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Introduzione
Varie sono le ipotesi
sulla condizione dei rom nel sistema indiano delle caste prima dell'emigrazione.
Dall'India, in varie ondate, i rom si spostarono prima verso ovest, attraverso
l'Iran, l'Asia Minore e l'impero bizantino, e nel XIV secolo si erano già
stabiliti nei Balcani. La loro rotta attraverso l'Europa può essere tracciata
seguendo i prestiti linguistici contenuti nei dialetti parlati da ciascun gruppo
rom europeo o mediorientale. Diffusisi su tutto il resto del continente, spesso
quali pellegrini, nel XVI secolo avevano raggiunto anche la Russia, la
Scandinavia e la Gran Bretagna. La discriminazione dei rom non fu immediata, ma
frequenti furono gli assoggettamenti, le espulsioni e le assimilazioni, sia nei
paesi cristiani sia in quelli musulmani.
Durante la seconda
guerra mondiale, vere e proprie persecuzioni vennero attuate dalla Germania
nazista (vedi Campi di concentramento e di sterminio), e politiche assimilatorie
forzate proseguirono anche dopo la guerra, in particolare nei paesi comunisti,
dove il nomadismo è stato in gran parte eliminato. Continua, invece, in
conflitto con gli ordinamenti statali vigenti, nei paesi dell'Europa
occidentale.
Distribuzione attuale
Molto divergenti sono le
stime sul numero attuale di rom, che forse corrisponde a sei milioni di
individui, concentrati nei Balcani (soprattutto in Romania) e nell'Europa
centrale. Gruppi consistenti di rom abitano anche in Russia, Spagna e Francia, e
altri sono sparsi nel resto del mondo (Medio Oriente, Africa settentrionale,
America e Australia).
Nei secoli, i rom si
sono frammentati in una serie di gruppi distinti, spesso definiti sulla base
degli insediamenti geografici o della presunta provenienza: gitanos e gipsies
(in Spagna e Inghilterra, dal termine "egiziani"); sinti, zingari,
tzigani, cigány (in Germania, Italia, Ungheria, da atzigan, di matrice rom),
bohémiens (Francia) ecc.
La religione
Generalmente i
rom hanno adottato la fede del paese dove si sono stabiliti però conservano
ancora credenze e riti animasti.
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