| 11 settembre 2000 LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI I ragazzi di Rifondazione comunista- come tiene a sottolinerare il nostro sindaco su un giornale locale- hanno strumentalizzato l'episodio di Fernando Cavedo per sferrare l'ultimo attacco nei miei confronti. Noi, caro sindaco, queste deduzioni le lasciamo, come è necessario in questi casi, al vaglio dei cittadini di Palata, che ben conoscono la situazione di Fernando Cavedo. Ora vogliamo solo esprimere tutta la nostra indignazione per quello che lei continua a dichiarare sui giornali e, nello stesso tempo, ci sentiamo molto vicini al disagio che Fernando, come tanti altri cittadini, vive quotidianamente. Lei invece si fossilizza su insignificanti giochini di palazzo, trascurando di fatto i problemi reali di questa comunità. Non stiamo sferrando un attacco alla sua persona, ma al sistema di governo da lei presieduto e che di fatto ha legittimato l'egoismo e l'intolleranza verso i deboli e verso i suoi avversari politici. Il problema reale è la carenza di qualunque struttura sociale, la totale assenza da parte della sua amministrazione di politiche che mettano al centro i bisogni e le esigenze. E' troppo facile ricorrere al ricovero coatto per risolvere un problema, è facile, almeno per lei, negare diritti costituzionalmente garantiti. Le possiamo garantire che non ci lasceremo tappare la bocca da calunnie divulgate sul nostro conto, nè da attacchi sistematici nei nostri confronti per screditarci di fronte all'opinione pubblica. Se questo suo agire può servire a portare al centro dell'attenzione e della discussione i veri problemi di questa comunità ben venga!! Noi ne dubitiamo. Per quanto riguarda la "sua" verità sul fatto che questi ragazzi stiano buttati tutto il giorno per strada snocciolando fandonie e bugie nei suoi riguardi, le uniche nostre verità, sia che si bivacchi su un marciapiedi sia che si stia comodamente seduti nella reggia comunale, sono le norme e le leggi della carta costituzionale, peraltro da lei applicate secondo il suo "criterio". E' inutile ricordarle che la pubblica amministrazione non è proprietà privata e che in Italia vige una democrazia, anche grazie a tanti ragazzi che stavano su un marciapiede, ma non ebbero timore a lottare contro il FASCISMO. dal marciapiede di via Marconi le compagne e i compagni del PRC Palata
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