima in pena. Mi viene voglia di menare le mani mi viene voglia di cambiarmi il cognome cammino da sempre sopra i pezzi di vetro e non ho mai capito come dimmi dov'e' la tua mano, dimmi dov'e' il tuo cuore. Povero me, povero me, povero me non ho nemmeno un amico qualunque per bere un caffe' Povero me, povero me, povero me guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e' Povero me, povero me, povero me mi guardo intorno e sono tutti migliori di me Povero me, povero me, povero me guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e' guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e'. Cammino come un dissidente, come un deragliato come un disertore senza nemmeno un cappello o un ombrello da aprire ho il cervello in manette, dico cose gia' dette e vedo cose gia' viste i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste mi fa paura il silenzio ma non sopporto il rumore dove sara' la tua mano dove sara' il tuo cuore. Povero me, povero me, povero me non ho nemmeno un amico qualunque per bere un caffe' Povero me, povero me, povero me guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e' Povero me, povero me, povero me mi guardo intorno e sono tutti migliori di me Povero me, povero me, povero me guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e' guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che e'. - QUATTRO CANI (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia) Quattro cani per strada, il primo e' un cane da guerra, e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza vive addosso ai muri e non parla mai, vive addosso ai muri e non parla mai. Il secondo e' un bastardo che conosce la fame e la tranquillita', ed il piede dell'uomo e la strada, ogni volta vche muore gli rinasce la coda. Il terzo e' una cagna, quasi sempre si nega, qualche volta si da', e semina i figli nel mondo, perche' e' del mondo che sono figli, i figli. Quattro cani per strada, e e la strada e' gia' piazza, e la sera e' gia' notte, se ci fosse la luna, se ci fosse la luna, si potrebbe cantare. E il quarto non ha un padrone, non sa dove andare, comunque ci va, va dietro ai fratelli e si fida, e ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita. Quattro cani per strada, e e la strada e' gia' piazza e la sera e' gia' notte se ci fosse la luna se soltano ci fosse la luna, se ci fosse la luna si potrebbe cantare. - RAGGIO DI SOLE (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Benvenuto raggio di sole a questa terra di terra e sassi a questi laghi come la neve sotto i suoi passi a questo nome questa distrazione a questo carnevale dove nessuno ti vuole bene dove nessuno ti vuole male. A questa musica che non ha orecchi a questi libri senza parole. Benvenuto raggio di sole avrai matite per giocare e un bicchiere per bere forte e un bicchiere per bere piano un sorriso per difenderti e un passaporto per andare via lontano. Benvenuto a questa finestra a questo cielo sereno a tutti i clackson della mattina a questo mondo gia' troppo pieno a questa strada ferrovia unica al mondo per dove puo' andare ti porta dove ti porta il vento ti porta dove scegli di ritornare A questa luna tranquilla che si siede dolcemente in mezzo al mare c'e' qualche nuvola ma non fa niente perche' lontano passa una nave tutte le luci accese benvenuto figlio di nessuno in questo paese. - RENOIR (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Gli aerei stanno al cielo come la navi al mare come il sole all'orizzonte la sera come e' vero che non voglio tornare a una stanza vuota e tranquilla dove aspetto un amore lontano e mi pettino i pensieri col bicchiere nella mano. Chi di voi l'ha vista partire dica pure che stracciona era quanto vento aveva nei capelli se rideva o se piangeva la mattina che prese il treno e seduta accanto al finestrino vide passare l'Italia ai suoi piedi giocando a carte col suo destino. Ora i tempi si sa che cambiano passano e tornano tristezza e amore da qualche parte c'e' una casa piu' grande sicuramente esiste un uomo migliore io nel frattempo ho scritto altre canzoni di lei parlano raramente non e' vero che io l'abbia perduta dimenticata come dice la gente. - RIMMEL (F. De Gregori) (Ed: BMG Ariola - IT Dischi Italia) E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure, e cancello il tuo nome dalla mia facciata, e confondo i miei alibi e le tue ragioni, i miei alibi e le tue ragioni Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato "Vincente", ma lo zingaro e' un trucco e un futuro invadente, fossi stato un po' piu' giovane l'avrei distrutto con la fantasia, l'avrei stracciato con la fantasia. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo la mia faccia sovrapporla a quella di chissa' chi altro. Ancora i tuoi quattro assi vanno bene di un colore solo li puoi nascondere o giocare come vuoi Oppure farli rimanere buoni amici come noi. Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel come quando fuori pioveva e tu mi domandavi se per caso avevi ancora quella foto in cui tu sorridevi e non guardavi. Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona. E quando io, senza capire, ho detto si hai detto "e' tutto quel che hai di me", e' tutto quel che ho di te. Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo la mia faccia sovrapporla a quella di chissa' chi altro. Ancora i tuoi quattro assi vanno bene di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi, oppure farli rimanere buoni amici come noi. - ROLLO AND HIS JETS E se potessi questa sera ascolterei volentieri Rollo con gli amici suoi come i tempi in cui le radio funzionavano a valvole e i bambini eravamo noi. In un programma dalle 7 alle 7 e 20 andava in onda tutti i lunedi' si intitolava se ricordo bene il discobolo o giu' di li'. Era una musica tutta chitarra e batteria l'altoparlante faceva crock ed il piu' grande dei nostri amici quelle canzoni le chiamava rock. E se potessi questa sera ascolterei volentieri Rollo con i suoi Jets e quel bassista mezzo messicano soprannominato "chicco di caffe'". E il chitarrista con quel nome strano dimmi chi se lo dimentica piu' con quel suo stile sudamericano ma che ogni tanto si usava blues. Era una musica tutta chitarra e batteria con il rullante che faceva tock ed il piu' grande dei nostri amici quelle canzoni le chiamava rock. E se potessi questa sera ascolterei volentieri da Rollo qualche novita' e' un po' di tempo che non si sentiva ma questa sera e' ritornato qua. Con un programma che ci porta attraverso al mare fino all'America e pure piu' in la' e nelle vele di una nave a vapore da consegnare alla posterita'. Con una musica tutta chitarra e batteria con il rullante che faceva tock ed il piu' grande dei nostri amici quelle canzoni le chiamava rock. - RUMORE DI NIENTE (F. De Gregori) L'avevi creduto davvero che avremmo parlato dell'Esperanto ? L'avevi creduto davvero o l'avevi sperato soltanto ? Ma che tempo e che elettricita' ma che tempo che e' e che tempo che sara' ma che tempo fara' ? Non lo senti che tuona ? Non lo senti che tuona gia'? Non lo senti che suona ? E' lontana pero' sembra gia' piu' vicina questa musica che abbiamo sentito gia'. Babbo c'e' un assassino non lo fare bussare babbo c'e' un indovino non lo fare parlare babbo c'e' un imbianchino vestito di nuovo c'e' la pelle di un vecchio serpente appena uscita da un uovo e c'e' un forte rumore di niente un forte rumore di niente... L'avevi creduto davvero che avremmo parlato d'amore ? L'avevi creduto davvero o l'avevi soltanto sperato col cuore ? Gli occhi oggi gridano agli occhi e le bocche stanno a guardare e le orecchie non vedono niente tra Babele e il Villaggio Globale. Babbo c'e' un assassino non lo fare bussare babbo c'e' un indovino non lo fare parlare babbo c'e' un imbianchino vestito di nuovo c'e' la pelle di un vecchio serpente appena uscita da un uovo e c'e' un forte rumore di niente un forte rumore di niente... - SAN LORENZO Cadevano le bombe come neve il diciannove luglio a San Lorenzo sconquassato il Verano dopo il bombardamento tornano a galla i morti e sono piu' di cento Cadevano le bombe a San Lorenzo e un uomo stava a guardare la sua mano viste dal Vaticano sembravano scintille un uomo raccoglie la sua mano e i morti sono mille un giorno credi questa guerra finira' ritornera' la pace e il burro abbondera' e andremo a pranzo la domenica fuori porta a Cinecitta' oggi pieta' le morta ma un bel giorno rinascera' e qualcuno fara' qualcosa magari si sposera' Il Papa la mattina da San Pietro usci' tutto da solo tra la gente in mezzo a San Lorenzo spalanco' le ali sembrava proprio un angelo con gli occhiali Un giorno credi questa guerra finira' ritornera' la pace e il burro abbondera' e andremo a pranzo la domenica fuori porta a Cinecitta' Oggi pieta' le morta ma un bel giorno rinascera' poi qualcuno fara' qualcosa magari si sposera'... - SANGUE SU SANGUE (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) E adesso puoi sentirne il respiro sul collo puoi sentirne l'odore puoi scoprirne gli accordi e il ritmo e la melodia e se appoggi l'orecchio sul muro puoi distinguerne le parole e dietro alla festa smascherare il dolore sangue su sangue precipita senza rumore sangue su sangue precipita senza rumore tutto ho venduto e tutto ho saputo e tutto ricordo tutti i contorni di questa gigantografia e come la tua mano tremava mentre teneva la mia ed ogni parola sul mondo diventava bugia sangue su sangue non macchia va subito via sangue su sangue non macchia va subito via e tutto e' creduto, tutto e' dovuto tutto e' rimpianto in questa notte che sta avvicinando ogni giorno di piu' e non ti convince per niente il programma che stanno dando ma che strano, nessuno lo puo' cambiare col telecomando e' sangue su sangue, sangue su sangue soltanto. Stai dormendo oppure fai finta anche tu ? Stai sognando oppure stai pensando anche tu ? Che siamo chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci aprira' chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci liberera' chiusi in una scatola nera che nessuno mai ritrovera'. E adesso puoi trovarmi con la faccia per terra in un campo di grano oppure sepolto vivo in una galleria o sperduto fra topi e piccioni sulla riva di un mondo lontano o seduto a guardare la pioggia sull'orlo di questo vulcano sangue su sangue leggero precipita piano sangue su sangue leggero precipita piano. Stai dormendo oppure fai finta anche tu ? Stai sognando oppure stai pensando anche tu ? Che siamo chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci aprira' chiusi in una scatola nera, stella nessuno ce la spieghera' chiusi in una scatola nera che nessuno mai ritrovera'. - SANTA LUCIA (F. De Gregori) Santa Lucia per tutti quelli che hanno gli occhi e un cuore che non basta agli occhi e per la tranquillita' di chi va per mare e per ogni lacrima sul tuo vestito, per chi non ha capito. Santa Lucia per chi beve di notte e di notte muore e di notte legge e cade nel suo ultimo metro per gli amici che vanno e ritornano indietro e hanno perduto l'anima e le ali. Per chi vive all'incrocio dei venti ed e' bruciato vivo per le persone facili che non hanno dubbi mai per la nostra corona di stelle e di spine e la nostra paura del buio e della fantasia. Santa Lucia il violino dei poveri e' una barca sfondata e un ragazzino al secondo piano che canta ride e stona perche' vada lontano fa' che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine. - SIGNORA AQUILONE (F. De Gregori) C'era una donna, l'unica che ho avuto Aveva i seni piccoli ed il cuore muto Ne' in cielo ne' in terra una casa possedeva Sotto un albero verde dolcemente viveva Sotto un albero verde dolcemente viveva - SOTTO LE STELLE DEL MESSICO A TRAPANAR Sotto le stelle del Messico a trapanar Nelle miniere di petrolio a dimenticar E nelle sere quando scende la sera andar Sotto le stelle del Messico a trabajar Sotto la luna dei tropici a innamorar Dentro le ascelle dei poveri a respirar Sul pavimento del treni a vomitar E quando arriva lo sciopero a scioperar E quando arriva la musica a emozionar E quando arriva le femmine a immaginar E intanto arrivano I treni e si va si va Sotto le stalle del Messico a passeggiar E quando arrabbiano i diavoli a spaventar E quando tornano gli angeli a ringraziar E quando suona l'armonica a festeggiar E quando torna domenica a lavorar Sotto le stelle del Messico a ritornar E quando arriva le nuvole a rincasar E quando piove nel fango a trasumanar Sotto le stelle del Messico a naufragar - SPALLE LARGHE Un uomo con le spalle larghe ecco cosa ci vorrebbe per te Che ti capisce senza farlo capire E non ti spieghi mai perche' Che ti conosca da quand'eri piccola O che da piccolo ti immaginava gia' Un uomo con le spalle larghe Lo sa bene lui come si fa Un uomo con le spalle larghe La paura non sa nemmeno che e' Se tira freddo alza il bavero E corregge il caffe' Puo' ritornare sporco di rossetto Tanto ha una faccia che non tradisce Un uomo come ce ne sono tanti Che quando vuole non capisce Un uomo con le spalle larghe La fortuna non sa nemmeno che e' Ogni sera fa cadere le stelle Ogni mattina le raccoglie con te E se bastassero le cartoline te ne manderebbe ogni anno E poi potresti vederlo piangere Come gli uomini non fanno Un uomo che mangia il fuoco E per scaldarti si fa bruciare Diventa cenere a poco a poco Ma non la smette di amare Un uomo con le spalle larghe Tutta la vita ti prendera' Per insegnarti e per impararti Se mai la vita bastera' In una grande casa con le finestre aperte in certe stanze piene di vento Un uomo con le spalle larghe Una buona misura del tempo. - STELLA DELLA STRADA Vieni insieme a me stasera, stella della strada Guardami la notte intera, tienimi a bada e ascolta questa nota stonata, come batte nel cuore senti stella della strada, questa musica questo dolore. Raccogli i bicchieri e i pensieri e i vestiti sul pavimento Raccogli l'amore di ieri e buttalo via nel vento e' ghiaccio se lo tocchi da fuori ma e' fuoco che scotta dentro e' ghiaccio se lo tocchi da fuori, ma e' fuoco che brucia e non e' ancora spento. Vieni insieme a me stasera dimentica il mio nome saremo i pezzi di una storia vera o di una canzone c'e' la luna che cade ai tuoi piedi, venere sta crescendo la santabarbara del tuo cuore lentamente sta esplodendo. Raccogli le perle e la pioggia e l'innocenza dal pavimento raccogline l'ultima goccia e buttala via nel tempo e lascia passare quest'uomo questo amore di serpente che certo non ti ha dato molto ma in cambio non ti ha chiesto e non ti ha reso niente. Vieni insieme a me stasera, insegnami la strada insegnami la notte intera, dovunque vada. - STELLA STELLINA Nata sono nata nell'Africa d'Italia in qualche posto in qualche mondo sono pure cresciuta non c'erano chitarre ai miei tempi non c'erano chitarre da suonare ma fili d'erba quanti ne volevi tu da strappare e poi soffiare e si la notte ti potevi fidanzare con la luce dei treni che fischiavano lontano. Probabilmente comincio' con la corriera o con la ferrovia un uomo chiuse lo sportello e la campagna volo' via avevi unghie laccate sopra mani da contadina e due oreccchini di corallo di quando eri ragazzina e ti leggevi libri che parlavano solo d'amore e poi chissa' che altro ancora avevi dentro al cuore. E un anno passa, un anno vola, un anno cambia faccia e' una citta' che morde, che protegge e che minaccia e' un uomo con il cappello che ti accompagna alla fermata e tu che prendi la sua mano e pensi adesso si che sono innamorata e non importa niente se capisci che non era vero c'e' sempre tempo per un'altra mano per un sogno ancora intero prendila come viene, prendila come vuoi non t'impicciare piu' della tua vita che non sono affari tuoi prendila come viene, prendila come va stella stellina, stella cadente, stella stella. - TITANIC (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento e puzza di sudore nel boccaporto e odore di mare morto. Signor Capitano, mi stia a sentire ho belle pronte le mille lire, in prima classe io voglio viaggiare su questo splendido mare. Ci sta mia figlia che ha quindici anni ed a Parigi ha comprato un cappello, se ci invitasse al suo tavolo a cena stasera come sarebbe bello. E con l'orchestra che ci accompagna con questi nuovi ritmi americani saluteremo la Gran Bretagna col bicchiere fra le mani e con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante a questo viaggio davvero mondiale e a questa luna gigante. Ma chi l'ha detto che in terza classe che in terza classe si viaggia male questa cuccetta sembra un letto a due piazze ci si sta meglio che in ospedale. A noi cafoni ci hanno sempre chiamati ma qui ci trattano da signori che quando piove si puo' star dentro ma col bel tempo veniamo fuori su questo mare nero come il petrolio ad ammirare questa luna metallo e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano si vada a squagliare in mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare. E gira gira gira gira l'elica e gira gira che piove e nevica per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America. Il marconista sulla sua torre le lunghe dita celesti nell'aria riceveva messaggi d'auguri per questa crociera straordinaria e trasmetteva saluti e speranze in quasi tutte le lingue del mondo comunicava tra Vienna e Chicago in poco meno di un secondo. E la ragazza di prima classe innamorata del proprio cappello quando la sera lo vide ballare lo trovo' subito molto bello. Forse per via di quegli occhi di ghiaccio cosi difficili da evitare penso' magari con un po' di coraggio prima dell'arrivo mi faro' baciare. E com'e' bella la vita stasera tra l'amore che tira e un padre che predica per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America per noi ragazze di prima classe che per sposarsi si va in America. - TRECENTO MILIONI DI TOPI Ci sono topi tutt'in giro, topi tutt'intorno, topi mattina e sera, topi mattina e giorno; sudici topi lucidi giocano a nascondino, hanno tana nel tronco degli alberi dentro al nostro giardino. Ci sono topi nei tuoi capelli lunghi topi chiari, topi sui tuoi capelli. Ed i oti ho veduto salire su un altare e dire una messa per topi e per i topi pregare e cucire ho veduto vestiti da sposa per nozze di piombo e topi gridare e ballare sulla cima del mondo. Ci sono topi tutt'intorno, topi in via Frattina, attraversano la strada tranquillamente alle 11 di mattina, sterminate distese di topi refrattari ad ogni sterminio sorridevano alle finestre tutte d'oro e d'alluminio; erano i topi del magro cuore seduti ad aspettare il nostro magro cuore. Cosi' ti ho veduto dividere e moltiplicare con trecento milioni di topi da calcolare, e trascorrere ho visto fanciulle con le guance di pesca e pescatori pescare, usare occhi per esca. - TUTTO PIU' CHIARO CHE QUI E' tutta stesa al sole, vecchio, questa vecchia storia tutta nelle tue gambe e nella tua memoriahai visto il Tevere quand'era giovane, che si poteva nuotare che hai visto il cielo quand'era libero, che si poteva guardare e hai visto l'aquila volare. Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra e la terra attraversata da gente di malaffare e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare. Ma tu dimmi cosa vedi adesso tu che adesso quasi non ci vedi piu' dimmi che cosa vedi tu da li' dimmi che e' tutto piu' chiaro che qui tutto piu' chiaro che qui e dimmi che potro' capire e dimmi che potro' sapere e dimmi che potro' vedere. Un giorno anch'io cosi' tutto piu' chiaro che qui anch'io cosi' tutto piu' chiaro che qui tutto piu' chiaro che qui. E' tutta stesa al sole questa vecchia storia tutta sulle tue spalle, vecchio, e sulle tue parole che hai visto piovere sulle rovine e le montagne crollare e hai visto il sangue e le stelle alpine e la neve bruciare e hai visto l'aquila volare. Io da qui vedo uomini caduti per terra e nessuno fermarsi a guardare e gli innocenti confondersi e gli assassini ballare e gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare. Ma tu dimmi cosa vedi adesso tu che adesso quasi non ci vedi piu' dimmi che cosa vedi tu da li' dimmi che e' tutto piu' chiaro che qui Tutto piu' chiaro che qui e dimmi che potro' capire e dimmi che potro' sapere e dimmi che potro' vedere un giorno anch'io cosi'. Tutto piu' chiaro che qui anch'io cosi' dimmi che e' che tutto piu' chiaro che qui tutto piu' chiaro che qui dimmi che e' che tutto piu' chiaro che qui anch'io cosi' tutto piu' chiaro che qui tutto piu' chiaro che qui ... - UN GUANTO Un guanto precipito' da una mano desiderata a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata un gentiluomo ed un infedele lo segui' con lo sguardo stava quasi per raggiungerlo ma gia' troppo in ritardo e stava quasi per raggiungerlo ma troppo in ritardo era scomparsa quella mano e tutta la compagnia e chissa' se era mai esistita era scomparsa quella mano e restava la nostalgia e il guanto e la sua padrona scivolavano via e il guanto e la sua signora pattinavano via. Sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato e il guanto era a pochi passi, irraggiungibile, consumato e in quella grande tempesta d'erba non era estate ne primavera e non sembrava nemmeno autunno pero' l'inverno non esisteva e non sembrava nemmeno autunno perche' l'inverno non esisteva quando un piccolo uomo da una piccola barca o un mezzo marinaio vide qualcosa biancheggiare un piccolo uomo da una piccola barca sporgendosi sul mare, era il guanto che rischiava di affondare era il guanto che rischiava di annegare. Un trionfo di conchiglie, un omaggio di fiori per il guanto restituito alla banalita' dei cuori ad una spiaggia senza sabbia, ad una passione intravista ad una gabbia senza chiave, ad una stanza senza vista ad una gabbia senza chiave, ad una vita senza vista e intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga e chissa' se si puo' capire e milioni di rose non profumano mica. se non sono i tuoi fiori a fiorire e se i tuoi occhi non mi fanno piu' dormire. Era la notte di quel brutto giorno i guanti erano sconfinati come l'incubo di un assassino o i desideri dei condannati dietro al guanto maggiore la luna era crescente e piccoli guanti risalivano la corrente e piccoli guanti risalivano la corrente fino al capo dei sogni e alla riva del letto dell'innocente che dormiva un mostro sconosciuto osservava non osservato sopra il tavolo il guanto incriminato sopra un tavolo un guanto immacolato. E il guanto fu rapito in una notte d'inchiostro da quel mistero chiamato amore da quell'amore che sembrava un mostro inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo il guanto era gia' nascosto come nessuno puo' piu' vederlo il guanto era gia' lontano quanto nessuno puo' piu' saperlo oltre la pista di pattinaggio e le passioni al di' di festa e le ronde di tutti i mari e il trionfo nella tempesta e le rose nella schiuma il guanto era volato piu' alto della luna oltre al luogo, e all'azione e al tempo consentito all'amore e alle sue pene il guanto si era gia' posato in quel cielo infinito dove psiche e cupido sorridono insieme dove psiche e cupido governano insieme. - VECCHI AMICI (F. De Gregori) (Ed: Serraglio) Tu sei seduto nel buio io lavoro nella luce tu sei seduto in silenzio io vivo con la mia voce tu sei seduto comunque dovunque qualunque cosa fai tu sei un ragazzo pulito hai le orecchie piene di sapone sara' per questo che non distingui piu' la regola dell'eccezione quando ritocchi la punteggiatura del tuo ultimo capolavoro e ti rivolti nella malafede e poi firmi con la tua penna d'oro. Dimmi come ti va come ti senti dimmi come ti va e come ti addormenti dimmi come si sta come ti senti se c'e' qualcosa di cui ti penti o se va bene tutto cosi com'e'. Tu sei da tutte le parti io sempre da una parte sola non ho consigli da darti la tua politica ha fatto scuola ciambellano dal nulla avanzo di segreteria ma ti ricordi com'eri quando cercavi una sistemazione ? Professionista dell'amicizia e della compassione ? Ma sempre meglio di adesso che vai girando come una sciantosa e non sei niente ma fai di tutto per sembrare qualcosa. Dimmi come ti va come ti senti dimmi come ti va e come ti addormenti dimmi come si sta come ti senti se c'e' qualcosa di cui ti penti o se va bene tutto cosi com'e'. - VECCHIA VALIGIA Vecchia valigia come va Quanto tempo e' volato gia' Quante mani sono passate fra le nostre dita Vecchia stella del mio cuore Vecchio cuore della mia vita Vecchia valigia ancora buona per una gita Come una luce da un finestrino di treno La vita abbaia e morde Un giorno al centro del quadrato E il giorno dopo alle corde E nessuno che si faccia in quattro Per volerti aiutare Ma forse siamo solo noi che non sappiamo cercare Vecchia ragazza come va Beato chi ti conosceva gia' Prima che ti andasse via dagli occhi tutto quel mare Quando ogni giorno pareva un anno Tutti gli anni insieme una passeggiata Vecchia ragazza quand'eri giovane e disperata Come una luce da un finestrino di treno La vita morde Un giorno scava piu' piano E il giorno dopo piu' forte Ma per l'acqua di quel miraggio Quanta strada da fare Ma forse siamo solo noi che non sappiamo viaggiare Vecchia valigia come va Guarda quanta notte se n'e' andata gia' Se ci stai attenta puoi sentire gli uccelli cantare Vecchia stella del mio cuore Vecchio cuore della mia vita Vecchio amore ancora buono per una gita Come una luce da un finestrino di treno La vita vola Lascia lacrime di madreperla Fra le nostre lenzuola E se provi a voltarti indietro Non c'e' molto da raccontare Ma forse siamo solo noi che non sappiamo guardare. - VIAGGI & MIRAGGI (F. De Gregori) Dietro a un miraggio c'e' sempre un miraggio da considerare come del resto alla fine di un viaggio c'e' sempre un viaggio da ricominciare bella ragazza, begli occhi e bel cuore bello sguardo da incrociare sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare. Accompagnarti per certi angoli del presente che fortunatamente diventeranno curve nella memoria quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai piu' niente ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria. Percio' partiamo partiamo che il tempo e' tutto da bere e non guardiamo in faccia a nessuno che nessuno ci guardera' beviamo tutto, sentiamo il gusto del fondo del bicchiere e partiamo partiamo non vedi che siamo partiti gia' ? E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali o a Milano con i suoi sarti ed i suoi giornali o a Venezia che sogna e si bagna sui suoi canali o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali o a Milano con i suoi terroni settentrionali oppure a Modena coi suoi motori fenomenali o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. Dietro a un miraggio c'e' sempre un miraggio da considerare come del resto alla fine di un viaggio c'e' sempre un letto da ricordare bella ragazza ma chi l'ha detto che non si deve provare ? ma chi l'ha detto che non si deve provare a provare? Cosi partiamo partiamo che il tempo potrebbe impazzire e questa pioggia da un momento all'altro potrebbe smettere di venir giu' e non avremmo piu' scuse allora per non uscire ma che bel sole, ma che bel giallo, ma che bel blu! Percio' pedala pedala che il tempo potrebbe passare e questa pioggia paradossalmente potrebbe non finire mai e noi con questo ombrelluccio bucato che ci potremmo inventare ? Ma partiamo partiamo non vedi che siamo partiti ormai ? E andiamo a Genova coi suoi spiriti msicali o a Milano con i suoi sarti ed i suoi industriali oppure a Napoli con i suoi martiri professionali o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali o a Firenze con i suoi turisti internazionali oppure a Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali o a Bologna, Bologna coi suo orchestrali. - VIVA L'ITALIA (F. De Gregori) (Ed: BMG Ricordi - Serraglio) Viva l'Italia l'Italia liberata l'Italia dei valzer e l'Italia del caffe' l'Italia derubata e colpita al cuore viva l'Italia l'Italia che non muore. Viva l'Italia presa a tradimento l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura. Viva l'Italia l'Italia che non ha paura. Viva l'Italia l'Italia che e' in mezzo al mare l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare l'Italia meta' giardino e meta' galera viva l'Italia l'Italia tutta intera. Viva l'Italia l'Italia che lavora l'Italia che si dispera e l'Italia che si innamora l'Italia meta' dovere e meta' fortuna viva l'Italia l'Italia sulla luna. Viva l'Italia l'Italia del 12 dicembre l'Italia delle bandiere l'Italia nuda, come sempre l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste viva l'Italia l'Italia che resiste.