| La risposta del Circolo agli attacchi dei giornali e del sindaco è stata veemente. I giornali si sono ravveduti e gli articoli sembrano molto diversi. Il Sindaco è molto più testardo e tuttora (mese di aprile 2001) è convito che quella festa doveva essere vietata. Parterre Brighe Rosse Se la frase incriminata che su una muraglia di Palata inneggia alla lotta armata ("Un fiore è sbocciato e quel fiore le Br continueranno a coltivarlo fino alla vittoria") non fosse corredata, più in basso, dalla minaccia:"Sindaco sarai punito", sarebbe una delle migliaia di scritte che coprono il cemento delle città e dei paesi di questa regione e su cui nessuno ha mai speso una sola parola. Ce ne sono in tutte le salse, Campobasso ne è zeppa: pro Br, pro Eta, pro Hitler, pro Rudolph Hess, antiebrei, antinegri, antiandini degli altipiani del Nord...Ci conviviamo con somma, divina indifferenza. L'ennesima poesiola rivoluzionaria è stata scritta in paese, probabilmente da uno che ha orecchiato la parola Br nei telegiornali tra un cartone di Pokemon e una puntata di "Casa Vianello" o da qualche quindicenne alle prese con le prime infatuazioni per il "Che" ma, inutile ribadirlo, estraneo a Rifondazione. Il problema è come sempre a monte. Il sindaco nega la Festa Rossa, interrompendo una tradizione che dura da sette anni. Perchè? Perchè due famiglie del posto non vogliono disturbi notturni, e se altri abitanti della zona sostengono invece che la Festa Rossa qualifica un quartiere morto la cosa non ha importanza. In più, secondo il Prc, il sindaco sta avallando una serie di posizioni razziste e intolleranti, tra cui il ricovero di una vecchina che per i firmatari di una petizione puzza, fa paura e sente la televisione a volumi troppo alti. I comunisti, defraudati del loro appuntamento annuale con la festa, promettono manifestazioni di protesta a oltranza. E sostengono che l'amministrazione si potrebbe sentire talmente alle strette da commissionare-con sistemi da strategia della tensione da anni di piombo-la frase a terzi, per screditare i rossi responsabili di tanto baccano. Ora la rissa politica cittadina sembra avere raggiunto livelli talmente parossistici da scatenare una caccia alle streghe, cioè al brigatista verniciatore di muri, che non fa sorridere solo perchè evocare il terrorismo-fosse anche soltanto in una barzelletta-fa ghiacciare il sangue, specie di questi tempi. E' semplice e presto detto: le Br erano e sono un'altra cosa. Pier Paolo Giannubilo (Il Quotidiano del Molise, 02/09/2000) L'opinione Guerra fredda a Palata Agosto non si addice alla politica. Essa esige liturgia, uniformi e regole precise. Il caldo destruttura, impone mezze maniche, bottoncini aperti. Ripone la cravatta nell'armadio fino alla ripresa autunnale e fa volentieri a meno addirittura della giacca che, sia pure nella diversità di tagli e di colore, rappresenta una sorta di divisa di rappresentanza. Ad agosto la politica si ferma. S'interrompono le assemblee amministrative, gli uffici pubblici lavorano a scartamento ridotto e il sistema dell'informazione si dedica ad argomenti (la dieta, i costumi sessuali, il gossip, ecc..) d'intrattenimento. Cavalcando quest'inclinazione il sindaco di Palata, Antonio Staniscia, ha negato a Rifondazione Comunista il permesso di svolgere la "festa rossa" che tradizionalmente si svolgeva in agosto. A giustificazione di questa decisione Staniscia ha addotto le proteste di alcuni cittadini disturbati dall'inevitabile rumore di quei giorni di musica, di cultura e di discussione. Il sindaco ha voluto lo scontro assumendosi la responsabilità di una decisione antidemocratica e ha perso. Nella giornata del 9 agosto Rifondazione ha svolto una manifestazione di protesta per le strade di Palata (2000 abitanti) alla quale hanno partecipato circa trecento persone. Il 25 agosto ha organizzato-ancora a Palata-un sit in/concerto a cui hanno preso parte Claudio Lolli e Stefano Rosso, oltre a una serie di gruppi molisani che hanno voluto sostenere il diritto d'espressione politica dei comunisti palatesi; circa settecento le presenze. Intanto, nei giorni scorsi accadono alcuni episodi significativi del clima che si respira in paese. Due consiglieri comunali di maggioranza (centro-destra) sono fatti oggetto di atti intimidatori. Al primo si danneggia un mezzo agricolo ricoverato in campagna e al secondo vengono rivolte frasi ingiuriose per strada. Il sindaco Staniscia invece viene minacciato con una scritta inneggiante addirittura alle Brigate Rosse, che campeggia all'entrata del paese. La "guerra fredda", a dispetto del clima torrido di questi giorni. Sugli episodi d'intimidazione ai danni degli amministratori palatesi gli organi inquirenti hanno aperto un'inchiesta che rischia di enfatizzare uno scontro che non giova certo al chiarimento delle posizioni e allo sviluppo della dialettica democratica, per quanto dura e intransigenti possa essere. Intanto, la locale sezione del Prc ha emanato un comunicato col quale dichiara la totale estraneità dei suoi militanti ai gesti intimidatori dei quali sono fatti oggetto i tre amministratori comunali. In conclusione una considerazione va ribadita. La situazione di scontro frontale che vive la comunità di Palata è stata innescata da un'improvvida e immotivata decisione del suo sindaco che, negando il diritto all'espressione ad un partito politico presente a pieno titolo nelle istituzioni, ha compiuto un atto contrario allo spirito e al fondamento della nostra carta costituzionale. Antonio Ruggieri (Nuovo Oggi Molise, 03/09/2000)
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