Articolo della Redazione

 

All’inizio dell’anno ci siamo riuniti, noi studenti componenti storici della redazione del giornale d’istituto insieme ad un paio di insegnanti, per decidere cosa fare: continuare o meno in una iniziativa che aveva dato esiti, tutto sommato, fallimentari negli anni precedenti. Unanimemente abbiamo deciso che comunque bisognava insistere.

 

Naturalmente ci siamo anche chiesti perché finora questo progetto non era riuscito ad ingranare e la risposta l’abbiamo cercata in varie ragioni: siamo stati poco incisivi nel pubblicizzare l’iniziativa; i docenti non hanno collaborato granché ad illustrarne il valore educativo e scolastico; noi studenti spesso siamo distratti da mille altre cose; scrivere un articolo sa molto spesso di lezione. Non sapevamo più che pensare, ma su una cosa siamo stati decisi e convinti: dovevamo insistere. E rinnovarci.

 

Da qui l’idea di scrivere, si, un giornale, ma non cartaceo. Abbiamo un sito web, ci siamo detti, perché non pubblicarlo lì? D’altronde un tentativo alla fine dello scorso anno, per quanto monco, era stato fatto. Non eravamo del tutto privi di esperienza. Ci siamo anche detti che in questo modo avremmo forse interessato maggiormente i nostri compagni di scuola, l’idea che un loro articolo avrebbe potuto essere letto da chiunque si fosse collegato con il nostro sito poteva forse stimolarli.

 

A questo punto, e sempre con l’idea che senza articoli un giornale non si fa, e nella convinzione che se ci impegniamo un giornale lo sappiamo fare (una classe della nostra scuola lo scorso anno ha vinto o no il concorso per il miglior articolo nel progetto della Stampa, “Carta bianca”?), abbiamo pensato e deciso un’altra cosa: se giornale d’istituto è, giornale dell’Istituto deve essere. Gli articoli dovevano parlare di noi, della nostra realtà scolastica, della nostra scuola e del suo territorio,  pur essendone accettati alcuni di argomento più generale, creativi .....

 

Non abbiamo avuto un riscontro entusiastico e consistente, anzi abbiamo sudato le proverbiali sette camicie per mettere insieme gli articoli che pubblichiamo, ma noi ci abbiamo creduto e continuiamo a crederci, ci abbiamo provato, siamo riusciti a trascinare qualche nuovo compagno nel lavoro redazionale, un po’ ci siamo divertiti. In fondo è questo che conta. O no?

 


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