| | | | | | NO - GLOBAL | | | | | | | | | 19-21 LUGLIO 2001: insieme a Genova per dire NO al G8. Forse non tutti sanno che i potenti del mondo si riuniranno a Genova dal 19 al 21 luglio per decidere le sorti del pianeta. I giornalisti televisivi e della carta stampata spesso amano presentare il vertice G8 come una tranquilla riunione fra Capi di Stato, che viene minacciata dal "popolo di Seattle", sempre più dipinto come un movimento che fa degli atti vandalici e del teppismo il proprio credo quotidiano. Ebbene, le cose non stanno affatto in questi termini. Certo, l'idea di trovare una Genova blindata e militarizzata non ci lascia tranquilli, ma dovremo essere pronti a far sentire con veemenza la nostra voce, la voce di tutti quelli che si oppongono al fatto che 8 Capi di Stato possono avere accesso alla "stanza dei bottoni" e decidere per tale via il destino del mondo intero. Noi tutti dovremo andare a Genova per urlare a squarciagola il nostro dissenso rispetto a scelte decisionali tutte ispirate a prospettarci un preteso mondo perfetto farcito di neoliberismo, di privatizzazioni selvagge, di dissesti ambientali, di organismi geneticamente modificati. Il volano supremo di un siffatto sistema economico tanto forzato quanto intriso di sperequazioni di ogni genere è la W.T.O. Molti di noi avranno già sentito nominare questa sigla, ma alcuni ne ignorano completamente il significato. Ebbene W.T.O. è l'acronimo di World Trade Organization, ovvero la multinazionale delle multinazionali, l'Organizzazione Mondiale per il Commercio. La W.T.O. è sorta a Ginevra nel 1995, quale organismo internazionale atto a sovrintendere alle transazioni di merci e di servizi fra i 141 paesi aderenti, mediante un complesso di norme comuni e di procedure per l'inoltro dei ricorsi e la composizione delle controversie. L'insieme di tali misure configura perciò "delle barriere non doganali": leggi sanitarie, regolamenti sul commercio dei beni, politiche degli investimenti, sistemi fiscali interni capaci di incidere sulle transazioni dei prodotti. Nell'ambito della W.T.O. le decisioni sono ufficialmente adottate per consenso; in realtà, le redini della situazione sono appannaggio di U.S.A., Canada, Giappone ed U.E. Conseguentemente, le decisioni e le modalità di risoluzione delle controversie obbediscono ad un quadro direttivo caratterizzato da assenza di trasparenza e di democrazia. In effetti, una controversia che investe due paesi viene decisa da una ristrettissima giuria di tre persone che opera a porte chiuse. Il paese che perde si vede costretto a modificare le proprie leggi ovvero corrisponde una compensazione al paese vincente oppure sopporta sanzioni commerciali. Dunque, il neoliberismo non porta ad un'infinita crescita economica generalizzata, ma aggrava la situazione di disagio dei paesi del Sud del Mondo, intensificando in essi i flussi migratori, la disoccupazione e la povertà. Non dimentichiamo neppure che la W.T.O. definisce i parametri internazionali per gli standard ambientali, alimentari e di sicurezza: i singoli paesi che hanno norme più rigide, più rispettose dell'ambiente e dei cittadini, possono essere costretti a modificarli, come è già accaduto in diverse circostanze. I dati dell'esasperato processo di globalizzazione sono allarmanti: da una parte la forbice tra Nord e Sud del mondo si è divaricata; dall'altra, se il Sud piange, è pur vero che il Nord non ride, se si considera che sacche di grande povertà gradatamente crescono nei paesi industrializzati. | | |
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