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Introduzione
Oggi il
cristianesimo è probabilmente la religione più diffusa dell'Africa. Introdotto
nelle regioni settentrionali del continente nel I secolo, nel IV secolo si
diffuse in Sudan e in Etiopia, fu soppiantato nel VII secolo dall'Islam e si
riaffermò soltanto nel XIX secolo, grazie alle conquiste europee e all'opera
dei missionari. In Etiopia e in Egitto permane l'antichissima Chiesa copta.
L'Islam,
professato da circa il 40% della popolazione, fu introdotto dai conquistatori
arabi: si diffuse inizialmente nell'Africa settentrionale e, nei secoli
successivi, lungo il corso del Nilo, la costa orientale e nell'Africa
occidentale, seguendo le piste carovaniere che approdavano a città (come
Oualata, Timbuctu, ecc.) che erano al tempo stesso centri commerciali e centri
religiosi. La prima scuola di diritto islamica, quella malikita, predomina in
gran parte dell'Africa musulmana, eccetto che in Egitto, nel Corno d'Africa e
sulla costa orientale africana.
Circa il
15% delle popolazioni africane praticano esclusivamente religioni locali o
indigene, tendenzialmente animistiche, e sia il cristianesimo sia l'Islam hanno
assimilato pratiche autoctone.
La
Mitologia
La mitologia Africana è basata
sul complesso delle leggende e delle credenze religiose proprie
delle tradizioni dei popoli africani, alcune delle quali sono state assorbite
per sincretismo nelle tradizioni islamica e cristiana. Di fatto, le popolazioni
che abitano il continente africano sono culturalmente ed etnicamente assai
varie, ed è perciò soltanto in via convenzionale che è possibile individuare
tratti comuni o prevalenti all'interno del loro patrimonio culturale.
Poiché la società africana
è stata prevalentemente caratterizzata dall'articolazione in piccole comunità
di cacciatori e nomadi, il cui sapere era tramandato per via orale, due tra i
motivi più diffusi attraverso le molteplici tradizioni sono il rilievo dato
all'identificazione delle forze naturali e spirituali con elementi del regno
animale, atto a stabilire un ruolo umano nel mondo della natura, e il culto
degli antenati, che rafforza la coesione della comunità e ne giustifica la
struttura. Unisce entrambi i motivi un diffuso mito cosmogonico, che narra la
creazione a partire da un "uovo cosmico", dalla cui schiusa per i
dogon avrebbero avuto origine i due gemelli Nommo, antenati del genere umano,
secondo altri miti creati dal dio Sole.
Analogo valore hanno i
miti totemici presso gli yoruba, i cui protagonisti sono figure di antenati,
dopo la morte divinizzati e identificati con elementi della natura e del
paesaggio (la forza creatrice, il tuono, i fiumi, le malattie ecc.) e rievocati
nel rituale attraverso l'immedesimazione da parte dei discendenti. Un altro mito
delle origini, diffuso particolarmente in Africa occidentale, spiega la nascita
dell'universo e l'origine del calendario come risultato dello smembramento
sacrificale del Nommo originario, il cui corpo era contenuto in una placenta
celeste e le cui singole parti – scisse per opera della parola del dio Amma
– diedero vita agli astri; nello stesso mito dunque la morte è connessa
all'origine della vita, ed entrambe sono generate dal potere della parola.
I
Riti
L'identificazione delle
forze della natura con i poteri umani e sovrannaturali fa sì che nelle
religioni africane grande parte abbiano la divinazione e le pratiche magiche,
così come le danze e le rappresentazioni rituali, tese ad esempio a ingraziarsi
una particolare forza o potenza, tenendola lontana dalla comunità se è
maligna, vicina se è benevola. Inoltre le funzioni sociali all'interno della
comunità sono giustificate a partire da racconti mitici, come quello che
identifica la figura del fabbro – atipica e rara in una comunità di
cacciatori e raccoglitori, e che anzi non di rado occupa un ruolo esterno e
superiore alla comunità stessa – con la figura del demiurgo che operò la
lacerazione della placenta primordiale, azione violenta ma al tempo stesso
creatrice, e perciò lo riveste di un ruolo sociale e religioso specifico.
L'immedesimazione con
gli antenati divinizzati e con i personaggi del mito diede vita a complessi
rituali estatici, che implicano l'uso delle maschere tipiche dell'arte africana,
ma anche della danza, del canto e della musica, elementi, questi, tanto
profondamente impregnati del magico e del mitico, da non lasciarne prive neppure
le forme artistiche più recenti e occidentalizzate, quali la letteratura e il
teatro.
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