Heidegger Martin
Filosofo tedesco, allievo di Edrnund
Husserl, il fondatore della fenomenologia. Considerato il filosofo più
originale del XX secolo, sviluppò la fenomenologia in senso ontologico ed
esistenziale. Heidegger studiò teologia cattolica e filosofia presso
l’università di Friburgo. divenendo libero docente nel 1915 a Friburgo, per
poi assumere nel 1923 la cattedra di filosofia a Marburgo e dal 1928 nuovamente
a Friburgo.
Essere e tempo
Oltre che da Husserl, Heidegger fu influenzato dalla filosofia greca
(soprattutto dai presocratici, da Platone e
da Aristotele), dal filosofo danese Søren
Kierkegaard e dal filosofo tedesco Friedrich
Nietzsche. Nella sua opera più importante, Essere
e tempo (1927; trad it. 1962), Heidegger affrontò quello che considerava il
problema filosofico (e umano) essenziale: la ricerca del senso dell’essere (Sein),
riguardante espressamente l’uomo e la sua esistenza nel mondo. Per
rispondere a questa domanda Heidegger analizzò le strutture fondamentali
dell’esistenza Umana, l’esserci” (Da-sein).
I modi di essere dell’uomo che Heidegger chiama “esistenziali” (Existenzialen)
sono: la situazione affettiva (Befindlichkeit),
l’essere-gettato (Geworfenheit), il
discorso (Rede), la deiezione ( Verfallenheit),
l’essere-per-la-morte (Sein zum Tode),
la coscienza (Gewissen) e la
storicità (Geschichtlichkeit). L’essere
umano è gettato in un mondo che non ha costruito, dove incontra oggetti
potenzialmente utili, oggetti naturali o prodotti della cultura. Poiché questi
oggetti e artefatti giungono dal passato e sono usati nel presente per un
vantaggio futuro, Heidegger postulò una relazione fondamentale tra le modalità
essenziali degli enti e dell’essere e la trama temporale. L’esistenza
dell’uomo è quindi un essere-nel-mondo (irì-der-Welt-sein)
caratterizzato dalla cura (Sorge), il
cui senso più proprio è la temporalità.
L’individuo, tuttavia, rischia di venire sommerso dalla quotidianità e
dal vuoto conformismo della massa. Ne deriva un senso di angoscia (Angst)
che costringe l’uomo a confrontarsi con la coscienza della morte e con la
mancanza ultima di significato dell’esistenza; solo in questo confronto
l’individuo trova il significato autentico dell’essere e della libertà.
Opere successive
Dopo la seconda guerra mondiale, in opere come Introduzione alla
metafisica (1953; trad. it. 1959), Heidegger si rivolse all’interpretazione di
particolari concezioni dell’essere sviluppate in Occidente. In contrasto con
la concezione degli antichi greci, la società tecnologica moderna ha favorito
un atteggiamento puramente manipolatorio, che ha deprivato l’essere e
l’esistenza umana di significato, una condizione che Heidegger definì
nichilismo. All‘umanità ha dimenticato la sua autentica vocazione: ritrovare
la comprensione profonda dell’essere, realizzata dai primi filosofi greci e
andata perduta nella speculazione filosofica successiva.
Diffusione della filosofia di Heidegger
L’originale trattazione di Heidegger ditemi quali la finitezza umana, la morte, il nulla e l’autenticità portò un accostamento all'esistenzialismo, e la sua opera ebbe un’influenza determinante sul filosofo francese Jean-PauI Sartre. Heidegger rifiutò, a ogni modo, le interpretazioni in chiave esistenzialista del suo pensiero. A partire dagli anni Sessanta, l’interesse nei suoi confronti crebbe anche al di fiori dell’Europa continentale, esercitando una crescente attrazione anche sui filosofi di lingua inglese.