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Introduzione

La lingua dei Rom  detta “Romanès” o “Romanì chib” è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell'Italia centro-meridionale a testimonianza dell'itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell'India verso occidente.

La lingua romanès è il vero specchio della storia e della cultura di questo straordinario popolo millenario, la sua diramazione sottolinea la diversità che caratterizza il mondo romano e la libertà con cui i Rom si appropriano delle parole delle altre lingue e le trasformano, le ricrea­no e le adattano. È la maniera tutta romanès di attualizzarsi e di vivere m sintonia col proprio ambiente.

Caratteristiche e fonetica 

Nonostante dieci secoli di travaglio e di continue repressioni subite dai Paesi ospi­tanti, senza disporre di una tradizione scritta e soggetta alle influenze linguistiche esterne, la lingua dei Rom  si è straordinariamen­te conservata seppur notevolmente indebolita. È chiaro che a chi si limita ad una fredda e circoncisa traduzione letterale della lingua romani, essa può apparire “povera”, in realtà non lo è per chi la vive quotidianamente, per chi cioè ha affidato a questo idioma il compito di trasmettete i propri pensieri, le proprie volontà, i pi opri sentimenti Ogni parola può avere svariate interpretazioni e significati a secondo del contesto m cui è inserita e dell'emozione che la sorregge La lingua romani è essenzialmente pratica ma estremamente dinamica. II romanès a ha quasi completamente perso la declinazione nominale che invece caratterizza tanti altri dialetti zingari soprattutto dell'Europa dell'Est e dell'area balcanica A livello morfologico pur subendo un processo di semplificazione conserva un suffisso "-eme" (con e finale semimuta) che deriva dal suffisso greco "-mos" acquisito a sua volta durante il soggiorno nell'Impero Bizantino al posto di quello indiano ""pen" Esso serve a creare sostantivi. Proprio nell'Impero Bizantino sono avvenuti grandi cambiamenti fonetici con mutazione delle antiche parole indiane il romanès ha subito ulteriori cambiamenti fonetici adeguandosi sempre più ai dialetti locali da cui attinge anche le parole perdute. I suffissi di origine indiana -pen e -ben sono cambiati con -ipé, -ibbé, -bbé e molte parole piane sono diventate tronche. A dispetto di questi cambiamenti, la lingua dei Rom  conserva ancora  in alcuni termini elementi arcaici derivanti dall'Hindi e da altre lingue arcaiche.

                 


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