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I PROBLEMI DELL'ASIA ATTRAVERSO I FRANCOBOLLI

"... la luna era ormai sorta e proiettava, sotto quell'immensa massa di vegetali, torrenti di luce azzurrognola, formando sotto gli squarci delle gigantesche volte, delle grandi chiazze scintillanti. Una fresca brezza soffiava dalla parte del fiume, facendo stormire le gigantesche foglie delle palme, dei cocchi e dei banani selvatici. ..." [Emilio Salgari]

Foreste addio!

Quest'anno abbiamo studiato i problemi dell'Asia in modo inconsueto ed originale, sfruttando le nostre semplici conoscenze filateliche. Se Salgari potesse vedere i nostri "francobolli", rimpiangerebbe i suoi "angoli-giungla, i suoi giardinetti finestra del Borneo, la grande finestra pluviale delle Filippine... [classe III E]

I nostri francobolli illustrano i seguenti problemi:

Le religioni La colonizzazione Mine e nucleare
Popoli in via d'estinzione Il progresso industriale Gli animali ieri e oggi

 

Degli astri sono il raggiante sole.

Delle stelle io sono la luna.

Dei sensi sono la mente,

il pensiero degli esseri viventi.

Delle acque sono l'oceano.

Delle cose immobili l'Himalaya.l'H

Delle armi il fulmine.

Degli animali il leone.

Dei purificatori sono il vento,

dei guerrieri sono Rama, [1]

dei mostri marini il coccodrillo,

dei fiumi il Gange

[1] Rama: nella mitologia indiana è considerato incarnazionedel dio Visnu, per il suo valore

Fine, principio e mezzo sono delle creazioni,

dei prevaricatori l'arte politica,

delle scienze la scienza del sè,

il discorso degli oratori,

delle lettere la lettera"A".

Bhagavadgita: il nucleo centrale del poema narra la grande battaglia scatenatasi tra i discendenti di bharata e le lotte combattute fra le due popolazioni confinanti dei kuru e dei pancala.Sono rilevanti i temi cosmogonici e teogonici,le questioni religiose e filosofiche.E'costituito da 700 versi,con carattere didascalico e contenuto etico-religioso. E' inserito nel IV libro del Mahabharata.bbha


I vecchi dai capelli bianchi

guardano il cielo e gridano a lui,

a chi mostrare le piaghe?

Inutile piangere,

sperare in un cielo clemente,

accusare le maghe, inutile!

Una cosa resta da fare,

cessare ogni forma agressiva,

punire gli ambiziosi che infrangono la legge.

Solo così il popolo avrà il suo giusto lavoro

Questi versi sono stati scritti da Tu Fu.


Il bene più alto è come l'acqua.

L'acqua si prodiga a tutte le creature

senza gareggiare

e abita luoghi che l'uomo detesta.

[...]

Hanno bruciato i versanti del monte

per spaventare i draghi della pioggia,

però la siccità imperversa ancora

e le nuvole non baciano la terra

... nelle terre del Sud il clima è duro

e più duro il lavoro nei campi;

ora tutti implorano la pioggia

e danzano per impietosire gli dei.

[...]

I primi 4 versi sono stati scritti da Lao-Tzo. Gli altri 8 versi sono stati scritti da Tu Fu, vissuto tra il 712 e il 770 d.c., fu di formazione confuciana e molto sensibile ai problemi sociali che il suo popolo sopportava a causa delle guerre civili scatenarsi in quell'epoca.


Meglio di mille vuote parole è una sola parola di pace. Meglio di mille inutili versi è un solo verso di pace

 

[meglio di cento frasi fasulle è una parola del dharma [termine sanscrito già presente nei veda, gli antichi testi sacri della tradizione religiosa indiana. Indica l'insieme delle norme morali che costituiscono la garanzia per un assetto ideale della società e una ricetta di salvezza per l'uomo] che porta la pace.

Meglio vincere se stessi che mille battaglie contro mille uomini.

Il dominio di sè è la vittoria più grande.

Questi scritti sono tratti dal Dhammapada, che è una sezione dell' ultima collana del Tipitaka, che costituisce il compedio più antico e più noto di etica buddhista. E' una raccolta di 423 sentenze in versi.


Come un'alluvione travolge un villaggio addormentato,

c[...]

...così la morte rapisce chi è intento a cogliere

[...]

...solo i fiori del piacere, immerso nel sonno dell'incoscienza

[...]

Questi versi sono tratti dal Dhammapada


[...] Del prepotente il bastone del castigo, dei prevaricatori l'arte politica, dei segreti sono il silenzio, per i saggi sono la conoscenza.

In punta di piedi non si resiste a lungo, camminando a grandi passi non si va lontano. Chi si mette in mostra non sempre risplende

[...]

... chi si glorifica non è illustre, chi si vanta non emerge, chi si identifica con le proprie opere non dura

[...]

I primi 4 versi sono stati scritti da Lao-Tzo, filosofo cinese della dinastia Chou (770-221 a.c.) e caposcuola del Taoismo filosofico. Tra le scarse notizie che si conoscono sulla sua vita è significato l' incontro con confucio (551-478 a.c.) filosofo che esercitò una grandissima influenza sul pensiero cinese.


[...] Delle radici mostruose uscivano dal suolo, e serpeggiando in tutte le direzioni, e intrecciandosi coi rotangs, rendevano difficile l'avanzata. Da tutte le foglie scappavano sciami di draco, quelle belle lucertole volanti, non più lunghe di venti centimetri, colla coda depressa, che infestano le foreste del Borneo. [...]
Un lampo accecante illuminò la baia di Malludu, una delle più ampie che s'aprano sulla costa settentrinale del Borneo. Seguì un tuono spaventevole che durò parecchi secondi e che parve lo scoppio di una ventina di cannoni. [...]

[...]Schiere di marabù volteggiavano sopra la corrente, posandosi sull'una o sull'altra riva ai piedi dei cocchi, degli artocarpi, dei banani e dei tamarindi. Un silenzio funebre regnava ovunque, rotto di quando in quando dall'urlo acutissimo dello sciacallo che vagava sulle rive del fiume e dal gracidare dei corvi.

[...]

Gli altissimi "pombo" dagli enormi aranci, le splendide arenghe saccarifere, gli "upas" dal succo velenoso, le gigantesche foglie di banani e delle palme dentellate si piegarono, poi si contorsero furiosamente sotto una raffica terribilmente violenta che s'addentrò, con impeto irresistibile, sotto le immense foreste. [...]
[...] Ne approfittai per salire la scala. Ad onta della rapidità della mia ascensore, fui raggiunto dalla tigre, che con un solo balzo cadde a metà della scala. Comprendendo che la mia pelle correva un grave rischio, levai la rivoltella e feci fuoco tre volte, quasi a bruciapelo. Ferita al muso, la tigre cadde. [...]
Era una magnifica notte d'agosto. L'aria era tiepida, dolce, pervasa dal soave profumo dei gelsomini, degli sciambaga e dei mussenda. Lassù, in un cielo purissimo, la luna seguiva il suo corso, illuminando fantasticamente la corrente dell'hugli che attraversava le interminabili pianure del delta gangetico. [...]
Questi brani sono tratti da scritti di E. Salgari:
3-6 : "I maestri della giungla nera"

5 : "Le due tigri"

1-2-3 : "La rivincita di Yanez"

 

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