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Il
Sahara costituisce una linea di demarcazione fra le aree abitate dai popoli
dell'Africa settentrionale e quelli dell'Africa subsahariana; tuttavia il
deserto non ha mai rappresentato un ostacolo agli scambi o alla diffusione delle
culture fra le regioni settentrionali e occidentali del continente. In passato,
ai popoli continentali sono stati applicati numerosi sistemi di classificazione,
molti dei quali di dubbia natura poiché basati fondamentalmente su presupposti
razzisti.
La
cultura tradizionale africana è essenzialmente subordinata al concetto di
famiglia e di gruppo etnico. Le arti tradizionali, la musica, la letteratura
orale e la danza servono a rafforzare i legami religiosi e sociali. In passato,
l'élite fortemente occidentalizzata, influenzata dalla cultura europea e dal
cristianesimo, oppose un rifiuto alla cultura locale; dopo la conquista
dell'indipendenza africana negli anni Sessanta, e il verificarsi di una sorta di
rinascita culturale, questo atteggiamento è in parte mutato. I governi tendono
oggi a sostenere gruppi nazionali di danza e musica, musei e, in minor misura,
artisti e scrittori, nonostante le idee, le usanze, la musica e le mode
occidentali – attraverso i film, la radio, la televisione e i viaggi –
abbiano influenzato la musica locale, i modi di vestire, gli usi alimentari e
così via, soprattutto fra i giovani. È tuttavia importante ricordare
l'influenza esercitata in Occidente dall'arte e dalla musica africane nel XX
secolo: artisti come Pablo Picasso trovarono ispirazione in opere d'arte
africane. Oggi l'interesse occidentale nei confronti della musica africana ha
portato allo sviluppo della cosiddetta World Music.
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