letteratura cinese
LETTERATURA   CINESE
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Introduzione

La letteratura Cinese comprende produzione letteraria in lingua cinese, caratterizzata dalla compresenza di una produzione colta, la cui origine risale al primo millennio a.C., e di una produzione in una lingua vicina a quella parlata. La prima comprendeva prevalentemente testi poetici, ai quali in seguito si affiancarono composizioni drammatiche, compilazioni storiche e racconti popolari. La seconda, che non rispondeva alle raffinate e stilizzate norme letterarie imposte dalle classi più colte, fu a lungo sottovalutata e venne riscoperta e apprezzata solo nel XX secolo. La letteratura cinese si può dividere in quattro periodi principali che corrispondono più o meno a quelli in cui è suddivisa la storia letteraria occidentale: il periodo classico, dal VI secolo a.C. al II secolo d.C.; il periodo medievale, dal III secolo d.C. alla fine del XII secolo; il periodo moderno, dal XIII secolo all’inizio del XX secolo; il periodo contemporaneo, dal 1919 a oggi.

Periodo Classico

Le prime testimonianze, non propriamente letterarie, scritte in cinese, consistono in iscrizioni divinatorie realizzate per i sovrani della dinastia Shang (1766-1027 ca. a.C.) su ossa e gusci di tartaruga. Il periodo classico della letteratura cinese, corrispondente all'analogo periodo della letteratura greca e romana, passò da una fase preparatoria (dal VI al IV secolo a.C.) a quella che vide la grande fioritura delle opere filosofiche di Confucio, Mencio, Lao Zi, Zhuang Zi (369 ca. – 286) e raggiunse il suo apice con la compilazione dei "Cinque classici" o "Classici confuciani" e di altri trattati filosofici. Nei secoli successivi, il confucianesimo si consolidò fino a diventare l'ideologia ufficiale e stabilì quella tradizione classica mantenutasi fino ai nostri giorni.  

Periodo Medievale

Dal II al VII secolo d.C. la Cina non solo fu divisa tra stati in lotta fra loro, ma anche invasa dai tatari. Ciononostante, questi secoli rappresentarono uno dei momenti culturalmente più floridi della storia cinese. A questo periodo corrispondono la diffusione del buddhismo indiano, l'invenzione della stampa e una grande fioritura letteraria.

Periodo Moderno

Il periodo moderno (dal XIII secolo al 1919) fu caratterizzato inizialmente da una robusta letteratura vernacolare, che precedette di diversi secoli l'apparizione delle moderne letterature popolari in Occidente. Un notevole incremento della produzione narrativa e teatrale si verificò durante il dominio della dinastia mongola Yuan (1279-1368): secondo alcuni storici questo fenomeno potrebbe essere stato determinato dal fatto che molti intellettuali si rifiutarono di servire il regime e preferirono volgersi a nuove attività letterarie come il romanzo e il dramma. La letteratura in lingua parlata continuò a essere prodotta fino ai primi anni del XX secolo, momento in cui venne inglobata all'interno di più ampi movimenti letterari.

Era Contemporanea

Il declino della letturatura colta continuò fino al 1919 quando, pochi anni dopo il crollo dell’impero e la proclamazione della Repubblica di Cina (1911-12), divenne urgente far uscire il paese dall’isolamento e inserirlo nelle correnti culturali internazionali. Alcuni scrittori, influenzati dalle culture occidentali promossero una rivoluzione letteraria conosciuta come "movimento del 4 maggio”, che segnò la rottura definitiva con l’antica tradizione cinese: il linguaggio aulico venne abbandonato a favore della lingua parlata, nuove tematiche legate alla vita contemporanea vennero introdotte nelle opere di narrativa e di poesia e venne finalmente riconosciuta dagli intellettuali la dignità letteraria della tradizione orale. Negli anni Venti e Trenta il rinnovamento interessò tutti i generi letterari, dal romanzo alla poesia, al teatro e produsse la nascita di numerosi periodici e società culturali.

Con l’affermarsi dell’ideologia comunista e del maoismo la militanza politica degli scrittori divenne il criterio estetico preponderante. Già nel 1942 furono definiti tra gli obiettivi della letteratura la capacità di coniugare impegno politico rivoluzionario e perfezione formale e in seguito, dopo la proclamazione della Repubblica popolare nel 1949, furono proposte l’utilizzo di tematiche legate all’edificazione del socialismo. Con la rivoluzione culturale (seconda metà degli anni Sessanta) la cultura borghese occidentale fu violentemente attaccata: la figura stessa dello scrittore professionista fu screditata a favore di quella di dilettanti come operai e contadini, che scrissero perlopiù opere collettive; intellettuali e scrittori furono costretti a collaborare con il regime e a servire i bisogni del popolo, mentre coloro che non si adeguavano vennero fisicamente eliminati o inviati nei campi di “rieducazione” e sottoposti a durissime condizioni di lavoro. A partire dagli anni Settanta, nonostante momenti di difficoltà nel 1981 e nel 1983 (anni della cosiddetta campagna contro la contaminazione spirituale) e poi di nuovo nel 1989 con gli eventi di piazza il governo concesse una maggiore libertà di espressione e una certa tolleranza nei confronti dell'interesse verso la cultura occidentale.


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