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Degli astri sono il
raggiante sole.
Delle stelle io sono
la luna.
Dei sensi sono la
mente,
il pensiero degli
esseri viventi.
Delle acque sono l'oceano.
Delle cose immobili
l'Himalaya.l'H
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Delle armi il fulmine.
Degli animali il leone.
Dei purificatori sono
il vento,
dei guerrieri sono
Rama, [1]
dei mostri marini
il coccodrillo,
dei fiumi il Gange
[1] Rama: nella
mitologia indiana è considerato incarnazionedel
dio Visnu, per il suo valore
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Fine, principio e
mezzo sono delle creazioni,
dei prevaricatori
l'arte politica,
delle scienze la scienza
del sè,
il discorso degli
oratori,
delle lettere la lettera"A".
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Bhagavadgita: il
nucleo centrale del poema narra la grande battaglia scatenatasi
tra i discendenti di bharata e le lotte combattute fra le due
popolazioni confinanti dei kuru e dei pancala.Sono rilevanti i
temi cosmogonici e teogonici,le questioni religiose e filosofiche.E'costituito
da 700 versi,con carattere didascalico e contenuto etico-religioso.
E' inserito nel IV libro del Mahabharata.bbha
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I
vecchi dai capelli bianchi
guardano il cielo
e gridano a lui,
a chi mostrare le
piaghe?
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Inutile
piangere,
sperare
in un cielo clemente,
accusare le maghe,
inutile!
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Una cosa resta da
fare,
cessare ogni forma
agressiva,
punire gli ambiziosi
che infrangono la legge.
Solo così il
popolo avrà il suo giusto lavoro
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Questi versi sono
stati scritti da Tu Fu.
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Il bene più
alto è come l'acqua.
L'acqua si prodiga
a tutte le creature
senza gareggiare
e abita luoghi che
l'uomo detesta.
[...]
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Hanno bruciato i versanti
del monte
per spaventare i draghi
della pioggia,
però la siccità
imperversa ancora
e le nuvole non baciano
la terra
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... nelle terre del
Sud il clima è duro
e più duro
il lavoro nei campi;
ora tutti implorano
la pioggia
e danzano per impietosire
gli dei.
[...]
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I primi 4 versi
sono stati scritti da Lao-Tzo. Gli
altri 8 versi sono stati scritti da Tu Fu, vissuto tra il 712
e il 770 d.c., fu di formazione confuciana e molto sensibile ai
problemi sociali che il suo popolo sopportava a causa delle guerre
civili scatenarsi in quell'epoca.
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Meglio
di mille vuote parole è una sola parola di pace. Meglio
di mille inutili versi è un solo verso di pace
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[meglio
di cento frasi fasulle è una parola del dharma [termine
sanscrito già presente nei veda, gli antichi testi sacri
della tradizione religiosa indiana. Indica l'insieme delle norme
morali che costituiscono la garanzia per un assetto ideale della
società e una ricetta di salvezza per l'uomo] che porta
la pace. |
Meglio vincere se
stessi che mille battaglie contro mille uomini.
Il dominio di sè
è la vittoria più grande.
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Questi scritti
sono tratti dal Dhammapada, che è una sezione dell' ultima
collana del Tipitaka, che costituisce il compedio più antico
e più noto di etica buddhista. E' una raccolta di 423 sentenze
in versi.
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Come un'alluvione
travolge un villaggio addormentato,
c[...]
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...così la
morte rapisce chi è intento a cogliere
[...]
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...solo i fiori del
piacere, immerso nel sonno dell'incoscienza
[...]
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Questi versi sono
tratti dal Dhammapada
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[...]
Del prepotente il bastone del castigo, dei prevaricatori l'arte
politica, dei segreti sono il silenzio, per i saggi sono la conoscenza. |
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In punta di piedi
non si resiste a lungo, camminando a grandi passi non si va lontano.
Chi si mette in mostra non sempre risplende
[...]
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... chi si glorifica
non è illustre, chi si vanta non emerge, chi si identifica
con le proprie opere non dura
[...]
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I primi 4 versi
sono stati scritti da Lao-Tzo, filosofo cinese della dinastia
Chou (770-221 a.c.) e caposcuola del Taoismo filosofico. Tra le
scarse notizie che si conoscono sulla sua vita è significato
l' incontro con confucio (551-478 a.c.) filosofo che esercitò
una grandissima influenza sul pensiero cinese.
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[...] Delle
radici mostruose uscivano dal suolo, e serpeggiando in tutte le
direzioni, e intrecciandosi coi rotangs, rendevano difficile l'avanzata.
Da tutte le foglie scappavano sciami di draco, quelle belle lucertole
volanti, non più lunghe di venti centimetri, colla coda depressa,
che infestano le foreste del Borneo. [...] |
Un lampo
accecante illuminò la baia di Malludu, una delle più
ampie che s'aprano sulla costa settentrinale del Borneo. Seguì
un tuono spaventevole che durò parecchi secondi e che parve
lo scoppio di una ventina di cannoni. [...] |
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[...]Schiere di marabù
volteggiavano sopra la corrente, posandosi sull'una o sull'altra
riva ai piedi dei cocchi, degli artocarpi, dei banani e dei tamarindi.
Un silenzio funebre regnava ovunque, rotto di quando in quando
dall'urlo acutissimo dello sciacallo che vagava sulle rive del
fiume e dal gracidare dei corvi.
[...]
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Gli altissimi
"pombo" dagli enormi aranci, le splendide arenghe saccarifere,
gli "upas" dal succo velenoso, le gigantesche foglie di
banani e delle palme dentellate si piegarono, poi si contorsero
furiosamente sotto una raffica terribilmente violenta che s'addentrò,
con impeto irresistibile, sotto le immense foreste. [...] |
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[...] Ne
approfittai per salire la scala. Ad onta della rapidità della
mia ascensore, fui raggiunto dalla tigre, che con un solo balzo
cadde a metà della scala. Comprendendo che la mia pelle correva
un grave rischio, levai la rivoltella e feci fuoco tre volte, quasi
a bruciapelo. Ferita al muso, la tigre cadde. [...] |
Era una
magnifica notte d'agosto. L'aria era tiepida, dolce, pervasa dal
soave profumo dei gelsomini, degli sciambaga e dei mussenda. Lassù,
in un cielo purissimo, la luna seguiva il suo corso, illuminando
fantasticamente la corrente dell'hugli che attraversava le interminabili
pianure del delta gangetico. [...] |
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Questi
brani sono tratti da scritti di E. Salgari:
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3-6 : "I
maestri della giungla nera" |
5 : "Le due tigri"
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1-2-3 :
"La rivincita di Yanez" |