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Introduzione
Con
il termine musica rom intendiamo la
produzione musicale di tutti gli
zingari sparsi per il mondo che storicamente hanno dato il loro apporto con
colori e forme distintive e al tempo stesso armonici che vanno dal Jazz Manouche
francese fino al Flamenco spagnolo passando per interpretazioni di corte,
popolari e classiche.
Caratteristiche
e storia
Il
modo inconfondibile di far musica da parte degli zingari con i propri ritmi, le
proprie forme, le proprie interpretazioni si è sviluppato in maniera diversa
secondo la regione e i condizionamenti storici e sociali dei paesi che li hanno
ospitati.
La miniera di formule, ritmi,
armonie, melodie che gli zingari hanno prodotto sono stati abilmente sfruttati
da altri celebri compositori.
Soprattutto nel periodo
romantico c'è stato una grande valorizzazione della cultura e della musica
degli zingari, ma ai Rom non è mai stato riconosciuto questo merito.
I Rom da sempre svincolati dai
parametri di vita dei caggé (non zingari) vivono la musica come espressione
profonda della propria esistenza, spessissimo è un mezzo di decontrazione
psicologica, di "liberazione" dalle repressioni che la società
circostante "sorda" ed inospitale, inevitabilmente provoca ai Rom, ma
altrettanto spesso è un mezzo di "comunicazione" e di trasmissione di
valori non solo culturali ma anche etici. L'arte infatti è un linguaggio
sublime, un canto mistico, ma chiaro agli iniziati, e viene usato per esprimere
quello che vogliono senza lasciarsi influenzare da nulla che sia estraneo ai
loro desideri. Hanno inventato la loro musica e l'hanno inventata per loro
stessi, per parlarsi, per cantare fra loro,per mantenersi uniti e hanno
inventato i più commoventi monologhi. Per capire la musica zingara, quindi,
occorre viverla alla maniera zingara, significa capire lo spirito zingaresco e
come esso si sia evoluto. Parlare della musica zingara significa parlare
essenzialmente della cultura Rom termini tangibili. La sua evoluzione segue
parallelamente l'evolversi delle vicende storico-sociali di un popolo errante,
disperso e oppresso nel mondo, che straordinariamente e gelosamente ha
custodito i suoi tratti essenziali nel tempo e nello spazio. La musica zingara
riflette per questo lo stato d'animo profondo di un popolo che ha fatto
del dolore della precarietà gli
emblemi del proprio virtuosismo artistico. Essa
è figlia di un lungo travaglio fisico, morale e psicologico e non può non
avere tratti elegiaci, dissonanti, graffianti, melanconici, ribelli ma allo
stesso tempo una musica viva, briosa, piena di ritmo incalzante, piena di vita.

Orchestra di bambini che si
esibisce per strada
Interpretazione e
ruolo
Un
popolo, quello zingaro, caratterizzato dal suo destino, dal suo fatalismo
atroce, da quel suo girovagare per alleviare il "dolore del vivere",
da quel ricominciare sempre daccapo. L'interpretazione zingara è di tipo
creativo ed è il risultato di un complesso di conoscenze personali maturate
durante il corso della vita ed è caratterizzata da una improvvisazione
estemporanea. La ricchezza ritmica, gli abbellimenti, i melismi e gli ornamenti
del testo o delle esecuzioni strumentali sono tipici tratti ereditati
dall'antica scuola orientale e tramandati fino ai nostri giorni di padre in
figlio. Dall'interpretazione zingara escono fuori messaggi commoventi e
lamentevoli allo stesso tempo, carezzevoli e furiosi ma sempre pieni di
speranza, d'amore, di fratellanza. Esce fuori quell'intima forza che i Rom hanno
e che è il segreto della loro lunga esistenza in un mondo avverso.
L'interpretazione zingara è una figura convenzionale dai molteplici aspetti che
si legano fra loro, si caratterizzano, si trasformano, si tramandano. Da questa
immaginazione estetica si delineano le linee principali della pratica
interpretativa zingara: il superamento di ogni rigidezza ritmica e metrica (il
famoso "rubato") per mimesi del fluire naturale, le idee melodiche
principali sorrette da un costante lirismo effusivo dovuto alle esperienze di
viaggio e della vita all'aperto con il pieno contatto con la natura; il
"forte" temperamento zingaro alla base di ogni punto nodale verso cui
tendono le linee discorsive; la realizzazione dei propri sentimenti e delle
proprie esperienze rivelate nel carattere di un episodio attraverso la disposizione
libera e soggettiva delle più piccole sfumature dinamiche, delle agogiche e dei
fraseggi. Lo spirito zingaresco interviene sugli elementi musicali utilizzati,
qualsiasi essi siano, utilizzandoli in maniera "caratteristica". La
costante esigenza degli zingari di "appoggiarsi" ad elementi
musicali nuovi ed estranei nasconde l'intimo bisogno di non morire, di
rivitalizzarsi attraverso l'interscambio degli elementi assorbiti
dall'ambiente circostante. Ma nella musica zingara è riflessa tanta loro
filosofia di vita; per esempio: il nomadismo, il continuo girovagare,
l'instabilità della dimora.
L'importanza del bisogno di esprimersi è di gran lunga maggiore del supporto
al quale si chiede sono di potersi adeguare, non è importante cosa si suona, ma
come si suona.
Da
quest'ottica si può ben comprendere l'importanza della musica per gli zingari
che, come la lingua, non hanno mai affidato alla tradizione scritta il compito
di tramandare la propria arte; solo di recente si è cominciata a scriverla, di
certo però i Rom hanno bisogno della musica come i pesci dell'acqua.
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