I percorsi di conoscenza sono individuali


L'ipotesi di percorsi individualizzati é possibile solo nel contesto della conoscenza partecipata: ciascuno deve fare i conti con le proprie emozioni ed i propri sentimenti, ciascun percorso é unico ed irripetibile, ed é un percorso al termine del quale é possibile ritrovare nient'altro che se stessi. La successione dei concetti é invece puramente formale, non appartiene a nessuno in particolare, c'è un unico modo per passare dall'uno all'altro.

Se ciascuno deve seguire il proprio personale percorso, deve fare i conti con i propri personali sentimenti, il 'progetto individualizzato' non é gestibile dall'esterno, non é conoscibile a priori, può essere ricostruito come progetto solo quando esso é compiuto: il racconto e la memoria sono lo strumento attraverso cui raccontiamo a noi stessi il percorso. Ciò che può fare chi si propone di lavorare in modo consapevole a guidare i percorsi di conoscenza é costituire un ambiente ricco di percorsi, un ambiente finito dagli illimitati percorsi; é aiutare la memoria ed il racconto dei protagonisti.

La didattica laboratoriale e partecipata é la formula che usiamo per designare l'ambiente in cui é possibile gestire la complessità dei percorsi di conoscenza.

Il testo ipermediale offre una possibilità senza precedenti per raccontarsi, per ritrovare in uno spazio rappresentativo i tortuosi percorsi della conoscenza. Gli ipertesti e i primi testi ipermediali in commercio si collocano in genere sul versante della conoscenza concettuale: in essi esiste una possibilità senza precedenti di intrecciare e articolare percorsi lineari, con tempi di accesso ridotti: si tratta di eccellenti girapagine elettronici multipli. L'ambizione, certamente realizzata in modo ancora molto inadeguato, del testo ipermediale qui presentato é invece quello di cercare di rappresentare la complessità delle interazioni nei percorsi di conoscenza, offrendo la possibilità di perdersi, ossia di scoprire percorsi sempre diversi. Sotto questo aspetto esso non é inquadrabile in alcuna disciplina particolare, ma offre uno scenario sufficientemente ricco e complesso per potersi esercitare nella esplorazione e nel racconto. Costituisce quindi un materiale di lavoro da cui sviluppare percorsi che fuoriescono dalle due dimensioni dello schermo per entrare nella dimensione dello spazio reale, ed insieme un campo di esercitazione per dipanare i concetti dalla complessità del reale. L'uso di diversi canali comunicativi, di immagini evocative piuttosto che illustrative; la possibilità di diversi livelli di lettura, consente di poter interagire con ragazzi di età diverse e con livelli di padronanza diversi delle abilità di base, cosicché ciascuno possa recepire comunque la significatività dei diversi messaggi, che potrà poi rielaborare sotto la guida dell'insegnante e secondo le proprie possibilità.
Tutto il materiale utilizzato é stato oggetto di attività didattiche nelle scuole in cui ha operato l'autore, che ha realizzato le stesse secondo la tecnica del laboratorio partecipato, ma senza l'ausilio del computer. Offrire questo materiale su supporto informatico rappresenta un modo particolarmente efficace di comunicare esperienze difficilmente comunicabili in altro modo, tuttavia resta essenziale realizzare attività del tipo proposto con mezzi tradizionali in cui sia più profondamente coinvolta l'operatività dei ragazzi. Molte esperienze che si sono svolte in questi anni e si stanno svolgendo nelle scuole di Napoli potrebbero essere efficacemente comunicate attraverso testi ipermediali; in alcuni casi i ragazzi stessi sono stati coinvolti nella produzione di ipertesti piuttosto elementari riguardanti le proprie esperienze. E' fuor di dubbio che attraverso la telematica potrebbe realizzarsi in tempi piuttosto brevi la possibilità di interazione e di propagazione orizzontale per contagio, delle esperienze di formazione più significative, realizzando una efficace modalità di formazione permanente per insegnanti e ragazzi, ritengo tuttavia molto importante sottolineare come questi mezzi possano e debbano essere utilizzati soprattutto per accedere alla complessità del reale piuttosto che proporre un surrogato virtuale di esso.

CITTA GIOVANE