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Introduzione
La danza Africana
comprende l’insieme delle forme tradizionali di danza delle
popolazioni che abitano la parte subsahariana del continente africano, praticate
all'interno delle cerimonie religiose e sociali come intrattenimento o
manifestazione artistica.
La
Varietà Delle Danze Africane
Nonostante la presenza
di elementi comuni, le varietà di danze esistenti sono tante quante le
popolazioni presenti nel continente. Dato questo assunto, è tuttavia possibile
individuare un filo conduttore tra le numerose varietà: in Africa, la danza è
considerata un mezzo di comunicazione spirituale e il danzatore è quindi anche
maestro, depositario della storia, celebrante, medium spirituale, guaritore e
narratore.
I temi ai quali si ispirano
le danze sono molteplici e vanno dagli antichi riti legati alla caccia,
all'agricoltura o alla fertilità, fino a includere tradizioni più recenti.
Quasi tutte
le popolazioni di credenze animiste accompagnano tradizionalmente le proprie cerimonie religiose con la danza e il suono dei tamburi.Questa
è una danza funebre
Proprio per la sua funzione
di rituale legato al mondo della spiritualità, la danza è considerata una
forma simbolica di comunicazione con gli spiriti e le forze della natura, in cui
i danzatori, indossando delle maschere, assumono l'identità di uno spirito o di
un antenato; altre danze sottolineano e accompagnano momenti fondamentali della
vita sociale, come l'ingresso di un giovane nell'età adulta. Ancora oggi in
Africa la danza possiede un profondo valore narrativo e culturale, e sono molte
le università del continente che contribuiscono ad assicurare la conservazione
dei balli tradizionali e a favorire lo sviluppo di nuove forme coreografiche da
far conoscere anche all'estero.
La
danza Africana in America
Come conseguenza del commercio degli schiavi, la danza africana si diffuse nelle due Americhe, dove si mescolò talvolta con i balli che gli europei avevano importato nel nuovo continente, ad esempio la quadriglia e il cotillion. La danza e la musica (quest'ultima ridotta a volte a un semplice ritmo di percussione) divennero dunque molto importanti per la conservazione dell'identità culturale degli schiavi africani e per questo i padroni bianchi, interessati a impedire che si creasse qualsiasi forma di legame tra i neri, cercarono, perlopiù senza riuscirvi, di vietarle. Le danze, eseguite principalmente in occasione dei matrimoni, dei funerali e delle festività, spesso si rifacevano a pratiche risalenti a religioni africane, come i culti shango, obeah e vudù, ed erano caratterizzate da un ritmo incalzante e ripetitivo che sfociava in episodi di possessione e stati di trance da parte di interpreti e spettatori. Anche nelle zone in cui i neri si erano convertiti al cristianesimo sopravvissero questi balli collettivi che possedevano tuttavia una particolarità: facendo appello a una forma di esasperato sincretismo religioso, si riteneva che fosse lo Spirito Santo, e non un demone, a impossessarsi degli interpreti. L'influenza della danza e della musica africana è fortemente presente in quasi tutti i ritmi e i balli americani, dal caraibico calypso, al samba e ai suoi derivati sudamericani, fino alla più recente danza jazz, al jive, al jitterbug e al charleston.
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