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      ReLIGIONE   EBRAICA
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Introduzione

Religione degli ebrei è la più antica fra le fedi monoteistiche. La tradizione ebraica considera la propria esperienza religiosa eminentemente come osservanza della Torah, la legge suprema che Dio ha donato al suo popolo, e come Halakah, una "via", un percorso di fede e di vita da seguire scrupolosamente a livello personale e collettivo. Nato nella regione storica della Palestina, in parte coincidente con il territorio dell'odierno stato di Israele, l'ebraismo è oggi diffuso in tutto il mondo: è praticato fuori d'Israele dalle comunità della diaspora, formatesi in seguito ai fenomeni di emigrazione che, spesso a causa di persecuzioni ed espulsioni, hanno caratterizzato l'intera storia ebraica. È comunque necessario puntualizzare il fatto che non tutti i 18 milioni di ebrei presenti nel mondo (dei quali 6.800.000 negli Stati Uniti, oltre 3.600.000 in Israele, quasi 2.000.000 in Russia, circa 1.500.000 in Europa) praticano la religione tradizionale, nell'ambito della quale non mancano poi orientamenti diversi, talora contrastanti.

Rivelazione dell'unico Dio

Caratteristica fondamentale dell'ebraismo è un monoteismo radicale, la fede in un unico Dio, assolutamente trascendente e creatore di un universo che governa provvidenzialmente dall'inizio dei tempi. Israele esprime la consapevolezza che Dio abbia "parlato" al suo popolo e, nel corso della storia, la Scrittura sacra, la Bibbia, documenta le tappe di questa rivelazione progressiva, interpretata dagli ebrei come un'alleanza, berith, che Dio ha istituito con loro in quanto popolo eletto, chiamato a custodire gelosamente i precetti della legge. Il tetragramma sacro YHWH esprime il nome di Dio, che probabilmente in origine si sarebbe dovuto pronunciare come Jaweh o Yahweh, parola riconducibile alla radice del verbo "essere". Signore onnipotente e legislatore, Dio esige dal suo popolo un'assoluta fedeltà e un'obbedienza incondizionata alla sua legge, promulgata solennemente sul monte Sinai ai tempi dell'esodo e registrata compiutamente nei primi cinque libri della Bibbia, detti, per l'appunto, "Torah", "legge" in ebraico, ai quali si affiancano i libri profetici e gli altri scritti canonici. 

I rotoli della Torah

La vicenda storica del popolo di Israele è interpretata dalla tradizione ebraica secondo una prospettiva teologica, come luogo privilegiato dell'intervento di Dio, che assiste costantemente il suo popolo assicurandogli la salvezza di fronte ai numerosi e potenti nemici, in virtù dell'alleanza stabilita per l'eternità; la sofferenza, elemento costante nella storia degli ebrei fin dall'antichità, soprattutto dopo la vicenda drammatica della deportazione a Babilonia nel 586 a.C., è la conseguenza tangibile dell'infedeltà del popolo eletto ai precetti della sua religione e ai doveri dell'alleanza. Dio è comunque sempre disposto a rinnovare l'alleanza, risollevando gli israeliti prostrati dall'oppressione e infondendo loro nuove speranze.La fede incrollabile nell'intervento liberatore di Dio e la coscienza della necessità della conversione al fine di ottenere la salvezza alimentano, già nei libri profetici della Bibbia, ma soprattutto nell'ebraismo della diaspora, la speranza nell'avvento di un Messia, l'uomo dalla missione escatologica che Dio invierà alla fine dei tempi per liberare definitivamente il suo popolo dall'esilio e dalla dominazione straniera e instaurare nella terra promessa il regno di pace e prosperità destinato alla stirpe eletta dei suoi fedeli.

La preghiera e i  Riti

La preghiera consiste in primo luogo in una serie di invocazioni, in ebraico tefillah (in origine 18, ma poi passate a 19), per mezzo delle quali i fedeli implorano la prosperità e l'avvento del Messia. Per le festività e per lo Shabbat, il sabato ebraico, giorno interamente consacrato al Signore, è prevista una liturgia particolare; la preghiera dello Shema, che ha preso nome dalla parola iniziale del brano biblico (Deuteronomio 6:4-9) che esso riproduce, deve essere invece recitata dagli ebrei devoti due volte al giorno, al mattino e alla sera, assieme alle formule del Kaddish, invocazione di contenuto spiccatamente messianico.Durante la preghiera gli uomini devono coprirsi il capo con una sorta di zucchetto, detto kippah, che gli ebrei più devoti portano costantemente come segno della presenza di Dio, mentre durante l'orazione del mattino nei giorni feriali è d'obbligo indossare un mantello bianco frangiato di lana o di seta che copre le spalle, il tallet, oltre ai caratteristici filatteri, ovvero "custodie" cubiche di cuoio contenenti piccoli rotoli di pergamena che recano scritti alcuni passi della Torah, fissate con cinghie alla parte superiore del braccio e alla fronte. Il sabato, giorno di riposo assoluto da ogni attività lavorativa, è dedicato alla proclamazione solenne della Torah, letta integralmente nelle sinagoghe nel corso di un ciclo annuale che inizia in autunno con la celebrazione nota come Simhat Torah (Gioia della Legge), che ha luogo alla fine della festa di Sukkot: la lettura pubblica del testo biblico costituisce il momento più significativo del culto sinagogale e la funzione primaria assegnata in origine all'istituzione della sinagoga. Gli israeliti devoti sono tenuti a osservare alcune regole alimentari; poiché il cibo deve essere kasher, cioè "puro", essi devono astenersi dalla carne di maiale e dai pesci privi di pinne o squame, considerati impuri , mentre gli animali, tutti i quadrupedi ruminanti con unghia bipartita e il pollame, delle cui carni è lecito cibarsi, debbono essere sgozzati in modo da essere completamente mondati dal sangue; è inoltre proibito consumare contemporaneamente carne e latticini. Fra le feste annuali previste dal calendario liturgico, le principali, legate in origine al ciclo delle stagioni e alle attività agricole, sono state in seguito reinterpretate come occasione di rievocazione di momenti significativi della storia ebraica. Così la Pasqua, Pesah, "passaggio", festa di primavera che segnava l'inizio del raccolto, ha acquisito il ruolo di memoria dell'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, mentre la festa di Shabuot, celebrata 50 giorni dopo la Pasqua (Pentecoste o festa delle Settimane) per sottolineare la fine del raccolto, richiama il momento in cui Dio donò al suo popolo la Torah sul monte Sinai e prevede la lettura solenne dei Dieci Comandamenti nelle sinagoghe; allo stesso modo la festa di Sukkot, "festa delle capanne", anticamente connessa al raccolto d'autunno, rievoca anche simbolicamente, con l'uso di consumare i pasti sotto caratteristiche tende, gli anni trascorsi dal popolo eletto nel deserto prima di giungere alla terra promessa. La festa di Sukkot è preceduta da un periodo penitenziale di dieci giorni, compresi fra il Capodanno ebraico, Rosh Hashanah, e Yom Kippur, il "giorno dell'espiazione", la celebrazione più sacra per gli ebrei, che trascorrono questa giornata nella preghiera e nel digiuno. Alle vicende storiche del popolo di Israele sono ispirate le feste di Hanukkah e di Purim: la prima celebra la vittoria dei Maccabei contro Antioco IV di Siria nel 165 a.C., mentre la seconda rievoca la vicenda narrata dal libro di Ester, che per l'occasione viene letto nelle sinagoghe e offre un momento gioioso per la comunità, nella commemorazione collettiva della situazione pericolosa sperimentata ai tempi del re persiano Assuero, inizialmente deciso a sterminarli. La vita dei fedeli è segnata da alcuni momenti fondamentali, a cominciare dal rito della circoncisione, attraverso il quale i bambini di sesso maschile sono resi partecipi, otto giorni dopo la nascita, dell'alleanza stipulata da Dio con i discendenti di Abramo. All'età di tredici anni il ragazzo raggiunge la maggiore età assumendosi, come Bar Mitzvah, "figlio del comandamento", l'impegno di osservare i precetti della legge, e viene accolto fra gli adulti che guidano a turno la lettura della Torah nella sinagoga; nelle comunità più progressiste anche le ragazze vengono chiamate alla lettura al compimento del dodicesimo anno. La cerimonia delle nozze, detta Qiddushin, "santificazione", è concepita come momento particolarmente solenne per sottolineare il valore di comandamento divino attribuito all'unione coniugale.

Storia

La storia dell'ebraismo corre parallela ai momenti culminanti della storia del popolo ebraico ed è testimoniata per la sua fase fondamentale, quella più antica, dai dati confluiti nella Bibbia, documento teologico costituito da elementi di origine cronologicamente e concettualmente eterogenea, connessi tuttavia in una prospettiva religiosa sostanzialmente coerente.

 


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