Forza Venite Gente
(Sito non ufficiale)

- link: www.forzavenitegente.it -

Lo Spettacolo

Forza Venite Gente è l’edizione originale che dal 1981 Michele Paulicelli, nelle vesti di Frate Francesco, porta sulle scene sempre con grande successo ed entusiasmo.

 

Spettacolo ricchissimo, soprattutto di fantasia, Forza Venite Gente esibisce presenze magiche e simboliche: la Luna, il Sole, l’ Angelo, gli Uccelli e perfino Sorella Morte animano la scena raccontandoci la vita del Santo di Assisi.

Venti artisti tra ballerini, cantanti e attori, interpretano molteplici ruoli indossando i costumi più fantasiosi.

Tutti i protagonisti danzano e cantano ad eccezione di Pietro Bernardone, padre di Francesco, e della Cenciosa, la matta d’Assisi, impertinente e loquace popolana destinata a raccogliere le perplessità di Bernardone di fronte alla fuga di un figlio obbediente a ben più alta autorità.

 

Un grande successo che ha il potere di suscitare una miriade di emozioni, sentimenti, pensieri, ricreando ogni volta una suggestiva atmosfera tra il naïf e il fiabesco…

Uno spettacolo sempre nuovo e sempre attuale, coloratissimo, scatenato, ricco di musiche indimenticabili, poesia, freschezza e semplicità, adatto a tutte le età, a tutti i credi..

La storia

Che storia è mai questa!?! È un musical? È una commedia? È la vicenda umana di un padre che si ritrova con un figlio impazzito?…

 “Forza Venite Gente” è tutto questo e molto di più.
È la storia di un ragazzo, di un uomo diverso dagli altri, dei suoi amici e del suo mondo. E’ la storia di una persona unica e straordinaria, della sua grande gioia di vivere e del suo amore per tutto e per tutti.
È il resoconto, scanzonato e a volte provocatorio, della vita e delle opere di San Francesco d’Assisi.
Ma è anche un’allegoria dell’eterno contrasto tra generazioni, è la storia di un padre come tanti altri – Pietro di Bernardone
– e di un figlio diverso da come lui l’avrebbe voluto.
Un figlio che va per la sua strada. La strada della Verità e della salvezza. La strada che conduce a Cristo.

“La macedonia di S. Ireneo” è stata lieta di rappresentare, in occasione della festa di S. Ireneo (28 giugno 1999 campetto parrocchiale- repliche: 9 ottobre 1999 Alessandrino / 23 ottobre 1999 Teatro Gerini), la versione della commedia “Forza Venite Gente” composta in due atti, per un totale di 20 canzoni e una durata complessiva dello spettacolo di oltre due ore.

A narrare gli eventi sono due personaggi all’opposto: da un lato Pietro di Bernardone, il padre di Francesco, uno tra i più ricchi mercanti di Assisi, dall’altro una simpatica poverella,  un po’ suonata – ma solo all’apparenza – che tutti chiamano semplicemente “Cenciosa”.

È matta la Cenciosa, ma la sua pazzia lascia intravedere la bontà semplice del popolo ordinario e in qualche modo la sua sensibilità aiuta questo povero padre tormentato.
E’ la storia di un padre, della sua inquietudine interiore e della sua disperazione nel vedere un figlio che, secondo lui, impazzisce. Come tutti i padri autoritari, cerca in ogni modo di riportarlo sulla “retta via” : con le suppliche e con la violenza.

Nei suoi limiti è molto umano, troppo per avere un figlio santo e anche quando sbaglia, lo fa per quello che crede sia meglio per il figlio.
Il suo concetto della vita è quello della giungla, uccidere per non essere ucciso. Non può proprio capire come qualcuno possa basare sull’amore disinteressato la propria esistenza, soprattutto se quel qualcuno è il figlio adorato per cui aveva fatto grandi progetti e che ha deluso tutte le sue aspettative.
E’ un disegno troppo grande per lui: il suo dramma è l’incapacità di comprenderlo.
Sicuramente l’originalità dell’opera è proprio questa: lo spettatore simpatizza con un personaggio che appare inizialmente come negativo e, condividendone le difficoltà, si avvicina con lui alla scoperta di Francesco.
È vero non è da tutti avere un figlio santo che ha avuto il coraggio di abbandonare la ricchezza e gli affetti in cambio di quella povertà che è mezzo indispensabile per avvicinarsi al prossimo, alla Luce, a Gesù, ma questa santità di Francesco poteva essere riconosciuta o poteva più facilmente essere scambiata per pazzia?
Sono i dialoghi fra Bernardone e la Cenciosa che accompagneranno per mano gli spettatori alla risposta, legando tra loro i vari episodi della vita del Poverello di Assisi.
Ognuno di questi episodi è narrato, per l’appunto, da una canzone.

Commedia musicale in due tempi

XIII secolo. Assisi è una cittadina ricca per i fiorenti commerci.
Uno dei mercanti più in vista è proprio Pietro di Bernardone.

Suo figlio, Francesco, vive negli agi, circondato da numerosi amici, apprezzato per le sue capacità poetiche e canore.

- I Atto -

Forza venite gente

Siamo nel 1206, Francesco decide di abbandonare l’agiata vita a cui era abituato, dopo un graduale cambiamento interiore, per vivere nella più assoluta povertà. Questo, nonostante l’unanime parere del padre, dei suoi amici, e di tutta Assisi, che lo considerano impazzito. La notizia fa scalpore, e tutti accorrono in piazza ad assistere al confronto tra Francesco e il padre,  il quale si vede restituire dal figlio tutti gli averi e gli abiti.

L’unica che non condanna apertamente Francesco è Chiara d’Offreduzzo,  forse la sua amica più cara.

    

                    


Sorella Provvidenza

Ben presto altri si uniscono a Francesco, allontanandosi dalle preoccupazioni e dalla vita frenetica di tutti i giorni per abbracciare l’assoluta povertà.

Nessuno si preoccupa del proprio futuro, di cosa si mangerà domani.
La Provvidenza è in grado di offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere.

    

 

 

Non ho le foto!
Se me le prestate, forse riusciamo ad arricchire questa galleria!!!


Stanotte ragazzi

Ad Assisi prosegue la vita di tutti i giorni (e di tutte le notti). Gli amici di Francesco, gli amici di un tempo, cercano di dissimulare il disagio e la malinconia che li opprime: senza l’allegria, l’entusiasmo e la gioia di Francesco la vita non è più quella di una volta.

 

                       


I miei capelli

Anche Chiara  decide di seguire la “strada stretta”, quella battuta per la prima volta da Gesù e intrapresa successivamente da Francesco. Anche lei rinuncia perciò a tutti i suoi averi, alla sua vita agiata, ai suoi abiti lussuosi, e perfino ai suoi lunghi capelli.
Non è una scelta facile, ma ha di fronte a sé l’esempio vivente della gioia e della libertà che si può provare anche senza possedere nulla.

  

   

 


Ventiquattro piedi siamo

Corre l’anno 1209. I compagni di Francesco sono ormai una dozzina.
Alcuni dei suoi amici di gioventù hanno creduto alle sue parole piene di fede, ai suoi progetti i quali altro non sono che il disegno di Dio.

Francesco mette per iscritto le semplici regole che scandiscono la vita di quella piccola comunità che un giorno diventerà grande. Tutti e dodici frati  partono così alla volta di Roma, per farsi ricevere dal Papa e poter fondare un ordine vero e proprio. Profondamente colpito dall’energia e dalla voglia di vivere di quei “ventiquattro piedi scalzi” il Papa Innocenzo III approva senza esitazione la Regola di Frate Francesco.

     

                



E volare volare            

Francesco prosegue nella sua vocazione d’amore, arrivando là dove nessuno si era mai spinto prima: non solo tutti gli uomini sono suoi fratelli, ma anche gli animali e le stesse cose inanimate, lui li ama con la stessa forza e lo stesso fervore. Questa volta parla con gli uccelli,  e questi comprendono, incredibilmente, che quell’uomo ha qualcosa di diverso, e lo stanno ad ascoltare, e lo capiscono…

        

   

      


Posso dire amore a tutti

Ma se l’amore di Francesco è per tutti e di tutti, non può esserlo per una persona sola. Sia Francesco che Chiara, in fondo, sono esseri umani e come tali non sono esenti da dubbi. Ma con la stessa forza del sentimento che non li ha mai realmente uniti, entrambi capiscono che questo significa realmente amare, capiscono che l’amore è Carità.

 


 

Il lupo

In quel periodo le campagne intorno a Gubbio erano infestate da un lupo dalla ferocia e dalle forze straordinarie, che non disdegnava neppure di attaccare ed uccidere l’uomo. L’unico in grado di far “ragionare” l’animale è proprio Francesco: il lupo, non solo non lo attacca, ma alla sua presenza lo ascolta ed infine diventa mansueto come un agnellino.

    

     

Non ho le foto!
Se me le prestate forse riusciamo ad ampliare questa galleria!!!

Che ne dite?


Venite cavalieri

Tutto il mondo cristiano è in subbuglio: è il tempo delle sante crociate, e tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, sani e zoppi si armano come possono alla volta della Terra Santa, dove sperano di guadagnare fama, ricchezze, e magari anche la salvezza. Anche Francesco è in partenza, ma a modo suo, senza armi, senza scudo, solo con il suo bastone, pochi seguaci e tante buone intenzioni.
 





 


Tu Francesco in Terrasanta

L’intenzione di Francesco è di portare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Si imbarca ad Ancona per giungere a Damiata, ove l’esercito crociato è schierato contro quello mussulmano. S’incontra con il sultano Melek-el-Kàmel. Accolto con raffinata ospitalità vi predica la buona novella.
 

 

La luna

E Francesco almeno in parte riesce nel suo intento. Nell’incontro con il Sultano anche se non ottiene frutti di conversione riesce a dimostrare che la pace e l’unità dei popoli è cosa possibile.

In fondo tutti viviamo sulla stessa terra, sotto lo stesso cielo, e sospiriamo tutti alla luce della stessa luna, che così ci unisce anche se apparteniamo a realtà diverse.

        

- II Atto -


 


Ammazziamoli dai

Autunno 1219. Francesco è tra i crociati, predice una disfatta che poi la realtà confermerà.

L’odio degli uomini supera l’illusione di un mondo senza ostilità, e la pretesa della sopraffazione conduce sempre alla perdizione e allo smarrimento dell’uomo.
 

 


Morire sì, ma non così

L’uomo uccidendo i propri fratelli mette la propria persona al di sopra di Dio interrompendo il disegno d’amore del Creatore  su ognuno di noi. Solo seminando Amore, può crescere Amore, per raccogliere Amore. Francesco ha fatto questo durante la sua vita.
 

 

 

 


Perfetta Letizia

Vivere sempre nella gioia, essere sempre allegri e spensierati. Questo sostiene Francesco. Beh, finché le cose vanno bene, non è certamente un problema. Ma è quando si va incontro alle difficoltà che bisogna dare fondo a tutte le proprie energie, amare gli imprevisti, sorridere ai problemi; in fondo è questa la vera vita, l’unica degna di chiamarsi tale e di essere vissuta appieno! E alla fine anche l’ingenuo Frate Leone lo capisce.
 

Ale?!?

Sto ancora aspettando!!!


La povertà

Gli uomini, gli animali, gli oggetti, ma non solo. Anche la stessa povertà è sorella di Francesco, ed egli la ama, nel bene e nel male ed a suo modo viene ricambiato.
 

 


Semplicità, sorella mia

Lo stesso vale per la Semplicità, per il gioire di ogni cosa senza mai desiderare di più. In fondo, quando si ha tutto, quando si ha la vita, l’amore, la salute, perché si dovrebbe volere altro. Le tentazioni non mancano, certo, ma snobbarle non risulta, in questo caso poi così difficile.

        
 

 


Povero vecchio diavolo

Ma cerchiamo di vedere le cose da un altro punto di vista. Incontriamo così la disperazione di un povero demonio che non sa più che pesci pigliare: il non riuscir a tentare Francesco in alcun modo lo tormenta.


Sorella Morte  

Per Francesco  è tempo di andare. Le sofferenze di una vita di privazioni hanno logorato le sue membra. Il suo corpo è ormai straziato. Sta per incontrare l’ultima delle sue sorelle: la Morte.  Perfino di fronte ad essa, Francesco affronta la propria sorte con coraggio, pensando prima di tutto a consolare i suoi fratelli…

                    
 


E piansero i lupi nel bosco

Francesco non c’è più. Il vuoto immenso che lascia nel mondo viene sentito non solo dai suoi compagni, ma anche dagli animali e da tutta la natura che tanto ha amato. La stessa morte non riesce a rimanere indifferente nello svolgere il suo compito, e perfino Belzebù, a modo suo, si dispera.

          
 

 


Laudato sii

Ma Francesco non è morto. Il suo ricordo, le sue opere, la sua gioia di vivere, lo fanno risorgere tra noi ogni giorno. Ecco allora il suo ultimo grande regalo: la sua opera ultima e più bella, il meraviglioso Cantico delle Creature.

           

      

 

No comment!!!

      

Personaggi e interpreti:

Pietro di Bernardone: Diego Nestovito
Cenciosa: Alessia Monterosso
S. Francesco: Daniele Romeo
S. Chiara: Irene Rocchetti
Amici: Stefano Franzero & Toni Greco
Dame: Serena Politano & Laura Chiovini
Oste: Fabio Paolacci
Locandiere: Serena Politano & Laura Chiovini
Frate Leone: Andrea Moriconi
Fra’ Masseo: Andrea Megna
Frate Maggio: Riccardino Scorrano
Sorella Provvidenza: Chiara Mei
Suore: Laura Mei, Alessandra Leoni, Elena Lapi, Chiara Mei.
Frati: Paolo & Antonio Moriconi, Andrea Marzilli, Simone Berardi,
Pino Casu, Emiliano Orlandi, Rocco Romeo.
Frate Sole: Laura Mei
Uccellini: Francesco Greco, Claudia Mazzolena, Lorenzo Moriconi, Simone Greco
Alberelli: Michele Lapi, Francesco & Ilaria Nestovito
Lupo: Pino Casu
Cappuccette Rosse: Francesca Franzero & Cristiana Malfatti
Capo Crociato: Stefano Franzero
Crociati: Fabione, Riccardino Scorrano, Paolo Moriconi, Francesco Greco.
Sora Luna: Elena Lapi
Capo Arabo: Toni Greco
Odalische: Serena Politano & Laura Chiovini
Arabi: Paolo Moriconi, Andrea Marzilli.
Povero: Riccardino Scorrano
Sorella Povertà: Alessia Monterosso
Diavolo: Rocco Romeo
Diavolesse: Irene Greco & Adele Rocchetti
Sora Morte: Sara Mazzolena
Angelo: Arianna Pucci

 

Coro: Irene, Elena Lapi, Chiara Mei, Andrea Megna, Andrea Moriconi, Sara M, Alessia, Alessandra, Laura Mei, Toni, Stefano, Federica, Francesco, Irene Greco, Fabione, Lucia Moriconi, Ida...
& molti altri...

Coreografie di:
Sara Mazzolena

 

Regia

Rocco & Daniele Romeo

 

Assistente alla Regia
Marco Oro 

Assistenti tecnici:
Antonio Moriconi, Sandro Bora, Renzo Casini, Grilloni... & Tanti Altri (nessuno si senta offeso o escluso!
Ditemelo e Vi aggiungerò senza problemi!) 

Sarte
Paola Monterosso & Maria Pia Pausilli

 ...

...& tanti tanti tanti altri

Continua?!?...

 


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